Il 18 luglio 1956 muore a Modena dopo una breve malattia FERRUCCIO TEGLIO (73 anni) ragioniere, politico socialista, sindaco e Antifascista.

Ferruccio Teglio nacque a Modena nella famiglia ebraica di un rabbino, fece studi di ragioneria e fu assunto in una banca; ancora diciassettenne s’iscrisse al Partito Socialista Italiano dove maturò la convinzione che occorreva lottare per progredire e conquistare i diritti sociali. Si sposò ed ebbe un figlio (raffigurato nella foto).

Teglio che viveva in una zona, il modenese, dove vigeva ancora il latifondismo comprese che libertà e giustizia erano assolutamente legati con l’emancipazione dei deboli. Per questo in quegli anni guidò con altri socialisti le proteste popolari a Modena, come negli avvenimenti che sconvolsero la città  nel 1920. Nelle elezioni comunali di Modena dell’ottobre del 1920 il Partito Socialista vinse con il 57% dei voti e Teglio, che aveva svolto la sua campagna elettorale su temi come igiene, scuola, lavoro e giuste finanze da riorganizzare in funzione delle fasce deboli della popolazione, fu eletto sindaco il 13 novembre del 1920.

Da subito Teglio dette via ad un mutamento radicale della città e della sua amministrazione: incentivò l’istruzione pubblica gratuita, organizzò riforme per poveri e lavoratori, impostò profondi cambiamenti per le condizioni igieniche della città e con tagli e spese ben mirati combattè lo spreco del denaro pubblico e riordinò il bilancio comunale. Ebbe molta attenzione per i bambini handicappati e per i disagiati a cui assegnò sussidi e aprì mense e biblioteche pubbliche.

Ma il consiglio comunale durò solo fino al gennaio 1921 poichè le prime intimidazioni e aggressioni fasciste non ne permisero la continuazione dei lavori. Teglio stesso subiva continue minacce di linciaggio da parte dei fascisti per cui dovette girare con la scorta. Benchè Teglio si dimise il 10 aprile 1921 i tentativi di aggressione non terminarono.

Teglio venne addirittura schedato come ” diffidato politico, catturando”. Subito dopo le dimissioni disagi, minacce e ritorsioni di ogni tipo nei suoi confronti erano quotidiani proprio per la sua attività di socialista e per il suo deciso Antifascismo. Fu costretto a lasciare il lavoro in banca e all’esilio in Francia nel 1938 fino all’arrivo dei nazisti, quando si rifugiò in Svizzera per sfuggire alle feroci persecuzioni razziali verso gli ebrei.

Lapide apposta nel Municipio di Modena nel 1990

Dopo il 1943 partecipò alla Resistenza e tornò a Modena nel 1945. Rientrò nella vita pubblica e sociale ricoprendo vari incarichi anche nel consiglio direttivo del Partito Socialista di Unità Proletaria, erede del Partito Socialista. Diresse il giornale socialista Il Domani dal 1945 e sostenne attivamente la repubblica in vista del referendum del 1946. Dalle pagine del giornale, inoltre, mai espresse parole di odio o vendetta verso i suoi antichi persecutori. Sul giornale da lui diretto scrissero anche, in epoche precedenti,  Giuseppe Saragat, SANDRO PERTINI, PIETRO NENNI, FILIPPO TURATI, IGNAZIO SILONE e CARLO ROSSELLI.

A Modena tornarono all’amministrazione i socialisti e Teglio divenne vicepresidente dell’ECA-Istituti Ospedalieri e attraverso questo incarico organizzò la costruzione del nuovo Policlinico per rendere più accoglienti le condizioni degli ammalati.

Morì dopo una breve malattia il 18 luglio del 1956. Non volle essere sepolto nel cimitero ebraico ma nell’ossario comunale e nessuna lapide indica il luogo esatto di dove si trovano i suoi resti.

Teglio fu un grande esempio di onestà, impegno civile e politico per il bene comune e Modena lo ricordò con la lapide apposta nel palazzo comunale nel 1990. La sua dirittura morale come uomo e come sindaco ricorda ERNESTO NATHAN (1845- 1921) sindaco di Roma agli inizi del ’900.

 

Vedi:  Un sindaco mazziniano: ERNESTO NATHAN

 


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