Articoli marcati con tag ‘antifascismo’

Ritorna dopo undici anni “Patrie smarrite – Racconto di un italiano” di Corrado Stajano, riproposto dal Saggiatore. Si legge d’un fiato, si legge sentendo che ogni parola è una trivella impegnata a cercare in profondità il carattere di un popolo che non sia solo quell’amalgama di opportunismo, servilismo, immobilismo, familismo con cui la maggioranza è traghettata dal fascismo alla Repubblica. Cambiando soltanto il colore della casacca. Leggi il resto di questo articolo »

Si susseguono gli episodi di esaltazione del fascismo e, a volte, affiorano persino simpatie neonaziste. Evidentemente rimangono ancorate al fondo della politica italiana nostalgie inestricabili rispetto a quel passato. Non per nulla per più di quarant’anni la repubblica democratica e antifascista ha tollerato l’esistenza di un partito dichiaratamente nostalgico come il Movimento Sociale di Giorgio Almirante, nonostante una chiara prescrizione costituzionale (la XII disposizione transitoria, tuttora valida), e la legge Scelba, introdotta nel 1952 in attuazione di quella norma della costituzione. Provvedimenti che vennero in seguito rafforzati dalla legge Mancino- Modigliani ( 1993) contro l’ “apologia del fascismo” e le manifestazioni razziste — nei confronti della quale la Lega Nord, nel 2014, ha presentato le firme per un referendum abrogativo. Leggi il resto di questo articolo »

Il 22 settembre 1970 muore a Torino, dopo una lunga malattia, PIETRO CHIODI (55 anni, nomi di battaglia Piero e Valerio) filosofo, docente universitario, Antifascista e Partigiano.

Chiodi nacque a Corteno Golgi, zona montana in provincia di Brescia, in una famiglia della piccola borghesia. Dopo le scuole elementari, che frequentò nel suo paese, si recò a Sondrio per le scuole superiori dove alcuni insegnanti lo avviarono alla studio della filosofia. Leggi il resto di questo articolo »

 

Gramsci al tempo della sua detenzione

Lettera inviata da ANTONIO GRAMSCI (1891- 1937) il 10 maggio 1928 alla madre, poco prima della sua condanna a 20 anni di reclusione, comminata dal Tribunale Speciale Fascista il 4 giugno 1928.  Fu in questa occasione che il pubblico ministero pronunciò una frase rimasta famosa: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». Gramsci morirà durante la detenzione.

 

Carissima mamma,

sto per partire per Roma. Oramai è certo. Questa lettera mi è stata data appunto per annunziarti il trasloco. Perciò scrivimi a Roma d’ora innanzi e finché io non ti abbia avvertito di un altro trasloco.

Ieri ho ricevuto un’assicurata di Carlo del 5 maggio. Mi scrive che mi manderà la tua fotografia: sarò molto contento. A quest’ora ti deve essere giunta la fotografia di Delio che ti ho spedito una decina di giorni fa, raccomandata. Leggi il resto di questo articolo »

Il 21 agosto del 1926 presso la foce del fiume Incastro ad Ardea (RM) viene trovato senza vita, forse suicida o ucciso, don GIUSEPPE FABRIZI (64 anni) presbitero, parroco di Ardea dal 1898 al 1906, contadino e Antifascista.

Don Giuseppe, nato a Genzano di Roma, tentò, nella dura situazione sociale e umana della Ardea di fine ‘800, di dare coscienza e dignità agli “ultimi” affermando con forza che la loro situazione di sfruttamento non era “volontà di Dio”, come una religiosità tradizionale aveva sempre detto.

Tentò di far ritornare il Vangelo ad essere come è: un annuncio di liberazione integrale dell’uomo. Tentò, finchè fu prete, di riinventare la figura di parroco al di là di essere un funzionario di devozioni.

Per questo venne espulso dalla chiesa cattolica, che lo definì “sovversivo”, ma continuò la sua appassionata lotta sociale per la terra di Ardea, tanto amata da lui ma che non lo capì mai totalmente.

Subì persecuzioni religiose e civili che lo portarono in carcere e perfino in manicomio. Don Giuseppe spese la sua vita con amore e

Lapide sulla tomba di don Giuseppe

dedizione, fu sempre dalla parte degli ultimi e dei rifiutati e lottò per una Chiesa dal volto diverso e più evangelico.

Nell’ultima parte della sua vita fu un acceso avversario del regime fascista appena iniziato e per questo venne minacciato molte volte.

Morì solo, come spesso muoiono i profeti, come Gesù di Nazareth che don Giuseppe amava nei tanti “poveracci” che aveva incontrato.

