“Io non sono convinto che in questi mesi gli italiani abbiano dimostrato “responsabilità”, “disciplina”, “senso civico”. I nostri concittadini si sono fatti prendere dal panico, si sono lasciati convincere da un’informazione (soprattutto televisiva) sensazionalista, parziale, ispirata al ‘pensiero unico” del male assoluto.”
(da: Terrore sanitario e la gente comune. )
Chi critica le mascherine viene deriso come NO MASK
Quello delle mascherine è un argomento che ha creato controversie fin dall’inizio dell’emergenza: chi sostiene che è inutile, chi dannosa, chi necessaria. Ora si parla di “NO VAX” per denigrare chi ne critica l’utilizzo.
Mentre in Piemonte scatta l’obbligo a usare le mascherine anche all’aperto dal venerdì al martedì, si crea una nuova espressione denigratoria per poter attaccare e silenziare chi critica l’uso eccessivo di tali dispositivi: NO MASK.
Insomma, parodiando l’etichetta “NO VAX” che era già stata utilizzata per attaccare persino coloro che erano semplicemente per la libera scelta, si torna a usare la fallacia dell’argumentum ad hominem di cui parlavo in questo precedente articolo per liquidare il dissenso e trattare come dei pazzi complottisti e pericolosi negazionisti coloro che osano dissentire.
O in questo caso, per silenziare coloro che mettono in dubbio l’efficacia delle mascherine all’aperto se non addirittura la pericolosità dal loro abuso. Chi si rifiuta di indossarle andrebbe a detta di alcuni esperti “denunciato”.
Si è creato l’ennesimo frame, una cornice negativa, con cui stigmatizzare chi critica in questo caso l’utilizzo o l’abuso delle mascherine. E immancabilmente si stanno diffondendo articoli, commenti su forum per confermarne il frame e per avvalorare la veridicità delle accuse.
Invece di confutare l’argomentazione che si vuole negare, si attacca così la fonte o la persona che la sostiene. Si sposta pertanto l’attenzione dalla tematica alla persona che ne parla e la divulga. Inoltre si divide la popolazione in fazioni, pro e contro, utilizzando il metodo del Divide et Impera, lasciando che siano i cittadini a scornarsi tra di loro come i tifosi delle rispettive squadre calcistiche.
Le motivazioni dei famigerati NO MASK non avrebbero alcuna base scientifica, anzi andrebbero contro il buon senso secondo la narrativa mainstream, se non fosse che diversi medici si sono espressi negativamente contro il loro utilizzo. Walter Ricciardi, membro dell’OMS e consulente del ministro Speranza, il 25 febbraio nel corso della conferenza stampa con il commissario Borrelli alla protezione ha dichiarato quanto segue: “Le mascherine alla persona sana non servono a niente, servono alla persona malata e al personale sanitario”.
Tra i critici anche il prof Pasquale Mario Bacco medico legale, ricercatore e membro del team di medici che lavorano per la società Meleam, che ha spiegato a Fabio Duranti e Francesco Vergovich per Radio Radio che le mascherine non servono a niente, anzi sono addirittura controproducenti:
“Il virus passa attraverso le mascherine, è infinitamente più piccolo dei filtri che si possono creare. Certamente in ambiente sanitario, soprattutto quando certe cose non si conoscevano, è stato anche utile, ma oggi ha un effetto paradossale. Ci impedisce l’immunità di gregge che invece in questo momento andrebbe assolutamente favorita. E poi andrebbe cambiata continuamente! All’interno si fanno dei terreni di coltura che sono più belli di quelli che abbiamo noi in laboratorio. Cioè quando si tiene la mascherina, soprattutto per parecchie ore, si formano tanti di quei microrganismi, virus, batteri, protozoi, che quando respirate entrano tutti nel vostro corpo.
Cerchiamo di essere seri: mascherina in questo momento assolutamente no, tranne quando siamo in contatto con soggetti malati gravi o particolarmente anziani, e neanche tutte le mascherine perché quella chirurgica non serve a niente. Fermo restando che bisogna seguire le regole, io dico che in questo momento, in queste condizioni e con questo virus oggettivamente le mascherine sono diventate soltanto il simbolo di chi si è arricchito, e si è arricchito molto. Col tempo scopriremo tante situazioni”.
Chi scrive non ha competenze in ambito medico-scientifico, pertanto, è bene sottolinearlo, non è mia intenzione convertire il lettore a una posizione, anzi, per nulla. Lo scopo del presente articolo è mostrare come, per l’ennesima volta, si sia coniata una nuova espressione, anzi una etichetta denigratoria, un frame, per liquidare chi si permette di esercitare il dubbio o criticare l’abuso dei dispositivi sanitari.
La sensazione è che si trattino i cittadini come degli idioti, dei bambini impauriti che devono delegare ogni decisione e ubbidire senza fiatare. Quando questi si permettono di mettere in dubbio le scelte e le regole imposte dall’autorità, vengono rampognati e derisi con il ricorso all’argumentum ad hominem e alla fallacia del bastone di cui parlavo in questo articolo. (Terrore sanitario (8). Contro il dissenso.)
