“POVERI non sono quelli che non hanno, sono quelli che hanno ma non gli basta mai”. Questa frase del presidente uruguaiano Pepe Mujica pecca un poco di ottimismo (poveri sono, purtroppo, anche quelli che non hanno, e si tratta di moltitudini). Ma spalanca alla nostra ragione critica intere praterie: è proprio così, niente “ci basta mai”, perché il nostro modo di vivere (pensate solo al Pil) si fonda sul concetto che non esiste qualità che possa davvero competere con la quantità. Il sospetto, per giunta, è che questa insoddisfazione incolmabile sia il motore profondo del nostro sistema sociale: fossimo soddisfatti, o non troppo insoddisfatti, saremmo portati a consumare di meno, e per giunta a farlo senza avvertire questo “meno” come una menomazione.
Deve trattarsi però di un tabù; perché a dirlo si viene in genere fortemente sgridati; o accusati di “pauperismo”, oppure di essere tra i sazi (e dunque ipocriti) che trattano dall’alto in basso la questione dei consumi; ma per quanto il punto di vista soggettivo sia imperfetto, e la critica sia male esposta, e chi critica sia imputabile di questo o quel difetto, di questo o quel pregiudizio, resta la lapidaria esattezza delle parole di Pepe Mujica: se niente ci basta mai, vuol dire che abbiamo costruito un mondo nel quale sono “poveri” anche i ricchi.
Michele Serra L’AMACA , La Repubblica 25/06/2014.
vedi: Pensiero Urgente n.169)