Questo virus ha pochissimo a che fare con la questione salute. E’ piuttosto un virus politico e soprattutto economico finanziario. Un ottimo “cavallo di Troia” ( come mostra la vignetta riferendosi al secondo libro dell’Eneide) con tutto il suo armamentario di mascherine, tamponi e vaccini e ben tirato dai racconti terrorizzanti dei media per entrare nelle società e nelle teste e portare il vero scopo del virus: un criminale Grande Reset, una riplasmazione della società, degli uomini e del lavoro secondo i desiderata di coloro che si sono autoeletti demiurghi, padroni, dio ( Big Money, Big Pharma, Big Tech, Big Agricolture, Warp Speed...).
Studiamo i tanti articoli presenti in questo link: http://www.gruppolaico.it/category/rassegna-stampa/emergenza-rassegna-stampa/. Soprattutto leggiamo: Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (11). Golpe finanziario per futuri schiavi.. E cerchiamo di non essere come i covidioti che sono i primi complici di chi ha preparato questo “cavallo di troia”.
I due ottimi interventi che seguono sono un prezioso contributo per capire meglio quale devastazione vuole portare questo “cavallo” nella “città di Troia”, cioè nella nostra vita futura. (GLR)
IL GRANDE RESET: DALLA PANDEMIA ALLA NUOVA NORMALITÀ
Diretta in esclusiva su Byoblu24 dedicata al Grande Reset. Evento organizzato dal settimanale “Il Pensiero forte“, rivista di cultura politica, che ha visto la partecipazione di tantissimi ospiti, relatori nazionali e internazionali.
Fra questi anche l’economista Ilaria Bifarini che propone una analisi, tramite fonti ufficiali e comprovate, del piano delle élites del potere per instaurare un nuovo ordine sanitario su scala globale, fra accuse di complottismo da parte del mainstream per dissuadere l’opinione pubblica e gestione dell’allarme pandemico in maniera strumentale dalla realizzazione di questo disegno.
Vedi e ascolta: https://www.byoblu.com/2021/01/16/il-grande-reset-dalla-pandemia-alla-nuova-normalita-ilaria-bifarini-thegreatreset/
22/1/2021
Il Nuovo Ordine Mondiale ha progettato e pianificato la nuova società tramite l’ingegneria sociale
In questa intervista il giornalista spagnolo Javier Villamor entra nel dettaglio di come il Nuovo Ordine Mondiale ed i globalisti stanno agendo per destabilizzare le singole nazioni e creare una nuova serie di valori, che verrano poi usati per introdurre e far accettare una nuova società più facilemente controllabile e manipolabile dalle élite.
26/1/2021
John Cooper in https://www.detoxed.info
Nel progetto criminale contenuto nel libro di Klaus Schwab e nel libro bianco del World Economic Forum ( i testi guida del Grande Reset) colpire il lavoro del ceto medio è tra i primi obiettivi. Il nostro governucolo con zone gialle, rosse, verde pisello, lockdown folli, coprifuoco simil bellici e chiusure di saracinesche a gogò porta avanti bene l’agenda prevista.
Ciò che sta accadendo al lavoro e all’economia quotidiana è sotto gli occhi di tutti ( meno dei covidioti che hanno occhi solo per il loro ombelico spaventato). Non si tratta d’incidenti di percorso: è proprio ciò che il Grande Reset prevede! (GLR)
Great Reset: così i signori del denaro cambieranno il mondo del lavoro
L’espressione Great Reset è ormai di dominio pubblico ed entra in molte analisi e discussioni. Spesso però in proposito si resta nel vago. Per rendere più chiaro che cosa si prefiggono i teorici di questa manovra epocale può essere utile dare un’occhiata al cosiddetto libro bianco, intitolato Resetting the Future of Work Agenda in a Post-Covid World, pubblicato dal World Economic Forum.
Questo documento (scaricare il PDF, ndr) di trentuno pagine spiega come eseguire (o implementare, come si usa dire oggi) il programma contenuto nel libro Covid-19. The Great Reset, scritto da Klaus Schwab, il fondatore del World Economic Forum, con Thierry Malleret.
Resetting the Future si occupa, come arco di tempo, del decennio dal 2021 al 2030. Ed ecco, in sintesi, che cosa prevede per quanto riguarda il lavoro.
Prima di tutto un’accelerazione dei processi di lavoro digitalizzati, che dovrà portare l’84% di tutti i processi di lavoro a essere digitalizzati o realizzati via video. Circa l’83% delle persone dovrà lavorare a distanza, senza interazioni tra persone, all’insegna di un assoluto distanziamento sociale.
Si prevede che almeno la metà di tutte le attività sarà automatizzata: in altre parole, il contributo umano diretto sarà drasticamente ridotto, anche nello stesso lavoro a distanza.
