Partiamo da questo articolo precedente: QUI. Partiamo da quest’altro articolo QUI.
E partiamo dal sonno della nostra ragione che genera mostri dentro e fuori di noi.
Con la scusa della salute, della sicurezza, della difesa dell’ambiente e dell’efficienza digitale, tra pseudo-virus, ossessione CO2, microchip a gogò e sorveglianza diffusa, la cricca di farabutti dell’aristocrazia finanziario-usuraia, che gestisce il progetto criminale del Grande Reset e che si è riunita a Davos nel Word Economic Forum in questi giorni, sta costruendo un incubo sulla nostra vita e sul nostro futuro.
La loro Agenda 2030 incombe ( leggi QUI).
Ma ce ne siamo accorti? Lo sappiamo almeno? Cerchiamo di capire, conoscere per poi indignarci e rivoltarci? No? Viviamo ancora ” come se niente fosse”? Progettiamo il nostro personale futuro prossimo e anteriore “come se niente fosse”?
Allora per questo l’èlite dei miliardari, dei banchieri e dei finanzieri, di Big Pharma e Big Tech ( con la complicità dei governi a lei sottomessi) ci tratta e ci tratterà “come se fossimo niente”. E niente siamo per questa mefitica èlite, solo un disturbo da controllare, addomesticare ed anche eliminare rendendoci la vita impossibile. Lo abbiamo capito, almeno questo? No?
Decidiamoci allora di risvegliare la nostra ragione e rivoltarci finchè c’è rimasto un po’ di tempo, prima che questo incubo ci distrugga. (GLR)
A DAVOS PROGRAMMANO LE NUOVE MISURE CONTRO LA GENTE COMUNE LABORIOSA E GENIALE
In questi giorni ( 16-20 gennaio 2023, glr) è in corso il summit economico di Davos. Si svolge in un luogo protetto da stampa e curiosi. E naturalmente è un bugiardo chiunque s’inventi di poterci fornire la cronaca dettagliata di Davos 2023: sapremo tutto dalle nuove misure europee in materia di fisco, edilizia, impresa e trasporti; ovvero direttive ispirate dai fantasmi di Davos.
Possiamo solo ricordare che la fiscalità del futuro è stata tracciata nelle sue linee guida a Davos, e che l’Italia è certamente la nazione in cui si sperimenta da almeno un lustro il “fisco green”.
Ma quali sono gli assi portanti della “fiscalità sostenibile”? Tutto si regge su tre piedi: la tassa evidente è la “carbon tax” seguita dalla patrimoniale (su risparmi e titoli, ed anche su immobili e terreni) e dalla tassa sul lavoro. Quest’ultima è la più subdola, perché non verrebbe più colpito il reddito bensì il concetto di lavoro, la voglia dell’uomo di darsi da fare, di realizzare progetti, d’impiegare il proprio tempo.
Quest’ultima tassa va a perfezionare le altre due, perché gli esseri umani si spostano per cercare lavoro e svago: secondo gli esperti di Davos è il movimento umano (il fattore antropico, l’accelerarsi del respiro) tra le principali concause d’inquinamento, e la popolazione per poter progettare il proprio movimento ed il lavoro accantona risorse sotto forma di risparmi, titoli, immobili e terreni.
Ecco che i controllori europei hanno ben pensato di far giocare all’Italia il ruolo di prima della classe, introducendo sotto Covid19 la tracciatura e profilatura totale del cittadino, che viene continuamente controllato nei movimenti, nel lavoro, nei patrimoni, nei risparmi: il controllo diverrebbe presto perfetto grazie imposizione dell’identità digitale europea, a cui farebbe seguito l’obbligo di microchip sottocutaneo per accedere ai servizi (passaporto per esempio), all’uso dei mezzi pubblici e privati (patente) ed al risparmio (moneta elettronica).
Ecco che la popolazione perfetta per Davos dopo il 2030 dovrebbe essere costituita da disoccupati, poveri ed immobili: una sorta di parco buoi avviato a miglior vita, e ci sarebbe per il sistema il solo costo del monitoraggio sanitario degli accidiosi, inebetiti, privati ormai d’ogni speranza.
