Chiamiamo le cose con il loro nome: a Gaza è in corso un genocidio. Gaza è un mattatoio a cielo aperto. Gaza è orrore puro ( rileggi QUI con attenzione).
E noi occidentali continuiamo la nostra vita quotidiana indifferenti, impassibili, apatici, distaccati da questo orrore come se non ci riguardasse proprio come facevano quelli che abitavano, nei primi anni ’40 del XX secolo, intorno ai campi di sterminio di Auschwitz o Treblinka o Mauthausen e che proseguivano con la loro orribile vita anche in mezzo ai fumi e alle ceneri umane dei forni crematori.
Il grande scrittore francese Louis Ferdinand Céline (1894-1961) si domandava, nella sua opera ” Viaggio al termine della notte” (1932): ” Ma con tutto questo amore di riserva come facciamo, poi, ad essere così carogna?“.
Siamo fatti così. L’animale umano è fondamentalmente questo: ritorto solo sulla sua esistenza mediocre, disinteressato a tutto ciò che non tocca i propri interessi o la propria vita. C’è un mattatoio a cielo aperto a Gaza ( come tanti nella tragica storia umana) e noi continuiamo a… preparare il natale e i regali, casomai.
A malapena una stretta minoranza cerca di capire il perchè e il per come di tale orrore, da dove deriva, quali sono state le premesse storiche ( rileggi i tanti articoli QUI) che hanno portato a questo. E cerca, quindi, di prendere posizione e Resistere.
A malapena una stretta minoranza butta al “cesso” giornaloni e televisiononi asserviti e allineati agli interessi degli USA, d’israele, dei gestori criminali del Grande Reset in corso ( l’aristocrazia finanziario-usuraia ( leggi QUI) che, come sempre ha fatto, si prepara a lucrare sul lago di sangue medio-orientale e ucraino come sta facendo sulle finte emergenze che stanno strozzando le nostre vite).
A malapena una stretta minoranza cerca di salvare la propria anima e la propria dignità, migliorando se stessa e cercando di non precipitare nel cinismo, nell’insensibilità, nella spregiudicatezza che caratterizza la nostra epoca, sempre più abituata all’orrore.
Questa “stretta minoranza” ( anche se “inutile” ed inascoltata: leggi, leggi QUI) è l’unica speranza che si possa avere ancora un senso, un significato, un valore per la vita e l’umanità. (GLR)
( Vi raccomandiamo di leggere i tanti link che trovate negli articoli che seguono, anche se sono in inglese)
ISRAELE RIAPRE IL MATTATOIO DI GAZA
La fase uno della campagna genocida di Israele su Gaza è terminata. È iniziata la fase due, che porterà ancora più morte e distruzione.
I cieli sopra Gaza sono pieni – dopo una tregua di sette giorni – di proiettili di morte. Aerei da guerra. Elicotteri d’attacco. Droni. Granate di artiglieria. Granate di carri armati. Mortai. Bombe. Missili.
Gaza è una cacofonia di esplosioni, urla di disperazione e richieste di aiuto da sotto gli edifici crollati. La paura, ancora una volta, sta attanagliando i cuori nel campo di concentramento di Gaza.
Fino a venerdì sera, 184 palestinesi – tra cui tre giornalisti e due medici – erano stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani nel nord, nel sud e nel centro di Gaza, con in più almeno 589 feriti, secondo il Ministero della Sanità di Gaza. La maggior parte sono donne e bambini. Israele non si lascia scoraggiare.
Ha intenzione di finire il lavoro, di annientare ciò che resta nel nord di Gaza e di decimare ciò che resta nel sud, di rendere Gaza inabitabile, di scacciare i suoi 2,3 milioni di abitanti in una massiccia campagna di pulizia etnica utilizzando la fame, il terrore, il massacro e le malattie infettive.
I convogli di aiuti, che portavano quantità simboliche di cibo e medicine – il primo lotto era costituito da sudari e test per il coronavirus [*], secondo il direttore dell’ospedale al-Najjar – sono stati bloccati. Nessuno, tantomeno il presidente Joe Biden, intende intervenire per fermare il genocidio. Il Segretario di Stato Antony Blinken ha visitato Israele questa settimana e, pur chiedendo a Israele di proteggere i civili, si è rifiutato di porre condizioni che possano mettere in pericolo i 3,8 miliardi di dollari che Israele riceve come assistenza militare annuale o il pacchetto di aiuti supplementari da 14,3 miliardi di dollari. Il mondo assisterà passivamente, borbottando inutili commenti sui nuovi attacchi chirurgici, mentre Israele fa girare la roulette della morte. Quando Israele avrà finito, la Nakba del 1948, in cui i palestinesi erano stati massacrati in decine di villaggi e 750.000 sottoposti a pulizia etnica da parte delle milizie sioniste, sembrerà una pittoresca reliquia di un’epoca più civile.
