Il cambiamento, dopo tanti tumulti di parole e di mani, è avvenuto. Per esempio, tutti gli immigrati perderanno protezione, ospedali, scuole e persino luoghi per vivere. Lo prescrive la nuova legge detta “sicurezza” che trasformerà in vagabondi decine di migliaia di adulti e bambini. Se non vi va bene, siete dei “traditori”, dice il ministro dell’Interno ai sindaci che dissentono.
L’accusa entra per la prima volta in un dibattito politico italiano in tempo di pace. Ma non è tempo di pace. È il Paese dove la mafia spara e l’immigrato sconta la pena, o perché buttato sulla strada o perché i porti chiusi dal nuovo governo (Salvini decide, Di Maio conferma per restare in gara) respingono in mare, anche con maltempo feroce, chi è stato salvato da quei “traditori” dei volontari.
È stata proclamata la fine della povertà ma non si sa chi sono i poveri. Quelli di Rosarno, che di giorno muoiono nei campi di pomodori e di notte nei roghi? I bambini digiuni delle scuole di Lodi che non possono pagare il pasto degli altri bambini? In quale lista di poveri saranno? Quella di Di Battista, che pur avendo vissuto un anno nella giungla con famiglia a carico, sa tutto, tramite Steve Bannon, su un ex presidente dell’Honduras che gli assicura che Obama ha le mani sporche di sangue; o Di Maio, che sarebbe il vicepremier che ha tassato con pesantezza il volontariato, e ora promette che basteranno dieci anni (poco fa erano cinque) agli stranieri per avere il reddito di cittadinanza?
Ma, come abbiamo detto, non siamo in tempo di pace. I nostri porti sono chiusi, dunque siamo in stato di emergenza. Noi siamo chiusi a tutti, e tutti sono chiusi a noi, grossomodo questo è il cambiamento. E questo è il sovranismo.
Ma non dimentichiamo che il cambiamento è anche lo smontaggio di un’Italia messa insieme da un Risorgimento voluto probabilmente da poteri forti, banche e Soros. Le regioni ricche vogliono sganciarsi e tenersi i soldi, creando un sovranismo nel sovranismo.
Comunque, è la prima disintegrazione di una Paese incoraggiata dal governo centrale, come se Madrid incitasse la Catalogna. Ma ci sono altri tratti che distinguono la nuova epoca. Uno: non dici più “questo lo facciamo perché ce lo ha chiesto l’Europa”. Adesso tutti sanno che lo facciamo perché all’Europa, dopo lunga contrattazione, lo abbiamo chiesto noi.
Due: non c’è più austerità. C’è l’aria cupa e inflessibile di giudici sempre in camera di consiglio. Espellono anche se stessi. Vi viene in mente qualcosa di allegro in un Paese che ha come garante un comico? Vi viene in mente qualcosa di certo (qualcosa che non sarà cambiato, discusso, negato fra poco) nel Paese in cui il comico garante è garantito da un quasi scienziato?
Se qualcuno protesta, Salvini risponde senza imbarazzo, per esempio al Procuratore della Repubblica di Torino, che, se vuoi criticare, prima devi farti eleggere. E se chi protesta è già eletto, allora prima si deve dimettere.
Cerchiamo di riassumere i caratteri del tempo che stiamo vivendo. Primo, bisognerà tagliare gli stipendi dei deputati. L’economia del Paese non lo noterà, ma è un bel simbolo per la prossima campagna elettorale. Secondo: bisogna tagliare il numero dei deputati e senatori. Bastano la metà. Bastano anche meno. Nelle votazioni della legge di bilancio, la consegna era non fare niente. Chi voleva poteva gridare ma non sentire qualcuno in grado di spiegare qualcosa.
Spiegare che cosa? Una volta messa a tacere Radio Radicale, con la sua ossessione per il diritto alla conoscenza (vedi alla voce Marco Pannella) non c’è bisogno di perdere tutto quel tempo e tutti quei soldi a discutere a vuoto cose che sono state già decise. I soldi servono e serviranno a Di Maio e Salvini. L’imprecisione grandiosa e sfuocata dei loro due progetti (caos della povertà e caos delle pensioni) faranno gonfiare quelle somme con il rischio evidente di restare sempre fuori obiettivo.
Terzo: ma chi ha dato il segnale di questo cambiamento caotico? Non il popolo. Non aveva immaginato che, sotto un tappeto di promesse, ci fosse una botola. Non i nuovi partiti che si sono trovati in un reggimento, con gli ufficiali già nominati. Sì, lo so, questo è il destino dei Cinque Stelle, che possono solo ubbidire o li cacciano.
Ma per la vecchia Lega, dove niente è nuovo salvo la cattiveria, che dire? Si ritrovano un capo direttamente connesso con legami internazionali di cui non sanno (non sappiamo) nulla, e nulla ci viene detto. Però, dal momento che l’Italia è nel caos ma resta una grande ricchezza, qualcuno sta decidendo per noi. Ma chi, e che cosa, visto che da noi si vive solo una politica semplice, crudele, inutile, scriteriata, senza pace e senza lavoro?
Furio Colombo Il Fatto 6/1/2019
Vedi: La sicurezza immorale
La politica fabbrica l’odio, oggi come durante il nazismo
Perché disobbedire al Decreto Sicurezza è solo buonsenso e non buonismo