Se interessa e quanto interessa ciò che sta accadendo a Pavel Durov, fondatore di Telegram, è il segnale di quanto interessa ( molto, poco, nulla) la libertà di parola, la libertà di espressione, la libertà d’informazione.

Ma quanto interessa la libertà di parola, di espressione, d’informazione?

Quanto preoccupa profondamente il clima di censura che spande la sua ombra sull’Occidente cosiddetto libero e democratico?

Quanto indigna che si studino, da parte del potere asservito al progetto criminale globale chiamato Grande Reset, continue forme di repressione del dissenso, dell’informazione libera, delle riflessioni non asservite al mainstream ( leggi QUI)

sulla manipolazione continua di ogni tipo d’informazione e della verità,

sui pseudo-vaccini ( vecchi e prossimi) e sui danni fisici che stanno provocando,

sulle pseudo-pandemie “scimmiesche” ( leggi QUI),

sulla costruzione di stati biocratici e dittature sanitarie,

sulle pseudo-crisi climatiche e conseguenti dittature climatiche,

sul culto della pseudo-scienza diventata una nuova religione da credere senza se e senza ma,

sulle guerre in corso e sul perchè non debbano finire,

sul silenzio sul genocidio di Gaza,

sull’avanzare di una dittatura digitale soffocante e sul controllo parvasivo delle nostre esistenze,

sui danni del 5G e del prossimo 6G,

sulle città di 15 minuti che renderanno un carcere a cielo aperto le nostre città,

sulla distruzione dell’umanità da parte del Intelligenza Artificiale,

sullo strapotere di un manipolo di psicopatici iper-miliardari, l’aristocrazia finanziario-usuraia, che detiene il potere reale su governi, politici, istituzioni internazionali,

sulla crisi energetica provocata ad hoc,

sui nemici mortali creati ad hoc come la Russia e la Palestina,

sulla genderizzazione forzata e l’annullamento delle diversità,

sui progetti d’impoverimento e di depopolamento previsti dall’Agenda 2030 ( leggi QUI),

sulla cancellazione della Memoria storica, delle Tradizioni, dello studio della storia, delle identità nazionali e personali e della Cultura,

sulla visione globalista e unipolare del mondo che non lscia spazio ad alcuna sovranità,

sull’avvio di una “nuova normalità” prevista e pensata dai criminali dell’èlite super-miliardaria per tutti noi,

sul progettare una politica sempre più basata sulle emergenze e sui conseguenti impaurimenti,

sul dominio di un neo-capitalismo finanziario e di un neo-liberismo feroci e sanguinari, ecc ?

Quanto è radicato l’amore per la libertà di ricerca, d’informazione, di dialogo da provocare in noi l’orrore per la censura montante ora sul WEB, sulla RETE, sui social, unici canali rimasti per far circolare l’informazione libera dalle manipolazioni del potere visto che la quasi totalità delle TV, delle Radio e della Stampa è in mano all’aristocrazia finanziario-usuraia ( rileggi QUI)?

Certo per i “troppissimi” che ritengono che la “libertà di parola” sulla RETE, sui social si riduce a mandarsi messaggini,  a inviarsi foto di cosa uno sta mangiando, a immagini di nipotini e nonni, a inviarsi selfies alla “via col vento”, a visite di canali porno, a visione di film e calcio, ad ascoltare musica, a giocare on line, a chiacchiere di varia stazza e via dicendo, tutto ciò che è scritto in questo articolo complessivo non li riguarda. Non sono una preoccupazione per il potere dell’èlite e i suoi manutengoli. Anzi… (GLR)

 

 

 

Pavel Durov

 

La libertà di parola è illegale: arrestato il fondatore di Telegram

Hanno un disperato bisogno che le notizie non si diffondano e non siamo come isole in mezzo alla corrente di vacua idiozia prodotta dalla “voce del padrone”: più tutta l’impalcatura diventa pericolante, più hanno bisogno di censura.

E in Paesi dove lo stato di diritto è diventato poco meno che una farsa non è difficile esercitarla, basta la cattiva coscienza di magistrati inquirenti legati allo Stato e funzionari senza troppi scrupoli.

