Archive del 2017

Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita”. Quando Gaber e Luporini scrivevano queste parole pensavano a persone come Alfredo Reichlin. Leggi il resto di questo articolo »

Il 15 aprile del 1945 muore di tubercolosi in un lager di Lipsia (Germania) MARGARETHA ROTHE (26 anni) studentessa, Antinazista, attivista del gruppo di Amburgo dell’organizzazione studentesca “ROSA BIANCA”.

Margaretha  dal 1936 frequentò l’istituto pedagogico Lichtwarkschule ad Amburgo, dove era nata, e in questo periodo ebbe modo di conoscere i suoi amici e futuri membri della “ROSA BIANCA”. Iniziò così il suo impegno nella Resistenza tedesca partecipando al gruppo di lettura organizzato dalla sua professoressa di pedagogia antinazista ERNA STHAL (scampata alla ghigliottina per l’arrivo degli Alleati a Lipsia dove era imprigionata. Morirà nel 1980). Leggi il resto di questo articolo »

Il 12 aprile del 46 a.C. muore suicida ad Utica (Tunisia) MARCO PORCIO CATONE (46 anni, detto UTICENSE) politico, scrittore, militare e magistrato romano.

Catone nacque a Roma  nel 95 a. C. in una famiglia di grande importanza politica e sociale. Suo nonno era Marco Porcio Catone detto il Censore (234- 149 a.C.) e fin da giovane si mostrò austero, sobrio, moralmente e fisicamente forte, così come ci attesta lo storico greco Plutarco (46 d.C.- 125 d.C.) in una biografia a lui dedicata nella sua opera Vite parallele. Inoltre mostrò da subito anche un deciso rifiuto di ogni adulazione che la potenza della sua famiglia attirava. Leggi il resto di questo articolo »

Dopo Ivrea – Al convegno di Casaleggio ho parlato del grande pericolo che minaccia l’essere umano: la Tecnologia, che eccita Beppe & C.

Ho partecipato sabato al convegno “Capire il futuro” organizzato da Davide Casaleggio per onorare, a un anno dalla morte, la figura di suo padre. Gianroberto Casaleggio era uno strano animale, un uomo molto pragmatico (alla sua intuizione della piattaforma sul web si deve in buona parte, com’è noto, la fortuna dei Cinque Stelle) e insieme un idealista, un ottimista che credeva nel futuro dell’uomo, soprattutto attraverso lo sviluppo delle tecnologie, come ci dicono certe sue teorie che si spingevano verso un orizzonte molto lontano. Il convegno, vista l’importanza dei temi che ha cercato di mettere a fuoco, aveva secondo me innanzitutto lo scopo di dimostrare che i Cinque Stelle non sono affatto quei “baluba”, ignoranti e impreparati, che tutti, o quasi tutti, vogliono far apparire. A me è toccato in sorte di trattare, nell’ultimo degli interventi degli ospiti, di un tema che, in un certo senso, ricomprendeva tutti gli altri: “Il futuro dell’uomo”.

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Il 12 aprile del 1959 muore dopo una breve malattia a Bozzolo (Mantova) PRIMO MAZZOLARI (69 anni) presbitero, scrittore, Antifascista e Partigiano.

Don Mazzolari nacque a Cremona in una famiglia contadina e fin da giovane matura alcune idee sulla Chiesa e sulla società che avrebbe mantenuto negli anni della maturità: la fiducia accordata alla modernità (in antitesi alla visione che di essa aveva dato il mondo cattolico intransigente), il suo patriottismo di ispirazione risorgimentale e democratica, l’affermazione della propria libertà di coscienza.

