Il 7 agosto 1952 muore ucciso a colpi di accetta da parte di sicari di Cosa Nostra a Caccamo (PA) FILIPPO INTILI (51 anni) contadino e militante comunista.
Intili oltre a svolgere il suo lavoro nei campi prendeva parte alle proteste dei contadini che rivendicavano l’applicazione della riforma agraria. Infatti voleva dividere il prodotto dei campi che aveva a mezzadria al 60% per il mezzadro e il 40% per il proprietario in base al decreto del ministro Fausto Gullo dell’ottobre 1944. A molti anni dal decreto agrari e mafiosi pretendevano di dividere ancora al 50%.
Intili da persona semplice e da appassionato militante comunista ebbe il coraggio di battersi contro le ingiustizie e la prepotenza della mafia che non permetteva l’applicazione della riforma agraria e le testimonianze di chi lo ha conosciuto descrivono una persona leale e sempre attenta ai bisogni della popolazione. Inoltre nel 1952 Intili stava per candidarsi come capolista del Pci alle imminenti elezioni comunali.
E puntuale il suo assassinio da parte dei mafiosi giunse con modalità crudelissime: Intili venne fatto a pezzi a colpi d’accetta. Il suo corpo martoriato rimase a terra per circa 24 ore fino all’arrivo dei carabinieri per poi essere portato al cimitero comunale e interrato. Dopo l’omicidio i mafiosi sparsero la voce secondo la quale Intili era stato ucciso perché aveva rubato delle pere. Per l’omicidio vennero arrestati due uomini che al processo vennero assolti.
La moglie e i tre figli alla sua morte per sopravvivere dovettero vendere la terra e gli animali e quando la moglie morì i figli si trasferirono a Pisa. I resti di Intili riposano ancora nel cimitero di Caccamo.
Nel 2014 la città di Caccamo, in contrada “Piani Margi” luogo del suo assassinio, ha collocato un cippo commemorativo con questa iscrizione:
“Alla memoria di Filippo Intili (1901-1952) – mezzadro – ucciso da mano mafiosa – si batté per la legalità e la giustizia.
La sua memoria spezzi ogni pavido silenzio.”
Vedete il nostro video ” Il dovere della Memoria“: QUI