Riproponiamo l’articolo ”Fascismo in mascherina” dell’aprile scorso perchè, purtroppo, non solo non è superato ma è sempre più attuale. Il nostro governucolo della dittatura sanitaria ( legato al Great Reset internazionale) va avanti nella compressione della Costituzione e dei diritti e la mascherina ne è il simbolo, il simbolo di questa nuova/vecchia forma di fascismo. Finchè esisterà un mare di covidioti impauriti, mascherati e tamponati un governucolo come il nostro avrà vita facile. Ma Brecht ci ricorda la dignità della Resistenza da parte di chi ancora conserva senso critico e valori che non siano la misera nuda vita.

Vi ricordiamo di leggere gli articoli sul nostro sito, di navigare per avere una comprensione maggiore di questa tragica situazione. Soprattutto vedete la colonna CATEGORIE nel meù a destra e aprite la categoria EMERGENZA. E quella del DOVERE DELLA MEMORIA per respirare un po’ di aria pura: l’aria pura di uomini e donne che hanno dato la vita, nel tempo, per un’umanità migliore. (GLR)

 

Fascismo in mascherina

Dopo anni di ridicole ossessioni per un immaginario ritorno del fascismo, ora ve lo ritrovate a casa e nemmeno l’avete riconosciutoPensavate che sarebbe apparso in fez e camicia nera e invece indossa la mascherina chirurgica; credevate che avrebbe tentato di impaurirvi con l’invasione di un nemico in carne ed ossa, fosse anche un esercito di migranti, e invece vi mette davanti un “nemico invisibile”.

D’altronde i tempi cambiano, e con loro i mezzi per suscitare la nostra paura atavica della morte.

Ora non voglio entrare nel merito dell’epidemia, degli errori statistici che si stanno compiendo (se i tamponi vengono fatti solo sui pazienti gravi perché non si hanno i mezzi per farli su tutti, è ovvio che la mortalità relativa risulta più alta), né sulle stringenti misure adottate perché non si sa che pesci prendere con un sistema sanitario indebolito – non solo in Italia – per rispettare i vincoli di bilancio (è grottesco che prima vengono chiusi gli ospedali “per risparmiare” e adesso si devono riaprire in quattro e quattr’otto), né tantomeno vorrei esortarvi a non seguire le regole imposte: state a casa. Seguite il mantra. State a casa e non trasgredite la legge.

Ma, vi prego, NON SIATENE COMPLICI.

Ubbidite, ma rimanete attentissimi, svegli, critici, senza farvi sopraffare dalla paura, perché da che mondo è mondo la paura è l’arma del tiranno.

Non inveite, dunque, contro chi fa jogging o porta a pisciare il cane, facendovi strumento di un Potere che incanala la vostra frustrazione da isolamento verso innocui individui che non vanno a influire minimamente sul contagio, e soprattutto non fatevi gendarmi di questo regimeandando a denunciare chi esce a fare una passeggiata solitaria.

Non arrivate, vi prego, al punto di invocare addirittura la presenza dei militari nelle città… I MILITARI! Ma vi rendete conto della follia? L’esercito per le strade a controllarci uno per uno, la legge marziale invocata dal popolo stessoil sogno di ogni dittatore.

E come se non bastasse, ormai proni a ogni privazione di libertà, desiderate perfino che vengano monitorati, con apposite app su smartphone o con gli odiosi droni, gli spostamenti di ogni cittadino/untore, voi compresi. Per sempre. Perché sapete bene che una cosa del genere sarà per sempre.

Vi prego, prendetevi a schiaffi (forti), e svegliatevimolte delle libertà che ci stanno togliendo ora a suon di decreti (di fatto esautorando il parlamento di ogni potere) non verranno più restituite, come del resto è accaduto a livello mondiale negli ultimi vent’anni grazie all’altra grande “paura”, quella del terrorismo, con lo slogan “For your safety – Per la vostra sicurezza”.

E sarete proprio voi, se non vi sveglierete, a non volere più quelle libertà, anzi vi farete complici di ulteriori soprusi e accorrerete in massa gioiosi a farvi impiantare un microchip sottopelle, per dirne una. Perché la dittatura perfetta non comanda, ma mette il suddito nelle condizioni di desiderarla.

