Una mozione improvvisamente comparsa fra le carte del Parlamento europeo e messa subito in discussione, come l’inizio di una nuova vita, riduce la responsabilità del nazismo (che non è peggio del comunismo). Anzi, chiama il comunismo (a volte definito “stalinismo”) sul banco dei grandi colpevoli, come un’unica, delittuosa organizzazione, dimenticando (salvo due citazioni senza commenti) il fascismo italiano, le sue deportazioni, le sue stragi.
Soprattutto sposta liberamente date e sequenze storiche. E, contro ciò che hanno finora narrato gli storici del mondo, vede l’inizio della Seconda guerra mondiale e i suoi 50 milioni di morti esclusivamente nella firma del trattato Ribbentrop-Molotov (dunque nazismo-comunismo) ai danni della Polonia, la cui distruzione sarebbe stata la vera ragione del conflitto, dominato comunque dai delitti dello stalinismo (la parola è sempre usata in alternativa a comunismo) e fondato esclusivamente sulle malefatte sovietiche. La mozione chiede dunque di condannare insieme, e alla pari, nazismo e comunismo e di vietare allo stesso modo ogni ricordo o simbolo o celebrazione del comunismo.
Per arrivare a questo punto, ovviamente segnato da una grave alterazione della storia, la mozione europea spiega che la Polonia è la vera, principale vittima dello spaventoso conflitto. Per farlo, occorre tagliare un pezzo della storia.
Chi ha scritto (ovviamente in Polonia) il testo della mozione approvata in Europa si impegna a ignorare l’attività politica e militare che Polonia e Germania hanno svolto insieme, legati da accordi militari e politici, per lo smembramento della Cecoslovacchia, prima del patto Ribbentrop-Molotov.
La mozione (240 righe tese a esonerare fascismo e nazismo dalle colpe peggiori) non presta grande attenzione all’ininterrotta caccia agli ebrei, al trasporto ed eliminazione di milioni di cittadini di tutta l’Europa occupata da nazisti e fascisti, e parla due sole volte della Shoah (una riga e due righe), dimentica che il campo di Auschwitz è stato aperto e liberato da soldati russi (come narra La Tregua di Primo Levi ) e che il punto cruciale della lotta contro nazismo e comunismo è stata la battaglia di Stalingrado, vinta con disperata tenacia dai “comunisti”.
Ignora che quella durissima battaglia vinta dai comunisti russi ha determinato la ritirata disastrosa e poi la sconfitta definitiva del nazismo e del fascismo. E invita i governi europei a eliminare ogni celebrazione (strada o piazza o scuola intitolate a giornata della memoria) dedicata ai “comunisti” e di avviare un processo di “pacificazione”. Con chi?
La mozione, stranamente e vergognosamente votata anche dai deputati italiani del Pd, è un grave insulto alla Storia, alla Shoah, alla Resistenza e alla grande e lunga storia dell’antifascismo, e questo è il punto.
Cogliendo in un momento di strano sonno morale e politico un’intera aula parlamentare, i fascisti polacchi (chiaramente gli autori del testo) hanno tentato di colpire la dignità e credibilità dell’antifascismo stravolgendone la memoria, al punto da far diventare “comunista” la guerra dei fascisti, delittuosa (e stalinista) la Resistenza e poi la distruzione del fascismo.
Per capire, bisogna partire dall’antifascismo, che non è simmetrico al fascismo. Il fascismo è un male piccolo e violento, privo di cultura propria, che infatti resta tuttora succube del nazismo (anche adesso di suo riesce a esprimere solo razzismo).
L’antifascismo ha la missione vasta di affermare e difendere i diritti umani e civili, il rispetto di tutte le persone, di tutti i popoli, di tutte le religioni (quando non decidono di trasformare i loro dogmi e insegnamenti in leggi dello Stato per tutti).
L’antifascismo è la difesa dei deboli, dentro e fuori dalle istituzioni, un impegno che tocca tutti (vedi l’accumulo di impegni politici, anche senza potere, di Marco Pannella, dalla Campania alla Cambogia).
L’antifascismo è l’avvocatura pronta, gratuita e volontaria di tutti gli uomini liberi per tutti coloro che non possono difendersi da soli, dal malato disperato che chiede di morire a tutte le forme di razzismo per quanto camuffate da false accuse autorevolmente inventate contro le Ong. È l’immediato compito di fronteggiare il pericolo quando le idee disumane di qualcuno si saldano col potere privo di controllo.
La mozione del Parlamento europeo parla molto di conciliazione (la parola è ripetuta sette volte). Come vedete, torniamo al tentativo di ridare legittimazione alla destra estrema che sta tornando dovunque vi sia una vittima adatta a subire.
Il primo tentativo è stato fatto col negazionismo. L’antifascismo lo ha stroncato. Ora viene avanti la conciliazione. C’è una obiezione invalicabile. Non si può essere più buoni di Dio. Dio non perdona chi non si pente.
Furio Colombo Il Fatto 29/9/2019
Nazisti e comunisti spiegati ai ragazzi
Equiparare gli orrori del Novecento come azzarda il recente documento del Parlamento europeo ha l’effetto immediato di travisare la Storia
Cari ragazzi, in questi giorni il Parlamento europeo, con l’obiettivo di raggiungere una memoria comune, ha equiparato gli orrori del Novecento. Ma, procedendo in questo modo, si rischia di comprendere ben poco, aggiungendo confusione e superficialità grossolana. E invece la comprensione del passato passa per la capacità di analizzare, andare a fondo evidenziando nessi e compatibilità.