Mazzolari divenne presbitero nel 1912 e dopo una breve esperienza pastorale in piccole parrocchie del cremonese, allo scoppio della Prima guerra mondiale, si arruola volontario come soldato della Sanità. Leggi il resto di questo articolo »

Signor direttore,

le accuse di populismo vanno nella giusta direzione, qualcuno non ama il popolo, ed ecco svelata la verità del perché siamo orgogliosi di essere populisti. Perché siamo il popolo sovrano e la sovranità appartiene al popolo, siamo populisti perché amiamo la nostra Costituzione e la vogliamo cambiare togliendo immunità e privilegi incompatibili con la giustizia sociale, siamo populisti perché in Italia devono nascere aziende italiane non multinazionali anonime (…) in mano a banche straniere, siamo populisti perché vogliamo tornare a votare e non vogliamo essere governati dalla JP Morgan o dalla Philippe Morris o da Amazon, siamo populisti perché le tasse le devono pagare tutti compresa la Fiat che fattasi grande con il Made in Italy se ne va nei paradisi fiscali e lascia agli italiani il solo onere di pagare le tasse al suo posto (…), Leggi il resto di questo articolo »

Il 10 aprile 1890 muore a Forlì dopo una breve malattia AURELIO SAFFI (70 anni) politico, avvocato, scrittore, Patriota Risorgimentale e Triumviro della Repubblica Romana del 1849.

Saffi nacque in una famiglia dell’antica buona borghesia forlivese. Si laureò in giurisprudenza a Ferrara nel 1841 e si trasferì subito dopo a Roma per esercitare l’attività di avvocato. Contemporaneamente si dedicò a profondi studi letterari e storici. Tornato a Forlì ( che si trovava nello Stato della Chiesa) nel 1844 iniziò la sua attività politica come consigliere comunale e segretario provinciale. Leggi il resto di questo articolo »

Il 9 aprile del 1945 muore impiccato nel campo di concentramento nazista di Flossemburg (Germania) DIETRICH BONHOEFFER (39 anni) pastore evangelico tedesco, teologo e protagonista della Resistenza al nazismo.

Bonhoeffer nacque in una famiglia molto in vista dell’alta borghesia di Breslavia ( oggi in Polonia) e inizialmente sembrava dovesse diventare psichiatra come il padre ma da sempre manifestò il desiderio di diventare pastore evangelico. La sua famiglia, pur di forte estrazione laica, non si oppose e lo sostenne. Si laureò in teologia a soli 21 anni e per la sua formazione spirituale viaggiò a Barcellona e a New York dove cominciò a frequentare le chiese della comunità afroamericana di Harlem. Poi si trasferì a Londra dove cominciò un rapporto epistolare con GANDHI che sognò sempre d’incontrare senza mai riuscirci. Leggi il resto di questo articolo »

I diritti non ci hanno dato un mondo che tutti, nemmeno la maggioranza degli esseri umani, possano riconoscere come migliore. Anzi hanno giovato ad alcuni, i pochi, a danno degli altri, la moltitudineTesto tratto da “Diritti per forza”, l’ultimo libro di Gustavo Zagrebelsky da pochi giorni in libreria.

Chi oserebbe negare che nella “età dei diritti”, che diciamo essere la nostra e che ha proclamato la felicità non come compito morale dell’uomo virtuoso, secondo l’etica antica, ma niente di meno che come diritto universale: chi oserebbe negare che la povertà, l’analfabetismo, la schiavitù, la violenza, le persecuzioni, la tortura, le sparizioni dei non integrati e degli oppositori, le migrazioni forzate, l’ammassamento di milioni di persone in slum e bidonville, lo sfruttamento, le desertificazioni. Leggi il resto di questo articolo »

Il 7 aprile del 1926 muore in un ospedale di Cannes (Francia) per le gravi conseguenze fisiche subite dopo le bastonature da parte dei fascisti GIOVANNI AMENDOLA (44 anni) politico, giornalista, accademico e Antifascista.

