Sicurezza è una parola truccata. Infatti i politici adesso la usano come garanzia per i cittadini, facendo credere che, ora che comandano loro, hanno steso una rete che cattura i malfattori all’istante, se necessario li tiene a lungo in mare (il gelo e un mare in tempesta con onde di dieci metri non sono una gran punizione per chi sta andando a minacciare i cittadini, o come aggressore o come terrorista), se necessario ti autorizza a sparare in casa al primo segno di pericolo, e se muore qualcuno vuol dire che stava nel posto sbagliato, nel momento sbagliato.
Sicurezza è il nome della legge sull’immigrazione. Non c’è nulla, nella legge con quel nome, che riguardi la sicurezza. Si tratta di molte proibizioni a carico degli immigrati africani, come la perdita della casa, della scuola, delle cure mediche, il divieto di stare per le strade, nei treni, nelle case, nelle sale d’aspetto delle stazioni e degli ospedali. In certe città i sindaci aggiungono, di proprio, il digiuno dei bambini immigrati nelle scuole (Lodi), la cacciata da ogni luogo in cui sono giudicati un pericolo per il “decoro urbano”, la rimozione delle panchine, il divieto di sedersi (Pisa), il divieto di avere acqua (bottigliette o bicchieri, Ventimiglia).
Oppure i sindaci vengono arrestati e mandati via (sia pure senza reati e senza imputazioni) se accolgono immigrati e offrono case disabitate in villaggi da far rivivere (Riace). Nessun danno o pericolo, questa legge per la folla infuriata di Tor Bellamonaca (Roma, 22 maggio) che impedisce in massa (bambini inclusi) alla polizia (solo due agenti, gli altri sono nei porti chiusi) di arrestare spacciatori e criminali armati. Chissà quale giacca dei suoi poliziotti abbandonati alla folla indossava quel giorno il ministro degli Interni.
Popolo è una parola truccata. Non vuol dire nazione o etnia. Non vuol dire “noi” nel senso di fare insieme cose difficili ma utili per tutti. Popolo vuol dire una massa che vuole cose che non sa (né loro né noi) nelle mani di pochissime persone che parlano in nome del popolo con affermazioni, negazioni e sospensioni dello stessa parola (o valore), prima esaltata e poi abbandonata.
Fate attenzione a quando “il popolo” diventano “i popoli”. Vuol dire: si stanno formando alleanze fra Paesi chiusi. Dunque contro qualcuno (altri popoli, ma pericolosi e da fermare subito). In questo linguaggio truccato, i popoli sono sempre grandiosi (i tuoi) e minacciosi (gli altri) e non ti puoi distrarre un momento.
Populismo non vuol dire governo di popoli, ma scelta accurata di incompetenti e sottoculture per eliminare le élite (chiunque abbia un diploma) e il politicamente corretto (chiunque non sia francamente razzista).
In questo mondo pericoloso e triste, chiudere è la parola giusta, che è anche una promessa di governare: porti chiusi, confini chiusi, mari chiusi. Tutte queste parole sono truccate e tutte le relative affermazioni false. Piena libertà per le merci, salvo la stupidità dei dazi, piena libertà per i commerci, per i viaggi costosi o pagati, e prigionia (dicono che il luogo più adatto per tempi lunghi sia la Libia) per i poveri.
“Crescita” è una parola che chiede traduzione. Si riferisce al potere, non al benessere e dunque, con questo significato, la promessa può non essere fondata, ma è ragionevole.
Ma la parola che più di tutte è truccata, falsata e offensiva è la parola “italiani” quando ti dicono che “gli italiani ci hanno chiesto”, “noi rispondiamo agli italiani”, “ noi lo abbiamo fatto (per esempio privare della libertà e di ogni conforto i sequestrati della nave Diciotti) per gli italiani”.
Commettere un reato (nella opinione del Tribunale dei Ministri) e attribuirlo alla richiesta degli italiani è un doppio falso. Lo è perché i voti ottenuti alle urne dal “partito della Diciotti” era il 17 per cento. Lo è perché, nonostante la piattaforma Casaleggio che assolve il sequestro di persona, dimostra (nel piccolo campione dei votanti Cinque stelle) che il 40 per cento dichiara di condannare il sequestro dei naufraghi e la punizione loro inflitta. Nel cuore della maggioranza di governo non è poco.
Ogni volta che sentite invocare “gli italiani” come mandanti di una delle imbarazzanti o vergognose iniziative dei due semi-governi o del curatore, ricordate che questa gente mente.
Furio Colombo Il Fatto 24/2/2019
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