Dunque rispettiamo la legge, stiamo a casa, ma senza paura. Osserviamo con spirito critico ciò che accade e rimaniamo sempre implacabilmente all’erta, pronti a ribellarci (certo ora è impossibile, vietatissimo, perché tutti i moti di ribellione mondiali, anche i più perniciosi, sono stati messi a tacere in un sol colpo grazie al virus, guarda un po’).

Il fascismo del ventunesimo secolo è proprio questo. Lo so, non è pittoresco come quello di cent’anni fa, non ha un dittatore ben individuato da appendere a testa in giù, ma è frutto di un Potere acefalo, globale e indefinito, che però utilizza sempre la stessa arma della paura, mettendoci l’uno contro l’altro.

“Siamo in guerra” ci ripetono fino alla nausea, fino al punto di farcelo credere veramente, amplificando ad arte la paura della morte per farci accogliere acriticamente qualunque “legge speciale” (solo il nome mi mette i brividi).

Partigiani

E invece no. Invece, quando ci sentiamo sopraffatti dalla paura al punto di accettare – o peggio, di invocare – qualunque privazione di libertà, fermiamoci a pensare a tutti gli uomini che sono morti per donarcela.

Pensiamo che adesso noi stiamo compiendo proprio il processo inverso: per paura di morire, rinunciamo a quella libertà per la quale altri sono morti senza paura, perché combattevano per un’ideale che andava oltre l’attaccamento alla vita. Pensiamo a loro, e fermiamoci a respirare, e a riflettere quantomeno.

Finora abbiamo data per scontata la libertà che avevamo, non ce ne siamo quasi accorti, e forse è arrivato il momento di rendercene conto. Almeno saremo pronti, e con le idee chiare, per ciò che accadrà dopo.

Orlando Donfrancesco, farmacista e scrittore membro della Società Italiana della Medicina Antroposofica

19/4/2020 in  https://aiutobonariacomposizione.altervista.org/blog

 

 

Ogni fascismo si è sempre retto sulle menzogne e le falsificazioni, anche questo nuovo fascismo sanitario. Il virus esiste, certo, ma non come lo racconta il mainstream governativo autoritario. Gli articoli che spiegano questo abbondano sul nostro sito ( e altrove). Basta voler leggere, vedere, ascoltare… e chiudere la televisione. (GLR)


Ci troviamo davvero all’interno della seconda ondata del virus Sars Cov 2? I dati che ci vengono forniti quotidianamente a livello mediatico sono effettivamente utili per comprendere la situazione relativa alla diffusione del virus? Lo scrittore e ricercatore indipendente Giovanni Lazzaretti ha pubblicato di recente uno studio (scarica il pdf) per fare chiarezza sull’attuale situazione. Con il supporto di dati ufficiali dell’Istituto Superiore della Sanità e del Ministero della Salute, Lazzaretti ha ricostruito una realtà che appare ben diversa da quella descritta quotidianamente dai media mainstream.

 

UNA SECONDA ONDATA DI BUGIE E OMISSIONI – #Byoblu24

Giovanni Lazzaretti, ricercatore indipendente

Vedi e ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=8IuZAaWAATM

5/11/2020

 

 

Non crediamo ci sia bisogno di nessuna introduzione a questo articolo e alla follia che racconta: la “voce dal sen fuggita” (come scriveva il Metastasio) di questo pediatra è una dimostrazione lampante che la mascherina serve ad altro. Lo capirà il covidiota? (GLR)


Alberto Villani (Cts): “L’obbligo? Non importa se scientificamente ha senso”

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Alberto Villani del Comitato tecnico scientifico si lascia scappare una strana affermazione sulle mascherine.

Sin da inizio emergenza la questione mascherine è stata colma di controversie. A marzo il Ministero della Salute e i consulenti del governo dichiaravano che non dovevano portarle tutti. Oggi invece siamo soggetti a un decreto legge che ci obbliga a portare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’aperto, salvo qualche eccezione. Medici ed esperti non sembrano aver trovato un accordo sul tema.

All’interno di questo quadro, si inserisce una dichiarazione “bizzarra” rilasciata dal pediatra Alberto Villani del Cts al Corriere della Sera. Alla domanda se sia deluso dall’atteggiamento degli italiani sulle restrizioni, ha risposto: «Beh, sì. Si può fare di più. L’obbligo di indossare la mascherina all’aperto è un richiamo. Non importa se scientificamente ha senso oppure no. È un segnale di attenzione per noi stessi e per la comunità».

