Forse molti non hanno ancora capito ( meglio, non vogliono capire, troppa fatica) che quasi tutto l’Occidente è in mano a politicanti e governanti pazzi che giocano con il fuoco, il fuoco terrificante di una guerra globale atomica.

Pazzi politicanti e governanti ( nazionali ed europei ed americani) che amano suscitare guerre, desiderare guerre, fomentare guerre insieme all’ ispirare, creare, organizzare continuamente false emergenze sanitarie ( leggi QUI) o climatiche o ambientali per suscitare in noi continue apprensioni, paure, ansie e angosce per facilitare la nostra sottomissione, il nostro asservimento, la nostra sudditanza alla governance mondiale che i veri padroni del mondo ( iper-miliardari e super-banchieri che formano l’aristocrazia finanziario-usuraia) vogliono costruire per imporre a tutti noi ( ai superstiti) la loro folle idea di “nuova normalità” che viene chiamata Grande Reset o Agenda 2030 ( un progetto criminale e psicopatico globale).

Questi pazzi, sconsiderati, dissennati politicanti, governanti nazionali ed USA, EU e NATO, ministri, amministratori sono totalmente a servizio dell’ESSERE CONTRO DI NOI ( gente comune) che l’èlite della cupola vuole, ordina, impone.

Anche la follia  imperscrutabile delle guerre e genocidi (Gaza) in corso è prima di tutto contro di noi e non ha altra vera logica, al di la delle idiozie che la falsa informazione mainstream ( leggi QUI) propala, strombazza e strombetta ad uso e consumo  dei covidioti, dei climadioti, dei digidioti. Dei non pensanti.

Guerre prima di tutto contro di noi, me, te, una guerra nelle guerre in corso: leggi gli articoli che trovi QUI.

Guerre suicide in cui anche quei politicanti e governanti pazzi, incoscienti, scriteriati, sciagurati moriranno mentre credono che a loro la fiammata atomica non li toccherà, mentre a bruciare dovremmo essere solo noi, te e me che non contiamo nulla, come già crepano a migliaia e migliaia “nullità” in Ucraina, in Palestina, in Africa. E l’aristocrazia finanziario-usuraia ( leggi QUI se non ricordi cos’è e da chi è composta) ride, pensa di ridere.

Che sia maledetta! (GLR)

 

 

 

 

Giocare con il fuoco della guerra totale

Nei pochi mesi che ci separano dalle elezioni americane nuovo sangue deve essere versato in Ucraina.

Kamala Harris ha bisogno di rincuorare il suo elettorato bellicista con qualche vittoria tattica ucraina che tutti, strateghi militari e non, sappiamo bene non avranno influenza sulle sorti della guerra. Banali ragioni elettoralistiche da un lato, dall’altro la sofferenza, la perdita di vite, giovani che tornano senza arti dai campi di battaglia.


Mi domando se la società civile è consapevole della cinica immoralità che governa la politica occidentale.


Dopo due e mezzo di guerra e di perdite militari e civili, Mosca se anche lo volesse non potrebbe porre fine al conflitto se non avrà ricevuto garanzie almeno sui punti fondamentali: Ucraina demilitarizzata e neutrale, regioni russofone alla Russia o con garanzie concrete di autonomia regionale e linguistica. Non potrà accettare un cessate il fuoco temporaneo che permetta all’Ucraina di riorganizzarsi militarmente e economicamente per una nuova offensiva.

Trump si è esposto in numerose occasioni affermando di voler porre fine a una guerra che spreca miliardi e influisce negativamente sulla qualità di vita degli statunitensi. I guadagni ci sono eccome.

Essi sono geo-politici e di potenza grazie al vassallaggio dell’Europa, economici per le oligarchie energetiche e delle armi, e in quanto con la destabilizzazione alla frontiera orientale dell’Europa e del Medio Oriente Washington mette barriere allo sviluppo economico delle potenze del surplus, Cina in primis, augurandosi, con una visione da struzzo, di ritardare l’erosione del predominio del dollaro.

Trump non ha tuttavia gli interessi di Biden e del suo famigerato figlio in Ucraina, ha finanziatori che non coincidono con quelli del Partito democratico, difende il capitalismo del fossile e i perdenti della globalizzazione.

Potrebbe quindi essere interessato a far rientrare i capitali per investimenti nel Paese. Il problema è comprendere se le agenzie di sicurezza e l’apparato militare industriale gli permetteranno come in Afghanistan un cambio di politica: la concessione della neutralità all’Ucraina, l’abbandono militare di Kiev negoziando in cambio una presenza economica e foriera di ritorni per Washington.

Mosca potrebbe rinunciare alle conquiste territoriali per un’Ucraina neutrale, demilitarizzata e federale. Naturalmente questo implicherebbe una rinuncia occidentale a minacciare il “regime change” a Mosca e un impegno a far cadere le sanzioni.