Niente è off limits.
Ospedali. Moschee. Chiese. Case. Condomini. Campi profughi. Scuole. Università. Uffici dei media. Banche. Sistemi fognari. Infrastrutture di telecomunicazione. Impianti per il trattamento delle acque. Biblioteche. Mulini per la farina. Panifici. Mercati. Interi quartieri.
L’intento di Israele è quello di distruggere le infrastrutture di Gaza e di uccidere o ferire quotidianamente centinaia di palestinesi. Gaza diventerà una terra desolata, una zona morta incapace di sostenere la vita.
Venerdi, Israele ha iniziato a bombardare Khan Younis dopo aver lanciato volantini che avvertivano i civili di evacuare più a sud, verso Rafah, al valico di confine con l’Egitto. Centinaia di migliaia di palestinesi sfollati avevano cercato rifugio a Khan Younis. Una volta che i palestinesi saranno stati spinti a Rafah, rimarrà solo un posto dove fuggire: l’Egitto.
Il Ministero dell’Intelligence israeliano, in un rapporto trapelato, chiede il trasferimento forzato della popolazione di Gaza nella penisola egiziana del Sinai. Un piano dettagliato per rimuovere i palestinesi da Gaza e spingerli in Egitto è presente nella dottrina israeliana da almeno cinquant’anni. Già 1,8 milioni di palestinesi di Gaza sono stati cacciati dalle loro case.
Una volta che i palestinesi avranno attraversato il confine con l’Egitto – cosa che il governo egiziano e i leader arabi stanno cercando di impedire nonostante le pressioni degli Stati Uniti – i palestinesi non ritorneranno mai più.
Questa non è una guerra contro Hamas. È una guerra contro i palestinesi.
Gli attacchi israeliani vengono eseguiti ad un ritmo vertiginoso, molti sono programmati da un sistema chiamato “Habsora” – Il Vangelo – che è costruito su un’intelligenza artificiale che seleziona 100 obiettivi al giorno. In un articolo di Yuval Abraham, pubblicato sui siti israeliani +972 Magazine e Local Call, il sistema di intelligenza artificiale viene descritto da sette attuali ed ex funzionari dell’intelligence israeliana come una “fabbrica di omicidi di massa”.
Israele, ad esempio, si legge nell’articolo, una volta localizzato con il telefono cellulare quello che presume essere un agente di Hamas, bombarda una vasta area intorno all’obiettivo, uccidendo e ferendo decine e a volte centinaia di palestinesi.
“Secondo fonti dell’intelligence, Habsora genera, tra l’altro, raccomandazioni automatiche per attaccare residenze private dove vivono persone sospettate di essere agenti di Hamas o della Jihad islamica. Israele effettua poi operazioni di assassinio su larga scala bombardando pesantemente queste abitazioni”.
Dal 7 ottobre sono stati uccisi circa 15.000 palestinesi, tra cui 6.000 bambini e 4.000 donne. Circa 30.000 sono stati feriti. Oltre seimila sono i dispersi, molti dei quali sepolti sotto le macerie. Più di 300 famiglie hanno perso 10 o più membri. Dal 7 ottobre, in Cisgiordania sono stati uccisi più di 250 palestinesi e più di 3.000 sono stati feriti, anche se l’area non è controllata da Hamas.
L’esercito israeliano sostiene di aver ucciso tra i 1.000 e i 3.000 dei circa 30.000 combattenti di Hamas, un numero relativamente basso se si considera la portata dell’assalto. La maggior parte dei combattenti della resistenza si rifugia nel loro esteso sistema di tunnel.
Il manuale di Israele è la “Dottrina Dahiya”. Questa dottrina era stata formulata dall’ex capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) Gadi Eizenkot, attualmente membro del gabinetto di guerra, subito dopo il conflitto del 2006 tra Israele e Hezbollah in Libano. Dahiya è un sobborgo meridionale di Beirut e una roccaforte di Hezbollah. Dopo la cattura di due soldati israeliani era stata bombardata dai jet di Israele.
