Il 24 marzo del 1944 muore fucilato a Roma nell’Eccidio delle Fosse Ardeatine ORLANDO ORLANDI POSTI (18 anni, detto Lallo) studente, Azionista, Antifascista e Partigiano.
Orlandi Posti ( Lallo, come lo chiamavano gli amici) nacque a Roma e aveva soltanto diciassette anni quando decise di aderire, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, al Partito d’Azione. Come “azionista” entrò nella resistenza e partecipò alla difesa di Roma combattendo dalle parti di ponte Salario.
Dopo l’occupazione tedesca di Roma partecipò alla fondazione a Roma, insieme a GIANNI CORBI (1926- 2001), FERDINANDO AGNINI ( 1924- Fosse Ardeatine 1944) e NICOLA RAINELLI ( 1925- Fosse Ardeatine 1944), dell’ ’ARSI (Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana), di carattere repubblicano e progressista e di cui facevano parte giovani di differenti opinioni politiche, collegati con alcuni gruppi clandestini romani formati principalmente da operai.
L’ARSI operava principalmente nel zona Monte Sacro a Roma ed era impegnata nella raccolta e nella distribuzione di armi e nella stampa di un giornale antifascista, “La nostra lotta”, in collaborazione con gruppi comunisti e operai del quartiere Montesacro. Poi, insieme a numerosi antifascisti di Montesacro, i giovani dell’ARSI e con loro Orlandi portarono a termine azioni di sabotaggio contro i tedeschi sulla via Nomentana, sulla via Salaria, nei quartieri dei Prati Fiscali e di Pietralata.
A fine novembre del 1943, quando il rettore dell’Università di Roma emise una circolare in base alla quale si ammettevano agli esami i soli studenti che rispondevano ai bandi della Repubblica di Salò, i giovani decisero di reagire al sopruso. Il 3 gennaio del ’44 Agnini e Corbi dell’ARSI e i rappresentanti dei giovani del PCI, del Movimento dei cattolici comunisti, del PSIUP e del Partito d’Azione, diedero vita al CSA (Comitato studentesco di agitazione), diretto dal giovane comunista Maurizio Ferrara.
Con irruzioni improvvise, distribuzione di volantini e azioni di forza, il CSA riuscì a far sospendere i corsi e gli esami di Scienze, di Medicina, di Lettere, di Legge, di Architettura e di Ingegneria Nel febbraio del 1944 l’ARSI si sciolse ed entrò a fare parte della Unione Studenti Italiani, nella quale Agnini aveva un ruolo rilevante.
Il 3 febbraio del 1944, Orlandi, venuto a sapere che i tedeschi stavano compiendo una retata nel quartiere di Monte Sacro, si preoccupò di correre ad avvertire i suoi compagni antifascisti, consentendo a molti di loro di mettersi in salvo e di sfuggire all’arresto. Ma Orlandi non riuscì ad evitare il suo arresto perché preoccupato che sua madre, Matilde Servoli, si angustiasse non vedendolo tornare a casa passò a salutarla.
Orlandi finì in mano alle SS, insieme all’amico fraterno Nicola Rainelli. Rinchiuso nelle carceri tedesche di via Tasso, Orlandi venne interrogato e torturato a lungo e rimase prigioniero fino al 24 marzo 1944 quando venne fucilato alle Fosse Ardeatine insieme a Rainelli ed Agnini. I resti di Orlandi Posta riposano, insieme con quelli delle altre 334 vittime, presso il sacrario delle Fosse Ardeatine.
Durante la detenzione, Orlandi Posti scrisse ben 39 pagine di diario, alcune lettere alla madre ed una lettera alla sua fidanzata Marcella Banelli, utilizzando alcuni foglietti che gli verranno trovati in tasca al momento della riesumazione delle vittime dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine iniziata dal luglio del 1944. Le lettere e il diario sono state poi pubblicati nel 2004 dalla casa editrice Donzelli.
Cara Marcella
quando leggerai questo che sarà l’ultimo mio contatto con te, io sarò nel mondo dove almeno troverò un po’ di pace, se il buon Dio che tutto può lo permette.
Dunque Marcellina mia, quando la leggerai non voglio assolutamente che il tuo caro visino venga rigato dalle lacrime solo ti prego di aggiungere alle tue preghiere serali una piccola preghierina per l’anima mia; te lo chiedo perché so che questo non ti costerà nessun sacrificio.
Ora vengo a giustificare questo mio scritto: sappi Marcella che ti volevo bene, ma molto bene e da molto tempo solo ho saputo far tacere il mio cuore perché non ero degno, secondo la mia idea, fino a che non avessi avuto aperta la via di un avvenire sicuro per poter raggiungere il mio ideale, perciò cara ora che è impossibile che possa realizzare il mio sogno ho voluto confidarti il mio segreto…
14/3/1944
Oggi, 14, brutta giornata, ma brutta, per me. L’inizio del mio 18 anno di vita è stato disastroso. Questa mattina sono stato svegliato per gli urli potenti del maresciallo che monta di guardia in questa settimana; è un essere indescrivibile per la sua malignità e il suo odio che manifesta verso di noi che siamo inermi nei suoi confronti.
Dopo due ore che sono rimasto sdraiato sullo steccato fra il dottore e il maresciallo, viene ad aprirci per la pulizia, e trovandoci a letto e in disordine, incomincia ad inveire specie contro di me; sembra che abbia un’antipatia personale, perché basta una piccola disattenzione nella cella che si scatena verso di me, come se io più piccolo ne fossi responsabile; pazienza, passerà!
Dunque dopo quella strillata che è finita con le parole: “oggi non ti darò da mangiare”, naturalmente dette in tedesco, la porta si chiude e noi tutti ci mettiamo ad aspettare il benedetto pasto quotidiano, chi parlando di politica, chi raccontando qualche fatto della sua vita; io che questa mattina ho il morale abbastanza basso, mi sono tenuto in disparte, e dato che facendo una passeggiatina attraverso il ristretto spazio mi ero stancato, non per il lungo cammino, perché avrò fatto in tutto duecento metri, ma per l’avanzato stato di esaurimento fisico, mi sono seduto e lì sono rimasto per diverso tempo e sono rimasto tutto quel tempo con la mente che vagava nel nulla, perché ho avuto paura che fossi colto da nostalgia; solo di tanto in tanto seguivo il ragionamento dei miei amici.
14/3/1944
L’alba del mio diciottesimo anno di vita l’ho passata in carcere, morendo di fame.