Il 3 settembre 1974 muore a Macchia di Spezzano Piccolo (Cosenza) dopo una breve malattia FAUSTO GULLO (87 anni) avvocato, politico, ministro, Antifascista e Padre Costituente italiano.

Gullo nacque nella frazione di Macchia del paese di Spezzano Piccolo (CS) in una colta famiglia della media borghesia dove ricevette una forte formazione laica e s’iscrisse al Partito Socialista Italiano in giovane età:  già dal 1907 divenne consigliere nel suo comune di nascita. Nel 1909 si laureò in giurisprudenza a Napoli divenendo poi avvocato.

Intanto sviluppava la sua attività politica in vari paesi del cosentino e quando nel 1914 fu eletto consigliere provinciale portò avanti un programma che proponeva l’abolizione della proprietà privata, della presenza soffocante della religione e una profonda mutazione delle istituzioni del tempo.

Partecipò alla Grande Guerra dove raggiunse il grado di tenente ma per le sue idee socialiste fu retrocesso. Dopo la guerra scrisse su vari fogli socialisti e cominciò il suo impegno politico per il mondo del lavoro, soprattutto agrario.

Allontanandosi lentamente dalle posizioni del PSI cominciò a stringere rapporti con i primi comunisti, soprattutto quelli capeggiati da Amedeo Bordiga (1889- 1970) conosciuto all’Università di Napoli, fino ad aderire, nel 1921, al Partito Comunista d’Italia appena fondato a Livorno.

Nel 1922 diede vita al giornale Calabria proletaria, organo regionale del partito comunista, dedicando sempre particolare attenzione al mondo contadino e nel 1924 venne eletto deputato del PCd’I ma i fascisti annullarono la sua elezione.

Intanto Gullo approfondiva anche il suo rapporto con ANTONIO GRAMSCI e con lui, dopo l’uccisione di GIACOMO MATTEOTTI nel 1924, prese posizione contraria ai deputati che si erano ritirati sull’Aventino secondo la proposta di GIOVANNI AMENDOLA cosicchè i comunisti rimasero nel Parlamento proponendo un duro sciopero generale.

Nel settembre 1924 fondò il nuovo settimanale comunista L’Operaio. Dal 1925 entrò in discussione con Gramsci non approvando la sua cosiddetta “linea di centro” e aderì al Comitato d’Intesa proposto da vari deputati comunisti. Nel 1926 aderì invece alle tesi di Gramsci espresse nel congresso provinciale del PCd’I  cominciando ad allontanarsi dalla Sinistra Comunista.

Intanto Gullo portava avanti una decisa lotta antifascista soprattutto contro il corporativismo fino ad essere condannato al confino nel 1926. Liberato l’anno dopo venne arrestato nel 1929 con l’accusa di provocare: “ un certo risveglio del sovversivismo”.

Tornato poi a Cosenza Gullo riprese l’attività di avvocato e agì con maggiore cautela, pur non rinunciando a mantenere contatti con esuli antifascisti, dai quali ricevette finanziamenti per le attività del PCd’I clandestino e durante il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale Gullo divenne il punto di riferimento principale dell’Antifascismo calabrese.

Nel 1944 Pietro Badoglio (1871- 1956), nel suo secondo governo dell’Italia liberata in quel momento ( dove dopo vent’anni erano rappresentati i partiti Antifascisti), nominò inaspettatamente Fausto Gullo ministro dell’Agricoltura (rimanendo in questa carica nei successivi governi fino al primo governo De Gasperi) e proprio lui, nella prima riunione del Consiglio dei Ministri, propose per primo l’istituzione dell’ASSEMBLEA COSTITUENTE a Liberazione completata.

Sempre nel 1944 Gullo emise i suoi famosi DECRETI contro il latifondismo e a favore di una decisa riforma agraria che rendesse la vita dei contadini più dignitosa e il loro lavoro più remunerativo: per questo suo impegno legislativo, che mise in mano ai coraggiosi SINDACALISTI MERIDIONALI (di tanti di loro facciamo Memoria nel nostro Calendario Laico dei Santi) uno strumento fondamentale di lotta contro la prevaricazione delle mafie e dei latifondisti e tanta speranza suscitò in migliaia di poveri lavoratori della terra sfruttati e oppressi, Gullo verrà chiamato il ministro dei contadini.

