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Mi dispiace ma non sono d’accordo. e non mi serve di invocare le ragioni del pacifismo. mi basta prendere atto del reale. La riforma delle forze armate che sta per essere votata anche dal Partito democratico fa male all’Italia. È frutto di un’idea vecchia, pericolosa e insostenibile. Aumenta le spese militari e la spesa pubblica. E chi sta pensando di cambiare e ricostruire il nostro Paese non può non saperlo. Capisco le ragioni di chi crede che nonostante le lacrime di tante famiglie l’Italia debba continuare a comprare cacciabombardieri, droni, missili, bombe laser, blindati, portaerei, elicotteri e sottomarini. Capisco chi è convinto che l’Italia debba continuare a fare la guerra in Afghanistan e magari domani in qualche altra parte del mondo come abbiamo fatto in Iraq e in Libia. Per loro questa riforma è «indispensabile, essenziale ed epocale». Consentirà alle vecchie gerarchie militari di convertire i posti di lavoro in armamenti e giochi di guerra.
Preparandosi a riprendere in mano il timone del governo, la politica farebbe bene a riflettere sulle ragioni della sua Caporetto, nel novembre 2011. Ciò che ha atterrato l’onorabilità della politica non furono tanto gli scandali sessuali del premier o le diffusissime vicende di corruzione, ma l’impotenza a fare il suo lavoro: governare. L’incapacità, non la disonestà, ha mandato a casa il governo Berlusconi. Questa accusa è molto più grave di quella di corruzione. Poiché mentre la disonestà è l’esito di una deturpazione che non mette in discussione la politica ma alcuni suoi praticanti, l’inadeguatezza a prendere decisioni mette in luce un limite oggettivo della politica democratica. Leggi il resto di questo articolo »