Anche le attività di upskilling e reskilling dovranno essere digitalizzate. Con upskilling si indica lo sviluppo di competenze aggiuntive che aiutano a rendere una persona più efficace e qualificata nel suo ruolo. Con reskilling si indica lo sviluppo di abilità significativamente differenti per far sì che una persona sia in grado di ricoprire un ruolo diverso. Il 42% dell’aggiornamento delle competenze o della formazione per nuove competenze sarà digitalizzato: in altre parole, anche in questo caso l’imperativo è evitare il contatto umano e realizzare tutto mediante computer, intelligenza artificiale e algoritmi.
Ed ecco altri obiettivi.
Accelerare l’attuazione dei programmi di riqualificazione, così che almeno il 35% delle competenze sia “riqualificato”: significa che le competenze raggiunte dovranno essere abbandonate.
Accelerare le trasformazioni degli assetti organizzativi. Si prevede di “ristrutturare” il 34% delle attuali strutture organizzative, così che siano dichiarate obsolete. L’obiettivo è fare spazio a nuovi set di quadri organizzativi, così da garantire, anche mediante la digitalizzazione, il massimo controllo su tutte le attività.
Riassegnare temporaneamente i lavoratori a compiti diversi: si prevede che questa sorte toccherà a circa il 30% della forza lavoro. Ciò significa rivedere anche le scale retributive.
Ridurre temporaneamente la forza lavoro: si prevede che questo destino interesserà il 28% della popolazione. Si tratta di fatto di disoccupazione, anche perché non è precisato che cosa si intenda con il termine “temporaneamente”.
Riduzione della forza lavoro, così che almeno il 13% della forza lavoro sia ridotto in modo permanente. Solo un 4% della forza lavoro non sarà toccato da queste misure.
Questo, a grandi linee, il processo concreto di implementazione del Great Reset. Ma ricordiamo che il Great Reset prevede anche uno schema di credito, in base al quale un debito personale potrà essere “condonato” dietro la consegna di tutti i beni personali a un ente o un’agenzia amministrativa.
Di fronte a questi obiettivi sorgono ovviamente molte domande. E la prima è: qual è l’interesse precipuo in base al quale i teorici del Great Reset formulano certe visioni, stabiliscono determinati traguardi e indirizzano le scelte dei responsabili della cosa pubblica?
I potenti che si riuniscono a Davos non sono, se non in minima parte, espressione della volontà dei cittadini, non sono persone elette in organismi rappresentativi, bensì banchieri, amministratori delegati di grandi aziende, industriali, miliardari, docenti universitari. Quale, dunque, il loro obiettivo?
La risposta più sincera l’ha data lo stesso Klaus Schwab, inventore del Forum di Davos, quando al Financial Times ha ricordato che il WEF “è sempre stato concepito come piattaforma per gli investitori”. Non bisognerebbe mai dimenticare, dunque, che la molla è il denaro.
Il che fa capire meglio certe prospettive contenute nel libro bianco, tutte indirizzate, come abbiamo visto, verso la riduzione del costo del lavoro e un sempre più serrato controllo delle persone, all’interno di un quadro, dominato dalle tecnologie informatiche, nel quale si potrà fare tranquillamente a meno di relazioni sociali che non siano quelle virtuali.
Chi, di fronte al processo di resetting, solleva dubbi e manifesta preoccupazioni, non di radio è tacciato di complottismo. Ma, di fronte ai dati reali, questa accusa appare ridicola. Qui non si tratta di essere complottisti. Si tratta di capire in che modo i signori del denaro vogliono cambiare il mondo e l’uomo stesso.
Benvenuti, dunque, nel nuovo decennio.
Aldo Maria Valli https://www.aldomariavalli.it/ 26 1 2021
Addio lavoro autonomo e professione. Massacro delle Partite IVA. La classe media si disintegra…
Come ci informa Italiaoggi, c’è stato un massacro di partite IVA nella prima metà del 2020. Oltre 30 mila professionisti e circa 170 mila lavoratori indipendenti hanno chiuso la propria attività, cancellando la propria partita IVA. Quasi ovvi i settori più colpiti, considerando il lockdown: commercio, finanza e immobiliare con un calo di quasi il 14% nel primo trimestre. Cali importanti anche tra le professioni dell’area tecnica (-5,7%) e amministrativa (-2,5%).
Secondo un report Comprofessioni, nei primi sei mesi del 2020, oltre 30 mila liberi professionisti, soprattutto donne, hanno chiuso i battenti sino a a giugno, mentre le partite IVA chiuse, extra attività professionale, raggiungono le 170 mila, numero impressionante se si considera che in totale quelle colpite dal primo lockdown era 1,5 milioni. Quindi i due mesi di chiusura da marzo a maggio hanno cancellato oltre il 10% della P.IVA colpite.
La distribuzione territoriale mostra quando stia soffrendo il tessuto produttivo e Imprenditoriale italiano, con il Nord Italia (-23,9%) che paga un prezzo elevato, superato però dal Centro Italia (-28,3%). In controtendenza il Sud Italia, dove la variazione risulta invece positiva per entrambe le componenti e a crescere è soprattutto il numero di datori di lavoro (+15,9%).
