Articoli marcati con tag ‘sindacato’
Il 1 maggio 1947 a Portella della Ginestra (un passo montano della Sicilia settentrionale situato vicino Palermo tra Piana degli Albanesi e la valle del fiume Iato) avvenne una STRAGE DI LAVORATORI durante la Festa del Lavoro del 1 Maggio.
La strage fu perpetrata dal bandito Salvatore Giuliano e dai suoi uomini che fecero fuoco contro la folla di uomini donne e bambini radunata per celebrare la festa del lavoro che era stata ripristinata quell’anno dopo il periodo fascista. La sparatoria provocò undici morti e numerosi feriti. Leggi il resto di questo articolo »
Il 1 aprile del 1948 muore ucciso in un agguato mafioso a Camporeale (PA) CALOGERO CANGELOSI (42 anni) contadino, esponente socialista e segretario locale della CGIL e della Camera del Lavoro.
Cangelosi uscì con cinque amici dalla Camera del lavoro di Camporeale dove quella sera del 1 aprile si era parlato delle elezioni politiche del 18 aprile 1948 e della povera gente che avrebbe potuto vincere sui padroni dei feudi terrieri. Inoltre si era discusso sulle lotte da organizzare per l’applicazione dei decreti Gullo ( ottobre 1944): la divisione del grano a 60 e 40 e la concessione alle cooperative contadine delle terre incolte e malcoltivate degli agrari. Leggi il resto di questo articolo »
Il 24 marzo del 1966 viene ucciso a Tusa (ME) dalla cosiddetta mafia dei pascoli CARMELO BATTAGLIA (43 anni) sindacalista socialista, assessore comunale, dirigente della Camera del lavoro di Tusa e della sezione locale del Psi.
Nella zona di Tusa era in atto una “guerra dei pascoli” con molte vittime tra i pastori e abigeatari. Battaglia già a 22 anni era un leader del movimento contadino, con l’obiettivo di assicurare ai propri compaesani che lavoravano la terra un’esistenza dignitosa, senza più lo sfruttamento al quale erano sottoposti da anni da feudatari e gabelloti mafiosi. Leggi il resto di questo articolo »
Il 17 marzo del 1958 muore a Licata (AG) ucciso con un colpo di pistola in un agguato mafioso VINCENZO DI SALVO (32 anni) operaio edile e dirigente sindacale.
Di Salvo dirigeva la Lega locale degli edili (aderente all’organizzazione sindacale unitaria) e contemporaneamente prestava la sua attività lavorativa presso la ditta Iacona impresa appaltatrice dei lavori di costruzione delle fognature cittadine.
In qualità di dirigente sindacale Di Salvo era alla testa da una settimana circa dello sciopero dei dipendenti dell’ impresa non essendo riusciti i lavoratori ad ottenere dal 1 febbraio 1958 il pagamento dei salari e degli assegni familiari maturati. Leggi il resto di questo articolo »
Il 10 marzo del 1948 viene ucciso a Corleone (PA) in un agguato mafioso PLACIDO RIZZOTTO (34 anni) sindacalista, politico e Partigiano.
Rizzotto, figura eminente della resistenza sindacale e politica alla mafia in Sicilia, era il primo di sette figli in una famiglia contadina povera; quando suo padre fu arrestato ingiustamente per complicità mafiosa dovette lasciare la scuola ed occuparsi della famiglia.
Partecipò alla seconda guerra mondiale ed arrivò al grado di sergente. Prima di partire per la guerra era un semplice contadino semi-analfabeta ma dopo l’8 settembre 1943 gettò la divisa militare e scelse di salire sulle montagne con i partigiani delle Brigate “Garibaldi” come socialista e per combattere contro il nazi-fascismo.
Per mesi visse tra le montagne innevate della Carnia nel Nord-Est dividendo il pane e la paura con altri giovani come lui convinto di battersi per la causa giusta. In Carnia imparò tanto, soprattutto che gli uomini non nascono ricchi o poveri, padroni o schiavi, ma tutti uguali e tutti liberi. Leggi il resto di questo articolo »
Il 2 marzo 1948 viene ucciso a Petralia Soprana (PA) con due colpi di fucile da parte di sicari mafiosi EPIFANIO LI PUMA (55 anni) contadino, sindacalista e politico.
