Il 1 aprile 1945 muore a Ca Marastoni di Toano (RE) massacrata da soldati tedeschi VALENTINA GUIDETTI (23 anni, nome di combattimento Nadia) donna di servizio e Partigiana.
Guidetti nacque a Toano (RE) in una famiglia di modeste condizioni. Rimase orfana della madre a soli 4 anni, con i suoi 4 fratelli, e il padre fu costretto a lasciarli ad una famiglia amica, emigrando per trovare lavoro. Valentina crebbe con la passione per la scuola, a cui alternava il lavoro di pastorella, e a 14 anni, dopo aver riunito la famiglia, dovette a sua volta emigrare a Genova come donna di servizio per dare sostentamento ai fratelli.
Quando scoppio la guerra Guidetti decise di far ritorno a Toano, continuando il suo lavoro di donna di servizio. Ma intanto aveva maturato fieri principi di libertà e col suo carattere coraggioso iniziò a guardare con grande simpatia al nascente movimento partigiano, propagandando anch’essa le idee insurrezionali. Iniziò così a prestare assistenza ai militari italiani sbandati ed ai primi partigiani che operavano nella sua zona.
Dapprima si arruolò nelle formazioni della Toscana come staffetta, col nome di copertura Nadia, rimanendovi fino al dicembre del ’44, quindi passò con i partigiani reggiani, assegnata al Distaccamento “Orlandini” della 26° Brigata Garibaldi, dove operò con grande responsabilità e mostrò molta capacità nei vari compiti di collegamento che le venivano affidati.
Durante i combattimenti del 1° aprile 1945, giorno di Pasqua, a Cà Marastoni, nei pressi di Toano, il distaccamento “Orlandini” si trovò accerchiato dai tedeschi e Nadia si offrì volontariamente per andare a chiedere rinforzi, mantenendo così il collegamento tra i reparti garibaldini. Attraversata una zona violentemente battuta dal fuoco nemico, raggiunse il comando dell’VIII Battaglione con il messaggio dei compagni in pericolo. Avute le istruzioni richieste, noncurante degli inviti alla prudenza, volle tornare subito al suo distaccamento per riferire le missive del comando ma purtroppo finì per essere catturata dai tedeschi.
In mano loro Guidetti venne interrogata, percossa e seviziata, infine, non rivelando alcuna notizia per non tradire i compagni, venne brutalmente uccisa a colpi di pugnale. Il suo cadavere, orrendamente mutilato, fu ritrovato tra i rovi nel pomeriggio dai suoi compagni di lotta che, in suo onore, decisero di intitolarle subito il Distaccamento garibaldino (nel dopoguerra a Valentina Guidetti sarebbe stata assegnata la medaglia d’argento al valor militare alla memoria).
Nella valle di Toano nel 1981 è stato inaugurato un monumento alla Resistenza, che oltre a una lapide dedicata dal comune di Toano all’evento, riproduce in un bassorilievo in bronzo l’effige di Nadia. I resti di Valentina riposano nel piccolo cimitero di Cerrè Marabino, frazione di Toano.
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