Il commento di Bellavite alla dichiarazione di Alberto Villani

A commentare la dichiarazione del dottor Villani ci ha pensato il medico ricercatore Paolo Bellavite. «Tempi moderni. Una volta un medico (presidente di “società scientifica”) si sarebbe vergognato di dire una simile… cretinata. Per non dire di peggio».

Un altro medico che qualche giorno fa ha criticato l’uso improprio delle mascherine è il dottor Daniele De Lorenzo. Ha pubblicato queste foto (vedi a lato, ndr) scrivendo: «Eccomi nel diverso uso quotidiano della mascherina: in sala operatoria a fare il mio lavoro (dove serve e dove ci sono persone bisognose) e all’uscita nel mondo esterno (dove è imposto e dove serve al governo a uso politico)».

Il medico ha lamentato che il DPCM del 7 ottobre ha terrorizzato il popolo al punto che si vedono anche i runner indossare le mascherine. «Gli esperti filogovernativi sono i primi a propagare in TV il terrore».

Denise Baldi     Oltre.Tv    9/10/2020


 

La Perucchietti con grande chiarezza ci mostra a che punto può arrivare la follia fascista-sanitaria per perseguire oscuri disegni ( neanche tanto oscuri, poi). Una dittatura fascista ( e sanitaria) non si ferma di fronte a nulla e noi, in Italia, ne dovremmo sapere qualcosa… Lo capirà il covidiota? (GLR)

 

Per l’esperto gli asintomatici sono come i terroristi, e i media ci sguazzano

«Cercare ed individuare i terroristi di Daesh capaci di armarsi di un coltello e di commettere gesti così efferati, è un po’ come dare la caccia agli asintomatici. Non manifestano intenzioni, non sembrano apparentemente capaci di colpire, ma sono invece in grado di diffondere il virus del male, lasciandoci pochissimo spazio per difenderci individuandoli». (Leggi l’articolo)

Così Carlo Biffani, esperto di terrorismo e sicurezza, intervistato da Agi sull’attentato di Nizza di giovedì 29 ottobre e su quelli avvenuti ad Avignone e Gedda, ha equiparato i terroristi islamici agli asintomatici. Entrambi sono difficili da individuare e tracciare ha spiegato al giornalista.

L'asintomatico terrorista!

Ora senza entrare nel merito delle reali intenzioni di Biffani, la similitudine rimane fuori luogo e di cattivo gusto, ma quello che mi preme far notare è come l’Agi non abbia perso tempo a strumentalizzare le sue parole, spostando così il focus dagli attentati terroristici che stanno di nuovo infiammando la Francia al parallelo tra terroristi/asintomatici,  suggerendo l’idea che gli asintomatici siano pericolosi come i terroristi.

Premesso che i terroristi agiscono in base a una idea o a una fede cieca mentre gli asintomatici non sanno di essere positivi e quindi non hanno nessuna consapevolezza delle loro azioni, l’associazione mentale tra i primi e i secondi è fuori luogo e viene strumentalizzata per alimentare il clima di sospetto e paura che dilaga nel nostro Paese.

In questo caso si utilizzano diverse regole auree dell’ingegneria sociale:

  1. si parte dal principio di autorità: un esperto (di terrorismo, non di pandemie), rilascia una dichiarazione che non riguarda strettamente il suo settore spingendosi a un parallelo a dir poco ardito e che dovrebbe essere interpretato a titolo personale.
  2. Si ricorre alla tecnica della paura (teoria dello shock) e all’empatia: si frutta cioè la paura per disorientare i lettori che si trovano già da mesi in una situazione di paralisi psicologica in quanto sottoposti a una criminologia sanitaria quotidiana e si utilizza il registro delle emozioni per inculcare nell’opinione pubblica l’associazione terrorista = asintomatico
  3. Il processo di demonizzazione e “caccia” all’untore sta andando avanti da mesi in base al principio di gradualità e si è passati dalla caccia al runner alla caccia all’asintomatico, incentivando la delazione e l’odio sociale. Solo qualche giorno fa Crisanti aveva utilizzato un termine altrettanto forte riferendosi agli asintomatici, parlando della necessità di “stanare” gli asintomatici ricorrendo quindi a un confronto indiretto tra costoro e un animale da cacciare e far uscire dalla tana. La scelta del termine “stanare” è emblematica ed evoca la caccia. Si stana una volpe o si costringe qualcosa o qualcuno a uscire dal proprio rifugio o tana, appunto.
  4. Chi si permette di criticare la narrativa mainstream e il ricorso a queste tecniche viene denigrato, insultato, invitato a “vergognarsi” e accusato di essere negazionista (e qua ci rientrano diverse fallacie: ad metum; ad baculum; ad personam).

