Articoli marcati con tag ‘vangelo’

Particolare del quadro "Decollazione di Giovanni Battista" di Caravaggio, Malta 1608

 

 

Il 29 agosto tra il 29 e il 32 d.C ( data presunta) muore a Macheronte (collina fortificata oggi in Giordania), decapitato per ordine del tetrarca della Galilea Erode Antipa, GIOVANNI FIGLIO DI ZACCARIA  ( forse 30/32 anni, detto  il Battista) asceta ebraico, predicatore e Resistente.

 

 

Il primo presepio (vivente) della storia fu fatto nel 1223 da Francesco d’Assisi a Greccio, un umilissimo paesetto montano affacciato sulla valle dove si trova Rieti. Un paesetto, in quel tempo, di gente molto povera e dedita al faticoso lavoro della terra. Leggi il resto di questo articolo »

 

medico e psicoanalista tedesco, 1866-1934

 

“Il Natale atroce” di Pier Paolo Pasolini.

Prima di leggere l’articolo che vi proponiamo oggi v’invitiamo a riflettere profondamente Leggi il resto di questo articolo »

Il principio della rana bollita

Il filosofo americano Noam Chomsky (1928) per descrivere la Società e i Popoli che accettano passivamente il degrado, le vessazioni del potere, la scomparsa dei valori e dell’etica e accettano di fatto la deriva autoritaria che cresce piano piano ogni giorno utilizzò una “parabola” che si può chiamare il “principio della rana bollita”. I “centimetri di libertà persi ogni giorno” sono l’acqua che si riscalda sempre più, bollendoci e uccidendoci.

” Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.

Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.

 

Quel centimetro di libertà perso ogni giorno

Verrebbe da dire: quali tempi sono questi quando citare il Vangelo – e il concetto fondativo del messaggio cristiano: ama il prossimo tuo come te stesso – può determinare la reazione furiosa di un gruppo di ultra del ministro dell’Interno. E, tuttavia, si devono mantenere i nervi saldi dal momento che in Italia la libertà di culto non è in pericolo (per la confessione di maggioranza, mentre per quelle minoritarie alcuni rischi si manifestano); e la libertà di pensiero e di espressione è mediamente garantita. Leggi il resto di questo articolo »

Per non dimenticare. Nella Costituzione non si parla di fede, razza, etnia o tradizioni, ma di “sviluppo della cultura”

“Illustrissimo dirigente scolastico, considerato l’avvicinarsi del Santo Natale le chiedo la disponibilità a valorizzare all’interno del Suo istituto, ogni iniziativa legata a questa importante festivitàcome l’allestimento di presepi e lo svolgimento di recite o canti legati al tema della Natività. Ritengo che la ricorrenza natalizia e le conseguenti tradizioni come il Presepe, l’Albero di Natale e le recite scolastiche ispirate al tema della Natività siano parte fondante della nostra identità culturale e delle nostre tradizioni che la Regione Piemonte intende tutelare e mantenere vive. Allo stesso tempo, è evidente che la conoscenza delle nostre tradizioni scevra da qualsivoglia connotazione ideologica sia un supporto alla piena integrazione per chi proviene da altre realtà”. Leggi il resto di questo articolo »

L’eguaglianza è il principio su cui si fonda l’Occidente. Ma se questo concetto è messo in discussione che cosa resta della nostra identità? Una riflessione a partire dal nuovo saggio di Aldo Schiavone

Di quanta eguaglianza ha bisogno una democrazia per mantenere le sue promesse? Una misura non c’è, salvo quella inventata dal buonsenso pratico degli antichi, secondo cui la dimensione ideale della città democratica doveva consentire ad ogni cittadino da muoversi da casa non prima dell’alba, per partecipare all’assemblea, e di poter ritornare dalla sua famiglia non dopo il tramonto. Leggi il resto di questo articolo »

Ci sono due modi per combattere Salvini: fare il contrario di ciò che farebbe se fosse al governo (per dimostrare che c’è un’alternativa democratica: ma soprattutto per fare ogni volta la cosa giusta), o fare ciò che farebbe lui (per ‘non fargli un favore’, cioè per la paura di far aumentare il suo consenso). Leggi il resto di questo articolo »

