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La testimonianza di una giornalista ( Sandra Bonsanti, presidente dell’associazione Libertà e Giustizia) sempre in lotta contro il perverso intreccio di potere e di interessi che ha insidiato la democrazia dagli anni Settanta a oggi. Intreccio che, come dimostra l’autrice raccontando i protagonisti di quel tempo e gli episodi vissuti direttamente, ha fatto perdere la visione d’insieme della società come idea di “bene comune”. “Eppure c’è chi, anche in buona fede, è convinto che sia meglio non sapere come sono andate le cose… Costoro chiedono semplicemente di partecipare al ‘gioco’, il ‘gioco grande del potere’, per dirla con le parole di Giovanni Falcone.”
“Nell’esercizio di memoria che Sandra Bonsanti ci propone sono ripercorse le tappe principali della storia nichilista e criminale del rapporto potere-denaro svoltosi negli ultimi decenni e nascosto sotto il manto della democrazia. Se la politica non si rianima e se i suoi protagonisti – partiti, forze culturali e sociali – restano inerti, la partita è persa. Ma, si dirà, dove trovare le ragioni della riscossa democratica? La risposta è chiara: nella Costituzione.” (dalla postfazione di Gustavo Zagrebelsky)
di Sandra Bonsanti, ed. Chiarelettere 2013, € 12,90
L’assassinio di Pier Paolo Pasolini avvenuto nella notte tra il primo e il due novembre del 1975, all’Idroscalo di Ostia, diede inizio ad una serie di inquietanti interrogativi. In questo romanzo Sergio Anelli proietta il lettore nel clima in cui si verificò il delitto, sia per ciò che concerne le indagini, sia per approfondire il senso di quella violenta e tragica scomparsa. Due protagonisti, una giovane assistente di regia sul set di “Salò” e un giornalista francese, attraverso l’analisi dei fatti, di avvenimenti e di dati, totalmente e assolutamente autentici, dipanano la matassa complessa delle ragioni, degli odi e delle convenienze del Palazzo, che portarono a morte il poeta. L’esito è quello illuminante della presa di coscienza che con la scomparsa di Pasolini, profeta tanto lucido quanto inattuale, finiva una fase della nostra Storia e si affermava quella linea civile, politica, persino umana che caratterizza la nostra società negli anni di fine e inizio millennio. ( dal risvolto di copertina).
Sergio Anelli scrive un’opera fondamentale sul caso Pasolini e lo fa con l’esperienza acquisita dopo anni di “letteratura realtà”, composta di romanzi a metà strada tra narrazione, documento, atti processuali, fatti storici, testimonianze e personaggi desunti dalla storia. Il libro si muove intorno al corpo di Pasolini – trucidato come una vittima del suo Salò – in un campo di calcio di periferia, uno di quei campetti sterrati che era solito frequentare, dopo un rapporto non consumato con uno dei suoi amati ragazzi di vita. Pasolini che aveva capito il triste futuro italiano in anticipo, il tormentato e visionario profeta che aveva previsto la cultura della televisione, il consumismo, i riti di massa nei supermercati, il nuovo fascismo in doppio petto e sorrisi, il conformismo nel vestire e nel parlare. E questo suo capire era un pericolo assoluto per chi gestiva nell’ombra il nostro drammatico presente e futuro: Pasolini stava scrivendo, infatti, Petrolio, romanzo trafugato e distrutto dai servizi segreti, uscito postumo ma privo di almeno duecento pagine, le parti più scottanti in cui per primo metteva in luce trame segrete che avremmo scoperto a fatica solo molti anni dopo.
Così spiega il perché della scelta di un argomento talmente scomodo lo stesso Anelli: “Ho amato molto Pasolini. Già da ragazzo leggevo le sue poesie su “Vie nuove”, che io avvicinavo a Pascoli e Leopardi. E poi era un eretico, lo sono un po’ anch’io, tanto che fu espulso dal Pci per il suo modo di spiazzare tutti. È vero, nel ’68 disse che era dalla parte dei poliziotti, ma chi erano i contestatori? Ferrara, Liguori, Feltri… Aveva un’incredibile capacità di previsione. Io ho voluto non tanto andare a trovare le prove, quanto scrivere la portata della morte di quest’uomo e il senso di un personaggio così complesso. L’omicidio di Pasolini non lo si vuole risolvere, ci sono ancora i testimoni in grado di ricostruire la vicenda, ma nessuno lo vuole fare.” Una lenta uccisione di Pasolini cominciata già negli anni cinquanta attraverso una persecuzione continua, culminata all’Idroscalo di Ostia e che prosegue fino ad oggi nel tentativo di offuscare le sue lucide previsioni e la sua portata etica anche attraverso il ridurre Pasolini ad un fenomeno letterario o di costume.
Un libro estremamente prezioso che nella forma di un romanzo avvince e ci mette a disposizione tutto ciò che sul delitto è stato scoperto fino ad oggi. Ma soprattutto un romanzo-realtà che aiuta ancora di più a comprendere la grandezza della figura di Pasolini e del suo desiderio di aiutarci a crescere in consapevolezza e senso critico e quanto sia tragica la storia del nostro Paese.
di Sergio Anelli, ed. Aragno 2011, € 15,00
vedi: 5 marzo 2012. Pasolini compie 90 anni.
UNA LUNGA INCOMPRESIONE. Pasolini fra destra e sinistra.
L'ULTIMA INTERVISTA DI PASOLINI
2 novembre 2011. PIER PAOLO PASOLINI