Ricordo in estrema sintesi, riguardo alle fallacie citate al punto 4, quanto segue:

  • Ad hominem (o argumentum ad personam): obiettare alle argomentazioni di qualcuno senza rispondergli nel merito ma attaccandolo personalmente, con lo scopo di indebolire la sua posizione. Si sposta pertanto l’attenzione dall’argomento della polemica, contestando non l’affermazione in oggetto, ma l’interlocutore stesso che ne parla, arrivando all’oltraggio e alle offese. Un esempio classico è accusare qualcuno di essere “complottista”, spostando l’attenzione dal contenuto delle sue argomentazioni a chi ne parla e insultando costui additandolo come un paranoico e un credulone. Durante la pandemia questa fallacia è stata utilizzata per attaccare chiunque mettesse in dubbio la narrativa catastrofistica, accusando di negazionismo o terrapiattismo, deviando così l’attenzione dalle argomentazione addotte.
  • Ad misericordiam: questa fallacia logica fa leva sul senso di colpa dell’interlocutore che, con la sua affermazione, renderebbe nullo uno sforzo. Questa fallacia consiste nell’appellarsi a un argomento strappalacrime per convincere l’avversario a desistere puntando sull’emozione e sul dolore. L’obiettivo è quello di mettere a disagio l’interlocutore e farlo passare per insensibile nei confronti delle persone che assistono al dibattito.
  • Ad baculum (o ad metum): la fallacia del “bastone” fa ricorso alla paura, alla minaccia e all’intimidazione. Essa consiste nel fare appello non già a dati di realtà ragionevoli e sensati, quanto alla pancia o al cuore dell’interlocutore, arrivando a sostituire una minaccia all’argomentazione che si dibatte. Negli ultimi anni è stata molto utilizzata minacciando di ripercussioni chi osasse mettere in discussione per esempio certe derive progressiste o politicamente corrette.

Siamo tornati indietro di secoli  e ci troviamo di fornte a dinamiche politico-sociali che evocano quelle tristemente note e già narrate da Alessandro Manzoni ne La colonna infame: ora gli asintomatici non solo fanno paura ma si vuole che vengano percepiti come una minaccia, come gli untori che in silenzio e sottotraccia spargono il loro veleno (Biffani utilizza l’espressione “il virus del male”) per infettare i sani.

Enrica Perucchietti   in https://enricaperucchietti.blog/   30/10/2020

 

 

“Se questo è un uomo” è il titolo del capolavoro di Primo Levi. Molto bene Lannes applica quel titolo ai bambini, prime vittime delle vessazioni fascisto-sanitarie. Così è sempre stato in ogni dittatura. Anche il “Great Reset” deve preparare nuove generazioni già sottomesse, condizionate, “sanificate”. Se c’è una ragione per la nostra personale Resistenza ( a parte il valore supremo della dignità di un uomo/donna libero) è proprio la difesa dei bambini, ad ogni costo. Per fortuna molti gruppi di genitori stanno reagendo, ma ancora troppo pochi. I genitori covidioti lo capiranno? (GLR)


Se questo è un bambino!

Nella stagione del disamore per la vita quando la tecnocrazia scalza la democrazia incompiuta, il dramma dei bambini è invisibile alla moltitudine di adulti, eppure è un incubo reale imbottito di violenza istituzionale e prevaricazione autoritaria. Scherniti, vessati, insultati, derisi, discriminati se si ribellano in tenera età ad una regola disumana ed argomentano criticamente la loro scelta di libertà. Andare a scuola in questi tempi crudeli, per i bambini è un atto eroico.