Appello. Ha ragione Papa Francesco a dire che certi discorsi gli ricordano quelli di Hitler! Mi appello ai giudici perché, nella loro autonomia, interpretino il decreto sicurezza bis dando priorità al principio della vita

Quello che sta avvenendo di nuovo nel Mediterraneo con le navi Open Arms e Ocean Viking è uno spettacolo indecente, immorale e criminale. Il rifiuto del ministro dell’Interno Matteo Salvini di aprire i porti per accogliere queste due navi cariche di 500 rifugiati salvati in mare , esprime un cinismo e un disprezzo verso l’altro inaccettabile. Leggi il resto di questo articolo »

Appello

Caro direttore, è una normativa perfino peggiore della precedente, questo “decreto sicurezza bis” in procinto di passare al vaglio del Senato. Finalità e scopi restano però gli stessi: restringere sempre più l’area dei diritti e dunque della civiltà. Leggi il resto di questo articolo »

La sera del 3 giugno, in una piazza di Cremona, l’intera folla di un comizio del ministro dell’Interno (che stava chiudendo una campagna elettorale e stava aprendone un’altra come usa da fare da anni) ha avuto un malore. È accaduto quando, prima i più vicini poi il grosso dei leghisti partecipanti hanno notato la frase “ama il prossimo tuo”. Era scritta sulla sciarpa di un ragazzo più o meno simile a tutti gli altri che a un certo punto ha alzato la sciarpa, l’ha trasformata in un mini-striscione e si è voltato a braccia alzate da una parte e dall’altra perché tutti vedessero bene. Leggi il resto di questo articolo »

Accade talvolta di restare vivi perché qualcuno, in nome di quei princìpi, muore, per difendere chi è minacciato… la vita è certo un valore, ma non è detto sia il valore supremo; gli antichi ammonivano a non perdere, per amore della vita, per sopravvivere a ogni costo, le sue ragioni e il suo significato…. Chi vuol salvare la propria vita la perderà e chi è disposto a perderla la salverà, sta scritto nel Vangelo, testo non certo incline alle trombonate.

Claudio Magris (1939), da Livelli di guardia. Note civili (2006- 2011)

 

vedi: Pensiero Urgente n.257)

Pensiero Urgente n.261). Non essere servo di nessuno.


Le acque del Mar Dolciastro che invadono i giorni del Natale si vanno ritirando. E mentre il calendario liturgico prepara la festa dei Santi Innocenti, l’equivoco culturale e spirituale soggiacente alla periodica inondazione sentimentale si palesa. I vangeli di Luca e di Matteo che si leggono in questi giorni iniziano con due prologhi tragici: le sequenze che dalle doglie di Betlemme alla strage degli innocenti vogliono avvisare l’ascoltatore che l’irriducibile conflitto fra un potere carnefice e la vittima inerme è la cifra della vita di Gesù. Leggi il resto di questo articolo »

“Inoltre il regno dei cieli è simile a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì.”

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Diventano sempre più numerose e ogni volta i media le riferiscono con grande rilievo. Sono un segno di attenzione pastorale o rispondono a una strategia mirata di persuasione che punta sulla sorpresa e sull’emozione che ogni volta questi gesti provocano e non soltanto in coloro che ne sono i diretti destinatari? Gesù, lo sappiamo, peregrinando per le strade della Galilea circondato dai suoi apostoli, rivolgeva la sua parola, senza discriminazioni sociali compresa quella di genere, a tutti coloro che incontrava, ammoniva a cambiare vita e infondeva speranza nel regno di Dio. Non era solo misericordioso, e spesso giudicava con severità coloro che non sapevano rinunciare alle lusinghe del mondo o profanavano le cose sacre. Si è soliti dire che il messaggio cristiano è un messaggio di amore e di perdono, e questa affermazione viene sovente ripetuta anche dall’attuale papa. Ma il cristianesimo è anche una dottrina religiosa tragica, il peccato grava ineluttabilmente sulla vita degli uomini, la via della salvezza è irta di difficoltà, la possibilità della perdizione eterna sempre incombente.