La dottrina sostiene che Israele dovrebbe impiegare una forza massiccia e sproporzionata, distruggendo infrastrutture e abitazioni civili, per garantire la deterrenza.
Daniel Hagari, portavoce dell’IDF, all’inizio dell’ultimo attacco israeliano a Gaza aveva ammesso che “l’enfasi” sarebbe stata “sul danno e non sulla precisione”.
Israele ha abbandonato la tattica del “roof knocking“[bussare sul tetto], in cui un razzo senza testata esplosiva sfondava un tetto per avvertire chi si trovava all’interno di evacuare. Israele ha anche interrotto le telefonate che avvertivano di un imminente attacco. Ora decine di famiglie in un condominio o in un quartiere vengono uccise senza preavviso.
Le immagini di distruzione di massa alimentano la sete di vendetta di Israele dopo l’umiliante incursione dei combattenti di Hamas del 7 ottobre e l’uccisione di 1.200 israeliani, tra cui 395 soldati e 59 poliziotti.
Molti israeliani provano un sadico piacere per il genocidio e si moltiplicano gli appelli per l’uccisione o l’espulsione dei palestinesi, compresi quelli della Cisgiordania occupata e quelli con cittadinanza israeliana.
La ferocia degli attacchi aerei e degli attacchi indiscriminati, il taglio di cibo, acqua e medicine, la retorica genocida del governo israeliano, fanno di questa una guerra il cui unico obiettivo è la vendetta.
Non sarà un bene né per Israele né per i palestinesi. Alimenterà una conflagrazione in tutto il Medio Oriente.
L’attacco di Israele è l’ultima disperata misura di un progetto coloniale di sostituzione etnica che pensa stupidamente, come molti progetti coloniali del passato, di poter schiacciare la resistenza di una popolazione indigena con il genocidio.
Ma nemmeno Israele riuscirà a farla franca con uccisioni di questa portata. Una generazione di palestinesi, molti dei quali hanno visto la maggior parte, se non tutti, i loro familiari uccisi e le loro case e i loro quartieri distrutti, porteranno dentro di sé una sete di giustizia e di vendetta che durerà tutta la vita.
Questa guerra non è finita. Non è nemmeno iniziata.
Chris Hedges, chrishedges.substack.com 2/12/2023
[*] A commento dell’inutilità di questi aiuti il dr. AlNajjar ha dichiarato: “...much of the aid that arrived was unnecessary, like COVID tests. We need anesthesia, medicine, and doctors. Our staff is overwhelmed & running out of energy. We don’t have bed for the injured”. [Molti degli aiuti arrivati non erano necessari, come i test COVID. Abbiamo bisogno di anestetici, medicine e medici. Il nostro personale è sovraccarico e a corto di energie. Non abbiamo letti per i feriti.] N.D.T.
Fonte: https://chrishedges.substack.com/p/israel-reopens-the-gaza-slaughterhouse
Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per 15 anni per il New York Times, periodo in cui è stato capo ufficio per il Medio Oriente e capo ufficio per i Balcani. In precedenza aveva lavorato all’estero per il Dallas Morning News, il Christian Science Monitor e la NPR. È il conduttore del programma “The Chris Hedges Report.”
Il massacro israeliano a Gaza lo chiamano genocidio: avranno ragione?
La lucida, coraggiosa giornalista australiana, Caitlin Johnstone, afferma[1] che se un governo dovesse dare inizio al genocidio di un popolo – una strategia destinata a durare nel tempo, anni o decenni, a meno che non riuscisse a cacciarli prima, dalla loro terra, con la forza – inizierebbe con l’eliminazione del maggior numero possibile di donne e bambini[2].
La loro soppressione, com’è evidente[3], risolverebbe il problema nella culla, è il tragico caso di rilevare, impedendo il riprodursi di un popolo che quell’ipotetico governo genocidario intendesse spazzar via. A ben guardare quel governo farebbe esattamente ciò che Israele sta facendo a Gaza.
Quel governo genocidario prenderebbe poi di mira i civili e le infrastrutture civili per rendere assai difficile o impossibile la sopravvivenza della popolazione da eliminare. Guarda caso si tratta proprio di quello che Israele sta facendo a Gaza[4].
Sempre quel governo genocidario punterebbe quindi ai centri culturali, con il fine di distruggere le radici storiche della popolazione da sopprimere, demolendo luoghi di cultura, musei ed edifici religiosi[5]. Sarà anche qui una coincidenza, ma è esattamente ciò che Israele sta facendo a Gaza[6].
