Altra causa del discredito del Parlamento è la propaganda di tipo squisitamente fascista che certi giornali e certi partiti continuano a fare anche oggi contro le istituzioni democratiche e più in generale contro ogni forma di libera attività politica: il qualunquismo, prima di diventare un partito che mostra riprodotte in se stesso e ingrandite le pecche e i travagli che quando sorse rimproverava agli altri partiti, non ebbe da principio altro programma che quello, essenzialmente negativo, della insofferenza e della cieca ostilità alla politica, ed ebbe qualche fortuna in certi ceti proprio perché, invece di affaticare il pubblico col forzarlo a pensare a difficili problemi d’ordine generale, lo chiamava allo spassoso tirassegno (tre palle un soldo), consistente nel ricoprire di fango e di contumelie personali gli uomini politici di tutti i partiti al potere.
Così nel pubblico, avido di scandali e sempre pronto a credere nell’altrui disonestà, si va sempre più diffondendo la convinzione che il Parlamento sia una scelta di ciarlatani e di affaristi che, colla scusa del bene del popolo, non hanno altro scopo che quello di arricchirsi alle sue spalle.
Così coloro che, rischiando per vent’anni la libertà e la vita, hanno contribuito a liberare l’Italia dalla corruzione fascista, si vedono oggi accusati, proprio dai fascisti superstiti mascherati da moralisti, di quella stessa corruzione. E il pubblico si abbevera con gusto a queste accuse, perché non è ancora arrivato, dopo vent’anni di servitù, a concepire che possa esservi al mondo un governo di persone perbene; e la libertà gli serve per scagliare finalmente contro gli antifascisti gli epiteti tenuti in serbo per venti anni contro i fascisti!..
Bisognerà far di tutto per migliorare il costume… Non è con l’irridere la politica, col disprezzarla e coll’estraniarsene che la politica si risana: bisogna entrarci e praticarla onestamente e resistere allo schifo.
Piero Calamandrei (1889- 1956), in ”Il Ponte“, III, ottobre 1947
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