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La condanna è arrivata, e irresponsabili non sono i giudici, ma coloro che la mettono in discussione. Non accettarla, o dipingerla come sintomo di un disegno politico, vuol dire minare lo stato di diritto alle fondamenta. Il guitto Berlusconi, ormai vecchio e gonfio, con la sua faccia da bambolotto di plastica, continua la recita, stancamente, come per inerzia, ma la cosa più triste è che un paese intero questa recita la segue e la subisce da un ventennio. E senza neppure la consolazione di poter dire di aver vissuto una pagina drammatica. Perché qui prevale la farsa, come nella peggior tradizione italica. Ora però una domanda che riguarda i cattolici e le gerarchie. Come è stato possibile che per tanti, troppi anni la Chiesa istituzionale e un largo numero di sedicenti cattolici abbiano appoggiato quest’uomo? Com’è stato possibile che tanti cattolici, a tutti i livelli, abbiano votato e chiesto di votare per lui, che gli abbiano concesso credito, che lo abbiano visto come l’uomo della provvidenza? Com’è stato possibile che una parte, una larga parte del mondo cattolico non abbia provato un moto di spontanea ripulsa verso il guitto impegnato a usare la politica e gli italiani per il proprio tornaconto? Leggi il resto di questo articolo »

La laicità, che nella stagione del Concilio sembrava aver recuperato all’interno della Chiesa cattolica nuovo slancio, attraversa oggi una situazione di stallo e persino di involuzione. Il ritorno del clericalismo in una forma piú sofisticata (ma non meno pericolosa) con il conseguente depotenziamento dell’autonomia laicale, la rinascita di tentazioni integraliste che finiscono per non rispettare l’ambito proprio della politica (e piú in generale di tutte le attività terrestri) e, infine, l’affermarsi di un fondamentalismo etico che pretende di imporre allo Stato le proprie posizioni in campo legislativo sono altrettanti indici del tentativo della Chiesa di invadere spazi che non le competono, mettendo perciò seriamente a rischio il riconoscimento e il rispetto della laicità

Ma come oggi si manifesta tale invadenza? Quali sono i campi nei quali la Chiesa (e in particolare quella italiana) sembra soprattutto esercitare la propria indebita ingerenza? La risposta a questi interrogativi meriterebbe un’ampia disamina della situazione, che non è possibile contenere nel breve spazio di un articolo. Ci limitiamo perciò a prendere in esame l’ambito della politica, dove tale ingerenza è apparsa piú evidente, al punto che vi è chi è giunto persino a parlare di ritorno a una forma di religione civile. Leggi il resto di questo articolo »

 Quando si parla di Donazione di Costantino si fa riferimento a una presunta cessione, da parte dell’imperatore romano a papa Silvestro I (eletto il 31 dicembre 314) e ai suoi successori, di Roma, dell’Italia e delle province occidentali. Il documento che la testimonia apparve già dubbio nel X secolo, ma poi fu impugnato sia da Arnaldo da Brescia (morto nel 1155), da Niccolò Cusano (morto nel 1464) e definitivamente sbugiardato con un’operina da Lorenzo Valla — scritta nel 1440, durante i giorni di Eugenio IV, ma pubblicata nel 1517 — La falsa Donazione di Costantino. In essa l’umanista dimostra che la lingua in cui fu redatto il documento è un latino che risente degli influssi barbarici e i riferimenti ivi contenuti rimandano a un tempo nel quale Costantinopoli è già diventata la nuova capitale dell’impero. Leggi il resto di questo articolo »

30 dicembre 2012
17:00a20:00

VEDI: Pasolini:  morte di un profeta laico.

5 marzo 2012. Pasolini compie 90 anni.

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16 dicembre 2012
17:00a20:00

 

Nulla mi pare più contrario al mondo moderno di quella
figura,
di  quel Cristo, mite nel cuore ma mai nella ragione;la figura del Cristo dovrebbe avere, alla
fine, la stessa violenza di una resistenza, qualcosa che contraddica
radicalmente la vita come si sta configurando all’uomo
moderno:
la sua grigia orgia di cinismo, ironia,
brutalità pratica, compromesso, conformismo, glorificazione della propria
identità nei connotati di massa, odio per ogni diversità, rancore teologico
senza religione…”

PIER  PAOLO  PASOLINI
 

(1964, in occasione dell’uscita del  film “Vangelo  secondo Matteo”)

 

 

 

 vedi: Pasolini:  morte di un profeta laico.

5 marzo 2012. Pasolini compie 90 anni.