Lasciamo da parte i calcoli sulle vittime, che pure hanno riempito pagine significative di studi e ricerche nei decenni che abbiamo alle spalle. Cerchiamo i punti qualificanti di un dibattito che non guardi solo al passato e di spiegare perché nazismo e comunismo non possono essere messi sullo stesso piano.
1) Le ragioni delle due esperienze storiche non possono essere confuse in un indistinto atto d’accusa. Il nazismo nasce nella convinzione di poter costruire e imporre un ordine internazionale capace di selezionare gli abitanti futuri del pianeta, eliminando chi non è compatibile o ben voluto. Il sistema nel suo insieme si pone l’obiettivo ambizioso di forgiare “un uomo nuovo” che risponda alle caratteristiche delle proprie convinzioni.
Chi non lo accetta o non è ritenuto compatibile viene identificato e perseguitato fino alle estreme conseguenze. Un progetto aggressivo che si espande geograficamente prima di sperimentare le proprie leggi e convinzioni negli spazi conquistati.
Al contrario, la parabola delle sinistre socialista e comunista si iscrive nella tensione verso la liberazione di uomini e donne oppressi, umiliati, ridotti in condizione di miseria o schiavitù. Un cammino che prende altre strade, diventa oppressivo e violento, minacciando libertà e possibilità di riscatto nei tanti angoli di mondo dove viene edificato.
Attenzione, non si tratta soltanto di aver tradito gli ideali originari come qualche nostalgico tenta di affermare a distanza di tempo. Le radici stesse dell’esperienza storica nei regimi del socialismo reale prevedono la cancellazione della libertà sconfitta dal prevalere di burocrazie e polizie segrete, controlli e restrizioni, violenze contro gli oppositori. Le spinte verso orizzonti di progresso che nel secolo scorso hanno mobilitato milioni di persone si spengono.
2) Il nazismo e il comunismo sono esperienze storiche sostenute da ragioni opposte, da culture e radici confliggenti che trasmettono memorie divise. La mozione di pochi giorni fa “Sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” appare debole e sorretta da un’analisi lacunosa e parziale. Non ha senso schiacciare il passato esclusivamente sul ricatto delle pagine più buie e tormentate: l’Europa nasce come risposta alle tragedie della prima metà del Novecento.
Una memoria europea dovrebbe essere più robusta delle spinte nazionali, delle ricostruzioni di parte, degli interessi che muovono paesi o poteri del nostro tempo. Una semplificazione pericolosa tra comunismo e nazismo è carica di conseguenze per le giovani generazioni di europei, cioè voi ragazzi, quando si accetta l’idea che prevalgano orrore e morte a fronte delle conquiste che hanno attraversato il secolo breve: diritti individuali e collettivi, riconoscimento di differenze, istituzioni internazionali, difesa di istanze minacciate sul posto di lavoro, in famiglia, nelle tante forme di uno sviluppo imprevedibile. L’elenco potrebbe essere molto più lungo.
Del resto, come valutare il dibattito all’Assemblea costituente, il confronto tra cattolici, socialisti, comunisti e liberali sugli articoli fondamentali della nostra Carta costituzionale sulle libertà individuali o sui confini di quelle collettive? Altro che equiparazione indistinta!
Avremmo bisogno dell’esatto contrario: una lettura critica capace di andare in profondità, senza vincoli o condizionamenti, fondata sulla conoscenza del passato e sulla costruzione europea come condizioni per orientarsi nelle difficoltà del presente.
3) La Seconda guerra mondiale affonda le proprie radici ben prima del patto scellerato tra Stalin e Hitler, semmai sarebbe necessario volgere lo sguardo indietro ai precari equilibri della Conferenza di Versailles dopo la Grande guerra, evidenziando i risvolti di quelle conseguenze economiche della pace di cui all’epoca scrisse con lungimiranza il giovane economista John Maynard Keynes.
Non regge una sovrapposizione di cronologie così difformi. Il nazismo nasce e si afferma dentro le tragedie dei conflitti mondiali, ha bisogno della guerra come rova salvifica, si estende dall’ascesa incontrastata di Hitler nei primi anni Trenta fino alla sua rovinosa fine nel 1945. Un tratto di strada relativamente breve, segnato dalla violenza come fattore scatenante, motore della storia.
Il comunismo abbraccia un tempo molto più lungo, viene utilizzato da storici con giudizi divergenti (Furet, Hobsbawm) come scansione dell’intero secolo: si proietta in una dimensione globale motivando comportamenti che trovano in quei riferimenti (di opere, biografie, partiti o sindacati) uno strumento possibile per costruire percorsi di emancipazione o riscatto, ipotesi spesso smentite o tradite, per migliorare una condizione umana precaria o sofferente.
Tutto sommato meglio distinguere e approfondire: il tempo delle verità ufficiali non aiuta a costruire futuro.
Umberto Gentiloni Repubblica 24 9 2019
Vedi: L’Europa ha deciso che comunismo e fascismo sono la stessa cosa. È una pericolosa equivalenza.