Perché si riuniscono solo e soltanto a Davos? Semplicemente per motivi di sicurezza personale dei potenti: più di dieci anni fa altri paesi europei vennero ritenuti non più sicuri, e perché le security delle multinazionali (in cui lavora il meglio di Cia, Fbi, MI6, MI5 e Mossad) fiutarono probabili rischi attentati contro i potenti che si riuniscono per la Conferenza Bilderberg (da allora il Gruppo Bilderberg cambia annualmente e segretamente luogo). Invece Davos è stato certificato come luogo sicuro per riunire il potere planetario.
.Nemmeno i Paesi Bassi sono ritenuti sicuri, specie dopo le rivolte degli agricoltori olandesi contro il loro governo e l’Ue. Ma veniamo alle previsioni. E’ facile che in questo summit di Davos chiederanno alla presidente Ursula von der Leyen lo stato dell’arte delle misure per la chiusura di opifici, laboratori, officine ed aziende agricole: operazioni che verranno condotte come importanti operazioni di polizia, e solo perché le strutture risulterebbero non green per le norme Ue.
Va detto che, da dopo pandemia, per la maggior parte delle aziende italiane non è intervenuto alcun aiuto pubblico, e si suppone su impulso dell’Ue. Gli aiuti da Pnrr si sono rivelati compagni del 110% per l’edilizia, ovvero elargiti solo a pochissimi soggetti agganciati con il sistema bancario ed istituzionale. Oggi in Italia c’è speranza nel governo Meloni.
Ma nel cuore d’Europa aleggia ancora lo spettro delle rivolte contadine contro il governo olandese, con blocchi e confronti con le forze di polizia. Cosa farà la Meloni quando l’Ue imporrà nuove restrizioni a tassisti e trasportatori. E non si tratta di sole due categorie in facile agitazione, tra qualche mese in Europa (soprattutto in Italia) i limiti al lavoro potrebbero creare malessere e fermi in tutti i settori privati: uniche strutture a norma Ue si confermerebbero gli impianti e le sedi delle multinazionali.
Ricordiamo che la rivolta olandese è scattata a seguito del “piano anti-azoto” varato dal governo di L’Aia: presto anche l’Italia ogni ente Regione dovrà varare le riduzioni in agricoltura e zootecnia, nonché l’aggravamento di tasse su chiunque pratichi attività d’allevamento e coltivazione.
Le produzioni non colpite da sanzioni e tasse si confermerebbero le aziende di proprietà delle multinazionali: parametri e riduzioni toccano esclusivamente strutture la cui proprietà è registrata in una regione d’Europa.
In Europa sarebbero frequenti gli episodi di rivolta nel mondo rurale, ma i governi stanno ben attenti a fermare la diffusione di notizie. In Olanda le autorità hanno detto “stiamo valutando che un trattore posseduto da un agricoltore arrabbiato potrebbe trasformarsi in uno strumento d’attacco ai poteri istituzionali”.
Sono state soprattutto le multinazionali a chiedere ai governi europei misure contro eventuali rivoltosi: ovvero le dirette concorrenti di contadini ed allevatori influenzano l’Ue.
Ecco che da Davos potrebbero giungere le “soluzioni” pauperistiche: ovvero che tutti i lavoratori devono accettare un fermo, la disoccupazione, in attesa d’un sussidio vincolato alla tracciatura dell’inoperosità del soggetto.
E torniamo alla premessa: Klaus Schwab, l’economista padre del vertice di Davos, ha detto chiaramente che necessita ridurre entro breve tempo ad un terzo la popolazione umana che lavora, e che la metà di quest’ultima deve essere impegnata nel controllare e tracciare tutta l’umanità. Una drastica messa a riposo, perché le multinazionali possano appaltare le produzioni ai robot, all’intelligenza artificiale.
Per realizzare il piano, in ogni nazione occidentale oggi c’è un emulo dell’ex ministro Vittorio Colao, pronto a varare la tracciatura continua dei cittadini, così da poter sanzionare ogni loro movimento, impegno, passatempo, hobby.
Nemmeno più l’amore o le passioni rimarrebbero segrete e prive di reprimende, poiché impegnano l’uomo, lo fanno muovere.
Ma sarebbe realizzabile bloccarle l’uomo tra accidia ed inedia, impedendogli di progettare un impegno, un guadagno, la realizzazione personale? E siamo sicuri che tutti accetteranno la tracciatura continua e totale?
Evitando paragoni con varie profezie, sorge comunque il dubbio (e la speranza) che il popolo possa ben preso confrontarsi con il potere, con coraggio e sapendo “di non aver altro da perdere che le proprie catene”.