I resti di don Giuseppe riposano nel piccolo cimitero di Santa Marina ad Ardea.


Un video molto interessante di Patrizio Vichi, ricercatore e documentarista che risiede ad Aosta, ripercorre la coraggiosa e difficile vita di uomo e di prete di don Giuseppe, proponendo un’importante lettura sulle circostanze della sua morte.

Giuseppe Fabrizi, maestro e testimone di libertà

Ascolta e vedi QUI

 

 

Raccomandiamo di leggere:

Don Giuseppe Fabrizi: persecuzione di un prete

 

Vedete il nostro video  ” Il dovere della Memoria“: QUI

 

 

 

Il 20 febbraio 1993 muore a Roma dopo una lunga malattia LUCIANO BOLIS, letterato, politico, membro del Movimento Federalista Europeo, Antifascista, Azionista e Partigiano.

Bolis nacque a Milano nel 1918 in una famiglia della piccola borghesia e simpatizzante per il fascismo: infatti il padre lo portava spesso con sé alle conferenze dell’Istituto fascista di cultura e Luciano crebbe senza nessuna idea antifascista

Quando Bolis s’iscrisse all’Università di Pavia (dove si laureò in lettere e filosofia) cominciò a maturare politicamente e a partecipare ad alcune cospirazioni antifasciste distribuendo volantini e diffondendo opere letterarie vietate. I gruppi studenteschi milanesi e pavesi avevano inoltre preso contatti con UGO LA MALFA (1903- 1979) e FERRUCCIO PARRI (1890- 1981) che Bolis considererà un punto di riferimento etico-politico fondamentale della sua vita. Leggi il resto di questo articolo »

Il 3 settembre 1974 muore a Macchia di Spezzano Piccolo (Cosenza) dopo una breve malattia FAUSTO GULLO (87 anni) avvocato, politico, ministro, Antifascista e Padre Costituente italiano.

Gullo nacque nella frazione di Macchia del paese di Spezzano Piccolo (CS) in una colta famiglia della media borghesia dove ricevette una forte formazione laica e s’iscrisse al Partito Socialista Italiano in giovane età:  già dal 1907 divenne consigliere nel suo comune di nascita. Nel 1909 si laureò in giurisprudenza a Napoli divenendo poi avvocato. Leggi il resto di questo articolo »

Il 25 agosto del 1944 muore a Ravenna impiccato da un reparto di militi fascisti UMBERTO RICCI (22 anni, nome di battaglia Napoleone) studente e Partigiano. Leggi il resto di questo articolo »

IL POTERE dei monumenti appare oggi inversamente proporzionale al potere della politica. Lo suggeriscono le dichiarazioni con cui vari esponenti del Partito democratico propongono di cancellare le iscrizioni dei monumenti fascisti. Ieri il deputato Emanuele Fiano ha espresso il suo consenso (poi derubricato a una meno impegnativa neutralità) rispetto alla proposta di Luciano Violante di abradere la scritta «Mussolini Dux» dall’obelisco del Foro Italico.

Il parallelo con quanto accade negli Stati Uniti non regge. Lì a chiedere, o ad attuare, l’abbattimento delle statue dei generali sudisti e dei politici schiavisti è una agguerrita opposizione civica che contesta un presidente che, in modo inaudito, simpatizza con quella terribile storia. È Trump, insomma, ad aver ridato forza e vita a quelle statue: e chi le abbatte cerca di abbattere Trump, almeno in effigie. Un fenomeno comprensibile, anche se pieno di contraddizioni e di pericoli, come ha ben spiegato Ian Buruma. Leggi il resto di questo articolo »

 

Gaetano Salvemini

… Molte volte per spiegare, o peggio ancora per giustificare, gli spropositi e le porcherie fatti ieri e oggi dai politicanti italiani di ogni denominazione, si ripete che “gli italiani son fatti così” e la botte non può dare che il vino che ha. Giolitti ai suoi tempi diceva che il popolo italiano era gobbo e – lui – non poteva fare a un gobbo altro che un abito da gobbo. E certo il popolo italiano era gobbo.

Ma Giolitti invece di tentare quanto sarebbe stato possibile per farlo, non dico dritto come un fuso, ma un gobbo meno gobbo di quanto egli aveva trovato, lo rese più gobbo di quanto fosse prima. Poi venne Mussolini e disse che il popolo italiano era buono a nulla. Poi sono venuti molti – troppi – antifascisti e anch’essi dicono che il popolo italiano è fatto così. Dove tutti sono responsabili, nessuno è responsabile… Leggi il resto di questo articolo »

La voglia di fascismo? È indole italica, ci conosciamo: tanti, piccoli capetti. Sta dilagando e non ci cambierà una legge.

