Il 14 settembre 1944 muore presso Gombola di Polinago (MO) in combattimento contro i tedeschi FRANCO CESANA (12 anni) studente e Partigiano.
Cesana nacque a Mantova nel 1931 in una modesta famiglia ebraica che successivamente andò a vivere a Bologna. In seguito alle leggi razziali fasciste del 1938 venne espulso dalle scuole all’età di 7 anni e continuò a studiare presso una scuola improvvisata che la comunità ebraica aveva approntato presso la sinagoga di Bologna.
Nel 1939 morì suo padre e Franco con suo fratello LELIO e la madre si trasferì a Torino dove continuò a studiare presso le scuole dell’Orfanotrofio Israelitico, iniziando gli studi rabbinici. Dopo la forzata chiusura del Collegio torinese (11 luglio 1940) Franco si trasferì nell’orfanotrofio ebraico di Roma e agli inizi del 1943 ritornò in famiglia.
Pur con tante difficoltà la famiglia arrivò al dopo 8 settembre 1943 quando, con l’occupazione tedesca del centro-nord italiano, iniziò una feroce caccia all’ebreo che costrinse i Cesana a nascondersi in montagna, sull’Appennino modenese, insieme ad altre famiglie ebraiche costrette a fuggire di casolare in casolare, temendo sempre di essere denunciati: il terrore era la normalità.
All’inizio del 1944 il fratello maggiore Lelio si presentò al comando di una formazione Garibaldina del Modenese (2ª divisione Modena Montagna della Brigata Scarabelli), che aveva la sua base a Maroncello di Gombola, chiedendo di poter dare il suo contributo alla lotta di liberazione. Anche Franco voleva partecipare a tutti costi, se pur trattenuto dall’affetto per la madre che sarebbe rimasta sola. Infine si decise e fuggì di casa.
Per Franco non fu facile vincere le esitazioni del comandante “Marcello” della formazione Garibaldina del fratello, a causa della sua giovanissima età ( aveva falsamente dichiarato di avere diciotto anni), ma infine riuscì a farsi accettare, per la passione che esprimeva, tra i Partigiani. Gli furono affidati compiti di fureria e per sei mesi partecipò anche alle azioni più rischiose mostrando coraggio e dedizione.
Si mostrò sempre sereno, nonostante una grande nostalgia della mamma: proprio il 14 settembre 1944 Franco chiese al comandante della formazione di poter riabbracciare la madre, che viveva a Bologna. Franco partì molto presto per poter rientrare nella formazione la sera stessa. Quando il ragazzo ritornò nei pressi di Gombola, vicino Polinago (MO), i suoi compagni e il fratello erano impegnati in un violento combattimento contro i tedeschi, che avevano sperato di sorprenderli. Subito tentò di partecipare allo scontro ma venne abbattuto da una raffica di mitra alla schiena.
Il comandante prese il cadavere di Franco e lo consegnò alla madre, il 20 settembre 1944 ( giorno del tredicesimo compleanno del ragazzo), che lo seppellì, in un atroce dolore, provvisoriamente a causa dei controlli dei tedeschi. Solo nel giugno del 1945 il Rabbino di Modena diede una degna sepoltura a Franco nel Cimitero ebraico di Bologna.
Franco verrà riconosciuto ufficialmente Partigiano e sarà nominato sottotenente alla Memoria; il 20 settembre 1955 il presidente della Repubblica Gronchi gli attribuirà la Medaglia di bronzo al valor militare alla Memoria. I resti di Franco ora riposano nel monumento ossario dedicato ai Partigiani che si trova nella Certosa di Bologna e il suo nome è ricordato nel Sacrario di piazza del Nettuno, sempre a Bologna.
Franco Cesana è stato il più giovane Partigiano italiano.
Dopo qualche tempo dalla sua fuga da casa, Franco inviò alla madre questa lettera per consolarla e rassicurarla :
“Carissima mamma,
Dopo la mia scappata non ho potuto darti mie notizie per motivi che tu immagini. Ti dò ora un dettagliato resoconto della mia avventura: partii cosi all’improvviso senza sapere io stesso che cosa stavo facendo. Camminai finche potevo poi mi fermai a dormire in un fienile in localita Osteria Matteazzi. Al mattino svegliandomi con la fame ripresi a camminare in direzione di Gombola, sfamandomi con delle more.
Arrivai a Gombola verso le 9 e di lì cercai i partigiani, deciso a entrare a far parte di una qualche formazione. Riuscii a trovare patrioti che mi insegnarono la strada per andare al Comando che si trovava a Maranello di Gombola. Andai alla detta località stanco morto, ma mi feci coraggio e mi presentai. Dopo un po’ mi si presentò, l’occasione di entrare a far parte della formazione Marcello. Sei contenta? Presentandomi a Marcello fui assunto e siccome ho studiato, fui dislocato al Comando e attualmente mi trovo stabile relativamente sicuro in una località sopra Gombola.
Cosi non devi impensierirti per me che sto da re. La salute è ottima solo un po’ precario il dormire. Per chiarire un increscioso incidente ti avverto che non ho detto quella cosa che mi hai fatto giurare. Così chiudo questa mia, raccomandandoti alto il morale che ormai abbiamo finito.
Affettuosamente ti bacio e ti penso il tuo tesoro.
Franco
N.B. Salutami pure Lelio e digli di non fare il cattivo, ti raccomando appena ricevuta la mia Bruciala.
Ancora ti saluto e ti abbraccio,
Franco
Vedete il nostro video ” Il dovere della Memoria“: QUI