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Il 23 dicembre 1946 muore a Baucina (PA) ucciso con cinque colpi di pistola sparati da un gabellotto mafioso NICOLO’ AZOTI (37 anni) ebanista, sindacalista CGIL e segretario della Camera del Lavoro locale.
Azoti, falegname ebanista, nei difficili anni del dopoguerra cominciò ad interessarsi fortemente alle misere condizioni dei contadini ed iniziò ad organizzarli nella Cgil per battersi per la riforma agraria e provare ad applicare le disposizioni fissate dai decreti Gullo del 1944 che, attraverso l’abolizione del latifondo e il superamento delle condizioni di povertà dei contadini, tentavano di rimettere in discussione il sottosviluppo del nostro mezzogiorno.
Divenne quindi segretario della Camera del lavoro di Baucina, fondò l’ufficio di collocamento e progettò la costituzione di una cooperativa agricola. Tutto questo rese inevitabile lo scontro con gli interessi degli agrari. Come sempre avviene in questi casi, in un primo momento ad Azoti venne proposto di “lasciar perdere” in cambio di vantaggi personali, poi, dopo il rifiuto, alle minacce seguì l’agguato: la sera del 21 dicembre 1946, fu colpito da 5 colpi di pistola sparategli alle spalle.