Amendola nacque a Napoli nella famiglia di un carabiniere con cinque figli e presto si trasferì a Firenze e poi a Roma. A quindici anni s’iscrisse alla gioventù socialista. La repressione ordinata dal governo nel 1898 impose lo scioglimento di molte sedi socialiste in tutta Italia e Amendola venne arrestato per aver voluto impedire la chiusura della sede romana. Leggi il resto di questo articolo »

Non dipende dalle leggi rianimare le fedi che si estinguono; ma dipende dalle leggi interessare gli uomini al destino del loro paese. Dipende dalle leggi risvegliare e dirigere quel vago istinto di patria che non abbandona mai il cuore dell’uomo e, legandolo ai pensieri, alle passioni, alle abitudini di ogni giorno, farne un sentimento ragionevole e duraturo. E non si dica che è troppo tardi per tentarlo; le nazioni non invecchiano allo stesso modo degli uomini. Ogni generazione, che si forma nel loro seno, è come un popolo nuovo che viene a offrirsi alle cure del legislatore.

Alexis de Tocqueville (1805- 1859), filosofo e politico francese, in La democrazia in America

 

vedi:  Pensiero Urgente n. 29)

Pensiero Urgente n.211)

La democrazia senza morale

Pure a sinistra serve l'amor di patria


Il 5 aprile del 1944 muore fucilato nel poligono di tiro del Martinetto di Torino dalla Guardia Nazionale della RSI  PAOLO BRACCINI (36 anni, nome di battaglia Verdi) docente universitario, medico veterinario, Antifascista, Azionista e Partigiano.

Braccini nacque a Canepina  (VT) in una famiglia di profonde convinzioni socialiste ( il padre era amico di GIACOMO MATTEOTTI) e sviluppò presto un forte sentimento antifascista. Laureatosi in agraria nel 1930 all’Università degli studi di Milano nel 1931 è chiamato alle armi. Leggi il resto di questo articolo »

Il 4 aprile del 1968 muore a Memphis (USA) per le conseguenze di un attentato MARTIN LUTHER KING (39 anni) pastore battista, politico ed uno dei più grandi attivisti della storia per i diritti civili.

Martin Luther King Jr. nacque il 15 gennaio 1929 ad Atlanta in Georgia (USA) in una famiglia della media borghesia Nera e molto religiosa. Il padre, il reverendo Martin Luther King Senior, consigliò al figlio di diventare pastore battista come lui. Inizialmente scettico su tale scelta si convinse grazie alla lettura dei grandi pensatori religiosi. Diventato pastore battista arrivò ad essere uno dei più influenti attivisti per i diritti civili in America e nel mondo. Leggi il resto di questo articolo »

Il 3 aprile del 1944 muore ucciso da un militare delle SS tedesche al Forte Bravetta (Roma) don GIUSEPPE MOROSINI (31 anni) presbitero e Partigiano.

Morosini nacque a Ferentino (Frosinone) in una famiglia della media borghesia: aveva un carattere vivace e propensione per la musica. Frequentò il ginnasio da allievo esterno nel seminario vescovile della sua città e in questo tempo maturò la sua scelta di farsi prete e missionario ed entrò come novizio nella Congregazione della Missione. Leggi il resto di questo articolo »

Ci dovrebbe essere un vero apostolato della conoscenza, iniziando dalle poche verità fondamentali necessarie per l’avvenire dell’umanità e messe in risalto da pochi uomini di genio, ma non ancora rese popolari. Sarebbe così steso un programma educativo; il bilancio delle nostre cognizioni, una volta compilato sinteticamente, presto diventerebbe il programma politico che noi tutti stiamo cercando. Leggi il resto di questo articolo »

Il 1 aprile 1945 muore a Ca Marastoni di Toano (RE) massacrata da soldati tedeschi VALENTINA GUIDETTI (23 anni, nome di combattimento Nadia) donna di servizio e Partigiana.

Guidetti nacque a Toano (RE) in una famiglia di modeste condizioni. Rimase orfana della madre a soli 4 anni, con i suoi 4 fratelli, e il padre fu costretto a lasciarli ad una famiglia amica, emigrando per trovare lavoro. Valentina crebbe con la passione per la scuola, a cui alternava il lavoro di pastorella, e a 14 anni, dopo aver riunito la famiglia, dovette a sua volta emigrare a Genova come donna di servizio per dare sostentamento ai fratelli. Leggi il resto di questo articolo »

Il 1 aprile del 1948 muore ucciso in un agguato mafioso a Camporeale (PA) CALOGERO CANGELOSI (42 anni) contadino, esponente socialista e segretario locale della CGIL e della Camera del Lavoro.