Al momento non ci è dato sapere quali e quanti italiani siano stati invitati a Davos.
www.Pekoranera.it 18/1/2023
COSA VOGLIONO I POTENTI DI DAVOS DALL’ITALIA E DALLA GENTE COMUNE
Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dal presupposto che, quotidianamente ci viene ripetuto che ciò che non va dell’Italia è il suo modello di vita, il suo sistema educativo e di sviluppo, in generale la mentalità del popolo italiano: l’italiano è per forma mentis in antitesi ai progetti di Davos.
Per cambiare gli aspetti peculiari del cosiddetto Belpaese, l’Unione europea chiede che la classe dirigente possa varare riforme epocali: che cambino abitudini, consuetudini e tradizioni dell’intero popolo italiano.
Ad imporre il cambio d’abitudini provvedono le norme Ue: ma l’Ue non è un soggetto avulso dal contesto globale, sappiamo bene quanto operi richieste in base ad input dell’Onu, del Fondo monetario, della Banca mondiale…
Questi ultimi hanno posto al Pianeta degli obiettivi, riassunti nella nota Agenda Onu 2030 che, per cambiare la mentalità dei popoli, s’è anche affidata a messaggi pubblicitari molto semplici e di grande impatto: come il confronto tra l’evidente sorriso felice di chi vive in una bidonville ed il volto crucciato dell’uomo occidentale, totalmente assorbito dalla preoccupazione (anzi incubo) di difendere i propri beni, i propri risparmi, il proprio tenore di vita e, soprattutto, di non voler rinunciare ad un lavoro di successo, appagante e ben remunerato.
Abbandoniamo per un attimo la visione planetaria e caliamoci in quella italiana: il popolo del Belpaese risulterebbe sia a livello europeo che mondiale all’ultimo posto per capacità di recepire la filosofia degli obiettivi di Davos e dell’Agenda 2030, ovvero quel cambio di mentalità che porterebbe gli italiani a non optare più per la proprietà (od anche possesso) di un bene ma a ritenere che ogni cosa materiale venga momentaneamente prestata all’uomo.
Questo cambio di mentalità l’Ue reputa sia un germe già presente nelle nuove generazioni europee ed italiane: ovvero per la maggior parte dei giovani non sarebbe più importante finalizzare lo studio al futuro successo, ad un lavoro ben pagato e di forte affermazione sociale: poi non riterrebbero più importante avere una casa di proprietà o accumulare risparmi.
Secondo l’Onu e l’Ue, i giovani tra i quindici ed i vent’anni sarebbero ben rappresentati da quella pubblicità dell’Agenda 2030 che ritrae un giovane vestito semplicemente e che recita “non posseggo nulla e sono felice”: “You’ll own nothing. and you’ll be happy” accompagna il volto d’un ragazzo nei cartelloni di tutti i Paesi occidentali, la pubblicità è stata premiata agli Effie Awards mondiali Usa 2020.
Veniamo al nocciolo del problema: al Governo italiano sono state chieste riforme che abbattano radicalmente sia il risparmio (sui conti e in contante) che la propensione alla proprietà di beni immobili (case e terreni) che mobili (auto, quadri, barche, opere d’arte, beni di lusso in genere).
Ovviamente la leva fiscale è lo strumento immediato per garantire il cambio d’abitudini: ergo, la patrimoniale su beni immobili e risparmi abbinata ad un inasprimento della tassa di successione sarebbero la dimostrazione di una politica italiana in linea con le richieste Ue e le linee Onu.
Resta lecito domandarsi se il cittadino tipo romano possa entro il 2030 omologarsi a quello di Stoccolma: come da statistiche della Commissione europea, il primo ha in media per l’87 per cento alloggi di proprietà, una o più auto di proprietà e cerca di risparmiare danaro per acquisti o necessità future; solo il 24 per cento dei cittadini di Stoccolma ha una casa di proprietà, meno del 20 per cento un’auto (più del’80 per cento ricorre al noleggio di auto, moto e bici), soprattutto non credono sia giusto risparmiare e ricorrono al prestito (all’indebitamento), la maggior parte dei nordeuropei non insegue il lusso ma veste in maniera frugale, all’affermazione personale e professionale predilige occupazioni che abbiano un fine sociale nella comunità.