Allarme (non più All’armi) siam fascisti! Come può essere capitato? A noi (pardon), noi italiani democratici che abbiamo scritto la Costituzione vietando al partito che fu di Mussolini di rinascere. “L’Espresso” ci fece una copertina qualche settimana fa . C’erano Grillo, Salvini e Berlusconi con fez e manganello. Tempesta di critiche. E avevano ragione (a propria insaputa) i lettori (di destra) che ci hanno ricoperti di insulti. Non dovevamo disegnare solo loro, ma gli italiani: il popolo nato con la camicia (nera) convinto di avere fatto i conti con la propria indole, prima ancora che con la storia, a suon di leggi e divieti. Leggi il resto di questo articolo »

Il 29 agosto del 1944  muore fucilato dai nazifascisti a Laiano di Filettole (Pisa) don LIBERO RAGLIANTI (29 anni) presbitero, Partigiano e Antifascista.

Raglianti nacque a Cenaia (PI) in una famiglia contadina, entrò in seminario e venne ordinato sacerdote nel 1938 poi dal 1940 al 1944 fu giovanissimo parroco della Pieve di Valcastello (Pisa).

Era uomo d’azione, estremamente sincero e aveva mal sopportato da sempre il regime fascista: in molte occasioni aveva coraggiosamente espresso le sue critiche durante le omelie. Subito dopo l’8 settembre 1943 iniziò un’attiva collaborazione con la Resistenza tanto da meritare la qualifica di partigiano combattente nella formazione Bandelloni attiva sul confine della Linea Gotica delle Alpi Apuane in Toscana. Leggi il resto di questo articolo »

Di certo non era sua intenzione, ma l’articolo di Antonio Padellaro, (Il Fatto Quotidiano, 14 luglio 2017) pare un invito alla rassegnazione di fronte all’avanzata del fascismo del terzo millennio. “Il fascismo del presente, osserva Padellaro, vive e lotta a pieno titolo nelle istituzioni democratiche”, e dunque, “vorremmo chiedere pacatamente a Fiano come sia possibile oggi impedire ai corpi militarizzati di Casa Pound di esibire labari e braccia tese nelle sfilate per le strade di Roma o di Milano”.

Ha un senso, si chiede Padellaro, chiudere la stalla quando i buoi sono scappati da quel dì, e ci riferiamo ai tanti giovanotti e giovanotte che in quei lugubri raduni inneggiano al duce senza averne la minima cognizione storica?”. Non solo ha un senso, ma è dovere preciso di chi governa e di chi ci rappresenta rispettare il dettato esplicitamente antifascista della nostra Costituzione, e dotare la Repubblica delle leggi necessarie per cacciare in carcere chiunque esibisca un simbolo fascista o saluti romanamente. Non farlo vorrebbe dire ripetere un errore simile a quello di quell’inetto di re Vittorio Emanuele III che rifiutò di firmare la dichiarazione dello stato di guerra per fermare la marcia su Roma. Leggi il resto di questo articolo »

Il 18 luglio 1956 muore a Modena dopo una breve malattia FERRUCCIO TEGLIO (73 anni) ragioniere, politico socialista, sindaco e Antifascista.

Ferruccio Teglio nacque a Modena nella famiglia ebraica di un rabbino, fece studi di ragioneria e fu assunto in una banca; ancora diciassettenne s’iscrisse al Partito Socialista Italiano dove maturò la convinzione che occorreva lottare per progredire e conquistare i diritti sociali. Si sposò ed ebbe un figlio (raffigurato nella foto). Leggi il resto di questo articolo »

IL FASCISMO non è mai morto. Rappresenta il bisogno di certezza comunitaria e gerarchica in una società individualistica. E nonostante i simboli sbandierati, non è un ritorno al passato. L’ombra del fascismo si stende sulla democrazia, anche quando, come la nostra, è nata nella lotta antifascista.