Cangelosi uscì con cinque amici dalla Camera del lavoro di Camporeale dove quella sera del 1 aprile si era parlato delle elezioni politiche del 18 aprile 1948 e della povera gente che avrebbe potuto vincere sui padroni dei feudi terrieri. Inoltre si era discusso sulle lotte da organizzare per l’applicazione dei decreti Gullo ( ottobre 1944): la divisione del grano a 60 e 40 e la concessione alle cooperative contadine delle terre incolte e malcoltivate degli agrari. Leggi il resto di questo articolo »

La verità è dappertutto in fuga, sfrattata dalla post-verità (detta anche storytelling). Ma nella nostra martoriata penisola è in rotta perfino la voglia di conoscere la verità dei fatti. Ci vorrebbero schiere di antropologi per analizzare questa peste sociale, ma proviamo almeno ad abbozzare tre possibili ragioni: il pettegolezzo, la memoria corta, l’abitudine al servo encomio. Leggi il resto di questo articolo »

«Solo chi nutre la vera speranza osa affrontare l’abisso cui ci stiamo avvicinando. “Speranza senza ottimismo” è oggi la formula dell’autentica religione, quella che più si adatta ai nostri tempi oscuri.» – Slavoj Žižek (1949), filosofo sloveno

«Si può sperare senza essere ottimisti? Affrontare con coraggio le minacce e gli orrori del mondo senza illudersi che tutto andrà sempre bene? Sì, si può e si deve. Se esiste salvezza, verrà da una nuova e più profonda speranza, che possiamo imparare.» Terry Eagleton (1943), critico letterario inglese

Terry Eagleton in questo testo presenta una via alla speranza razionale e materiale, come impulso che contribuisce alla realizzazione dei nostri progetti e quindi alla nostra felicità: la speranza – che richiede, come nella tradizione cristiana delle virtù teologali, un grande impegno e una grande determinazione, e non è un sentimento passivo dunque ma fortemente attivo – è il carburante emotivo-volontario senza il quale realizzare i nostri desideri, i nostri progetti, i nostri sogni diventa impossibile. Leggi il resto di questo articolo »

Il 27 marzo 1871 muore a Milano dopo una lunga malattia ADELAIDE BONO CAIROLI (65 anni) Patriota risorgimentale italiana.

Adelaide Bono, terza di quattro sorelle, nacque a Milano in una famiglia di estrazione aristocratica: la madre era contessa e il padre un conte che aveva avuto vari incarichi prestigiosi all’epoca delle repubbliche napoleoniche. Adelaide, che purtroppo aveva una salute malferma,  rimase orfana del padre quando aveva cinque anni e studiò a Verona presso l’istituto delle suore del Collegio Reale: qui ricevette una profonda educazione religiosa. Leggi il resto di questo articolo »

Il 28 marzo del 1945 muore fucilato a Pieve di Teco (Imperia) dopo essere stato lungamente torturato dai tedeschi  ROBERTO DI FERRO (15 anni, nome di battaglia Baletta) apprendista meccanico e Partigiano.

Di Ferro nacque a Malvicino ( Alessandria) ed aveva quattro fratelli. I genitori si trasferirono per lavoro ad Albenga (Savona) e Roberto cominciò giovanissimo a lavorare come apprendista meccanico per aiutare la famiglia. Già dall’8 settembre 1943 a soli 13 anni decise d’interessarsi della Resistenza insieme al fratello più grande Guido e fu tra i primi a darsi alla macchia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Leggi il resto di questo articolo »

Il 28 marzo del 1945 muore fucilata a Riva del Po (Parma) dopo essere stata ferocemente torturata dai tedeschi INES BEDESCHI (34 anni, nome di battaglia Bruna) casalinga e Partigiana.