Così Pavel Durov (vedi nota), fondatore e amministratore delegato dell’app di messaggistica crittografata Telegram, è stato arrestato sabato sera all’aeroporto Le Bourget di Parigi sotto il peso di accuse sostanzialmente inconsistenti, ma che rivelano appieno il sistema di pre tirannia nel quale viviamo: la mancanza di censura nei modi prescritti dagli organi di polizia e il fatto che questo sistema di messaggistica (come tutti gli altri del resto) sia criptato potrebbe consentire ogni tipo di crimine.

Compresa la pedofilia. Ma questo è ovviamente generico: il fatto di colpire il proprietario di una piattaforma per i possibili reati commessi dagli utenti che egli peraltro non può conoscere, visto il criptaggio, è una palese violazione delle basi stesse della giurisprudenza e delle leggi fondamentali dello Stato di diritto.

Significa solo che queste piattaforme non devono più esistere.

Tutto rimane molto vago affinché non sfugga il nodo centrale, ovvero che allo Stato francese divenuto peraltro criminale con i suoi trasferimenti di armi ad Ucraina e Israele, dei crimini non interessa proprio nulla, ma è interessato al fatto che le persone non abbiano una piattaforma sulla quale discutere e decostruire le parole d’ordine del potere.

Siccome il capo di Telegram si è rifiutato di censurare i contenuti ecco che sono arrivate le manette.

Inoltre Durov è sia cittadino russo che francese e dunque deve sopportare la vendetta dell’isterico Macron per le figuracce fatte in Ucraina.

L’arresto all’aeroporto non è stato un attacco isolato, ma solo l’epilogo di un piano già predisposto: è il culmine di una campagna contro Telegram orchestrata da diverse settimane.

La piattaforma è stata infatti oggetto di crescenti attacchi da parte di vari governi e regolatori grazie alla grottesca tesi secondo cui le politiche sulla libertà di parola incoraggiano attività illegali. Soprattutto quella di criticare il potere, a quanto sembra di capire.

Lo stesso Durov in una recente intervista aveva rivelato che l’Fbi ha tentato invano di corromperlo per poter accedere ai contenuti di Telegram, tramite una “porta di servizio”, altrimenti detta backdoor, richiesta che a quanto sappiamo è stata fatta (e probabilmente esaudita) anche ad altri sistemi di messaggistica.

Ma quella di Telegram è una criptografia di alto livello, per nulla facile da penetrare per gli spioni della tecnocrazia occidentale e superiore a quella di altri concorrenti peraltro assai più disponibili ad aprire le porte agli occhi del potere, oltre ad offrire un sistema di traduzione più avanzato di quello di Google.

Dunque rappresenta anche una sfida per quelli che una volta passavano per i padroni delle tecnologie e che ne pretendono il monopolio, nonostante stiano visibilmente perdendo terreno.

Il fatto poi che il fondatore di Telegram sia anche cittadino russo offre il destro per colpirne uno ed educarne cento: se Durov venisse perseguito per le azioni degli utenti sulla sua piattaforma, ciò comporterà una maggiore pressione su altre società informatiche affinché controllino il comportamento degli utenti, mettendo a repentaglio l’impegno a proteggere la privacy degli utenti, anche ammesso che tale impegno sia sincero.

Di certo i governi occidentali si avviano ad utilizzare questa vicenda come precedente per richiedere un maggiore accesso alle comunicazioni crittografate, sostenendo che è necessario per la sicurezza nazionale e l’applicazione della legge.

Ciò potrebbe portare a cambiamenti giuridici e normativi più ampi che minerebbero completamente la tutela della privacy e della libertà di espressione negli spazi digitali dove ne rimane ancora una traccia.

Ed è ciò che tutto il sistema oligarchico Ue richiede per salvare se stesso dalla prossima resa dei conti.

Nota: Durov, detto Lo Zuckerberg russo, è particolarmente legato all’Italia: nato a San Pietroburgo si è trasferito in giovane età a Torino, a causa del lavoro del padre (latinista e professore universitario di filologia classica). Qui è rimasto per quasi tutta la sua gioventù: ha infatti frequentato le scuole dell’obbligo in Italia prima di rientrare, nel 2001, in Russia.

https://ilsimplicissimus2.com/  25/8/2024

 

 

 

 

ARRESTATO IN FRANCIA FONDATORE DI TELEGRAM PAVEL DUROV. UN AVVERTIMENTO PER CHI NON UBBIDISCE AL DIGITAL SERVICE ACT?

