Nel febbraio del 1849 nasce la Repubblica Romana e per giorni ci furono feste e cortei per le strade di Roma. E tra i canti che il popolo eseguiva spontaneamente ce n’era soprattutto uno. Un canto-inno semplice, appassionato, allegro, sarcastico e anticlericale. Fu quasi certamente l’inno popolare della Repubblica Romana del 1849 e ne sintetizza con simpatia gli ideali di libertà da ogni tirannia e dal potere temporale della chiesa. E’ stato ricostruito sulla base di testimonianze storiche ed inserito nella colonna sonora del film “In nome del popolo sovrano” (Ita 1990) di Luigi Magni, con l’arrangiamento musicale di Nicola Piovani.
Si dice che l’autore del canto, eseguito anche nei giorni drammatici della difesa della Repubblica Romana nel giugno del 1849 , sia Goffredo Mameli, l’ autore dell’inno italiano “Fratelli d’Italia“. Certamente il canto si può considerare un arrangiamento di una composizione poetica -quasi esattamente con le stesse parole- che Mameli, poco prima della morte nella difesa della Repubblica Romana, aveva inserito in una raccolta che aveva progettato di pubblicare.
Le parole del testo, crediamo, che hanno un gran valore anche oggi…
( Tra parentesi il testo non presente nell’edizione del film di Magni)
Se il Papa è andato via
buon viaggio e così sia
Non morirem d’affanno
perchè fuggì un tiranno
perchè si ruppe il canapo
che ci legava al pie’
Viva l’Italia e il popolo
e il Papa che va via
(se andranno in compagnia
viva anche gli altri re)
Addio, Sacra Corona
Finí la Monarchia
Or ch’é sovrano il Popolo
Mai piú ritorni un re.
O popoli fratelli
oppressi da mill’anni
Buttate giù i cancelli,
scacciate i re tiranni!
Mai più sui troni siedano
imperatori o re!
(Al Campidoglio! il Popolo
dica la gran parola:
daghe i Romani vogliono,
non piú triregno e stola!)
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vedi: 12 gennaio 2011. La Repubblica in un teatro
6-13 febbraio 2011. Una settimana repubblicana.