Li Puma nacque a Petralia Soprana (PA) in una frazione chiamata Raffo che rimase sempre il suo punto di riferimento. Appassionato dirigente socialista di lotte contadine e padre di dieci figli era un infaticabile lavoratore dei campi molto religioso, ma critico nei confronti di una chiesa troppo ricca, e di carattere rigoroso.
La prima lotta la intraprese al ritorno dalla prima guerra mondiale rivendicando le terre che lo Stato aveva promesso ai combattenti. Li Puma era contro il fascismo e lo diceva apertamente, il suo coraggio e la sua determinazione erano a conoscenza di tutti. Non era un rivoluzionario ma un pacifista che credeva nello stato e nella legge uguale per tutti. Un politico sindacalista che in occasione del referendum sulla monarchia o repubblica nel 1946 si schierò facendo votare in favore di quest’ultima. Leggi il resto di questo articolo »
Il 29 febbraio del 1920 muore ucciso a Prizzi (PA) da sicari mafiosi NICOLA ALONGI (57 anni, detto Nicolò) contadino, sindacalista socialista, politico e giornalista.
Alongi nacque a Prizzi in una famiglia contadina e all’età di trent’anni entrò nell’agone politico e sindacale, seguendo il leader del Fascio siciliano di Corleone, BERNARDINO VERRO ( futuro primo sindaco socialista di Corleone), e partecipò alla costituzione del Fascio di Prizzi. In occasione dello sciopero agrario del 1901 Alongi assunse la direzione del movimento dei Fasci e la polizia lo tenne continuamente sotto vigilanza perché ritenuto un pericoloso “sovversivo”. Leggi il resto di questo articolo »
Il 27 febbraio 1921 muore a Firenze ucciso con 4 colpi di pistola da parte di squadristi fascisti SPARTACO LAVAGNINI (32 anni) ferroviere, giornalista, sindacalista, attivista comunista e Antifascista.
Lavagnini nacque a Cortona (Arezzo) nella famiglia di un medico condotto, secondo di quattro figli. Conseguì ad Arezzo il diploma di ragioniere e nel 1907 entrò nelle ferrovie aderendo subito alla CGIL. Nel 1910 si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività sindacale e politica nel PSI. Nel marzo 1914 Lavagnini divenne responsabile del giornale La Difesa, organo del partito socialista fiorentino: del giornale e del partito condivise la linea di ferma opposizione alla guerra definita “la più tipica manifestazione della prepotenza e del privilegio borghese“. Leggi il resto di questo articolo »
Il 18 febbraio 1962 viene ucciso in un agguato mafioso ad Alcamo (TP) GIOVANNI MARCHESE (40 anni) bigliettaio di un’azienda di trasporti e sindacalista della CGIL
Marchese era un uomo instancabile pronto a fare mille sacrifici per la sua famiglia ma anche per i diritti di tutti coloro che venivano sfruttati, sbeffeggiati e derisi dall’inosservanza delle leggi sul lavoro e sulla salute dei lavoratori. Non poteva tollerare di vedere gente indifesa spesso ignorante essere umiliata da sbruffoni e mafiosi in barba alle leggi e al rispetto per la persona. Marchese lavorava come bigliettaio presso l’azienda trasporti locali “Segesta” poi aiutava la moglie al panificio di famiglia e a sera era impegnato come sindacalista molto rigoroso. Leggi il resto di questo articolo »
Il 4 gennaio 1947 muore a Sciacca (AG) ucciso da mafiosi con una raffica di mitra ACCURSIO MIRAGLIA (51 anni) industriale, politico, segretario della Camera del Lavoro locale e dirigente comunista.