Ines, nata a Conselice in provincia di Ravenna, divenne partigiana fin dall’8 settembre 1943 quando decise di aderire alle file della Resistenza emiliana. Nell’aprile del 1944 quando a Bologna si costituì il Comando unificato militare Emilia Romagna (CUMER) Bedeschi con il nome di Bruna ne divenne una delle più valorose staffette. Leggi il resto di questo articolo »

Perché non si da più spazio alla filosofia nella scuola? Forse perché la si ritiene unicamente una materia liceale, e quindi non si presta ascolto a chi pure vorrebbe introdurla fin dalla scuola primaria. Non parlo di Socrate o Platone snocciolati in pillole didattiche, parlo di una forma mentis da dare quando quella mente (quella dei fanciulli) è ancora malleabile. Non solo, ma animata da quella meraviglia che Platone riteneva innata e spontanea nei bambini, primi veri filosofi. Leggi il resto di questo articolo »

Il 25 marzo del 1957 muore ucciso a Camporeale (PA) in un agguato mafioso PASQUALE ALMERICO  (43 anni)  maestro elementare, segretario della locale sezione DC e sindaco del paese.

Almerico nacque  e visse a Camporeale. Conseguita l’abilitazione magistrale  divenne maestro elementare e si iscrisse all’università alla facoltà di legge con ottimi risultati, ma abbandonò gli studi preso dall’impegno politico. Scrisse per un breve periodo per il  Giornale di Sicilia e svolse il servizio militare  venendo congedato nel 1936.

Insegnò poi nella scuola elementare di Camporeale divenendo anche responsabile della mensa scolastica. Con alcuni cattolici impegnati politicamente Almerico creò poi la sezione del partito della DC di Camporeale. Leggi il resto di questo articolo »

Il 24 marzo 1944 muore a Roma ucciso dalle SS tedesche presso le Fosse Ardeatine PILO ALBERTELLI (36 anni), insegnante, filosofo, Azionista, Antifascista e Partigiano.

Albertelli nacque a Parma nella famiglia di un ingegnere e deputato socialista, ultimo di tre figli ( i due fratelli diverranno un ingegnere, Nullo, e un violoncellista celebre, Ippolito Nievo). Il padre aveva scelto di chiamare i figli con i nomi di grandi protagonisti del Risorgimento: Pilo prese il nome da ROSOLINO PILO (1820- 1860), Patriota risorgimentale siciliano.

Il padre Guido sfuggì ad un attentato fascista nei primi anni del fascismo e il suo studio venne distrutto dagli squadristi per cui la famiglia fu costretta a trasferirsi a Roma. Pilo s’iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia presso la Sapienza, l’Università di Roma, ed ebbe tra i suoi insegnanti l’allora giovane filosofo GUIDO CALOGERO (1904- 1986) e la sua ottima applicazione agli studi gli guadagnò la stima del filosofo di regime Giovanni Gentile. Leggi il resto di questo articolo »

[…] Quando un filosofo si rivolge a un sovrano, a un tiranno, e gli dice che la sua tirannide è pericolosa e spiacevole, perché la tirannide è incompatibile con la giustizia, in quel caso il filosofo dice la verità, crede di stare dicendo la verità, e ancor più, corre un rischio (giacché il tiranno può adirarsi, può punirlo, può esiliarlo, può ucciderlo). Fu questa esattamente la situazione in cui si trovò Platone con Dionigi di Siracusa – sulla quale ci sono interessantissimi riferimenti nella Lettera settima di Platone, e anche nella Vita di Dionigi di Plutarco. Quindi, come vedete, il parresiastes* è qualcuno che corre un rischio. Leggi il resto di questo articolo »

Il 24 marzo del 1980 viene ucciso a San Salvador (capitale di El Salvador) con un colpo di fucile mentre stava celebrando la messa OSCAR ARNULFO ROMERO (63 anni) arcivescovo, teologo e attivista per i diritti umani.