A scuola, elementari e medie, mascherina a coprire naso e bocca sempre, per 6-8 ore consecutive di chi s’è appena affacciato alla vita. Un supplizio assurdo, a seconda del livello di attuale crudeltà corrente, anche se non ha alcuna efficacia sanitaria meno che mai scientifica, però in compenso annienta il respiro dei piccoli malcapitati.


Il nuovo obbligo stabilito dal primo ministro pro tempore Giuseppe Conte, mediante il dpcm 3 novembre 2020, appare epidemiologicamente insensato e giuridicamente infondato, ma soprattutto incostituzionale ed anticostituzionale, poiché un provvedimento amministrativo non può ledere alcun principio costituzionale.

Così sono spuntati dal nulla i giuristi della domenica, a profferire il loro sgangherato verbo insindacabile. Caso emblematico è quello dell’Istituto statale “Manicone-Fiorentino” a Vico del Gargano, dove la dirigente scolastica Donatella Apruzzese (una preside che ha scambiato la scuola per un suo feudo, una sorpresa in flagranza a non indossare la mascherina proprio a scuola, già assurta alle cronache nel 2019 per aver imposto agli alunni della scuola media il badge a scuola) ha prontamente sfornato una sua nota, ribadendo l’obbligo della mascherina anche al banco, ovvero sempre.

Sulla medesima falsariga maestre e prof, come ad esempio tale Pizzarelli, il quale ritiene col fare degno di un bulletto in cattedra che “adesso valgono solo le regole del dpcm e non la Costituzione repubblicana italiana”, così tronfio, prepotente ed arrogante in forza del suo ruolo, da schernire gli alunni che ieri si sono rifiutati di indossare forzatamente il bavaglio, anche se erano posizionati a distanza di sicurezza, invitandoli a “stare a casa” e dunque a non frequentare la scuola.

Si richiede agli alunni il rispetto di regole assurdo ed insensate, però la scuola al contempo non è stata sanificata. E’ quanto emerso dalla richiesta motivata di un genitore preoccupato della sicurezza, che il 9 ottobre scorso ha chiesto delucidazioni alla preside Apruzzese, ma non ha avuto alcuna risposta, tant’è che ieri ha diffidato la medesima ed ha informato il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Puglia.

Quali sono gli effetti deleteri che un uso prolungato della mascherina può avere sui bambini? Fino alla scorsa settimana la mascherina a scuola era obbligatoria nei momenti di spostamento, ma non al banco. Per quale motivo Conte, violando la Costituzione e la Convenzione ONU sui diritti dei fanciulli, ha deciso di obbligare i bambini dai 6 anni in su ad indossarla in maniera continuativa fino ad 8 ore consecutive al giorno? Non è assolutamente accettabile un provvedimento incostituzionale così immotivato dal punto di vista scientifico. C’è un limite a tutto, anche alla follia istituzionale.

Emiliano ha serrato le scuole in Puglia considerando elevato il cosiddetto “rischio di contagio” tra gli studenti; poi le stesse vengono riaperte da Conte e gli adulti adolescenti obbligati a casa. Allora, a rigore di logica, se è pericoloso andare a scuola, perché sono state riaperte? Se non state riaperte poiché il pericolo non sussiste, allora perché la mascherina anche al banco e sempre? Gli insegnanti la abbassano durante la lezione, non la portano per tutto il tempo. I diritti umani valgono per tutti.

Insomma, la scuola italiana a tutti gli effetti è stata trasformata in un manicomio, dove l’omologazione forzata al peggio e l’indottrinamento corporale che calpesta la dignità umana, ormai prevalgono sui valori dell’insegnamento, dell’etica e della pedagogia. Eppure gli articoli 13 e 34 della Costituzione repubblicana parlano chiaro:

La libertà personale è inviolabile”; La scuola è aperta a tutti”.

Gianni Lannes, giornalista     http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/   10/11/2020

 

 

ANNO I DEL REGIME SANITARIO

 

 

Vi raccomandiamo di navigare sul sito. In particolare cliccate, in fondo a questa pagina, sul “tag” mascherina, sul “tag” emergenza infinita”, sul “tag” scuola” e sul “tag” terrore sanitario. (GLR)

 

 

 



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