Miraglia nacque a Sciacca (PA) in una famiglia di media borghesia e compì studi tecnici. Dopo essersi diplomato iniziò a lavorare al Credito Italiano di Catania e dopo un anno venne trasferito, come capo ufficio, a Milano dove conobbe parecchie personalità politiche ed uomini di cultura. A Milano rimase colpito dal pensiero anarchico socialista di Michail Bakunin (1814- 1876) e si unì al gruppo anarchico di Porta Ticinese: con loro iniziò la sua attività politico-sociale unendosi con la classe operaia che lottava per una vita più dignitosa nelle fabbriche. Licenziato per le sue lotte accanto agli operai ritornò a Sciacca dove svolse un’attività imprenditoriale ittica e divenne ricco commerciante di ferro e metalli. Leggi il resto di questo articolo »
Il 23 dicembre 1946 muore a Baucina (PA) ucciso con cinque colpi di pistola sparati da un gabellotto mafioso NICOLO’ AZOTI (37 anni) ebanista, sindacalista CGIL e segretario della Camera del Lavoro locale.
Azoti, falegname ebanista, nei difficili anni del dopoguerra cominciò ad interessarsi fortemente alle misere condizioni dei contadini ed iniziò ad organizzarli nella Cgil per battersi per la riforma agraria e provare ad applicare le disposizioni fissate dai decreti Gullo del 1944 che, attraverso l’abolizione del latifondo e il superamento delle condizioni di povertà dei contadini, tentavano di rimettere in discussione il sottosviluppo del nostro mezzogiorno.
Divenne quindi segretario della Camera del lavoro di Baucina, fondò l’ufficio di collocamento e progettò la costituzione di una cooperativa agricola. Tutto questo rese inevitabile lo scontro con gli interessi degli agrari. Come sempre avviene in questi casi, in un primo momento ad Azoti venne proposto di “lasciar perdere” in cambio di vantaggi personali, poi, dopo il rifiuto, alle minacce seguì l’agguato: la sera del 21 dicembre 1946, fu colpito da 5 colpi di pistola sparategli alle spalle.
Il 4 dicembre 1945 viene ucciso a Ventimiglia di Sicilia (PA) con colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIUSEPPE PUNTARELLO ( 53 anni) autista di una ditta di trasporti e segretario della sezione locale del PCI.
Puntarello nacque a Comitini (AG) e nel 1932 si stabilì a Ventimiglia di Sicilia dove trovò lavoro, si sposò ed ebbe cinque figli. Era una persona semplice e nel 1939 fu costretto anche ad emigrare per due anni ad Asmara, in Eritrea, e al ritorno a Ventimiglia cominciò ad interessarsi della questione contadina aderendo al Partito comunista e fondando la Camera del lavoro locale.
Intanto Puntarello svolgeva le mansioni di autista di autobus. Da diversi anni ormai conduceva l’autobus lungo la linea Ventimiglia-Palermo e viceversa, alternandosi nella guida con un compagno di lavoro, pure lui di Ventimiglia. Leggi il resto di questo articolo »
Il 25 novembre 1945 muore a Cattolica Eraclea (AG) dopo essere stato gravemente ferito con due bombe a mano lanciate da sicari mafiosi GIUSEPPE SCALIA (39 anni) contadino e sindacalista socialista.
Scalia, nato in una modesta famiglia di contadini, finita la guerra immediatamente si era posto con altri contadini alla testa del movimento bracciantile che lottava per l’assegnazione delle terre incolte e l’attuazione della riforma agraria ( secondo la legge Gullo dell’ottobre del 1944) e fu tra i fondatori della cooperativa agricola La Proletaria. Per la sua azione di lotta, convinta e coraggiosa, venne scelto quasi subito per la carica di segretario della Camera del lavoro di Cattolica Eraclea. Leggi il resto di questo articolo »
Arriva in libreria “Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi)”, dello storico Aldo Giannuli, edito da Ponte alle Grazie. Ne anticipiamo uno stralcio.
La loggia P2 ebbe carattere elitario, orientato a un controllo indiretto e occulto del potere. Aveva il suo “nucleo traente” nel “partito toscano” alleato al partito romano, con l’obiettivo di dar vita a un “terzo polo” bancario che consentisse l’accesso al “salotto buono della finanza”. La P2 realizzò una innovazione di metodo basata sulla “politica di relazione”. Per più versi differente è il renzismo, ma con punti di contatto. Leggi il resto di questo articolo »
Primo maggio, festa del lavoro. Solo spiragli di luce nelle tenebre della globalizzazione.