Romero nacque nella piccola cittadina di Ciudad Barrios (El Salvador) in una famiglia umile, secondo di otto fratelli. Manifestò presto il desiderio di diventare prete entrando in seminario nel 1930 e la sua dedizione agli studi e il suo carattere particolarmente mite spinsero i superiori  ad inviarlo a Roma dove, tra il 1937 e il 1942, studiò presso la Pontificia Università Gregoriana di piazza della Pilotta. Dopo la licenza in teologia tornò in El Salvador dove venne ordinato prete nel 1942. Fece per pochi anni il parroco poi divenne segretario della Conferenza episcopale salvadoregna. Leggi il resto di questo articolo »

Il 24 marzo del 1944 muore fucilato a Roma nell’Eccidio delle Fosse Ardeatine ORLANDO ORLANDI POSTI (18 anni, detto Lallo) studente, Azionista, Antifascista e Partigiano.

Orlandi Posti ( Lallo, come lo chiamavano gli amici) nacque a Roma e aveva soltanto diciassette anni quando decise di aderire, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, al Partito d’Azione. Come “azionista” entrò nella resistenza e partecipò alla difesa di Roma combattendo dalle parti di ponte Salario. Leggi il resto di questo articolo »

Il 24 marzo del 1966 viene ucciso a Tusa (ME) dalla cosiddetta mafia dei pascoli CARMELO BATTAGLIA (43 anni) sindacalista socialista,  assessore comunale, dirigente della Camera del lavoro di Tusa e della sezione locale del Psi.

Nella zona di Tusa era in atto una “guerra dei pascoli” con molte vittime tra i pastori e abigeatari. Battaglia già a 22 anni era un leader del movimento contadino, con l’obiettivo di assicurare ai propri compaesani che lavoravano la terra un’esistenza dignitosa, senza più lo sfruttamento al quale erano sottoposti da anni da feudatari e gabelloti mafiosi. Leggi il resto di questo articolo »

Il 23 marzo 1943 muore a Cuorgnè (TO) dopo una lunga malattia PIERO MARTINETTI (71 anni) filosofo, accademico e Antifascista.

Martinetti nacque a Pont Canavese (TO) nella famiglia di un avvocato, primo di quattro figli. Frequentò il collegio civico di Ivrea e nel 1889 si iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia di Torino dove si laureò nel 1893. Successivamente andò a Lipsia per perfezionare i suoi studi di filosofia e psicologia. Leggi il resto di questo articolo »

Il testo è tratto dal libro:   Gustavo Zagrebelsky, Diritti per forza, Einaudi 2017 , € 12

Le generazioni future hanno fatto il loro ingresso nel dibattito pubblico. Ciò, perché la condizione dei viventi è oggi inedita. La Terra (intesa come ambiente fisico e sociale), per millenni, si è pacificamente considerata la base di perpetua riproducibilità nel tempo della vita degli esseri umani, quali che fossero le offese che i suoi figli potevano infliggerle. Oggi non è più così. Le odierne capacità distruttive, di gran lunga superiori alle capacità rigenerative delle risorse della natura fisica e dei legami sociali, fanno dubitare circa la sensatezza della formula di Thomas Jefferson al tempo della Rivoluzione americana: «La terra appartiene ai viventi». Leggi il resto di questo articolo »

Da dieci anni non passa giorno senza che qualcuno invochi l’esigenza di una nuova classe dirigente. Eppure quasi nessuno sembra accorgersi che, se tale espressione suona ormai logora all’orecchio dei più, non è per l’inettitudine o la disonestà dei singoli, ma anche e soprattutto perché l’età globale ha inesorabilmente compromesso le condizioni d’esistenza di una classe dirigente in senso proprio. Le oligarchie si sono sgretolate, dunque, in una società liquida e trasparente? Nient’affatto. Il nostro è il tempo opaco dei gruppi di interesse privato, che premono sui decisori pubblici in vista di un tornaconto particolare. Che cosa resta, quindi, della democrazia? Finché si ignorerà che le élites politiche sono essenziali per una democrazia libera e pluralistica, partecipata e consapevole, i partiti soccomberanno ai movimenti e il potere scivolerà indisturbato nelle mani di pochi giganti transnazionali. (IBS)

Il libro:   Giulio Azzolini,  Dopo le classi dirigenti. Le metamorfosi delle oligarchie nell’età globale,  ed. Laterza 2017,  € 20,00 Leggi il resto di questo articolo »

Il 17 marzo del 1958 muore a Licata (AG) ucciso con un colpo di pistola in un agguato mafioso VINCENZO DI SALVO (32 anni) operaio edile e dirigente sindacale.