La ragione della sua persistenza non può essere spiegata, semplicisticamente, con il fatto che non ci sia sufficiente radicamento della cultura dei diritti. Si potrebbe anzi sostenere il contrario. Ovvero, che sia proprio la vittoria della cultura dei diritti liberali (e senza una base sociale che renda la solitudine dell’individuo sopportabile) ad alimentare il bisogno di identità comunitaria. Leggi il resto di questo articolo »

NOSTALGIA del fascismo? Gli episodi degli ultimi tempi, dal raduno con braccia tese nel saluto romano al cimitero monumentale di Milano alla lista ispirata palesemente al fascismo nel comune mantovano di Sermide fanno pensare ad un ritorno di fiamma del passato. La realtà è più sfumata. Per prima cosa non si può dimenticare che, fino a vent’anni fa, c’era un partito al governo — Alleanza Nazionale — che affondava le proprie radici, non del tutto recise, nel (neo)fascismo. Infatti, quando Gianni Alemanno diventò sindaco di Roma nel 2008 fu salutato al Campidoglio da un manipolo di camerati con il saluto romano. E un beniamino dei tifosi della Lazio andò alla curva dello stadio per festeggiare il goal con la stessa modalità nostalgica (ovviamente senza nessuna sanzione). Leggi il resto di questo articolo »

Il 10 giugno 1924 muore a Roma ucciso a pugnalate in un agguato fascista GIACOMO MATTEOTTI (39 anni)  politico, giornalista, segretario del Partito Socialista Unitario e attivista Antifascista.

Quel giorno Matteotti uscì di casa, nel quartiere Flaminio a Roma, per recarsi alla Camera dei Deputati. Sotto casa in lungotevere Arnaldo da Brescia una squadra di cinque fascisti guidata da Amerigo Dumini prelevò con forza Matteotti  per condurlo in una macchina dove fu picchiato e accoltellato a morte per poi essere seppellito in un bosco a 25 chilometri da Roma. Soltanto il 16 agosto il corpo di Matteotti verrà rinvenuto presso il bosco della Quartarella a Riano sulla via Flaminia. Leggi il resto di questo articolo »

Il 9 giugno 1937 a Bagnoles-de-L’Orne (Francia) muoiono uccisi a colpi di rivoltella e di pugnali in un agguato CARLO (38 anni) e NELLO (37 anni) ROSSELLI. Carlo fu storico, giornalista, politico e cofondatore del movimento antifascista “GIUSTIZIA E LIBERTA’”. Nello fu storico, giornalista e Antifascista.

I due Fratelli vennero uccisi a Bagnoles-de-L’Orne (stazione termale nella Bassa Normandia francese) da un gruppo di sicari appartenenti alla “Cagoule” un’organizzazione politica di estrema destra francese  che aveva legami col fascismo italiano. L’ordine di ucciderli venne molto probabilmente soprattutto da parte di Galeazzo Ciano.

Nel giugno 1937 Carlo soggiornava a Bagnoles-de-l’Orne per delle cure termali dove fu raggiunto dal fratello Nello: il 9 giugno mentre entrambi i Fratelli erano in automobile con un pretesto vennero fatti scendere  e poi colpiti da raffiche di pistola. Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con un pugnale. I corpi vennero trovati due giorni dopo e i colpevoli dopo numerosi processi riusciranno quasi tutti ad essere prosciolti. Leggi il resto di questo articolo »

Il 30 maggio del 1944 muore a Roma a causa delle gravi ferite inferte in un agguato fascista della banda Koch EUGENIO COLORNI ( 35 anni) filosofo, giornalista, politico socialista, europeista, Antifascista e Partigiano. Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 maggio 1937 muore a Barcellona ucciso da sicari comunisti stalinisti del PSUC CAMILLO BERNERI (40 anni) filosofo, scrittore e Anarchico Antifascista.

Berneri nacque a Lodi in una famiglia della media borghesia dove la madre, insegnante elementare e convinta socialista, ebbe un grande influsso su di lui. Egli fu una delle più importanti figure intellettuali e militanti che il movimento anarchico italiano espresse nel periodo convulso e drammatico degli anni 20 e 30.

Fu negli organismi direttivi dell’Unione Anarchica Italiana (UAI) durante il Biennio Rosso (termine con cui viene comunemente indicato il periodo della storia italiana compresa fra il 1919 e il 1920 caratterizzata da una serie di lotte operaie e contadine che ebbero il loro culmine e la loro conclusione con l’occupazione delle fabbriche del settembre 1920), fu protagonista di “Lotta Umana” (testata erede dell’UAI in esilio nel ’27-28), diresse “L’Umanità Nova” di Puteaux ( comune francese), nel ’32 fu il principale animatore del più importante Convegno degli anarchici italiani esiliati in Francia, nel 1935 fu il punto di riferimento degli anarchici italiani che combatterono in Spagna durante la guerra civile di Spagna del 1936-37. Leggi il resto di questo articolo »

Il 4 maggio del 1944 muore fucilato da militi fascisti su una strada presso Bardi (Parma) GIORDANO CAVESTRO (18 anni, nome di battaglia Mirko) studente, Antifascista e Partigiano.

