Stiamo precipitando verso il caos. Non vedo come ci potremo sal­vare. Lo Stato è in via di completa dissoluzione. Il governo non può fare alcuna politica seria perché l’ amministrazione centrale è putrida, disorganizzata dalla cosiddetta “epurazione” e non riesce più a ingra­nare negli organi esecutivi locali. Difficoltà enormi per le comuni­cazioni e i tra porti; impiegati con paghe mensili che non bastano a vivere una settimana; corruzione in tutti i campi; perduto ogni rispet­to della legge tutti tendono a farsi giustizia da sé; mancanza di car­bone e di materie prime; siccità che ha bruciato i raccolti; masse di operai abituati a riscuotere le paghe senza lavorare; estremismo de­magogico degli organizzatori sindacali [ ... ].

A tutto questo aggiun­gi la politica miope degli alleati, l’equivoco comunista, l’equivoco democratico-cristiano, la permanenza della monarchia, l’ impossibi­lità di mettere d’accordo in una politica convergente i partiti che fan­no parte della coalizione governativa, la mancanza di una esperienza amministrativa degli uomini nuovi che hanno preso posti di coman­do [ ... ]. Non bisogna farsi illusioni. Il fascismo non era Mussolini e una piccola cricca di delinquenti. Era il popolo italiano.

Ernesto Rossi, antifascista, politico, Azionista. Dalla  lettera a Salvemini  del  24 luglio 1945

 

vedi:  La vocazione al suicidio delle classi dirigenti italiane

Ernesto Rossi, la lungimiranza della laicità


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