Se esistesse una classifica sulla libertà dei social networkTelegram occuperebbe il primo posto.

Soprattuto per chi fa informazione indipendente sapere che oggi esiste ancora un posto nel mondo sconfinato del web, nel quale poter pubblicare i propri contenuti senza essere limitati, bannati, censurati o oscurati è fondamentale.

Ma adesso anche la sopravvivenza di quella parte di mondo è a rischio….

 

Continua la lettura QUI

 

 

 

 

 

L’ARRESTO IN FRANCIA DI MR. TELEGRAM È L’ANTIPASTO DI UNA SVOLTA AUTORITARIA?

A seguito dell’arresto in Francia di Pavel Durov, fondatore e amministratore delegato di Telegram, aspettiamoci un giro di vite alla libertà di espressione, di stampa e di comunicazione. “L’Occidente dei diritti” è sempre più, nei fatti, l’opposto di quello che propaganda.

Secondo Ekaterina Mizulina, capo della Safe Internet League russa, gli Stati Uniti hanno ordinato alle autorità francesi di arrestare Durov (1). Continua la Mizulina: “Ritengo da tempo che viaggiare al di fuori della Russia sia un grande rischio per i proprietari di Telegram, in quanto potrebbero essere arrestati in qualsiasi momento (…) . “È ovvio che l’arresto è un attacco a TON [una piattaforma basata su blockchain originariamente sviluppata dai creatori di Telegram, ndr] in cui hanno investito importanti aziende russe. Si tratta, in parte, di una continuazione della politica di sanzioni degli Stati Uniti”.

La funzionaria ha sottolineato come “gli americani siano dietro la situazione nel suo complesso” (2), sostenendo che Telegram, che ha oltre 900 milioni di utenti attivi mensili in tutto il mondo, è una spina nel fianco in termini di distribuzione delle informazioni.

Secondo Mizulina, le autorità francesi non hanno agito in modo indipendente nella loro decisione di arrestare Durov. “Si è scoperto che tutti i tentativi di avvicinamento all’Occidente da parte dei proprietari di Telegram sono stati un errore. Il nostro presidente [Vladimir Putin] ha avvertito molte volte di questo, ma nessuno gli ha creduto”, ha concluso (3).

Il magnate statunitense della tecnologia Elon Musk ha chiesto il rilascio di Durov (che ha doppia nazionalità russo-francese). Il proprietario di X (ex Twitter) ha pubblicato sulla piattaforma un video del patron di Telegram che parla con il giornalista conservatore americano Tucker Carlson. Musk ha abbinato al video l’hashtag ‘#FreePavel’ e ha condannato pubblicamente l’arresto. (4) Ha poi scritto a commento della notizia: “Tempi pericolosi”.

Da qualsiasi prospettiva la si veda, è difficile dagli torto.

https://comedonchisciotte.org   25/8/2024

 

 

 

 

L’arresto in Francia di Mr. Telegram è l’antipasto di una svolta autoritaria?

Da quanto risulta, Pavel Durov, inventore e patron del social Telegram è stato arrestato mentre faceva scalo all’aeoroporto Le Bourget (Parigi).

Stando alle prime indiscrezioni di un funzionario, Pavel Durov verrà sottoposto a carcerazione preventiva, per il timore di fuga.

Le accuse sono particolarmente significative. Durov è accusato di possibile complicità con un’infinità di crimini (terrorismo, droga, frode, riciclaggio di denaro, occultamento, contenuti pedofili, ecc.), in quanto sulla sua piattaforma non avrebbe disposto sistemi di intervento per moderare gli scambi e in quanto si sarebbe rifiutato finora di cooperare con le autorità europee.

Questo è, probabilmente (la base legale non è stata ancora resa nota), il primo arresto eccellente in applicazione del Digital Services Act, il regolamento censorio europeo, approvato nel 2022 ed entrato in vigore nel febbraio di quest’anno.

