Articoli marcati con tag ‘Porta Pia’
Per una sera abbiamo provato ad aprire una breccia nel muro del conformismo clericale, nella parete dell’indifferenza che ci circonda e parlare della Breccia di Porta Pia del 20 settembre del 1870 di cui, quest’anno, ricorre il 140° anniversario. Abbiamo provato a farlo in un incontro proposto oggi presso lo chalet della LIPU di Ostia, il Centro Habitat Mediterraneo, vicino al Porto Turistico. Ringraziamo la squisita ospitalità di questo Centro che si occupa di difendere, curare e far conoscere gli uccelli proprio accanto al Parco Letterario dedicato a Pier Paolo Pasolini, nel luogo dove venne barbaramente ucciso e dove siamo stati la sera del 5 novembre per celebrare i 35 anni della sua morte. Leggi il resto di questo articolo »
Roma, 20 settembre 1870. Il generale Cadorna ordina il bombardamento delle mura pontificie in un punto vicino a Porta Pia: pochi minuti e si forma una breccia, attraverso la quale l’esercito italiano può entrare nella città che da più di un millennio è sotto il potere assoluto della Chiesa cattolica. Un evento che corona la lotta per l’unificazione e l’indipendenza d’Italia, ma apre anche una serie di problemi e questioni che rimarranno a lungo a condizionare la vita, non solo politica, del popolo italiano. Poco rilevante dal punto di vista militare, data la decisione papale di non opporre che una resistenza simbolica all’invasione, la breccia di Porta Pia rimane uno dei momenti fondamentali della storia d’Italia e di Roma. Antonio Di Pierro, dopo il successo della sua cronaca del sacco di Roma del 1527, torna a raccontare una giornata di monumentale valore storico, in cui la città eterna si trovò ancora una volta a essere il teatro in cui andava in scena la Storia.
di Antonio Di Pierro, ed. Mondadori 2007, € 18,50
Ricordare il 20 settembre insieme al cardinale Bertone. Rispetto al passato, a quel lontano 20 settembre 1870, sembrerebbe un evento riparatorio, la rappresentazione simbolica di una ferita risanata. L’Unità d’Italia fu costruita senza la Chiesa e contro la Chiesa. Per potere avere Roma, ci vollero i bersaglieri e le cannonate. Quando lo Stato liberale mise mano al suo progetto di “fare gli italiani” lo fece senza i cattolici, che se ne chiamarono fuori. I decenni trascorsi tra il non expedit e il Patto Gentiloni furono così interpretati dalla classe dirigente postunitaria all’insegna di una laicità vissuta con convinzione assoluta. Né i fascisti durante la dittatura, né i partiti di massa della Prima repubblica, furono in grado di replicarne l’intransigenza e la fermezza. Leggi il resto di questo articolo »