Va detto che l’Agenda Onu 2030 usufruisce di importanti sponsorizzazioni da Bill & Melinda Gates Foundation, Amazon Foundation, Ghetti Foundation Museum, Rothschild Foundation, BlackRock Grants Foundation; tutte organizzazioni benefiche e pauperiste convinte che l’uomo sarebbe più felice abolendo la proprietà e favorendo il prestito?
Gli sponsor dell’Agenda hanno anche mostrato in sede Onu numerose ricerche sociologiche, redatte da esperti già docenti a Yale e Stanford, che dimostrerebbero come l’uomo con scarsa propensione alla proprietà di un bene produrrebbe meno consumo del pianeta rispetto all’ominide tradizionale che lavora per farsi casa e per aumentare le proprie ricchezze materiali. A Davos sono presenti come sponsor tutti i finanziatori dell’Agenda Onu 2030.
Insomma, per avere una sorta di Paradiso in terra (diciamo giardino dell’Eden) necessiterebbe convincere l’uomo a vivere in una sorta di paciosa contemplazione: nel totale distacco dalla proprietà dei beni e dall’affannosa corsa all’affermazione professionale, lavorativa, e all’inutile guadagno ed accumulo.
Gli italiani comunque non sarebbero soli; le statistiche dimostrano che la proprietà dei beni ed il risparmio sarebbero ancora preponderanti nelle mentalità arabe e nei Paesi dell’ex blocco sovietico.
Indagini ed interviste avrebbero dimostrato che più del 70 per cento degli italiani non si fiderebbe dell’Ue e vedrebbe queste riforme come una sorta di furto dei rispettivi sacrifici.
Poi solo una risibile minoranza planetaria reputerebbe che un progetto di “povertà sostenibile”, alimentata da un reddito universale di cittadinanza, possa distaccare l’uomo dal lavoro e dai beni materiali, favorendo il disinquinamento del pianeta.
E qui si apre un altro problema, ovvero se le politiche degli Stati nazionali nel declinare l’Agenda 2030 potrebbero riuscire a modificare la mentalità dell’uomo moderno, che in circa trecento anni s’è emancipato politicamente ed economicamente grazie al lavoro.
Quest’ultimo, principale imputato dell’inquinamento e consumo del territorio, ha di fatto abbattuto in trecento anni le differenze di censo, favorendo il rimescolamento sociale, soprattutto che l’aristocrazia cedesse il passo alle classi borghesi.
Il lavoro ha trasformato i sottoproletari in proletari e poi in borghesi: braccianti in contadini piccoli proprietari, operai e manovali in artigiani e poi in imprenditori. Emancipazione e stravolgimento delle classi sociali verificatosi solo e soltanto con la leva economica, ed in forza del “contratto sociale”.
Oggi l’Onu chiede la virtualizzazione dei beni, e che l’uomo ormai maturo e contemplativo non trattenga la palla: che abbandoni l’idea d’accumulo del denaro e di proprietà dei beni. Perché questo avvenga l’Agenda 2030 impegna l’Ue ad imporre ai singoli Stati delle leggi che consentano l’accantonamento della famiglia tradizionale, abolendo leggi d’aiuto alla costituzione familiare.
L’Agenda 2030 è di fatto l’aggiornamento dell’Agenda 21 (progettata a Davos a metà anni ’80), che già nel 1992 poneva gli obiettivi dell’Onu per il 2021: ovvero “sviluppo sostenibile per il XXI secolo” in cui si “eleva la natura al di sopra dell’uomo”.
L’Agenda 21 già conteneva il “principio precauzionale”, ovvero la filosofia che “si è colpevoli fino a quando non viene accertata l’innocenza”, che l’Onu vorrebbe adottata in forma planetaria, insieme alla fine delle sovranità nazionali, all’abolizione della proprietà dei beni, alla ristrutturazione dell’unità familiare, alle limitazioni per accesso al lavoro ed espletamento di attività umane tradizionali (caccia, pesca, artigianato).
Tutto è stato ampliato e riaffermato nell’Agenda 2030. L’idea è quella di rispetto della Terra, che la sua superficie non venga ferita dalle attività umane: ecco la necessità di concentrare gli uomini in zone tecnologiche d’insediamento, e qui l’Onu considera bidonville e favelas non più come esempi negativi, ma come villaggi da rendere tecnologici per concentrarvi gli esseri umani.