 

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Appello alle comunità cristiane di Alex Zanotelli

In questo periodo quaresimale sento l’urgenza di condividere con voi una riflessione sulla ‘tempesta finanziaria’ che sta scuotendo l’Europa , rimettendo tutto in discussione: diritti, democrazia, lavoro….In più arricchendo sempre di più pochi a scapito dei molti impoveriti. Una tempesta che rivela finalmente il vero volto del nostro Sistema: la dittatura della finanza. L’Europa come l’Italia è prigioniera di banche e banchieri. E’ il trionfo della finanza o meglio del Finanzcapitalismo come Luciano Gallino lo definisce: “Il finanzcapitalismo è una mega-macchina,  che è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni, allo scopo di massimizzare e accumulare sotto  forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia del maggior numero di esseri umani sia degli eco-sistemi.” Leggi il resto di questo articolo »

Il 24 marzo del 1980 veniva ucciso da un sicario dell’oligarchia al potere, mentre celebrava l’Eucarestia a San Salvador ( El Salvador), l’arcivescovo

 OSCAR ARNULFO ROMERO

 ( 1917- 1980)

 

  

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Dopo un ventennio in cui è stata bandita quasi fosse un’istanza utopica se non un intralcio all’opulenza oggi, sopraggiunta la crisi con un significativo aumento delle sue vittime, si invoca l’equità e se ne afferma la necessità, ci si appella alla giustizia e all’uguaglianza, salvo ribellarvisi quando queste chiedono sacrifici a tutti e non solo «agli altri». Ci rendiamo conto della barbarie che abbiamo voluto accogliere, dello scadimento cui abbiamo abbandonato tanti valori necessari alla semplice convivenza civile? Leggi il resto di questo articolo »

Enzo Mazzi a Firenze vuol dire Isolotto. Cioè un quartiere povero della città, storicamente legato ai renaioli che tiravano su la sabbia (la “rena” in toscano) dall’Arno: un mondo rimasto compatto di botteghe e mestieri. A mandare don Mazzi in quel quartiere era stato il cardinal Dalla Costa, lo stesso che nel 1938 aveva chiuso porte e finestre dell’arcivescovado, in piazza del Duomo, quando Hitler aveva fatto visita a Firenze. Nel 1966 quello stesso fiume che dava da mangiare, sommerse con le sue acque limacciose ’Isolotto e tutta la città. Don Mazzi era il parroco e insieme alla Casa del Popolo, ai democristiani e ai comunisti di allora, si dette da fare per aiutare la gente rimasta senza casa e senza lavoro. Niente di eccezionale: il pastore stava con le sue pecore, loro lo riconoscevano e lui le ascoltava. Nell’Italia di quegli anni l’Isolotto di don Mazzi incarnava un’esperienza di comunità di base (allora si chiamavano così) che cercava di praticare il Vangelo senza preclusioni politiche e badando al sodo: solidarietà, accoglienza, povertà condivisa. Dormire in cantina per far posto in canonica a una famiglia di sfrattati.

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Che tuffo al cuore, quelle parole di Enrico Berlinguer sulla questione morale, che questo giornale ha tanto opportunamente ripubblicato in questi giorni. Già allora avevano suscitato alcune aspre reazioni proprio in quella sinistra di cui Berlinguer è stato l’ultimo grande leader, voci che si levarono dal cuore del suo stesso partito. Da allora, è curioso, tutto è cambiato fuorché il genere di argomenti, anzi per essere onesti di non-argomenti, che i critici del “moralismo” accampano contro ogni rinnovata denuncia della questione morale. E non parlo di quei “servi liberi” che hanno inventato per la parola “moralismo” un paio almeno di nuove accezioni negative, oltre a quella corrente di atteggiamento ipocrita, caratteristico di chi predica bene per razzolare male. Non parlo dei vessilliferi delle mutande, che hanno inventato addirittura una versione omertosa del vangelo, dove “chi è senza peccato scagli la prima pietra” vuol dire “se faccio schifo io fai schifo anche tu, e allora sta’ zitto perché non ti conviene”, o che hanno sostituito nella loro mente la parola “giustizia” con l’opaco spregiativo “giustizialismo”. Leggi il resto di questo articolo »

