Il progetto di regime sanitario per condurre verso la dittatura digitale e una società del controllo non riguarda solo l’Italia ma tutto il mondo. Il progetto di una “nuova normalità” all’interno di futuri “stati terapeutici” non riguarda solo l’Italia ma tutto il mondo. E in questi progetti il ruolo dei media per propagandare il pensiero unico sul virus e la conseguente paura permanente è fondamentale. Ma c’è (e ci deve essere) “chi resiste” e non si adegua! (GLR)
Se non ci si arrende arriva la fatwa «Chi va in piazza è un negazionista»
La nuova crociata. Manipolano la scienza e danno agli altri dei negazionistì Nonostante le proteste di chi ha subito davvero l’Olocausto, la sinistra scaglia il termine su chi è scettico sui toni allarmanti. Fanno i monopolisti della scienza per bollare gli altri come «nazisti malati di mente»
Giuseppe Sermonti, un grande scienziato che non si è mai fatto accecare dall’ideologia, fu tra i primi a notare un cambiamento di paradigma nella scienza moderna. «Il pensiero scientifico, che spiritualmente era stato il rifiuto di una soggezione, la ribellione al consueto, produce sul piano pratico una forma di oppressione servile », scrisse in un bel libro uscito nel lontano 1974.
Già allora egli aveva previsto quanto sta accadendo oggi. Di questi tempi «La Scienza» viene utilizzata come un maglio da sbattere in testa all’avversario politico per disintegrarlo o, per lo meno, ridurlo al silenzio.
Si dimentica che la scienza è, prima di tutto, un metodo con cui indagare la realtà, e la si trasforma in una entità astratta ì cui pronunciamenti sono analoghi a quelli del «Ministero della Verità» di orwelliana memoria. Chi non si sottomette a «La Scienza» è un pericoloso sovversivo, un barbaro, un negazionista e, in ultima analisi, un fascista.
Questa è la tesi che, da qualche tempo, affiora dai livorosi scritti degli illuminati progressisti di casa nostra. Ieri, ad esempio, Ezio Mauro ha dedicato uno smisurato editoriale agli «inganni dei negazionisti». Già l’utilizzo del termine «negazionista» è odioso, poiché crea una relazione diretta con l’Olocausto, e colloca chi parla del coronavirus sullo stesso piano di chi vorrebbe cancellare lo sterminio degli ebrei.
Non per nulla, alla fine di agosto, la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, si è espressa in modo chiaro: «Faccio un appello a partiti politici e giornali», ha detto. «Negazionismo, lager e campi di concentramento usiamoli per indicare il concetto originario per cui sono destinati. Altrimenti si relativizza la memoria e si svilisce la storia». Ovviamente nessuno l’ha ascoltata, e tutti continuano tranquillamente a discettare di «negazionisti del Covid».
Ora però è stato compiuto un passo ulteriore. Con particolare insistenza i media fanno notare la presenza alle manifestazioni «No mask» in giro per l’Europa di «estremisti di destra». Ieri La Stampa raccontava di «neonazisti mimetizzati con i simboli dell’Impero tedesco» presenti in gran numero alla sfilata «anti Covid» berlinese. Ne deriva una duplice demonizzazione; non solo gli attivisti negano il Covid, ma sono pure nazisti, il massimo dell’infamia.
A smentire questa ricostruzione basterebbe citare la presenza ai vari cortei europei di personalità come Piers Corbyn, fratello del sinistrissimo Jeremy, e Robert Kennedy Jr, non certo un nazista. Tuttavia, se il bersaglio dell’ostilità progressista fossero alcuni sciamannati con le croci di ferro, non ci sarebbe motivo per scaldarsi.
Il fatto, però, è che la polemica sul «negazionismo» riguarda un numero molto più ampio di persone, cioè chiunque abbia un approccio critico all’emergenza sanitaria.
Nel calderone ribollente di odio in cui rimesta Ezio Mauro, per dire, finiscono tanto i «medici contro il terrorismo Covid» quanto «il popolo delle mamme». Poi «ecologisti, vegani, omeopati, No vax, terrapiattisti, naturopati» e, ovviamente, «militanti dell’ultradestra».
Ecco la prima mossa: confondere le acque. II progressista semplifica, elimina le sfumature. E in un attimo un semplice cittadino dubbioso diventa un ottuso terrapiattista. Critichi «le costrizioni e coartazioni del regime sanitario»? Negazionista. Non ti piace il modo in cui il governo ha gestito la pandemia? Negazionista.
Nella realtà, pero – con l’eccezione di una infima minoranza – nessuno nega che il virus esista. Semmai, c’è chi avanza dubbi – più che ragionevoli – sul modo in cui viene trattata la pratica Covid.
Graziano Onder, dell’Istituto superiore di sanità, ha dichiarato al Corriere della Sera che «il coronavirus non miete più vittime e che siamo tornati ai numeri di gennaio-febbraio quando l’epidemia non era ancora cominciata». È un fatto, non un vaneggiamento nazista.
Quindi affermare che a livello politico e mediatico si stiano esasperando i toni per scopi opachi non è «negazionismo», bensì sacrosanto esercizio del senso critico e della libertà di espressione.
