Il 27 marzo 1871 muore a Milano dopo una lunga malattia ADELAIDE BONO CAIROLI (65 anni) Patriota risorgimentale italiana.
Adelaide Bono, terza di quattro sorelle, nacque a Milano in una famiglia di estrazione aristocratica: la madre era contessa e il padre un conte che aveva avuto vari incarichi prestigiosi all’epoca delle repubbliche napoleoniche. Adelaide, che purtroppo aveva una salute malferma, rimase orfana del padre quando aveva cinque anni e studiò a Verona presso l’istituto delle suore del Collegio Reale: qui ricevette una profonda educazione religiosa.
Sin da piccola dimostrò di possedere un carattere forte salvando la madre dalle minacce di un ex-dipendente della famiglia che con una pistola tentava di ucciderla. Ammirò molto l’impero napoleonico. Nel 1824, a 18 anni, sposò CARLO CAIROLI, un vedovo con due figli, più grande di lei di 28 anni. La casa di Cairoli, a Pavia, in parte era adibita ad ospedale e quando Adelaide venne ricoverata lì per una malattia nervosa conobbe Carlo che era un prestigioso chirurgo ma anche un convinto Patriota e un cattolico praticante.
Il loro fu un matrimonio con profondi legami e da esso nacquero otto figli: BENEDETTO, Maria Teresa, Teresa Caterina, ERNESTO, LUIGI, ENRICO, GIOVANNI e Carolina che morirà poco dopo la nascita.
Adelaide si rivelò una donna di grande cultura ed educò con molta cura i Figli all’amore per la società instillando in loro forti sentimenti patriottici. Inoltre la sua situazione economica benestante le permise di finanziare varie attività patriottiche e giornali legati a questi ideali; la sua casa divenne il luogo di un partecipato salotto politico e letterario e tenne una ricca corrispondenza con intellettuali e Patrioti del tempo.
Aiutò in ogni modo i latori delle lettere e degli opuscoli patriottici ed anche per questo un giorno la polizia austriaca irruppe in casa Cairoli a Gropello (oggi Gropello Cairoli, Pavia) nella sua villa ma Adelaide riuscì abilmente a risolvere la situazione. Nel 1852 la sua dimora fu nuovamente perquisita ma Adelaide reagì con fermezza.
Purtroppo Carlo Cairoli morì per una banale caduta dalla carrozza il 9 aprile 1849 a Gropello e proprio in quei giorni lo Stato Maggiore dell’esercito austriaco aveva eletto la villa dei Cairoli come proprio quartier generale.
La morte del marito causò vari problemi economici, a causa di vendite di terreni intraprese da Carlo, ma Adelaide seppe far fronte con grande senso pratico alla situazione. Il testamento del marito aveva inoltre lasciato Adelaide come tutrice dei figli minori. Quando due figlie morirono tra il 1855 e il 1859 Adelaide reagì legandosi con maggior forza alla famiglia e alla lotta patriottica e stringendo ancora più fortemente il suo legame con MAZZINI e GARIBALDI.
Anche per questo tutti i suoi figli maschi parteciparono alle lotte per l’Indipendenza italiana e il primo ad impegnarsi partendo volontario per le varie guerre fu il primogenito Benedetto che sarà l’unico a salvarsi divenendo anche, anni dopo, presidente del Consiglio del Regno d’Italia.
Nel 1859, durante la Seconda guerra d’indipendenza il figlio Ernesto, arruolato tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, muore in battaglia e Garibaldi stesso ricorda questo avvenimento con commozione celebrando Adelaide e affermando ed esaltandone l’incomparabile affetto nei confronti dei figli. Adelaide alla notizia della morte di Ernesto venne colpita da febbre alta e convulsioni ma si risollevò subito per apparire in pubblico e mostrarsi appassionata patriota.
Adelaide era molto presente nella vita dei figli e spesso faceva loro visita negli acquartieramenti militari dei garibaldini accolta con grande affetto dagli altri patrioti: nel 1860 si recò a Quarto (GE) per salutare Benedetto ed Enrico, volontari nella Spedizione dei Mille. Entrambi feriti durante la spedizione furono raggiunti dal fratello Luigi che morì a Napoli nel settembre del 1860 dopo essersi distinto nell’impresa siciliana e aver partecipato alla marcia di risalita della penisola. Adelaide seguì su una mappa gli spostamenti dei figli, scrisse a Benedetto ferito dicendo di essere felice per il valore che i suoi figli dimostravano anche se era preoccupata per il loro futuro.
Durante il trasporto salma di Luigi da Napoli a Pavia ci furono numerose cerimonie pubbliche che si susseguirono nella penisola e che testimoniarono la crescente popolarità di Adelaide Cairoli, di cui IPPOLITO NIEVO (1831- 1861, scrittore e Patriota garibaldino) scrisse nel 1860 che “va segnando di tombe e di lacrime il sentiero di glorie per cui l’Italia ritorna alla sua grandezza”.