In una porzione di Molenbeek-Saint-Jean c’è il quartiere ghetto dove in Belgio viene sperimentata l’Agenda 2030: il quartiere è zona di detenzione, è sede di moschea, ma è anche il luogo dove nessun residente ha proprietà e viene controllato dalla polizia e mantenuto da un sussidio in moneta elettronica.
L’Agenda 2030 impone all’Ue anche il risparmio in materia d’istruzione, e questo lo eredita dall’Agenda 21: l’obiettivo verrebbe raggiunto con la didattica a distanza per le scuole pubbliche, mentre le private potrebbero continuare con la presenza.
Di fatto si creerebbe un discrimine formativo per favorire una diffusa “povertà sostenibile”: sappiamo che individui altamente istruiti progettano maggiori guadagni e consumano più risorse, a differenza degli esseri umani scarsamente scolarizzati che tenderebbero a minore agio economico.
L’istruzione di alto livello più è diffusa più minaccia la sostenibilità? Così la vecchia discarica milanese di via Tobagi diventa una bidonville tecnologica simile alla baraccopoli di Korogocho a Nairobi, o alla casa di rifiuti di Dacca che è il più noto slum del Bangladesh.
Un’ex modella nordica molto pagata dalla Rai ha detto recentemente che “la povertà salverà il pianeta”. A ben guardare queste politiche economiche sembra ci stiano portando verso il destino che Stanley Kubrick affidava alla scimmia di “2001: Odissea nello spazio”.
A Davos si progetta questo futuro involutivo “per il bene del pianeta”.
Ruggiero Capone, www.Pekoranera.it 19/1/2023
Il dirigismo della UE stravolge le nostre vite. E le rovina.
OMS, WEF una tenaglia mortale: rileggi QUI e QUI.
BOZZA REGOLAMENTO OMS: CANCELLATE LE VOCI SU DIRITTI E LIBERTÀ SANITARIE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si sta riorganizzando. Con due progetti normativi discussi ad inizio anno a Ginevra, l’OMS sembra pronta ad acquisire maggiore potere nello scenario internazionale.
Primo punto all’ordine del giorno: la riforma del Regolamento Sanitario Internazionale. L’RSI, ratificato nel 2005, regola il funzionamento dell’Organizzazione. Giudicato da molti inadeguato nell’affrontare l’emergenza Covid-19, anche per questo, sotto la pressione di diversi Paesi e organizzazioni, fra cui ad esempio il G7, si è pensato di apportarvi qualche modifica.
Purtroppo però, da quello che trapela nella bozza, gli emendamenti proposti sembrano occuparsi più di controllo sociale che di salute pubblica.
Regolamento Sanitario Internazionale
A preoccupare particolarmente le modifiche agli articoli 2 e 3. Il secondo emendamento, che definisce scopo e ambito dell’Organizzazione è stato adattato per occuparsi non solo delle emergenze, certificate in quanto tali, ma anche di quei focolai ancora non emergenziali. In questo senso la dicitura si trasforma da “rischio per la salute pubblica” a “tutti i rischi che hanno un potenziale impatto per la salute pubblica”.
Il terzo emendamento, ancora più allarmante, definisce invece i principi. Secondo la proposta avanzata a Ginevra, l’OMS non dovrebbe più seguire e rispettare i “diritti dell’uomo, la dignità e le libertà”, ma i principi di “equità, inclusività e coerenza”. Questo significa che vaccinare tutti per il principio di equità e inclusività sarà più importante che rispettare il diritto alla libertà vaccinale?
A proporre tali modifiche l’India, a quanto non molto attenta ai principi democratici.
Considerando che secondo l’articolo 21 della Costituzione dell’OMS, l’Assemblea mondiale della sanità può adottare regolamenti giuridicamente vincolanti per gli Stati, a meno che non li respingano espressamente, la situazione si fa preoccupante.
Trattato pandemico OMS
Il secondo processo legislativo in corso riguarda invece la produzione di una nuova Convenzione dell’OMS, anche detta “trattato pandemico”.
In questa è di assoluta attenzione l’articolo 16, denominato: “rafforzare l’alfabetizzazione in materia di pandemia e sanità pubblica”. In tale articolo si chiede agli Stati membri dell’OMS una maggiore attenzione alla disinformazione sui social.
“L’infodemia”, questo il termine utilizzato – probabile mostruosa unione fra informazione e pandemia – deve diventare una priorità per i governi. Ricordando i numerosi episodi di censura social, che hanno particolarmente colpito chi metteva in dubbio green pass e vaccinazione, leggere una tale proposta apre a inquietanti scenari futuri.
