Il 24 marzo del 1966 viene ucciso a Tusa (ME) dalla cosiddetta mafia dei pascoli CARMELO BATTAGLIA (43 anni) sindacalista socialista,  assessore comunale, dirigente della Camera del lavoro di Tusa e della sezione locale del Psi.

Nella zona di Tusa era in atto una “guerra dei pascoli” con molte vittime tra i pastori e abigeatari. Battaglia già a 22 anni era un leader del movimento contadino, con l’obiettivo di assicurare ai propri compaesani che lavoravano la terra un’esistenza dignitosa, senza più lo sfruttamento al quale erano sottoposti da anni da feudatari e gabelloti mafiosi.

Divenuto  assessore socialista al Patrimonio di Tusa,  faceva parte della Cooperativa di pascolo “Risveglio alesino”, che aveva fondato nel 1945, e con essa, tra le tante altre cose, era riuscito ad acquistare un feudo (il feudo Foieri di 270 ettari) affinchè divenisse un pascolo libero per i pastori e per questo battendosi fortemente contro i mafiosi della zona. Nelle elezioni amministrative dell’inverno del ’64, intanto,  riuscì a cancellare il predominio della Democrazia cristiana e della destra e al Comune di Tusa si insediarono comunisti e socialisti.

Subito dopo l’aquisizione del feudo Foieri sorsero forti contrasti con i gabellotti e i sovrastanti che avevano avuto in gestione il feudo fino ad allora. Costoro pretesero dai nuovi proprietari la cessione di una parte del terreno per farvi svernare i propri armenti e continuare così a vessare i pastori anche se ormai proprietari del terreno stesso attraverso la Cooperativa.

Fu proprio nei forti contrasti che sorsero tra la Cooperativa e questi  personaggi che maturò il delitto Battaglia. L’assessore socialista – che aveva difeso con fermezza i diritti dei contadini e dei pastori locali – fu ucciso con due colpi di lupara all’alba del 24 marzo su una trazzera  proprio mentre, a cavallo, si recava al feudo Foieri.

Gli assassini non si limitarono a sparargli  ma vollero che il messaggio mafioso di quella esecuzione fosse chiaro a tutti. Così sistemarono il cadavere in posizione accovacciata con le mani dietro la schiena e la faccia appoggiata su una grossa pietra. Il corpo di Battaglia venne trovato 4 ore dopo da alcuni contadini, che come lui si stavano recando nei campi.

Il giornalista Felice Chilanti scrisse su l’Ora di Palermo:

“Uno ha sparato, altri hanno compiuto la bieca operazione mafiosa di chinare in atto di sottomissione un uomo che in vita non si era arreso.”

Battaglia fu uno degli ultimi della lunga serie di sindacalisti politici e amministratori assassinati da Cosa nostra a partire dall’epoca dei Fasci Siciliani, alla fine dell’800. Il delitto è rimasto impunito e i resti di Battaglia riposano nel cimitero di Tusa.


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