Anche l’Istat conferma il calo dei professionisti, con un -1,2%, superiore a quello del 2019 (-0,2%). Il calo colpisce molto duramente gli under 34, (-11%) mentre cresce la fascia 45-54 (+4%).
Guardando al primo trimestre 2020, sulla base dei dati Istat, il calo di liberi professionisti (-1,2%) è risultato leggermente più marcato rispetto a quello dell’anno precedente (-0,2%). La diminuzione sembrerebbe riguardare soprattutto la componente femminile (-2,6%) risultando molto più contenuta per i maschi (-0,4%). Il segno negativo è prevalentemente a carico degli under 34 (-11%), mentre la crescita maggiore si riscontra nella fascia 45-54 anni (+4%).
Nell’ultimo decennio i lavoratori autonomi sono calati di 755 mila unità, il tutto per la pressione fiscale e contributiva forzata su quest categoria di lavoratori. Non si tratta solo di una redistribuzione del lavoro, ma anche della distruzione di una fascia sociale che garantiva stabilità e costituiva il famoso ceto medio, quello che tutti corteggiano, ma che tutti hanno aiutato a distruggere.
Giuseppina Perlasca in https://scenarieconomici.it/ 26/1/2021
Continuano a chiamarla pandemia ma pandemia non è, ci fa capire questo articolo. Ma la parola è ottima per spaventare un esercito di poveri covidioti. Così i media asserviti al racconto unico dei registi del Grande Reset con i loro numeri e bollettini ben manovrati e “spaventevoli” fanno il loro lavoro sporco: tirare il “cavallo” sempre più dentro “Troia”. A proposito, avete mai letto il secondo libro dell’Eneide? (GLR)
Gennaio 2021, Covid-19: i numeri non sono pandemici, perché una comunicazione fondata sulla paura?
A oggi nel mondo contiamo 80 milioni di contagi e due milioni di persone morte per cause attribuibili al COVID-19. La popolazione mondiale è di circa 8 miliardi per cui per conclamare una pandemia servivano numeri più significativi.
I numeri non sono pandemici, perché cavalcare questa comunicazione fondata sulla paura? In Italia dopo circa un anno dall’inizio del COVID 19, si sono verificati circa 2.200.000 contagi mentre le persone decedute sono 80 mila.
Il virus fa male ma i numeri non parlano di pandemia
Su 2.200.000 contagi circa il 95% sono asintomatici, il tre per cento ospedalizzati e il due per cento trattati in terapia intensiva. Davanti a questi numeri era ed è necessario mortificare una nazione intera? Perché questo terrorismo? I potenti del mondo cosa stanno nascondendo?
Sulla base degli ultimi dati ISTAT disponibili, si può procedere a stilare una classifica di quelle che sono le cause più diffuse delle morti nel nostro Paese.
I decessi per patologia in Italia
Ogni anno in Italia muoiono circa 650 mila persone di cui: 180 mila per malattie oncologiche, 233 mila per malattie del sistema respiratorio e circa 54 mila causate dall’influenza e dalle polmoniti. Qualcuno omette di completare l’elencazione di tutte le altre voci.
Nessuno vuole nascondere l’esistenza del virus, ma drammatizzare danneggia lo stato psicologico delle persone, in particolare dei bambini. E si danneggia l’economia creando disoccupati e nuovi poveri.
Tanti errori nella gestione della Sanità
Se in questi anni non fossero stati chiusi troppi ospedali e se per quelli rimasti in attività non avessero tagliato drasticamente i posti letto e se la sanità territoriale funzionasse, con i numeri del Covid, il sistema ospedaliero avrebbe tenuto bene.
Non sarebbe stato necessario rinchiudere una intera popolazione in casa.
Dobbiamo riflettere tutti su quello che sta accadendo e contestare pubblicamente una classe politica di dilettanti allo sbaraglio. E la stampa dovrebbe informare esaustivamente l’opinione pubblica anziché narrare scenari da tregenda per compiacere i padroni del vapore.
Cesare Giubbi in ilquotidianodellazio.it 18/ 1/ 2020
ANNO II DEL REGIME SANITARIO
Per approfondire ciò che è proposto in questo articolo potete cliccare sui “tag” a fine pagina.
In particolare v’invitiamo a leggere:
GLR-CONSIDERAZIONI 32. In bocca al lupo...
Verso la dittatura digitale (8). Un virus per il postumano.
Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (20). Potere e ricatti.
Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (18). Eco-sanitar-digital fascismo.
World Economic Forum 2021: il pranzo del Grande Reset è servito!
Considerazioni al tempo del regime sanitario (16). "Viver come bruti"
Pericolo vaccino (8). Attenti al killer!
Considerazioni al tempo del regime sanitario (5). Chi è il "negazionista?