Ancora oggi ho letto l’editoriale di un collega sulla “Stampa” che torna a sostenere l’esigenza di un impegno maggiore militare statunitense e europeo a vantaggio dell’Ucraina in quanto a suo avviso in questo modo Kiev perverrebbe alle negoziazioni da una posizione di forza. Purtroppo questa dichiarazione a me pare senza fondamento.

La forza della Russia è oggettiva se paragonata a quella di un Paese fallito economicamente e tenuto in vita artificialmente dall’Occidente.

Gli aiuti militari occidentali non possono capovolgere le sorti di sul campo militare a meno che la NATO non invii le sue truppe, non entri in campo con la sua aeronautica e non dia inizio a un’escalation che concretamente porterebbe, in caso di possibile sconfitta, la Russia a utilizzare l’arma nucleare tattica in Ucraina.

Le incursioni ucraine a Kursk, gli atti di terrorismo contro i civili russi non possono che scatenare reazioni a svantaggio di Kiev, bombardamenti su infrastrutture civili che comportano sofferenze per la popolazione.

Mi dispiace che il mio collega non abbia l’onestà intellettuale per sottolineare che le reazioni di Mosca sono molto al di sotto delle sue capacità e che se Putin “considerato criminale di guerra dalla CPI” non avesse scrupoli potrebbe radere al suolo Kiev come è stato fatto in passato a Dresda.

La retorica che l’aggredito può con l’aiuto dell’occidente colpire il territorio dell’aggressore e che non ci sia quindi differenza tra difesa e aggressione si basa purtroppo su un’impostazione molto parziale.

L’espansionismo della NATO, che include quello che un tempo era il cuore della Russia, l’Ucraina, non costituisce un’aggressione come l’imminente spedizione ucraina nei territori russofoni secondo alcuni stimati colleghi.

La difesa dell’aggredito militarmente sarebbe sempre giustificata, quindi Cina e Russia avrebbero dovuto inviare armi e pilotare con l’intelligence le operazioni di guerra in difesa di Afghanista, Irak, Libia. Se seguiamo questa logica gli scenari internazionali si trasformerebbero in una polveriera.

Mi sorprende che diplomatici di esperienza possano utilizzare espressioni così superficiali, quasi slogan propagandistici che poco hanno a che vedere con l’analisi delle relazioni internazionali.

Come Zelenski anche Netanyahu, oltre a compiere una carneficina ed essere, lui sì, un criminale di guerra (Lancet 40.000 morti registrati negli ospedali, 200.000 stimati sotto le macerie e in decomposizione per strada), sta palesemente cercando di allargare il conflitto con una guerra all’Iran.

Le ragioni di potere di Netanyahu sono alla base di conflitti che non hanno una ratio strategica.


Anche in questo caso abbiamo da un lato l’opportunismo politico di personaggi immorali, dall’altro il sangue degli innocenti. Nella società civile europea nessuno sembra farci troppo caso, il nostro governo esprime sostegno e solidarietà a Israele mentre è in corso la campagna di Gaza.


In modo farsesco Blinken, seguito dai vassalli e anche da Tajani, chiede tuttavia a Israele moderazione, e una risata amara non può non apparire sui volti dei cittadini che ancora conoscono l’empatia per le vittime.

Finora le continue provocazioni di Israele non hanno sortito gli effetti auspicati. L’escalation grazie alla saggezza de cosiddetti “stati canaglia” come l’Iran non si è verificata. Le diplomazie e i contatti tra servizi segreti sono riusciti a mantenere lo statu quo.

Non credo Biden abbia bisogno prima delle elezioni di una altro fronte molto più grave in Medio Oriente. A novembre l’eventuale elezione di Trump potrà rimettere tutto in gioco nuovamente e un atto di forza brutale contro Teheran diverrà forse più probabile.


E’ anche vero che le oligarchie finanziarie cercano guerre locali a bassa intensità e cercano per quanto possibile di limitare il rischio nucleare.


Eppure a Kursk e a Zaporigna la possibilità dell’incidente cresce, si scherza con il fuoco delle centrali nucleari. La netta responsabilità occidentale e ucraina non è tuttavia sottolineata.

L’Europa, prima vittima economica e geopolitica dei conflitti in corso, agnello sacrificale in caso di lancio di bombe nucleari tattiche, sembra inesistente.

Le classi dominanti non conservano alcuna autonomia in nome degli interessi di popoli europei che divergono chiaramente da quelli americani. La Presidente della Commissione europea che un tempo incarnava lo spirito comunitario e sovrano dell’Unione, nelle dichiarazioni bellicistiche pro Kiev e pro Israele, sembra un agente dei DEM statunitensi.

