Il 20 gennaio 1944 muore ucciso da tedeschi in battaglia presso Monte Torre Maggiore vicino Terni GERMINAL CIMARELLI ( 33 anni) operaio, Antifascista e comandante di una formazione partigiana garibaldina.
Cimarelli nacque a Terni in una famiglia di estrazione popolare e iniziò a lavorare molto giovane come operaio tracciatore presso le Acciaierie di Terni avvicinandosi alle idee socialiste e nel 1932 al Partito Comunista d’Italia clandestino. Nel 1934 militava pienamente nel ristretto gruppo comunista ternano anche se era stato iscritto d’ufficio ai fasci giovanili e, dal maggio 1934, al Partito nazionale fascista.
Nonostante questo, Cimarelli veniva vigilato continuamente dalla polizia in quanto considerato seguace delle idee comuniste: infatti Cimarelli era un attivo propagandista all’interno delle Acciaierie e più volte venne fermato e diffidato. Il 25 agosto 1936 venne arrestato con altri operai, perchè implicato nella diffusione di manifestini sovversivi inneggianti ai Repubblicani spagnoli e alla vittoria del proletariato, e condannato a cinque anni di confino di polizia alle isole Tremiti.
Anche in questa condizione Cimarelli continuò a manifestare la propria fede politica: frequentò assiduamente i confinati comunisti e non si adeguò alla disciplina imposta dalle autorità rifiutandosi, ad esempio, di effettuare il saluto romano nei pubblici appelli. Per questo subì altre condanne e per circa due anni, dal settembre 1937 al luglio 1939, venne recluso nel carcere dell’isola di Ponza.
Il 24 agosto 1941 venne liberato dal confino per scadenza della pena ma, per il comportamento tenuto, venne rinchiuso di nuovo nel campo di concentramento delle Tremiti: qui venne particolarmente vigilato in quanto considerato soggetto irrimediabilmente pericoloso. Liberato con la caduta del fascismo, nel luglio del 1943, si impegnò subito nella lotta partigiana tra le fila del Partito comunista e fu tra i primi organizzatori della Resistenza in Umbria.
Venne incaricato di tenere i collegamenti tra le formazioni partigiane umbre, il Partito comunista e i CLN di Roma e Firenze ma Cimarelli (nonostante una grave menomazione della vista) chiese ed ottenne di impegnarsi sul campo. Divenne comandante di un piccolo distaccamento di diciotto partigiani (ai quali si aggiunsero alcuni militari sovietici fuggiti dalla prigionia ) legato alla Brigata Garibaldina Antonio Gramsci, una delle prime dell’Italia Centrale, operante sui monti tra Norcia, Cascia e Leonessa.
I tedeschi, messi in difficoltà dalla combattività degli uomini di Cimarelli, il 20 gennaio 1944 attaccarono di sorpresa e in forze sul Monte Torre Maggiore (Terni): venne ordinata la ritirata ma il gruppo di Cimarelli si trovò circondato dai nemici.
Per evitare la distruzione del reparto Cimarelli decise di fermarsi e innalzata una bandiera tricolore, da solo con un mitragliatore, affrontò i tedeschi che avanzavano finchè non fu ucciso: il sacrificio della sua vita riuscì ad assicurare la ritirata dei suoi compagni che furono tutti salvi.
La sera stessa della sua morte Cimarelli, molto amato e stimato, venne insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare e il comandante della Brigata Gramsci scelse di intitolare alla sua memoria uno dei suoi battaglioni: il giovane operaio era divenuto subito il simbolo della Resistenza in Umbria. I suoi resti riposano nel cimitero comunale di Terni.
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