Celebriamo il Primo Maggio. Certo, con il concerto di Piazza San Giovanni a Roma ma con qualche filo di speranza in più, con qualche segno di risveglio sindacale dal letargo degli ultimi anni nella Germania Federale con gli scioperi operai in 130 imprese, con la svolta socialista del partito laburista britannico guidata da Jeremy Corbyn in parallelo con l’insorgenza pre-elettorale di Bernie Sanders nel partito democratico americano, ma anche e soprattutto con gli eventi di Place de la Republique a Parigi e nelle altre città della Francia dove studenti e lavoratori da più di una settimana si battono contro le riforme del patetico socialista Francois Hollande che ha imboccato la strada dell’italiano Matteo Renzi. Leggi il resto di questo articolo »
Pubblichiamo ampi stralci dell’intervento del professore Zagrebelsky, letto ieri davanti all’assemblea del comitato del No dal professore Francesco Pallante
Coloro che vedono le riforme costituzionali gravide di conseguenze negative non si aggrappano alla Costituzione perché è «la più bella del mondo». Sono gli zelatori della riforma che usano quell’espressione per farli sembrare degli stupidi conservatori e distogliere l’attenzione dalla posta in gioco. La posta in gioco è la concezione della vita politica e sociale che la Costituzione prefigura e promette, sintetizzandola nelle parole «democrazia» e «lavoro» che campeggiano nel primo comma dell’art. 1. Leggi il resto di questo articolo »
L’8 novembre 1947 viene ucciso dalla mafia a Marsala (TP) con colpi di fucile VITO PIPITONE (39 anni) contadino e dirigente della Confederterra locale.
Padre di quattro figli, Pipitone era un convinto sostenitore della possibilità di applicare anche in Sicilia la nuova legislazione in materia di agricoltura varata dal governo nazionale e dal ministro Fausto Gullo (ottobre 1944). Dirigente della Camera del lavoro di Marsala, da tempo si batteva per i diritti dei contadini: un onesto stipendio, la giornata lavorativa di 8 ore e la pensione.
Il sindacalista aveva portato avanti anche diverse battaglie contro il latifondo ed era riuscito a strappare ai notabili vari feudi, tra cui alcuni in contrada Fiocca, tra Marsala e Mazara del Vallo. Leggi il resto di questo articolo »
Il 3 novembre del 1915 muore a Corleone (PA) ucciso a colpi di rivoltella dalla mafia BERNARDINO VERRO (49 anni) sindacalista, politico e sindaco di Corleone.
Verro nacque a Corleone e da ragazzo venne espulso dalle scuole del Regno; trovò un lavoro all’ufficio anagrafe bestiame del Comune ma venne licenziato per aver fondato nel 1892 un circolo di ispirazione repubblicana, “La Nuova Età”; infine si iscrisse al neonato Partito socialista
In Italia, da poco unificata e in un Mezzogiorno ancora profondamente agricolo e latifondista, la terra era un bene per pochi. Proprietari terrieri e gabellotti facevano il bello e il cattivo tempo della situazione. E ai contadini era concesso solo di lavorare con grande fatica e poca remunerazione. Leggi il resto di questo articolo »
In vista del quarantennale della sua morte violenta, lunedì prossimo, Pier Paolo Pasolini è stato tirato fuori dai cassetti con largo anticipo in una profluvie di iniziative: si sa come avviene ormai nei media, bisogna bruciare i concorrenti sullo scatto di memoria e così tutto avviene prima. Si è detto e scritto più dell’assassinio del poeta, che di lui e delle sue opere. Normale: il primo è ancora nebuloso, le seconde sono lì a disposizione in ogni momento, non è l’anniversario che le espone. Che omicidio è stato quello dell’Idroscalo? Una “semplice” faccenda da “marchettari”? Marchettari su commissione? Ed eventualmente “politica”? E da parte dei fascisti o del potere democristiano generico e specifico attaccato nei suoi scritti da Pier Paolo? Oppure (cfr. il suo amico pittore Zigaina) un “suicidio per delega” in un contesto paleocristiano della psiche di Pasolini? Leggi il resto di questo articolo »
Il 15 ottobre del 1920 muore a Palermo ucciso da un sicario della mafia GIOVANNI ORCEL (33 anni) tipografo e sindacalista socialista.