Cavestro nacque a Parma in una famiglia legata ad ideali comunisti e già a 15 anni, studente di scuola media, redige e distribuisce, con alcuni suoi compagni, un giornalino clandestino antifascista. Dopo l’8 settembre 1943, Cavestro e il suo nucleo di giovani antifascisti diventò il centro organizzativo e propulsore del Fronte della Gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà e delle prime attività partigiane nella zona di Parma. Leggi il resto di questo articolo »

Il 1 maggio 1976 muore ad Atene in un incidente automobilistico ALEXANDROS PANAGULIS (37 anni, detto Alekos) ingegnere, ufficiale, politico, Resistente e poeta greco.

Panagulis (considerato un eroe nazionale della Grecia moderna) fu un intellettuale e attivista per la democrazia e i diritti umani e rivoluzionario in lotta anche armata contro la dittatura greca dei colonnelli (1967- 1974). Nel 1968 organizzò un attentato contro il dittatore Georgios Papadopoulos e per questo venne perseguitato torturato e imprigionato a lungo fino alla sua liberazione nel 1973 dopo una mobilitazione internazionale.

Seguì un periodo d’esilio in Italia fino a quando nel 1974  divenne deputato al parlamento greco per il partito liberaldemocratico Unione di Centro e morirà due anni dopo in un misterioso incidente stradale mentre stava indagando sui rapporti segreti intrattenuti da alcuni membri del nuovo governo democratico con i militari all’epoca del regime. Leggi il resto di questo articolo »

Il 29 aprile del 1944 muore fucilato da un plotone della PAI italiana a Forte Bravetta (Roma) PIETRO BENEDETTI (41 anni) ebanista, Antifascista e Partigiano.

Benedetti nacque ad Atessa (Chieti) e fin da giovane divenne socialista; nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia di Atessa e ne divenne in breve segretario della sezione locale.

Nel dicembre del 1925 Benedetti si recò in Francia come delegato dell’Abruzzo al III Congresso del partito Comunista a Lione e venne fermato al confine. Fu trovato in possesso di un passaporto falso, arrestato e restò in carcere per tre mesi.

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Il 27 aprile del 1937 muore a Roma, dopo una lunga malattia aggravata dalla carcerazione che subiva da molti anni ANTONIO GRAMSCI (46 anni) filosofo, politico, giornalista, linguista e Antifascista.

Gramsci fu tra i fondatori nel 1921 del Partito Comunista d’Italia ed uno dei più grandi pensatori del 900. I suoi scritti hanno dato una svolta fondamentale alla tradizione filosofica marxista e attraverso la sua analisi culturale politica elaborò il concetto di egemonia con la quale le classi dominanti impongono i propri valori politici intellettuali e morali a tutta la società affinchè  il loro  potere risulti condiviso da tutte le classi sociali comprese quelle subalterne. Leggi il resto di questo articolo »

Il 12 aprile del 1959 muore dopo una breve malattia a Bozzolo (Mantova) PRIMO MAZZOLARI (69 anni) presbitero, scrittore, Antifascista e Partigiano.

Don Mazzolari nacque a Cremona in una famiglia contadina e fin da giovane matura alcune idee sulla Chiesa e sulla società che avrebbe mantenuto negli anni della maturità: la fiducia accordata alla modernità (in antitesi alla visione che di essa aveva dato il mondo cattolico intransigente), il suo patriottismo di ispirazione risorgimentale e democratica, l’affermazione della propria libertà di coscienza.

Mazzolari divenne presbitero nel 1912 e dopo una breve esperienza pastorale in piccole parrocchie del cremonese, allo scoppio della Prima guerra mondiale, si arruola volontario come soldato della Sanità. Leggi il resto di questo articolo »

Il 7 aprile del 1926 muore in un ospedale di Cannes (Francia) per le gravi conseguenze fisiche subite dopo le bastonature da parte dei fascisti GIOVANNI AMENDOLA (44 anni) politico, giornalista, accademico e Antifascista.

Amendola nacque a Napoli nella famiglia di un carabiniere con cinque figli e presto si trasferì a Firenze e poi a Roma. A quindici anni s’iscrisse alla gioventù socialista. La repressione ordinata dal governo nel 1898 impose lo scioglimento di molte sedi socialiste in tutta Italia e Amendola venne arrestato per aver voluto impedire la chiusura della sede romana. Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 aprile del 1944 muore fucilato nel poligono di tiro del Martinetto di Torino dalla Guardia Nazionale della RSI  PAOLO BRACCINI (36 anni, nome di battaglia Verdi) docente universitario, medico veterinario, Antifascista, Azionista e Partigiano.