Sempre quell’ipotetico governo genocidario cercherebbe anche di colpire i membri migliori, i più preparati e competenti di quella sciagurata popolazione, sterminando medici, avvocati, accademici, giornalisti e leader di pensiero, al fine di impedire la possibile ricostituzione di quella civiltà che intende depennare dalla mappa del mondo. Ancora una volta, esso farebbe esattamente ciò che sta facendo Israele a Gaza[7].
Inoltre, per condividere le responsabilità dei crimini commessi (non si sa mai che un giorno qualcuno possa essere chiamato a rendere conto!), quell’ipotetico governo incoraggerebbe tutti i membri della leadership del paese (non solo della compagine governativa) a far uso di tale retorica genocida, mascherata o esplicita, affinché tale progetto appaia una scelta di tutto il paese, non solo di qualche settore politico-militare temporaneamente uscito di testa.
Sarà un caso, ma vengono alla memoria alcune espressioni utilizzate dal governo israeliano (ad es. Yoav Gallant, Min. della Difesa, secondo il quale i palestinesi sono animali umani[8]) quando ha spiegato al mondo cosa intende fare a Gaza[9].
Quel medesimo governo genocidario aggredirebbe poi la popolazione indesiderata con ogni mezzo – bombardamenti aerei, ordigni al fosforo bianco o di qualsiasi altro colore – forzandola a dirigersi verso il confine[10], facendo poi trovare le altre nazioni davanti alla tragica scelta di accogliere quella misera umanità, con tutti gli inconvenienti politici e sociali che tale scelta comporterebbe, o di assistere a un altro massacro, sulla base del principio di diritto internazionale auto-generato da quello stesso governo genocidario e sintetizzabile come segue: “vi avevo avvertiti, non fingete di ignorare le conseguenze della vostra colpevole inerzia”.
E per aiutare quelle nazioni a decidere in fretta continuerebbero a piovere su quelle genti esplosivi di ogni genere, mentre i loro spazi di vita si ridurrebbero sempre più, inesorabilmente.
Quel governo genocidario, infine, una volta sbarazzatosi di quell’ingombrante popolazione, ripopolerebbe la terra lasciata vuota con persone compatibili, con quanto riguardo all’etica e alla civiltà giuridica nazionale o internazionale si può solo immaginare.
Ebbene, sarà un’altra coincidenza, ma questo è proprio ciò che Israele sta facendo a Gaza, sotto gli occhi inerti o spenti del mondo intero e con l’ignobile copertura (mediatica, finanziaria e militare) della superpotenza americana, un paese dove governo, stato profondo e stato permanente (finanza, industria militare e intelligence) quando si occupano di Medioriente devono rendere conto a Israele[11] (i cui interessi in America sono rappresentati dalla potentissima Aipac[12]), se del caso anche contro gli stessi interessi della nazione americana, che talvolta (seppur raramente) divergono da quelli dello Stato Ebraico.
E tutto ciò in barba a ogni criterio di democrazia, responsabilità giuridica ed equità, oltre che di una dose davvero minima di umanità. Vergogna!
Alberto Bradanini, https://www.lafionda.org/ 4/12/2023
Alberto Bradanini è un ex-diplomatico. Tra i diversi numerosi incarichi ricoperti, è stato Ambasciatore d’Italia a Teheran (2008-2012) e a Pechino (2013-2015). È attualmente Presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea.
Note:
[1] ttps://www.caitlinjohnst.one/p/if-i-were-going-to-commit-a-genocide?utm_source=post-email-title&publication_id=82124&post_id=139375098&utm_campaign=email-post-title&isFreemail=true&r=13lc4d&utm_medium=email
[2] https://www.savethechildren.net/what-we-do/emergencies/gaza-emergency
[3] https://twitter.com/AbbyMartin/status/1730423048766144567
[4] https://www.972mag.com/mass-assassination-factory-israel-calculated-bombing-gaza/
[5] https://twitter.com/PDeepdive/status/1729551070752276799
[6] https://www.newarab.com/news/israel-deliberately-destroying-cultural-sites-gaza-0
[7] https://twitter.com/PDeepdive/status/1726886427471028663
[8] https://twitter.com/docjazzmusic/status/1723568797427142861
[9] https://twitter.com/docjazzmusic/status/1723568797427142861
[10] https://twitter.com/caitoz/status/1730703587494531472
[11] La lobby israeliana e la politica estera degli Usa, J. Mearsheimer e S. Walt, Asterios Ed., 2023
[12] American Israeli Public Affairs Committee
La guerra totale la vuole chi ha esaurito risorse energetiche e materie prime, stampando moneta per camuffare la sua ricchezza
Mentre i giornaloni italiani parlano di fatto quasi solo di un’unica bambina – Indi – ogni minuto a Gaza muore un bambino innocente e pur essendo tali testate giornalistiche comunque ravvisate dalle agenzie stampa addirittura americane e israeliane di tali morti innocenti continue, con rammarico constatiamo definitivamente che la stampa italiana è ormai agonizzante, nonchè da dismettere prima possibile, con un cambio della guardia di giovani leve non corruttibili.