Tali distinzioni, però, il progressista le spazza via. Egli descrive tutti come «negazionisti», salvo ovviamente chi il virus lo ha negato davvero, almeno per un periodo (tipo il sindaco democratici di Bergamo e il segretario del Pd che invitavano i cittadini a fare aperitivi nel momento topico della pandemia).
Una volta che, nell’immaginario collettivo, tutti gli oppositori sono identificati come «negazionisti», si procede alla loro demolizione. Mauro ci informa che i suddetti negazionisti hanno «una struttura cognitiva basata sul complotto», vivono una «allucinazione», esaltano l’ignoranza, sono plagiati come i membri di una setta, sono egoisti e «truffano sé stessi».
Sono, in buona sostanza, malati di mente. È difficile non vedere, qui, la patologizzazione dell’avversario, ovvero un tratto peculiare del regime sovietico in cui il dissenso era considerato malattia mentale.
Piccolo problema: «La Scienza» non è un testo sacro come il Corano, che non si può modificare né interpretare. La scienza, da sempre, procede per tentativi ed errori, non per nulla i numerosi scienziati apparsi in televisione nei mesi scorsi avevano spesso e volentieri opinioni diverse, talvolta in netto contrasto. Ma, di nuovo, al progressista non importa.
Egli ha sostituito al metodo scientifico «La Scienza», il nuovo Leviatano. E chi non si sottomette viene screditato. Il primario non allineato? Figurarsi, mica è uno scienziato quello. Ecco come agiscono: semplificano, screditano e condannano. E che gli infedeli tremino di fronte agli ayatollah de «La Scienza», inflessibile padrona delle nostre vite.
Francesco Borgonovo La Verità 3/9/2020
Qui sotto un esempio di medici che i cosiddetti progressisti e gli “spaventati” non vorrebbero neanche ascoltare e bollerebbero come “negazionisti”, perchè l’unico medico o scienziato attendibile è quello che ci “spaventa”. Chissà perchè… (GLR)
Walter Weber contro la Merkel: «Ho saputo quanti sono i morti e i malati»
Il dottor Walter Weber, medico tedesco fondatore di un gruppo di “resistenza”, ha rilasciato pesanti dichiarazioni in una conferenza stampa.
Anche in Germania ci sono medici che vanno contro il pensiero dominante. Il gruppo “Ärzte für Aufklärung“, che conta circa 700 medici e 2000 sostenitori, ha come scopo quello di chiarire cosa si cela dietro la pandemia. I fondatori sono il dottor Walter Weber, il dottor Heiko Schöning e il dottor Olav Müller-Liebenau. Il dottor Schöning è intervenuto il 29 agosto sul palco di Berlino.
Il 5 agosto avevano pubblicato una video conferenza (vedi sotto, n.d.r.) che aveva fatto discutere.
Dottor Walter Weber su mascherine e vaccinazioni
«Ho molto a cuore questi due argomenti. Il primo è l’obbligo di indossare la mascherina, il secondo è il vaccino». Walter Weber ha ricordato che molti studi sostengono che la mascherina non protegga da alcun virus.
«La mascherina non ci protegge e non c’è niente là fuori da cui ci dobbiamo proteggere». Il medico tedesco ha precisato che nonostante i dati riportino un gran numero di casi con test positivi, non si tratta di persone malate.
«Ho chiesto quante persone ci sono in ospedale e quante sono morte: non ce ne sono, si tratta solo di test risultati positivi». Ha anche aggiunto che, oltre al gran numero di test positivi di persone che non hanno sviluppato la malattia, non dobbiamo sottovalutare che i test PCR fornirebbero falsi positivi nell’85% dei casi.
Il dottor Walter Weber ha concluso così la parentesi su mascherine e tamponi: «Più si effettuano test, più si può invocare la pandemia».
Il vaccino e i rischi
L’altro argomento che il medico tedesco ha a cuore è il vaccino contro il coronavirus: «Senza addentrarmi troppo nei particolari tecnici, si tratta di manipolazione genetica».
Walter Weber ha confermato che questo vaccino modificherà geneticamente il corpo umano e la cosa peggiore è che neppure il miglior ricercatore può dire quale saranno le conseguenze e il risultato. Il medico ha ipotizzato che per vedere gli effetti provocati sull’organismo potrebbero volerci anche 5 o 10 anni. Nello specifico ha elencato come possibili conseguenze le malattie autoimmuni o il cancro.
«La signora Merkel sta mettendo la popolazione tedesca a disposizione dell’industria farmaceutica come se fossero topi da laboratorio. Questo va detto molto chiaramente, così che anche gli ultimi si sveglieranno».
Infine ha mostrato la speranza che anche altri medici comprendano quello che sta succedendo e informino i loro pazienti, evitando di trasformarli in cavie da laboratorio per la vaccinazione forzata.
Denise Baldi Oltre.Tv 2/9/2020
Dott. Walter Weber parla delle mascherine e delle vaccinazioni
Vedi e ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=8wGSAIk1YnM&feature=youtu.be
5/8/2020
ANNO I DEL REGIME SANITARIO
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