Per ora entrambi i processi sono in fase di discussione, quindi niente di ancora formalmente istituzionalizzato. Si spera che qualche Paese alzi la mano in segno di protesta.
Byoblu, 17/1/2023
DAVOS E USA PASSANO AL CONTRATTACCO: Gli USA vogliono dare al direttore dell’OMS poteri dittatoriali
I negoziati sul trattato dell’OMS sulle pandemie e la riforma del Regolamento sanitario internazionale (RSI) sono un tema che, nonostante l’importanza e l’interesse dell’opinione pubblica, è quasi completamente ignorato dai media tradizionali. I regolamenti e i meccanismi pianificati attraverso i quali l’IHR, il trattato sulle pandemie e le istituzioni finanziarie internazionali interagiranno per creare quella che chiamiamo dittatura della salute.
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità dichiara guerra senza quartiere ai non vaccinati per il 2023, bambini compresi. E li etichetta come ‘assassini’. Ecco cosa scrive per ‘Natural News’ il reporter Ethan Huff.
“L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha recentemente pubblicato un video sulla sua pagina Twitter che sostanzialmente chiama ‘assassini’ le persone non vaccinate. La clip presenta il famigerato Dr. Peter Hotez che dichiara che ‘l’attivismo anti-vaccino’ è una vera e propria ‘aggressione anti-scienza’. Hotez afferma anche che coloro i quali rifiutano specificamente i vaccini covid sono quasi sicuramente politicamente di ‘estrema destra’(lo dice la sua malafede per farci cadere ancora nella dicotomia destra contro sinistra). Hotez ha poi classificato i non vaccinati come ‘una delle principali forze omicide a livello globale’”.
Le proposte di riforma ora raccolte e pubblicate dall’OMS mostrano che gli Stati Uniti continuano a cercare di stabilire una sorta di dittatura sanitaria dell’OMS. I diritti umani e le libertà civili sono ora persino apertamente attaccati. L’OMS potrebbe anche essere responsabile della protezione del clima e dell’educazione.
L’OMS ha ora pubblicato un documento ( vedi il PDF sotto, glr) che incorpora le proposte di cancellazione e modifica ricevute, senza nominare i paesi che le hanno proposte. La maggior parte delle proposte proviene chiaramente dagli Stati Uniti, perché sono in linea con ciò che gli Stati Uniti avevano precedentemente proposto con il sostegno dell’UE.
Diritti umani svalutati, libertà civili fuori.
Una trappola è nascosta in una proposta di emendamento all’articolo 3, i “Principi”. I diritti umani e le libertà fondamentali sono sostituiti in questo modo: «L’attuazione di tali disposizioni si basa sui principi di uguaglianza, inclusività e coerenza e conformemente alle responsabilità comuni ma differenziate degli Stati contraenti, tenendo conto del loro sviluppo sociale ed economico».
Uguaglianza, inclusività e coerenza come sostituti del rispetto dei diritti umani e delle libertà. Non è un buon affare.
Questo è ciò che afferma pubblicamente l’OMS, IN REALTA’ gli stessi soggetti in altri contesti dicono quali sono i veri propositi: diminuire la presenza dell’uomo sulla terra e assoggettare il resto sopravissuto ben selezionato ( lo scopo del Grande Reset, glr).
Scarica e leggi il PDF QUI ( in lingua inglese)
IL WEF E L’OMS SI PONGONO AL DI SOPRA DEI GOVERNI DEL MONDO
“Negli ultimi tre anni, l’esclusione della gente comune da quello che viene ancora venduto come processo democratico ha toccato l’apice”. – Peter Koenig
In qualità di ex economista senior della Banca Mondiale e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Peter Koenig ha informazioni privilegiate. Lo condivide con noi qui:
In primo luogo, chiedetevi come mai l’organizzazione di Klaus Schwab, il WEF, e l’organizzazione di Rockefeller, Bill Gates e Big Pharma, l’OMS, siano arrivate ad usare la parola “mondo” nel loro nome. L’unica organizzazione di livello mondiale è l’ONU. Come suggerisce il nome, è un’organizzazione di nazioni indipendenti.
Parlano le nazioni, non il mondo, certamente non si tratta di un’organizzazione privata come il WEF e di un’organizzazione finanziata privatamente come l’OMS.