Braccini nacque a Canepina  (VT) in una famiglia di profonde convinzioni socialiste ( il padre era amico di GIACOMO MATTEOTTI) e sviluppò presto un forte sentimento antifascista. Laureatosi in agraria nel 1930 all’Università degli studi di Milano nel 1931 è chiamato alle armi. Leggi il resto di questo articolo »

Il 24 marzo 1944 muore a Roma ucciso dalle SS tedesche presso le Fosse Ardeatine PILO ALBERTELLI (36 anni), insegnante, filosofo, Azionista, Antifascista e Partigiano.

Albertelli nacque a Parma nella famiglia di un ingegnere e deputato socialista, ultimo di tre figli ( i due fratelli diverranno un ingegnere, Nullo, e un violoncellista celebre, Ippolito Nievo). Il padre aveva scelto di chiamare i figli con i nomi di grandi protagonisti del Risorgimento: Pilo prese il nome da ROSOLINO PILO (1820- 1860), Patriota risorgimentale siciliano.

Il padre Guido sfuggì ad un attentato fascista nei primi anni del fascismo e il suo studio venne distrutto dagli squadristi per cui la famiglia fu costretta a trasferirsi a Roma. Pilo s’iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia presso la Sapienza, l’Università di Roma, ed ebbe tra i suoi insegnanti l’allora giovane filosofo GUIDO CALOGERO (1904- 1986) e la sua ottima applicazione agli studi gli guadagnò la stima del filosofo di regime Giovanni Gentile. Leggi il resto di questo articolo »


Il 24 febbraio 1945 viene ucciso a Milano da militi delle Brigate Nere mentre si sta recando ad un appuntamento EUGENIO CURIEL (33 anni) fisico, docente universitario, Antifascista e Partigiano.

Curiel nacque a Trieste in un’agiata famiglia ebrea e conseguì con un anno d’anticipo la licenza liceale. Di ingegno vivacissimo aveva frequentato per volere del padre il primo biennio di Ingegneria a Firenze. Si era poi iscritto al Politecnico di Milano ma lo aveva lasciato per tornare a Firenze a seguire i corsi di Fisica. Completò questi studi nell’università di Padova laureandosi a pieni voti ed era destinato ad essere un prestigioso ricercatore fisico. Dal 1934 insegnò meccanica razionale nella stessa università.

Si diede tra il 1933 e il 1934 anche agli studi filosofici ed approdò non senza un processo critico al marxismo. Nel 1937 assunse la responsabilità della pagina sindacale del “”, il giornale universitario di Padova. Ma quell’impegno nella “attività legale” durò poco. Intanto nel 1936 prese contatto con il Centro estero del Partito comunista, a Parigi. Leggi il resto di questo articolo »

Il 15 febbraio 2019 muore a Roma dopo un incidente fortuito ADRIANO OSSICINI (98 anni) psichiatra, accademico, politico, ministro, Antifascista e Partigiano italiano.

Ossicini nacque a Roma nella famiglia, di estrazione cattolica,  di un avvocato con otto figli. La madre fu un’attiva partecipante della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) e il padre Cesare fu tra i fondatori, nel 1919, del Partito Popolare Italiano di don LUIGI STURZO (1871- 1959) e attivo membro di molte associazioni cattoliche. Ma soprattutto fu un deciso Antifascista e a questo educò i suoi figli. Leggi il resto di questo articolo »

Il 15 febbraio 1926 muore a Neuilly-sur-Seine (Francia) per le conseguenze di  feroci aggressioni fasciste PIERO GOBETTI (25 anni) politico, scrittore, giornalista ed uno dei più importanti Antifascisti.

Gobetti, figlio unico,  nacque a Torino da una famiglia di estrazione contadina e che svolgeva una piccola attività commerciale. Mostrò da subito una forte precocità intellettuale e fin dai tempi del liceo classico, che frequenta a Torino, matura un profondo senso della Patria grazie all’incontro con ottimi professori ( come AUGUSTO MONTI, 1881- 1966) e soprattutto con GAETANO SALVEMINI (1873- 1957).

Gobetti appariva serio ma non pedante, anzi esuberante e così si descrisse del 1922:

“Credo di poter riconoscere le mie qualità più innate in una fondamentale aridezza e in una inesorabile volontà. […] Ho l’anima e l’inquietudine di un barbaro, con la sensibilità di un cinico; la storia non mi ha dato eredità di sorta; l’ambiente in cui son vissuto non mi ha offerto comunicazioni, non ha alimentato i miei problemi; non devo nulla a nessuno. […] Cinico perché arido, forte perché solo e spregiudicato” Leggi il resto di questo articolo »

Il 9 febbraio 1967 muore a Roma dopo una breve malattia ERNESTO ROSSI (70 anni) politico, Antifascista, Azionista e giornalista economista.