Benedetto ed Enrico ritornarono a casa gravemente feriti ma soprattutto addolorati per la piega che gli eventi politici avevano preso dopo la spedizione dei Mille. Infatti Mazzini scriverà ad Adelaide, perché aveva capito che, dopo l’Unità del 1861, Roma e Venezia sarebbero state annesse al Regno d’Italia di marca piemontese senza combattimenti, e le chiese di convincere Garibaldi a riprendere la lotta.
Anche altri Patrioti le scrissero chiedendo la stessa cosa e Adelaide riuscì a convincere Garibaldi che iniziò la spedizione per conquistare Roma, nel 1862, ma venne fermato e ferito all’Aspromonte dall’esercito piemontese-italiano.
Successivamente Benedetto, Enrico e il giovanissimo Giovanni parteciparono alla Terza guerra d’indipendenza (1866- 1867) sempre agli ordini di Garibaldi e ricevettero vari riconoscimenti e medaglie per il valore dimostrato.
Poi Enrico e Giovanni parteciparono all’ultimo tentativo, guidato da Garibaldi e appoggiato da Mazzini, di conquistare Roma nel 1867. Purtroppo a difendere il regno di Pio IX accorsero i francesi e il Regno d’Italia si defilò per ragioni diplomatiche. Durante la spedizione Enrico fu ucciso a Villa Glori a Roma dai soldati pontifici e Giovanni fu gravemente ferito: morirà dopo due anni per le conseguenze delle ferite. Adelaide sopportò tutto questo immenso dolore grazie ai valori a cui si ispirava e la sua fama e quella dei suoi Figli raggiunse in Italia un apice assoluto.
Adelaide visse i suoi ultimi anni a letto, anche a causa di queste sofferenze, accudita dall’unico figlio rimasto, Benedetto. Ma anche in queste condizioni fino all’ultimo continuò a sostenere la causa patriottica affermando che il dolore di una famiglia era poco in confronto all’ideale dell’Unità vera d’Italia.
Adelaide morì il 27 marzo del 1871 ( purtroppo non riuscirà a vivere la gioia di vedere Benedetto eletto Presidente del Consiglio nel 1878) e i suoi resti riposano nella tomba di famiglia, accanto a quelli dei suoi Figli, a Gropello Cairoli.
A Milano venne posta una lapide in via Bigli 1, sulla facciata della casa dove era nata, che così recita:
“Adelaide Bono Cairoli / Fra le itale madri fortissima / qui nacque li 8 marzo 1806″.
Adelaide Bono Cairoli verrà considerata come Madre della Nazione che incarnò un modello femminile non passivo ed appartato e mostrando anche un modello di famiglia aperta al senso del Bene Comune e non rinchiusa nei propri interessi. Un modello ancora validissimo per oggi!
Così scrisse Adelaide nel maggio del 1860 al figlio Benedetto appena partito per partecipare alla Spedizione dei Mille:
“Quante cose vorrebbe dirti la tua mamma! Ma l’emozione che rende cotanto convulsa l’anima mia, mi rende più che mai incapace di tradurti quei sentimenti che formano a vicenda la mia delizia e il mio tormento. Oh mio Benedetto! Quali sorprese mi sono riservate dal tuo eroico slancio e da quello del nostro Enrico. La vostra mamma è fiera ed ha diritto di esserlo, di possedervi. Ma quanto le costa questa suprema sua materna gloria.”
Garibaldi così scriverà nel settembre del 1860 dopo la partenza di Luigi:
“Il suolo che produce delle donne come Adelaide è un suolo sacro. La Nazione italiana non può perire con donne simili. Chi potrà mai vantarsi dei sacrifici fatti? Nessun sacrificio può paragonarsi a quello che una madre fa pe’ suoi figli. L’amore di una madre non può nemmeno essere compreso dagli uomini. Nel presentarmi a lei io mi sentivo come un rimorso. Se questa madre m’avesse rinfacciata la morte de’ suoi figli, avrei dovuto chinare il capo e compatire al rimprovero per i due giovani caduti, ma mi presentava i due che ancor le restavano. Con donne simili una nazione non può morire.”
Così Adelaide scrisse a Mazzini nel 1869 in risposta ad una sua lettera in cui sottolineava come bisognava continuare l’impegno patriottico per liberare Roma:
“Voi, che avete ottenuto il risveglio di un popolo, confrontate il lutto di una famiglia con quell’ideale che riassume nella vostra missiva il glorioso apostolato della vostra vita. La vostra grand’anima, che colla pertinacia dell’esempio, del sacrificio e della parola tradusse quasi in trionfo l’inutile conato di tante generazioni per l’unita della patria, ha ben diritto di ricordare che lo scopo non è ancora raggiunto, e che la memoria dei martiri si onora completando l’opera loro. ”
Vedi: La generosità di un giovane: GIOVANNI CAIROLI
La generosità di un giovane (2): ENRICO CAIROLI
Vedete il nostro video ” Il dovere della Memoria“: QUI