Orcel nacque a Palermo primo di cinque fratelli, conseguì soltanto la licenza elementare per le precarie condizioni economiche della famiglia e giovanissimo entrò subito nel mondo del lavoro imparando il mestiere di tipografo compositore. Dopo essersi iscritto al Partito Socialista, Orcel organizzò la Lega dei Lavoratori e aderì al gruppo rivoluzionario formatosi attorno ai giornali Il germe e La Fiaccola e mise le sue qualità di oratore popolare al servizio di un’intensa attività sindacale frequentando la Camera del lavoro di Palermo. Leggi il resto di questo articolo »
L’8 ottobre del 1998 muore a Caccamo (PA) ucciso dalla mafia con colpi di fucile DOMENICO GERACI (44 anni), politico e sindacalista.
Caccamo venne definita da Giovanni Falcone “la Svizzera della mafia”. Probabilmente il giudice si riferiva alla disponibilità finanziaria della mafia locale ma potrebbe esserci un altro significato: Caccamo come una sorta di zona franca di Cosa nostra, un territorio sicuro, neutrale come la Svizzera in cui non si commettevano delitti e dove i mafiosi potevano trovare riparo. Nel 1993 il consiglio comunale venne sciolto per infiltrazioni mafiose.
In questo mondo era nato Geraci, detto anche Mico. Fece l’impiegato della Regione Sicilia e aveva un passato di militanza nella CISL che lo aveva portato anche nell’ufficio di gabinetto dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura. In seguito Geraci passò alla UIL e si affacciò in politica facendo il consigliere nel comune di Caccamo. Nel 1994 divenne consigliere provinciale del Partito Popolare Italiano della provincia di Palermo. Leggi il resto di questo articolo »
Il 27 Settembre 1960 viene ucciso a Lucca Sicula (AG) con vari colpi di lupara da parte di sicari mafiosi PAOLO BONGIORNO (38 anni) sindacalista e politico comunista.
Bongiorno, segretario della camera del lavoro di Lucca Sicula e padre di cinque figli ed uno in arrivo, venne ucciso alle 22.30 da ignoti killer nascosti dietro un muro: cadeva a pochi passi dalla sede di quella Camera del Lavoro dove ogni giorno coraggiosamente difendeva i diritti dei lavoratori. Proprio quella sera aveva presieduto una riunione della Commissione di collocamento e stava tornando a casa, soddisfatto per i risultati ottenuti.
Per il Partito Comunista di Lucca Sicula si trattò di un chiaro delitto politico organizzato dalla mafia locale, in considerazione del fatto che Bongiorno era un uomo di punta del PCI e si era distinto per la sua accesa lotta contro il tentativo della cosche locali di controllare il mercato del lavoro. Si trattò pertanto di una ritorsione. Il caso Bongiorno giunse in Parlamento e venne posto all’attenzione della commissione antimafia. Leggi il resto di questo articolo »
Il 22 Settembre del 1919 viene ucciso a Prizzi (PA) da sicari mafiosi con due colpi di fucile GIUSEPPE RUMORE sindacalista e segretario locale del Partito Socialista.
All’interno del movimento contadino sviluppatosi a Prizzi nei primi del ‘900 mosse i suoi passi Giuseppe Rumore, segretario della Lega di miglioramento e della sezione del PSI, considerato non a caso il più concreto e il più idoneo a riunire i contadini combattenti sotto l’egida della bandiera rossa della Lega. Leggi il resto di questo articolo »
L’11 settembre 1945 viene ucciso a Ficarazzi (PA) a colpi di lupara da parte di sicari mafiosi AGOSTINO D’ALESSANDRO guardiano di pozzi e segretario della locale Camera del Lavoro.
Ficarazzi è collocata al centro di una pianura coltivata ad agrumi. L’acqua qui è un bene prezioso per irrigare le coltivazioni nei periodi in cui l’arsura prosciuga ogni risorsa della terra. Già nell’Ottocento iniziarono le lotte per il controllo privato dei pozzi, esercitato da guardiani detti «fontanieri», spesso legati alla mafia. Leggi il resto di questo articolo »