Di Salvo dirigeva la Lega locale degli edili (aderente all’organizzazione sindacale unitaria) e contemporaneamente prestava la sua attività lavorativa presso la ditta Iacona impresa appaltatrice dei lavori di costruzione delle fognature cittadine.

In qualità di dirigente sindacale Di Salvo era alla testa da una settimana circa dello sciopero dei dipendenti dell’ impresa non essendo riusciti i lavoratori ad ottenere dal 1 febbraio 1958 il pagamento dei salari e degli assegni familiari maturati. Leggi il resto di questo articolo »

Cara banca d’affari, dopo Renzi non tutto è perduto: ha vinto il “No” ma, come per lo stadio della Roma, basterà amministrare in senso opposto alla Costituzione e il referendum verrà vanificato

Caro Direttore, ho ricevuto per posta il documento che qui allego. L’anonimo mittente dice di averlo trovato frugando nelle cartacce in zona Montecitorio, ma non fornisce prove della sua autenticità. Personalmente lo ritengo un falso, per giunta firmato con uno pseudonimo, ma lo mando lo stesso alla Sua attenzione, anche perché i fatti in esso ricordati sono veri. Vedrà Lei se merita di raggiungere le pagine del Fatto. Con saluti cordiali.

Salvatore Settis            il Fatto   14 marzo 2017 Leggi il resto di questo articolo »

Il 14 marzo del 1983 muore a Suchitoto (El Salvador) uccisa in un agguato teso da militari salvadoregni MARIANELLA GARCIA VILLAS (39 anni)  politica, avvocata e attivista per i diritti umani.

La storia di Marianella è quella di una figlia della ricca borghesia che avrebbe potuto condurre una vita diversa tranquilla e agiata e che invece aveva scelto di vivere l’inferno dei poveri, raccogliendo instancabilmente prove e testimonianze sulle sempre più gravi violazioni dei diritti umani, senza mai concedersi distrazioni né vacanze e andando consapevolmente incontro al suo destino.

Laureata in legge e filosofia all’inizio degli anni 70 iniziò a lavorare con le comunità di base contadine e a condividerne la vita con l’obiettivo di risvegliare le loro coscienze sui diritti umani fondamentali. Villas militò prima nell’Azione Cattolica Universitaria e poi nel Partito Democratico Cristiano; prima tollerata dai dirigenti poi ostacolata fu infine emarginata dallo stesso Partito coinvolto con il regime dittatoriale. Leggi il resto di questo articolo »

Oggi definiamo così le «bufale» del web

Che cos’è la verità?», chiede Pilato a Gesù mentre lo interroga. La verità è dunque questione religiosa? Anche. Emet è la parola ebraica che indica la verità. Alla lettera significa solido, sicuro, degno di fiducia. Indica una verità come quella religiosa: nel segno della fede. In greco antico la verità è indicata invece con il termine aletheia, una parola con una doppia negazione: ciò che è non nascosto. Cioè qualcosa che non è dato per sempre, ma che bisogna continuamente disvelare. Leggi il resto di questo articolo »

Il Monte Olimpo (Grecia)

Il 12 marzo 1943 viene fucilata da soldati tedeschi sulla strada tra Aghia e Larissa (Grecia) DIMITRA TSATSOU (23 anni) pettinatrice e Partigiana.

Dimitra nacque a Larissa in Tessaglia e svolse il lavoro di pettinatrice e parrucchiera. Aderì giovanissima ai movimenti di opposizione al governo fascista greco di Ioannis Metaxas e poi all’occupazione militare degli italiani e dei tedeschi.