Vi do però una buona notizia sull’imminente fine del conflitto per mancanza di materie prime in Israele e nella parte USA finanzio-speculativa in mano a Biden-Clinton-Bill Gates-Soros e banchieri ebrei askenaziti, che addirittura ora sta incarcerando i manifestanti americani ebrei veri (sefarditi, etc…), e che finora ha finanziato con circa 300 Mld di $ lo Stato di Israele dal 1948, ovvero Stato NON LAICO e NON DEMOCRATICO.
Uno Stato nato apparentemente per motivi “religiosi” ma in realtà concertato e costruito militarmente per motivi finanzio-speculativi: ora Stato smembrato nella sua stessa opinione pubblica disgustata da Benjamin Netanyahu, Primo Ministro di Israele con ancora pochi giorni di vita in politica…
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A Gaza si combatte. Israele si smarca dai “consigli” USA. La Turchia chiede la corte internazionale per Netanyahu
Aggiornamenti. Mentre Israele riporta a casa dal Qatar i negoziatori degli ostaggi, i colloqui su una tregua a Gaza – come prevedibile e come annunciato sia da Netanyahu che da Gallanti – sono finiti in un vicolo cieco.
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha chiamato l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim Bin Hamad Al-Thani, per ringraziarlo dei suoi sforzi nel garantire la pausa di una settimana, che ha permesso il rilascio di oltre 100 ostaggi.
Ma proprio dai parenti degli ostaggi viene la richiesta di non rinunciare alla tregua. “La fine del cessate il fuoco e il ritorno ai combattimenti obbligano a dare un aggiornamento immediato alle famiglie degli ostaggi“, afferma il forum dei parenti degli ostaggi israeliani.
“Gli ostaggi che sono tornati chiedono di incontrarsi questa sera con il primo ministro e i membri del gabinetto di guerra, insieme a tutte le famiglie di coloro che rimangono in ostaggio. Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, non possiamo lasciarli lì“, si legge nella loro dichiarazione….
Continua la lettura QUI
Lo Stato genocida di Israele
Cosa è successo allo Stato ebraico di Israele?
Ciò a cui stiamo assistendo, quindi, è il culmine della strategia volta a porre fine permanentemente anche alla possibilità di una soluzione a due Stati.
In effetti , la decisione di spopolare la Palestina dei palestinesi potrebbe portare gran parte della comunità internazionale a una conclusione esattamente opposta a ciò che intende il connivente Primo Ministro israeliano.
Per essere più espliciti, l’obiettivo di Netanyahu e dei suoi elettori suprematisti ebrei guidati dal fascista Itamar Ben-Gvir , è quello di eliminare rapidamente con una varietà di mezzi l’intera popolazione palestinese che è sopravvissuta a tre generazioni di abusi violenti sotto il dominio dell’Israele sionista. .
Per decenni questi palestinesi hanno ostinatamente rifiutato di allontanarsi dalle terre dei loro antenati, nonostante tutte le pressioni esercitate su di loro affinché se ne andassero, morissero, soffrissero o semplicemente svanissero nella disperazione.
L’obiettivo dei genocidi israeliani è distruggere tutte le infrastrutture che rendono possibile la vita a Gaza….
Articolo completo, prima parte QUI ( in lingua inglese)
Seconda parte QUI (in lingua inglese)
DALLA RETE
Vedi qui: DALLA RETE: appuntamenti ed informazioni.
ANNO IV DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE
Vedi qui: INIZIATIVE E FIRME DI RESISTENZA
IMPORTANTI DOCUMENTI DA SCARICARE QUI
Vedere con attenzione il docufilm “Invisibili” sui DANNI DELLO PSEUDO-VACCINO: QUI
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825 studi scientifici sui danni del vaccino LEGGERE QUI
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