I globalisti che parlano a nome del mondo ci hanno già giocato un brutto scherzo appropriandosi di un nome che suggerisce che due organizzazioni private parlano a nome del mondo. Queste due organizzazioni stanno per usurpare questa autorità privata sull’umanità. Il WEF esiste da 53 anni, l’OMS dal 1948, quando fu fondato da Rockefeller. Quest’anno, l’OMS ha fatto un grande sforzo per ottenere l’autorità sulle politiche sanitarie di ogni Paese.
Se l’OMS avrà successo, questa organizzazione finanziata da privati sarà indipendente dai governi e non avrà alcuna responsabilità politica nei confronti della popolazione. La stessa organizzazione che ha mentito e ingannato con la sua garanzia che il vaccino Covid era “sicuro ed efficace” si sta accaparrando il potere di imporre qualsiasi dettame a livello mondiale. Siete soddisfatti di questo?
Sia il WEF che l’OMS operano inventando minacce e tenendo sotto controllo le dichiarazioni, ad esempio quelle relative al riscaldamento globale causato dall’uomo e alle pandemie, con la soluzione di accentrare il potere e minare la sovranità nazionale e la necessità di rendere conto ai cittadini.
Da 53 anni, il WEF si impegna affinché sia un club di prim’ordine a cui aspirare. Si occupa della qualificazione di potenziali leader politici, professionali e d’impresa. Un invito a una riunione fa sentire il destinatario speciale. Chi non riceve inviti li desidera.
In questo modo si crea la certezza della correttezza dell’agenda del WEF. I partecipanti ascoltano discorsi che non possono mettere in discussione e accettano le idee che provengono dai grandi nomi. Dopo 53 anni, il WEF ha un seguito ampio e influente.
L’OMS si appresta a diventare un’organizzazione governativa mondiale ufficiale, attraverso l’incorporazione nel sistema delle Nazioni Unite. Se l’OMS riuscirà a controllare le politiche sanitarie di tutti i Paesi, significherà la fine della scienza indipendente in medicina. A parte la guerra nucleare, difficilmente si può immaginare uno sviluppo altrettanto catastrofico.
Immaginate di essere un senatore degli Stati Uniti o un presidente di commissione della Camera e di rendervi conto che queste organizzazioni mirano a porre fine alla sovranità nazionale. Cosa si può fare? Se iniziate a parlare contro di loro e a smascherarli, useranno la loro vasta rete per tagliarvi i contributi alle campagne politiche e per demonizzarvi come reazionari che si oppongono alla soluzione dei problemi più urgenti del mondo.
L’indipendenza dei popoli e dei Paesi ha fatto molta strada verso la loro fine.
E poi, chiedetevi come è possibile che queste due organizzazioni, che hanno strumentalizzato al massimo l’affermazione del Covid, possano ora avere una qualche credibilità a posteriori, dal momento che i dati ufficiali di tutti i governi mostrano un massiccio aumento di morti inspiegabili in seguito alla vaccinazione Covid?
Sono i vaccinati, non i non vaccinati, a morire improvvisamente e a sviluppare malattie. I medici segnalano anche un aumento dei tumori e una diminuzione della fertilità dopo la campagna di vaccinazione.
Migliaia di scienziati e medici sono giunti alla conclusione che i vaccini a base di mRNA siano letali per molte persone e causino una serie di problemi di salute gravi e permanenti per molte altre.
Alcuni dei più rinomati scienziati e medici del mondo hanno chiesto l’immediata sospensione delle iniezioni di mRNA. Eppure la Food and Drug Administration statunitense ha approvato le iniezioni per i neonati, e molti genitori rimangono così ignoranti da essere complici dell’omicidio e dei danni alla salute dei propri figli.
Ci si può chiedere come persone così poco coscienziose, ingenue e fiduciose possano resistere all’assalto del WEF/OMS.
Paul Craig Roberts, https://www.paulcraigroberts.org/ 15/1/2023
Paul Craig Roberts (nato il 3 aprile 1939) è un economista e autore americano. In passato ha ricoperto un incarico di Sottosegretario nel governo federale degli Stati Uniti e ha insegnato in diverse università americane. È un promotore dell’economia dell’offerta e un oppositore della recente politica estera degli Stati Uniti.
ANNO IV DELLA DITTATURA SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
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