Roberta De Monticelli è docente di Filosofia della persona presso l’università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Il testo di cui pubblichiamo un brano è tratto dalla premessa a un volume, in uscita per Chiarelettere con il titolo A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca (pp. 112, € 7), in cui sono raccolti alcuni scritti di don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana, relativi alla vicenda che nel 1965 lo coinvolse in un processo per apologia di reato, per avere difeso l’obiezione di coscienza alla leva militare. Don Milani (Firenze 1923-1967) è stato un prete scomodo per la Chiesa, che nel 1954 lo esiliò in una minuscola comunità sopra Firenze: Sant’Andrea a Barbiana. Di qui, con i suoi ragazzi avviò una straordinaria avventura umana e spirituale, culminata nel maggio del 1967 con la pubblicazione di Lettera a una professoressa. Leggi il resto di questo articolo »

Maria di Nazareth è la persona che ha subito il torto piú grande nel dipanarsi di questa colossale struttura di dominio. È stata strumentalmente trasformata in icona della piú passiva docilità, in muta testimonial del silenzio-assenso, e ha finito in modo paradossale per essere proposta come esempio luminoso di donna funzionale ai piani altrui, lei che i piani altrui li aveva sovvertiti tutti senza pensarci su neanche un istante. Il sí di Maria all’annunciazione andrebbe studiato in tutte le circostanze in cui si ragiona di donne, perché è quanto di piú distante dall’ordine patriarcale si possa sperare di vedere. Immaginiamola nel suo contesto questa ragazzina forse sedicenne, ipotetica figlia di un padre che  aveva ancora potestà su di lei, e certamente legata a un promesso sposo che quella potestà l’avrebbe  invece avuta a breve. Immaginiamola ricevere la piú misteriosa delle visite, e sentirsi dire che  presto avrà un figlio. Leggi il resto di questo articolo »

Don Milani garante della Costituzione. Per chi conosce il Priore, non è affatto una novità: «Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua», citava la Lettera a una professoressa; «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», stava scritto nella Lettera ai cappellani militari che costerà all’autore un processo per apologia di reato. È tuttavia alquanto curioso che due suoi discepoli, due fratelli di sangue – Michele e Francesco Gesualdi –, in modo praticamente contemporaneo benché da prospettive politiche differenti evochino la figura del prete toscano per difendere la nostra Carta fondamentale, tirando in ballo – in modi diversi – il presidente Napolitano in quanto garante appunto della Costituzione. Francuccio, infatti, ha appena firmato con altri ex alunni di Barbiana una veemente lettera aperta in cui chiede al Quirinale – «nello spirito di don Milani» – di pronunciarsi con un pubblico messaggio a difesa della Costituzione e di praticare l’«obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che ne insultano nei fatti lo spirito». Leggi il resto di questo articolo »

Più vado avanti e più mi rendo conto che le grandi parole, quelle che sono all’altezza dei nostri desideri più profondi, dei nostri concetti pin elevati, sono anche le parole pin fraudolente, portano dentro di loro un’insidia quasi invincibile. Capisco perché nel popolo ebraico c’era la prescrizione di non nominare il nome di Dio. Il nome di Dio è una di queste parole che dovrebbe essere custodita nel silenzio e noi invece ne abbiamo fatto una parola da pronunciare dovunque, a tutti gli usi, a tutti gli scopi. Capisco perché Gesù, spesso, quando parlava della resurrezione o compiva opere mirabili, faceva prescrizione ai suoi di non parlarne a nessuno perché le cose, gli eventi che sono al livello alto, che toccano perciò le fibre più profonde delle nostre attese, possono, nella promiscuità con le altre parole, deturparsi e cambiare senso. A questa legge appartengono parole come «resurrezione», come «vita» ed io sento che ogni volta che dobbiamo parlarne, dobbiamo con cautela disciogliere questa consegna del silenzio ed impegnarci a capire il perché di questa indecifrabilità, di questa impronunciabilità. Me lo dicevo proprio in questi giorni.