I Decreti Gullo furono l’unico tentativo attuato dalla Sinistra di allora di avanzare seriamente sulla strada della riforma e spinsero alla nascita dei Comitati Comunali che divennero il primo modello di governo locale nell’Italia Liberata.

La sua opera riformatrice continuò con grande intensità anche nei successivi governi di Ivanoe Bonomi (1873- 1951) facendo approvare altri decreti a beneficio del mondo lavorativo agricolo.

Fausto Gullo ad un'assemblea di contadini negli anni 40

Nel 1946 il secondo governo di Alcide De Gasperi (1881- 1954) sostituì Gullo al ministero dell’Agricoltura con il possidente terriero democristiano Antonio Segni (1891- 1972), futuro Presidente della Repubblica, e lo nominò ministro di Grazia e Giustizia al posto di Palmiro Togliatti (1893- 1964). Sempre nel 1946 Gullo venne eletto all’Assemblea Costituente e fu uno dei maggiori elaboratori di vari articoli della futura COSTITUZIONE ITALIANA. Nei dibattiti assembleari  egli tenne  costantemente fermi tre principi cardine: sovranità popolare, centralità del Parlamento, unità nazionale.

In particolare il suo contributo nella Costituente fu fondamentale per stabilire l’autonomia del potere giudiziario e la composizione della Corte Costituzionale; fu il primo a parlare dell’uguaglianza tra figli legittimi e quelli naturali e fu tra i massimi estensori dei fondamentali articoli 29 e 30 sulla famiglia; fu tra i più decisi oppositori al regionalismo e operò per la nascita di un’Italia dei Comuni.

Poi Gullo confermò il suo seggio di deputato del PCI alla Camera dei Deputati fino al 1972 quando si ritirò dalla vita politica

Lapide sulla casa di Fausto Gullo

attiva. Durante gli anni di vita parlamentare l’attività di Gullo fu molteplice e sempre tesa ad un deciso impegno per il mondo del lavoro e ad una determinata opposizione all’avvicinamento del PCI alla DC e alle forze cattoliche (compromesso storico): anche per questo Gullo cominciò ad essere mal tollerato nel suo partito.

Anche se molto avanti negli anni partecipò nel 1974 con passione alla battaglia per il divorzio e fu presidente, fino alla morte avvenuta in quell’anno nella frazione di Macchia di Spezzano Piccolo, della Lega italiana per il divorzio.

I resti di Fausto Gullo riposano nel cimitero di Spezzano Piccolo e nella frazione di Casali del Manco si trova la Biblioteca Gullo con più di 15.000 volumi.

 

Fausto Gullo, nell’arco di un anno, tra il maggio 1944 e il maggio 1945, varò una serie di decreti i cui scopi erano:

salvaguardare i rifornimenti alimentari senza compromettere gli interessi dei coltivatori, riservando loro metà del ricavato e restringendo così l’area dell’evasione dell’ammasso (r.d.l. 2 maggio 1944, n. 14);

evitare la revisione dei patti agrari in senso sfavorevole ai lavoratori della terra o la disdetta di contratti da parte dei proprietari (r.d.l. 3 giugno 1944, n. 146);

concedere ai contadini terreni altrimenti non sfruttati (r.d.l. 27 luglio 1944, n. 279);

ridistribuire tali terreni in modo equo e corretto (d.l.l. 19 ott. 1944, n. 284; pur riprendendo una linea già sperimentata dal decreto Visocchi, la concessione di terre a cooperative o a contadini inquadrati in altri enti incentivò l’organizzazione e l’occupazione dei terreni oggetto del decreto);

rivedere, in favore di coloni, mezzadri e compartecipanti, i rapporti con i proprietari (ibid., n. 311; tale decreto non era vigente nei territori amministrati dal Comando militare alleato);

eliminare l’intermediazione nei rapporti agrari, permettendo al subaffittuario di sostituirsi all’affittuario in tutti i rapporti giuridici nei confronti del proprietario (d.l.l. 5 apr. 1945, n. 156).

Globalmente l’insieme dei decreti tendeva a dare continuità e stabilità al lavoro agricolo, incentivava, inoltre, il movimento contadino a organizzarsi e a servirsi di strumenti legali, si proponeva di inaugurare un nuovo rapporto tra Stato e masse rurali.

 

Per le Memorie dei Sindacalisti siciliani che portarono avanti il Movimento Contadino per cercare di attuare i Decreti Gullo e che pagarono con la vita il loro impegno di giustizia e libertà  clikka sotto al “tag” sindacato.


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