 


Sono peraltro di pochi giorni fa le minacce, niente affatto velate, del commissario europeo Thierry Breton a Ellon Musk, colpevole anche in quel caso di potenziale complicità con reati vari e con l’esercizio “della violenza dell’odio e del razzismo” per avere maglie troppo larghe nella “moderazione” dei contenuti su X.

Nonostante Durov sia russo, Telegram (diversamente dall’altra creazione di Durov, VK, ha sede amministrativa a Dubai, proprio per evitare interferenze governative, consentendo una maggiore libertà nelle comunicazioni.

Ecco, e ora vi prego, cari progressisti europei, cari liberali, cari infaticabili combattenti per la democrazia e la libertà, metteteci una volta di più di buon umore, spiegateci ancora una volta come:

a) non ci sia nessuna censura in Europa;

b) sia necessario difendere con le armi i valori europei dalle orribili autocrazie orientali;

c) sia nostra inderogabile priorità la difesa dei diritti umani (tipo art. 19 UDHR: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione (….) di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”)


Sfogliando stamane le pagine social la mia residua fiducia nella natura umana ha subito l’ennesima incrinatura.

Ho infatti visto pagine che applaudivano gli interventi sanzionatori nei confronti di Pavel Durov e Elon Musk, e lo facevano nel nome dell’interesse pubblico a “evitare la disinformazione” e “limitare l’anarchia sul web”: “Non è che questi tycoon privati si possono sentire al di sopra delle leggi!” E fin qui, avremmo a che fare con una tesi politica, una tesi straordinariamente ottusa, ma formalmente rispettabile come tutte le affermazioni politiche.

Solo che poi mi è sovvenuto che su quelle stesse pagine, proprio le stesse, durante la pandemia si giustificava la censura sui social, anche quando era totalmente e manifestamente pretestuosa, e lo facevano nel nome del fatto che “dopo tutto i social sono imprese private, e fanno quello che gli pare; se non ti piace, puoi sempre andartene”.

Questo, per dire, veniva sbattuto in faccia quando veniva chiusa la propria pagina per un mese per aver pubblicato un articolo del British Medical Journal che contrastava la narrazione ufficiale (ogni riferimento a cose e persone riconoscibili è puramente intenzionale).

Dunque finché censura in linea con la narrativa ufficiale è un’impresa privata libera di fare fa quel che gli pare, quando non censura è un’impresa privata che deve essere messa in riga nel nome dell’interesse pubblico.

Ora, la questione che mi si pone è l’eterno dilemma: “Ci sono o ci fanno?

Vedo infatti solo due interpretazioni possibili, che potremmo chiamare, per darci un nome icastico, l’interpretazione alla Carlo Maria Cipolla e l’interpretazione alla Sartre.

La prima interpretazione accetta la possibilità che questa gente, nonostante spesso si tratti di affermati professionisti, giornalisti, persino accademici, molto semplicemente sia così sconfortantemente scema da non vedere la contraddittorietà dei propri criteri.

In effetti una profonda verità del più citato dei libri di Cipolla (peraltro, grande storico) è che “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.” (II legge fondamentale). E a questa verità, per sconfiggere la mia incredulità, si affianca la Prima Legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”

La seconda interpretazione assume invece che questi soggetti non siano stupidi, ma siano in malafede. Diciamo che è gente così in malafede che persino la loro malafede soffre di malafede. Questa genia è disposta serenamente a qualunque menzogna, contraddizione, doppio e triplo standard purché ciò si attagli ai propri interessi del momento.


Qui l’onnicomprensività della malafede semplicemente ha abolito le funzioni di verità, viste come orpelli inutili.

Avremmo dunque a che fare con il cinismo utilitaristico più conclamato, dove ogni appello al vero e all’integrità sarebbe sconfitto in partenza dalle esigenze pragmatiche correnti.


C’è, tuttavia, temo una terza interpretazione, che fonde entrambe le precedenti. A metterci sulla buona strada è ancora una volta Cipolla, questa volta con la Terza Legge:

Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.”


Dovremmo fare spazio all’amara possibilità che l’abolizione di ogni criterio di verità, integrità, ragione nel nome di una concezione utilitaristica del vero (“Proclamo come vero ciò che mi serve”), abbia finito per creare le condizioni per la più perfetta stupidità: la stupidità in malafede, che avendo perduto ogni contatto con il vero e il reale non è più nemmeno in grado di percepire il proprio porco interesse.