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Rivela un affanno il nuovo libro su Gesù con cui papa Ratzinger si adopera a mostrare e dimostrare la storicità di Cristo e in particolare della morte-resurrezione di lui. Lo ammette chiaramente quando scrive: «La barca della Chiesa … spesso si ha l’impressione che debba affondare». Ed ecco l’importanza della realtà pienamente divina e pienamente umana del Salvatore Gesù. È Gesù Cristo l’unico salvatore e la chiave della salvezza universale. Ed è la Chiesa cattolica governata dal papa e dai vescovi uniti al papa la custode unica e universale per tutti i secoli della chiave affidatale da Gesù. Tutta la ricerca umana di senso della vita e di salvezza materiale e morale sarebbe completamente inutili senza il Dio che si fa uomo e offre in sacrificio la sua vita. Sono due millenni che queste «verità», questi assoluti, vengono ripetuti identici, declinati in codici espressivi diversi tradotti in tutte le lingue del mondo ma sempre nella sostanza uguali a se stessi: è Gesù l’unico salvatore universale attraverso il suo sacrificio perenne. Leggi il resto di questo articolo »

C’è qualcosa, nel successo strappato a Sanremo dalla canzone di Vecchioni, che intrecciandosi con altri episodi recenti ci consente di vedere con una certa chiarezza lo stato d´animo di tanti italiani: qualcosa che rivela una stanchezza diffusa nei confronti del regime che Berlusconi ha instaurato 17 anni fa, quando pretese di rappresentare la parte ottimista, fiduciosa del Paese. Una stanchezza che somiglia a un disgusto, una saturazione. Se immaginiamo i documentari futuri che riprodurranno l’oggi che viviamo, vedremo tutti questi episodi come inanellati in una collana: le manifestazioni che hanno difeso la dignità delle donne; la potenza che emana dalle recite di Benigni; il televoto che s’è riversato su una canzone non anodina, come non anodine erano le canzoni di Biermann nella Germania Est o di Lounes Matoub ucciso nel ’98 in Algeria. Può darsi che nei Palazzi politici tutto sia fermo, che il tema dell’etica pubblica non smuova né loro né la Chiesa. Ma fra i cittadini lo scuotimento sfocia in quest’ansia, esasperata, di mutamento. Leggi il resto di questo articolo »

«Vittime» della società non sono solo quelle volute dai poteri perversi, e sono tante, ma ben più numerose sono quelle che io chiamerei le «vittime originarie», quegli esseri umani che nascono per venire protetti ed educati nel cammino della vita e della salvezza, e invece si sentono abbandonati. Sono i «poveri credenti» e tutti gli uomini sono poveri credenti, che cercano ancora con ardore la Chiesa del Vangelo di Gesù. Nella società attuale si è introdotta una forma di imbonimento, malsano e gratificatorio, che intontisce e soprattutto lusinga le persone: una corruzione a tutti i livelli della vita economica, civile, politica, ma anche culturale e religiosa. Una diffusa mafiosità dei comportamenti, che sembra ormai una conquista di civiltà del nostro tempo. Leggi il resto di questo articolo »

Da un lato c’è la Chiesa di Ruini e Ratzinger,
una Chiesa prona al potere berlusconiano. Dall’altro
c’è la Chiesa di Cristo, che non ci sta a mettere in mora
i propri princìpi pur di compiacere quel potere.
Un duro attacco del vescovo emerito di Caserta,
che ammonisce: `Non si porta salvezza se si è complici
della ingiustizia e della violenza istituzionali’.

«Vittime» della società non sono solo quelle volute dai poteri perversi, e sono tante, ma ben più numerose sono quelle che io chiamerei le «vittime originarie», quegli esseri umani che nascono per venire protetti ed educati nel cammino della vi­ta e della salvezza, e invece si sentono abbandonati. Sono i «poveri credenti», e tutti gli uomini sono poveri cre­denti, che cercano ancora con ardore la Chiesa del Vangelo di Gesù. Leggi il resto di questo articolo »

Vangelo di Luca 14, 25-33

Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Leggi il resto di questo articolo »

«L’urto tra lo Spirito di Cristo e mondanità è ineluttabile, e già si vede che l’ubriacatura consumistica e eroticizzata dell’Occidente provoca una senescenza precoce dei sensi, un abitare nelle terre del nonsenso, una bulimia del “tutto e subito” che soffoca. In tale contesto oggi i cristiani non solo non sono perseguitati, ma neppure osteggiati, anzi sono invocati. Noi oggi assistiamo addirittura a un diffuso atteggiamento di benevolenza nei confronti della chiesa, da parte dei Cesari di oggi soprattutto. Leggi il resto di questo articolo »

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