Intanto Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia ha dichiarato che il virus è diventato meno aggressivo e che pertanto: “Già a giugno potrebbero non essere più necessarie mascherine, distanziamento sociale e sanificazioni”.
Con buona pace di coloro che vorrebbero continuare a terrorizzare la popolazione ed etichettare in maniera dispregiativa chi non si sottomette acriticamente alla dittatura sanitaria.
Enrica Perucchietti in https://enricaperucchietti.blog 27 maggio 2020
Il partito unico del virus
A oltre tre settimane dalla paventata riapertura, che ha messo parzialmente fine agli arresti domiciliari di massa, si confermano del tutto infondate le catastrofiche previsioni degli scienziati, alias stregoni del terzo millennio, del Comitato tecnico-scientifico.
Come confermato dai principali clinici che operano sul territorio, al di là di eventuali riscontri di laboratorio che eventualmente seguiranno, di fatto la pandemia ha da tempo esaurito la sua spinta propulsiva.
Numeri sempre più impietosi, almeno nei confronti di chi continua a speculare su una catastrofe che non c’è, segnalano che il Covid-19 ha cessato da tempo di essere una questione di vita o di morte per la stragrande maggioranza degli italiani, ammesso e non concesso che lo sia mai stato se escludiamo quella piccola frazione di individui fragili che andrebbero sempre protetti al meglio pure da un semplice raffreddore.
Detto ciò, non sembra tuttavia fermarsi l’incessante opera di controllo e di dissuasione contro i “criminali” che si assembrano e che girano senza il feticcio religioso delle mascherine da parte della politica italiana nel suo insieme, tranne casi molto rari di buon senso istituzionale.
Registriamo proprio in queste ultime ore la decisione del sindaco di Milano, Beppe Sala, di vietare la vendita di alcolici da asporto dopo le 19 di sera, quale misura di contrasto ai citati assembramenti giovanili della movida. Lo stesso Sala, facendo professione della stessa, trasversale ipocrisia di tanti altri amministratori italiani, ha ribadito in un video di avere a cuore solo l’interesse della sua città, con totale sprezzo per il consenso il quale, in realtà, mai non olet per questi fenomeni.
In questo senso, proprio per evidenziare la dimensione del fenomeno che potremmo definire come partito unico del virus, anche la leader di Fratelli d’Italia, la sempre agguerrita Giorgia Meloni, ha dovuto allinearsi nella trincea di una guerra sempre più insensata ad un Covid-19 praticamente in rotta da settimane. Ospite di Nicola Porro, di cui condivido al massimo grado la sua meritoria battaglia aperturista, la Meloni, in evidente imbarazzo, ha dovuto obtorto collo dichiararsi d’accordo con un video, a mio avviso inaccettabile soprattutto in questa fase, realizzato dalla Regione Veneto. In pratica si è trattato di uno spot molto discutibile fortemente voluto dal governatore Luca Zaia, in cui si mette in correlazione l’eccesso di disinvoltura che qualcuno potrebbe adottare tra uno spritz e una bevuta con le persone finite disgraziatamente in terapia intensiva.
Identico messaggio, socialmente devastante e altrettanto discutibile anche sul piano medico dato che ci si riferisce a situazioni che si svolgono all’aperto, a quello che ha letteralmente devastato all’inizio di marzo la reputazione dei podisti e degli amanti delle passeggiate, con o senza cani.
D’altro canto, una volta accettata col silenzio-assenso la linea folle del confinamento di massa e del blocco quasi totale dell’economia, con tutto il corollario di demenziali protocolli che non daranno pace ai disperati produttori privati ancora in piedi, i margini di manovra dell’opposizione si sono ridotti al lumicino.
Malgrado oggi ci si trovi di fronte a qualcosa di simile ad un forte raffreddore, che anch’esso può risultare letale per una persona fortemente immunodepressa, nessun politico, nessun rappresentante di categorie organizzate vuole ancora correre il rischio di essere additato come alleato di un virus che qualcuno si ostina, malgrado le evidenze dei citati clinici, ad equiparare al bacillo della peste bubbonica.
Tutto questo sta dando vita, almeno nei confronti del contrasto di un fenomeno per fortuna in estinzione, alla mostruosità politica del succitato partito unico del virus.
Una mostruosità politica che, favorita da una manipolazione di massa senza precedenti nella storia repubblicana, ha spianato la strada a tutta una serie di scelte assolutamente irresponsabili ed autolesionistiche i cui effetti devastanti sul piano socio-economico, ahinoi, saranno visibili ai più solo tra qualche mese, con o senza mascherina. Poi ne riparleremo.
Claudio Romiti in L’Opinione 27/5/2020
Vedi il video: https://www.youtube.com/watch?v=56s2-0xr_L0&feature=youtu.be
Prof. Bacco: Mascherine e virus
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“È la caratteristica delle censure più rigide quella di dare credibilità alle opinioni che attacca.”
Voltaire (1694- 1778), filosofo e storico francese
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