Aderente all’EPON l ( Organizzazione giovanile Unità panellenica) Dimitra si prodigò dal 1941 nel procurare armi e vettovagliamento per la I Divisione ELAS ( Fronte di liberazione Nazionale) operante in Tessaglia, nell’assistenza alle famiglie delle vittime, nel proselitismo e nel reclutamento di nuove forze, nell’opera di sabotaggio a installazioni e depositi nemici. Leggi il resto di questo articolo »

Il 12 marzo del 1977 ad Aguilares (El Salvador) muore ucciso in un agguato di sicari governativi padre RUTILIO GRANDE (49 anni) presbitero gesuita e attivista dei diritti civili.

Grande nacque nel piccolo paese di El Paisnal (El Salvador) in una famiglia povera e il più piccolo di sette figli. Entrato in seminario a 12 anni  venne ordinato prete nel 1959 e completò i suoi studi in Spagna e in Belgio. Ritornò in El Salvador nel 1965 e fu destinato nel seminario di San Salvador (capitale di El Salvador) come direttore dei progetti di azione sociale. Per nove anni educò i seminaristi alla condivisione della situazione dei poveri per ridestare il senso della loro dignità e dei loro diritti.

Lasciato il seminario Grande divenne parroco di Aguilares, una cittadina vicina al suo paese natale. Dal 1973 aveva intrapreso una coraggiosa evangelizzazione delle comunità contadine creando Comunità Cristiane di Base in cui educare a mettere in rapporto il messaggio del Vangelo con le gravissime condizioni sociali e politiche in cui versava El Salvador e cercando di liberare la realtà più povera di El Salvador, i campesinos, da una visione religiosa che portava alla rassegnazione. Leggi il resto di questo articolo »

Nella primavera di sedici secoli fa, ad Alessandria d’Egitto, una donna fu assassinata. Fu aggredita per strada, spogliata nuda, trascinata nella chiesa «che prendeva il nome dal cesare imperatore», il Cesareo, come riferisce una delle fonti contemporanee ai fatti, lo storico ecclesiastico costantinopolitano Socrate Scolastico. Qui fu dilaniata con cocci aguzzi. Mentre ancora respirava le furono cavati gli occhi. Poi i resti del suo corpo smembrato vennero dati alle fiamme. A massacrarla furono fanatici cristiani, i cosiddetti parabalani, monaci-barellieri venuti dal deserto di Nitria, di fatto miliziani al servizio di Cirillo, allora potente e bellicoso vescovo della megalopoli d’Egitto fertile di grano e di intelletti, di matematica e poesia, musica, gnosi e filosofia. Il nome di quella donna era Ipazia e quel nome in greco evocava un’idea di “eminenza”. Leggi il resto di questo articolo »

Il 10 marzo del 1948 viene ucciso a Corleone (PA) in un agguato mafioso PLACIDO RIZZOTTO (34 anni) sindacalista, politico e Partigiano.

Rizzotto, figura eminente della resistenza sindacale e politica alla mafia in Sicilia, era il primo di sette figli in una famiglia contadina povera; quando suo padre fu arrestato ingiustamente per complicità mafiosa dovette lasciare la scuola ed occuparsi della famiglia.

Partecipò alla seconda guerra mondiale ed arrivò al grado di sergente. Prima di partire per la guerra era un semplice contadino semi-analfabeta ma dopo l’8 settembre 1943 gettò la divisa militare e scelse di salire sulle montagne con i partigiani delle Brigate “Garibaldi” come socialista e per combattere contro il nazi-fascismo.

Per mesi visse tra le montagne innevate della Carnia nel Nord-Est dividendo il pane e la paura con altri giovani come lui convinto di battersi per la causa giusta. In Carnia imparò tanto, soprattutto che gli uomini non nascono ricchi o poveri, padroni o schiavi, ma tutti uguali e tutti liberi. Leggi il resto di questo articolo »

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