Il 30 gennaio 1948 viene ucciso con tre colpi di pistola da un fanatico indù radicale presso la Birla House a Nuova Delhi (India) MOHANDAS KARAMCHAND GANDHI ( 79 anni), Maestro morale e spirituale e Padre fondatore dell’India.
Gandhi venne ucciso mentre si recava nel giardino per la consueta preghiera ecumenica delle ore 17 ed era accompagnato dalle sue due pronipoti Abha e Manu.
Gandhi nacque a Porbandar (India) da una benestante famiglia facente parte della casta dei Bania composta da mercanti, commercianti, banchieri ecc. All’età di diciotto anni partì per studiare da avvocato presso la University College di Londra e dopo aver superato gli esami di giurisprudenza ritornò in India nel 1891 e cominciò a praticare l’avvocatura. Il suo lavoro lo porterà nel Sudafrica britannico nel 1893 fino al 1914 con frequenti ritorni in India.
In Sudafrica entrò in contatto con l’apartheid dei neri. Ma venne soprattutto a contatto con il pregiudizio razziale e con le condizioni di quasi schiavitù nelle quali vivevano i suoi 150 mila connazionali. Questa situazione lo porterà a un’evoluzione interiore profonda. Ritornato definitivamente in India nel 1914 fino al 1949 diverrà un’importantissima guida spirituale e politica del suo Paese: veniva infatti chiamato Mahatma che in sanscrito vuol dire “Grande Anima”.
Gandhi è stato il pioniere del satyagraha ( la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile e la non violenza). Con le sue azioni che condussero alla liberazione dell’India dal dominio inglese ha ispirato MARTIN LUTHER KING, NELSON MANDELA, ALDO CAPITINI, DANILO DOLCI e tanti altri.
Dalla lettera scritta da Gandhi ad Adolf Hitler nel dicembre 1940:
Noi [indiani] resistiamo all’imperialismo britannico così come al nazismo. Se c’è una differenza, è una differenza di grado. Un quinto della razza umana è stato assoggettato alla Gran Bretagna attraverso mezzi che non potrebbero mai trovare una giustificazione. La nostra resistenza a questa oppressione non significa che noi vogliamo male al popolo britannico. Noi cerchiamo di convertirlo, non di batterlo sul campo di battaglia. La nostra rivolta contro il dominio britannico è disarmata. Ma che noi convertiamo o no i britannici, siamo decisi a rendere la loro dominazione impossibile per mezzo della non cooperazione non violenta. È un metodo invincibile per sua stessa natura. È basato sul fatto che nessun usurpatore può raggiungere i suoi scopi senza un minimo di cooperazione, volontaria o forzata, da parte della vittima. I nostri padroni possono avere le nostre terre e i nostri corpi, ma non le nostre anime.
Così scriverà di Gandhi Albert Einstein (1879- 1955):
Credo che Gandhi abbia avuto la visione più illuminata di tutti i politici del nostro tempo. Dovremmo sforzarci di operare nel suo spirito; di non usare la violenza nel combattere per la nostra causa e di rifiutarci di partecipare a qualsiasi iniziativa che noi crediamo sia volta al male.
Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo ed ha dimostrato di quali sacrifici è capace l’uomo quando abbia trovato la via giusta.
Il fenomeno Gandhi è il risultato di una straordinaria forza intellettuale e morale, unita a grande abilità politica e a circostanze eccezionali.
Una guida per il suo popolo, non sostenuta da autorità esterna: un politico il cui successo non posa sull’artificio né sul possesso di espedienti tecnici, ma semplicemente sulla forza carismatica della sua personalità; un combattente vincitore che ha sempre disdegnato l’uso della forza; un uomo saggio e umile, armato di una determinazione e di una coerenza inflessibili, che ha dedicato tutta la propria forza all’elevazione del suo popolo e al miglioramento della sua sorte; un uomo che ha affrontato la brutalità dell’Europa con la dignità dei semplici, e quindi, assurgendo ogni volta a superiore.
Può darsi che le generazioni a venire stenteranno a credere che un individuo simile abbia mai calpestato in carne e ossa questa terra.
Articoli che vi raccomandiamo di leggere:
Pensiero urgente n.286) Disubbidienza civile.
Vedete il nostro video ” Il dovere della Memoria“: QUI