Rossi fu figura centrale del Partito d’Azione e del Partito Radicale dei primi anni. Con ALTIERO SPINELLI (1907- 1986) ed EUGENIO COLORNI ( 1909- 1944) fu tra i principali promotori del federalismo europeo e con loro condivise la stesura del Manifesto di Ventotene (1944) considerato la sua opera più importante e il suo testamento morale.

Rossi nacque a Caserta, nella famiglia di un ufficiale che fu trasferito a Firenze nel 1899, e si formò negli ambienti democratico-liberali fiorentini. Partecipò da volontario alla Prima guerra mondiale comportandosi valorosamente. Nel 1919 s’iscrisse a giurisprudenza all’Università di Siena e si laureò nel 1920. Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 febbraio 1944 muore nel carcere di Regina Coeli (Roma), per le conseguenze delle torture subite, LEONE GINZBURG (35 anni) letterato, Antifascista, Azionista e Partigiano.

Ginzburg nacque ad Odessa (Ucraina) in una famiglia ebraica colta e agiata. Dal punto di vista religioso i genitori erano rispettosi di una tradizione ebraica priva di dogmi mentre Leone si sarebbe sempre considerato un “libero pensatore”. Presso la famiglia viveva dal 1902, come istitutrice, l’italiana Maria Segre che insegnò a Leone ed ai suoi due fratelli il francese e l’italiano e favorì rapporti con l’Italia fin dal 1910.

Tra il 1914 e il 1919 Ginzburg studiò in varie città italiane e nel 1920 si stabilì a Torino. Nel 1921 i Ginzburg si spostarono ancora una volta: andarono a Berlino dove il padre aveva avviato una nuova società commerciale assieme a un amico. Nell’autunno 1923, mentre il padre restava in Germania per lavoro, la famiglia ritornò a Torino e tra il 1924 e il 1927 Ginzburg concluse gli studi laureandosi in Lettere Moderne. Leggi il resto di questo articolo »

Il 1 febbraio 1945 muore fucilato dai tedeschi a Tarcento (Udine) BRUNO FRITTAION ( 19 anni, nome di battaglia Attilio) studente e Partigiano.

Frittaion era nato a San Daniele del Friuli (Udine) e, studente del III corso di avviamento professionale, sin dal 1939 si dedicò alla costituzione delle prime cellule comuniste nella zona di San Daniele. Fu quindi per lui naturale, dopo l’8 settembre del 1943, abbandonare i banchi della scuola che frequentava e darsi alla macchia, unendosi ai partigiani del Battaglione “Pisacane” della Brigata Garibaldi “Tagliamento” e prendendo parte a tutte le azioni militari.

Dopo breve tempo Frittaion divenne il vicecommissario politico di un distaccamento del Battaglione “Silvio Pellico“, con il quale combatté sino al dicembre del 1944. Purtroppo venne catturato il 15 dicembre 1944 da elementi delle ss italiane, in seguito a una delazione, mentre con il compagno ADRIANO CARLON si trovava nella casa di uno zio per predisporre i mezzi per una imminente azione. Leggi il resto di questo articolo »

Il 30 gennaio 1944 muore a Reggio Emilia fucilato da fascisti della GNR don PASQUINO BORGHI (41 anni, nome di battaglia Albertario) presbitero, Antifascista e Partigiano.

Borghi nacque a Bibbiano (RE) in una famiglia contadina  ed entrò in  seminario a 12 anni. Tra il 1923 e il 1924 prestò servizio militare e alla fine della leva scelse di diventare missionario comboniano. Nel 1929 pronunciò i voti perpetui e venne ordinato sacerdote. Nel 1930 partì per una missione nel Sudan anglo-egiziano. Rientrato per motivi di salute, nel 1938 entrò nella Certosa di Farneta (Lucca) e prese i voti di certosino. Leggi il resto di questo articolo »

Il 25 gennaio del  1945 viene uccisa a Fosdondo (RE) con due colpi d’arma da fuoco sparati alla bocca e alla testa da un reparto nazifascista VANDINA SALTINI (37 anni, nome di battaglia Vandina) contadina, Staffetta partigiana comunista, Antifascista e attivista del movimento femminile.