La Germania, un tempo motore economico dell’UE, è in recessione. La sua industria è sotto attacco. L’attentato terroristico ai gasdotti perpetrato da fuoco amico è stato inghiottito a testa bassa dal cancelliere socialdemocratico.


In tutta Europa la libertà di stampa e di espressione è sotto attacco. I media stranieri sono aboliti, le manifestazioni pro Palestina sono considerate antisemite, l’analisi oggettiva dell’operato di organizzazioni militari e in grado di utilizzare metodi terroristi come Hamas o gli Hezbollah porta a querele e sanzioni.


Il fondatore di Telegram, piattaforma informatica i cui contenuti non sono censurati e rimangono protetti dall’intervento statale, viene arrestato a Parigi. Il Presidente Macron afferma non trattarsi di un’operazione politica senza tuttavia poterlo dimostrare.

L’Europa quindi, sconfitta politicamente e economicamente, strozzata dai prezzi dell’energia statunitense e dagli obblighi di assistenza militare all’Ucraina, dopo aver accettato in un incremento al 2% del PIL delle spese militari, è ritornata alle politiche di austerità che il nuovo patto (a cui ha collaborato Gentiloni sotto la benevola sorveglianza di Dombrowski) impone.

Austerità che colpisce lo Stato sociale, scuola, sanità, pensioni, i beni comuni come infrastrutture, trasporti, università, ricerca innovazione, non certo le grandi imprese delle armi e dell’energia. Economisti improvvisati, sui giornali più letti, tentano di convincerci che non c‘è differenza tra spesa produttiva e improduttiva. Meglio nel dubbio  tagliare la spesa tout court.

Eppure un decennio di austerità ha dimostrato che il debito avanza in mancanza di crescita, i tassi di interesse alti favoriscono rendite e creditori.

La nostra esperienza ha anche dimostrato che si può fare debito utile in Europa, gli eurobond sono possibili se c’è la volontà politica. I fondi si trovano quando è necessario come gli aiuti a Kiev dimostrano.


Non sono tuttavia considerati necessari lo stato sociale, l’occupazione, l’investimento per il futuro dei giovani. La qualità di vita delle classi lavoratici è una pura opzione di scarso interesse non soltanto per chi ci governa ma purtroppo anche per le impassibili società civili europee che, come agnelli al macello, accettano politiche europee suicide e senza alcuna razionalità strategica.


Elena Basile, https://www.lafionda.org/ 31/8/2024

Elena Basile, scrittrice ed editorialista per Il Fatto Quotidiano, è stata Ambasciatrice italiana in Svezia e in Belgio.

 

 

 

 

 

 

In quest’epoca popolata da carne da macello e di stupidi senza identità  è fondamentale creare un nemico che dia agli stupidi-carne da macello una parvenza d’identità ( ci raccomandiamo di leggere QUI). Russi e Palestinesi servono per questo, ora. Agli stupidi-carne da macello “l’aristocrazia”, attraverso la propaganda mainstream e politicanti e governanti folli, ha detto che la Russia è il nemico da odiare, schifare, aborrire, detestare. Senza, con assoluta probabilità, che gli stupidi-carne da macello sappiano qualcosa sulla Russia. Tanto a che serve conoscere il “nemico”, basta che ci dicano e ripetano all’infinito chi è il “nemico” sporco, brutto e cattivo da odiare e gli stupidi-carne da macello eseguono.

Per chi, invece, non è stupido e non vuole essere carne da macello proponiamo questo video per provare a conoscere un pochino l’”odiato nemico”. Forse qualcuno potrà finalmente accorgersi che il NOSTRO VERO NEMICO è dietro alle nostre spalle o accanto… non davanti.

 

Putin: “La resilienza della Russia sarà sempre superiore a quella Ue e Nato”

Alcuni dei punti principali toccati da Putin nell’intervista con le agenzie occidentali nell’ambito del Forum economico di San Pietroburgo di questa settimana.

Un analisi sulla psicologia collettiva del popolo russo raffrontata a quella occidentale e i possibili macro-scenari del confronto tra USA-NATO e Russia.

Nostro ospite oggi il giornalista d’inchiesta e scrittore FRANCO FRACASSI autore del libro “PRAVDA – Viaggio nei meandri di una Russia nota soltanto a chi l’ha vissuta”.

 

Ascolta e vedi  QUI

 

 

 

 

 

 

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Invisibili – regia di Paolo Cassina:  https://playmastermovie.com/invisibili/

La Morte Negata – regia di Alessandro Amori:  https://playmastermovie.com/la-morte-negata/

Sospesi – regia di Marcello Rossi e Walter Zollino: https://www.buzzz.blog/buzzz-on-demand


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