Il 12 marzo 1943 viene fucilata da soldati tedeschi sulla strada tra Aghia e Larissa (Grecia) DIMITRA TSATSOU (23 anni) pettinatrice e Partigiana.
Dimitra nacque a Larissa in Tessaglia e svolse il lavoro di pettinatrice e parrucchiera. Aderì giovanissima ai movimenti di opposizione al governo fascista greco di Ioannis Metaxas e poi all’occupazione militare degli italiani e dei tedeschi.
Aderente all’EPON l ( Organizzazione giovanile Unità panellenica) Dimitra si prodigò dal 1941 nel procurare armi e vettovagliamento per la I Divisione ELAS ( Fronte di liberazione Nazionale) operante in Tessaglia, nell’assistenza alle famiglie delle vittime, nel proselitismo e nel reclutamento di nuove forze, nell’opera di sabotaggio a installazioni e depositi nemici.
Dimitra venne arrestata il 28 febbraio 1943 nella sua abitazione di Larissa su delazione e tradotta con la madre e le due sorelle al campo di concentramento di Larissa dove fu detenuta quale ostaggio e dove venne ferocemente seviziata. Venne fucilata per rappresaglia il 12 marzo 1943 sulla pubblica via, all’incrocio delle strade di Aghia e Larissa, con altri patrioti greci.
Dimitra ci ha lasciato una lettera, scritta alla madre e alle sorelle poche giorni prima di essere giustiziata, di altissimo valore morale e civile:
“3 marzo
io fui presa e sicuramente oggi o domani mi
giustizieranno. Cosi indicano le cose. Eppure non voglio
nascondervi, mammina e sorelline, che saremo separate
per sempre. Voglio finché sono viva che voi speriate,
anche se io non spero per me stessa. Amiche mie care,
compagne nella lotta per la libertà, muoio degnamente
e con onore come una greca, e perdete una compagna
fedele. Però non vi addolorate. Altre germoglieranno
dopo la mia morte, migliaia.
Mammina, perdi una figlia che non ti apparteneva,
perché apparteneva prima di tutto alla Grecia. Con la
mia morte diventano figlie tue tutte le figlie di Grecia, e
tu diventi mamma del mondo intero, di tutti i popoli che
combattono per la libertà, la giustizia e l’umanità.
Sono orgogliosa, mai avrei aspettato simile onore, di morire
io, una povera ragazza del popolo, per ideali così belli e
alti. Sono certa che non sentirò paura innanzi al plotone,
e che starò inflessibile come lo sono stata nella vita.
Vorrei che la mia esecuzione avesse luogo all’aria
aperta, per volgere il mio ultimo sguardo all’Olimpo e ai
monti ove soggiorna il valore e la speranza della Grecia.
Alla mia tomba portate, quando potete, fiori rossi.
Null’altro. E battete con ogni mezzo la barbarie.
Vi bacio tutti molto dolcemente
Dìmitra
Vedi: La parrucchiera Partigiana: PAOLA GARELLI
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