Il 25 gennaio del 1945 viene ucciso a Fosdondo (RE) da un reparto nazifascista VITTORIO SALTINI (41 anni, nome di battaglia Toti) contadino, attivista e dirigente locale comunista, Antifascista e Partigiano. Leggi il resto di questo articolo »

Il 20 gennaio 1944 muore ucciso da tedeschi in battaglia presso Monte Torre Maggiore vicino Terni GERMINAL CIMARELLI ( 33 anni) operaio, Antifascista e comandante di una formazione partigiana garibaldina.

Cimarelli nacque a Terni in una famiglia di estrazione popolare e iniziò a lavorare molto giovane come operaio tracciatore presso le Acciaierie di Terni avvicinandosi alle idee socialiste e nel 1932 al Partito Comunista d’Italia clandestino. Nel 1934 militava pienamente nel ristretto gruppo comunista ternano anche se era stato iscritto d’ufficio ai fasci giovanili e, dal maggio 1934, al Partito nazionale fascista.

Nonostante questo, Cimarelli veniva vigilato continuamente dalla polizia in quanto considerato seguace delle idee comuniste: infatti Cimarelli era un attivo propagandista all’interno delle Acciaierie e più volte venne fermato e diffidato. Il 25 agosto 1936 venne arrestato con altri operai, perchè implicato nella diffusione di manifestini sovversivi inneggianti ai Repubblicani spagnoli e alla vittoria del proletariato, e condannato a cinque anni di confino di polizia alle isole Tremiti. Leggi il resto di questo articolo »

Il 18 gennaio 2016 muore a Torino dopo una breve malattia MASSIMO OTTOLENGHI (100 anni, nome di battaglia Bubi) avvocato, magistrato, scrittore, Partigiano, Azionista e Antifascista.

Ottolenghi nacque a Torino in una famiglia ebraica della buona borghesia locale: il padre era docente di diritto internazionale e amico di Luigi Einaudi ( futuro presidente della Repubblica dal 1948) e venne espulso dall’università di Torino dopo l’approvazione delle leggi razziali, nel 1938. Per questo fatto, Ottolenghi, che già aveva conosciuto l’antifascismo in famiglia, rafforzò ancora di più le sue convinzioni. Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 gennaio 1937 muore in combattimento ad Algora (Spagna) GUIDO PICELLI (47 anni) orologiaio, attore, politico, Ardito del popolo, volontario in Spagna e Antifascista.

Picelli nacque a Parma in una famiglia umile e cominciò giovanissimo ad apprendere il mestiere di orologiaio. A 17 anni decise di seguire una compagnia di attori girovaghi ma la sua forte opposizione al fascismo e l’impegno politico militante cominceranno da subito ad occupare la sua vita anche se l’amore per il teatro non verrà mai meno. Si iscrisse al Partito socialista italiano e, con l’entrata dell’Italia nella Prima Guerra mondiale, si arruolò volontario nella Croce Rossa perchè convinto neutralista.

Picelli venne ugualmente spostato in fanteria come sottotenente di complemento e l’esperienza del fronte, che gli varrà una medaglia di bronzo al valore, lo porterà ad acquisire doti organizzative e militari che rivelerà durante le Barricate antifasciste del 1922. L’esperienza della guerra infiammò l’impegno politico di Picelli e, dal primo dopoguerra, divenne promotore e protagonista a Parma di una sezione della Lega proletaria adoperandosi per l’assistenza agli ex combattenti e alle loro famiglie. Leggi il resto di questo articolo »

Il 4 gennaio 1975 muore a Roma dopo una lunga malattia CARLO LEVI (73 anni) scrittore, pittore, politico, giornalista, medico, Antifascista e Azionista.

Levi nacque a Torino in un’agiata famiglia ebraica e fin da ragazzo si dedicò con passione alla pittura che coltiverà per tutta la vita anche con importanti successi. Nel 1917 si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Torino e dal 1918 entrò in rapporto con PIERO GOBETTI facendo parte del suo gruppo che mirava alla “Rivoluzione liberale”. Scriverà:

“Scrivere di Piero Gobetti, significa, per noi della nostra generazione, fare della autobiografia”

Levi si laureò in Medicina divenendo per alcuni anni assistente presso la  Clinica medica dell’Ateneo torinese e fece dei viaggi a Parigi in cui decise di dedicarsi definitivamente alla pittura. Dal 1931 partecipò al movimento antifascista ‘Giustizia e Libertà’, fondato a Parigi da CARLO ROSSELLI nel 1929, e scrisse  per lo stesso vari saggi.  Ciò causò il suo primo arresto per due mesi nel 1934.  Al secondo arresto, nel maggio 1935, seguì  la condanna al confino in Lucania. Leggi il resto di questo articolo »

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