Questo è il più grande dei pericoli, in cui se non mi inganno stiamo sguazzando: la presenza diffusa di un gran numero di persone disposte a mentire, distorcere, falsificare opportunisticamente, ma senza più nemmeno la capacità di percepire cosa sia nel loro, per quanto meschino, interesse.

Ecco a voi il Male.

Andrea Zhok, 25/8/2024

Professore associato di Filosofia Morale, Università degli Studi di Milano.

Fonte: https://t.me/andreazhok/450 https://t.me/andreazhok/451

NOTE

(1) = https://www.rt.com/russia/603039-us-behind-durov-arrest/

(2) = Ibidem

(3) = Ibidem

(4) = https://www.rt.com/news/603038-elon-musk-free-pavel-durov/

 

 

 

ARRESTO PAVEL DUROV, “È IN CORSO UNA CACCIA ALLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

Carlo Alberto Brusa, avvocato italiano che da diversi anni esercita la sua professione a Parigi, esprime le proprie opinioni a caldo sull’arresto del fondatore e proprietario di Telegram,

Pavel Durov: “La prima domanda da farsi è come mai una persona che sapeva dell’esistenza di un mandato di arresto nei suoi confronti sul territorio francese ha preso un aereo ed è atterrato a Parigi? Attualmente c’è una caccia alla libertà di espressione, abbiamo visto pochi giorni fa le minacce di Breton contro Musk e questo è un arresto molto strano”.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

Arrestato in Francia Pavel Durov, fondatore di Telegram. La dittatura stringe il cappio

Il 39enne Pavel Durov fondatore di Telegram sembra sia stato fermato all’aeroporto di Le Bourget, nei pressi di Parigi.

L’amministratore delegato del servizio di messaggistica criptata Telegram stava arrivando dall’Azerbaigian quando è stato raggiunto dai gendarmi della Gta (Air Transport Gendarmerie). Nei suoi confronti era stato spiccato un mandato di perquisizione dalla direzione nazionale della polizia giudiziaria francese emesso sulla base di un’indagine preliminare!

Sapete perchè? Secondo la magistratura, nel servizio di messaggistica non c’è moderazione e cooperazione con le forze dell’ordine e gli strumenti offerti (numero usa e getta, scambio di criptovalute, ecc.) rendono la piattaforma complice di attività illegali che vi si svolgono, dal traffico di droga alle frodi.

Bisogna ammettere che sono simpatici!

Telegram complice di attività illegali? Mentre tutti gli altri sono verginelli, vero?

WhatsApp figura intestato all’ebreo Zuckerberg quindi totalmente controllato. Cosa rimane? Appunto Telegram che ancora sfuggiva al controllo. Ma ancora per quanto dopo questo chiarissimo avvertimento?

In tempi non sospetti avevo detto che arriveranno a blindare anche Telegram. Qualsiasi spazio di libertà è veleno per il Sistema!!!

Speriamo che quel giorno non sia arrivato…

https://disinformazione.it/  24/8/2024

 

 

 

 

 

 

 

 

DALLA RETE

Vedi: DALLA  RETE: appuntamenti ed informazioni.

 

 

 

ANNO V DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE

 

 

 

Canale Telegram del “Gruppo Laico di Ricerca

https://t.me/gruppolaico

 

 

Vedi qui: INIZIATIVE E FIRME DI RESISTENZA

IMPORTANTI DOCUMENTI DA SCARICARE  QUI

 

 

Vedere con attenzione questi docufilm sui DANNI DELLO PSEUDO-VACCINO:  QUI

Invisibili – regia di Paolo Cassina:  https://playmastermovie.com/invisibili/

La Morte Negata – regia di Alessandro Amori:  https://playmastermovie.com/la-morte-negata/

Sospesi – regia di Marcello Rossi e Walter Zollino: https://www.buzzz.blog/buzzz-on-demand


Per altre testimonianze di danni dello pseudo-vaccino LEGGERE   QUI

912 studi scientifici sui danni del vaccino LEGGERE   QUI

 

 

MASCHERINA: ISTANZA DI AUTOTUTELA QUI

 

 

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