35 anni dopo Pasolini ci manca. Ci manca molto. A tutti? Non credo: se fosse così vorrebbe dire che l’italiano medio ha riscoperto “la memoria” del passato e dei grandi uomini che hanno dato una testimonianza di libertà, pagandola con la vita.
35 anni dopo Pasolini ci manca, manca a molti ma sempre troppo pochi. Ci manca la sua lucida intelligenza che aiutava a capire il baratro verso cui andavamo ( la ” Nuova presistoria” la chiamava). Ora che in quel baratro di stupidità, incultura, volgarità e corruzione morale ci siamo pienamente dentro ci manca. Non a tutti, certo. Nel baratro c’è chi ci sta bene e chi ( la maggioranza) neanche se ne accorge, perchè troppo preso dal proprio egoistico sopravvivere senza orizzonti.
35 anni dopo con i partecipanti all’incontro di Ostia del 5 novembre 2010, dove abbiamo visto il bel film-documentario di Giuseppe Bertolucci ” Pasolini prossimo nostro“, siamo andati di notte all’Idroscalo di Ostia, dove Pasolini fu massacrato dal Potere ( “il Palazzo”, come lo chiamava lui), di notte. Siamo andati in quel posto, squallido fino a pochi anni fa, ora reso un bel giardino della Memoria grazie all’impegno della LIPU di Ostia nel creare il Centro Habitat Mediterraneo LIPU di Ostia. Siamo andati intorno alla commovente statua che Mario Rosati (amico di Pasolini) pochissimo tempo dopo l’uccisione del Poeta scolpì e pose in quel luogo di sangue.
Siamo andati perchè Pasolini ci manca e con lui tutti ” i figli della libertà” che questo nostro Paese uccide da sempre.
Siamo andati non per commemorare, come tanti hanno fatto in questi giorni guardandosi bene, poi, da imitare l’impegno esistenziale e l’ “esporsi” di Pasolini. Siamo andati per dire grazie e perchè qualcuno di noi possa decidere di impegnarsi a ridare un po’ di speranza a questa Italia perduta. Se siamo ancora in tempo…
35 anni dopo, per ritrovare una “coscienza che non perdona“, come dice un verso della bella poesia di Pasolini che troviamo incisa alla base del monumento ( e che riproponiamo qui nella sua interezza).
35 anni dopo, ci manca Pasolini.
21 giugno 1262
Lavoro tutto il giorno come un monaco
e la notte in giro, come un gattaccio
in cerca d’amore… Farò proposta
alla Curia d’esser fatto santo.
Rispondo infatti alla mistificazione
con la mitezza. Guardo con l’occhio
d’un’immagine gli addetti al linciaggio.
Osservo me stesso massacrato col sereno
coraggio d’uno scienziato. Sembro
provare odio, e invece scrivo
dei versi pieni di puntuale amore.
Studio la perfidia come un fenomeno
fatale, quasi non ne fossi oggetto.
Ho pietà per i giovani fascisti,
e ai vecchi, che considero forme
del più orribile male, oppongo
solo la violenza della ragione.
Passivo come un uccello che vede
tutto, volando, e si porta in cuore
nel volo in cielo la coscienza
che non perdona.
Pier Paolo Pasolini
(Da Poesie in forma di rosa, 1964)
vedi: PASOLINI PROSSIMO NOSTRO.
30 gennaio 2011. Un pomeriggio con un corsaro