“Terrore sanitario” e “dittatura digitale” non sono due realtà separate ma due facce della stessa medaglia: instaurare un nuovo ordine mondiale (NWO) e una nuova spaventosa visione dell’uomo. (GLR)

 

Ci siamo. Ecco il piano nazionale per il controllo del covid-19

La grande finanza, soprattutto negli States, non perde tempo in chiacchere inutili. Agisce come un falco con grande tempestività dotatosi di un quadro strategico di lungo periodo per disarmare in via definitiva qualsiasi ostacolo si frapponga contro la sua volontà di dominio assoluto.

Non sta certo a consumare il suo tempo in pratiche di limitate prospettive, quali sono in uso in quasi tutte le sinistre, soltanto a parole insoddisfatte dello status quo, cui sono bastevoli petizioni di principio e politiche di corto respiro. Come ci ricorda l’instancabile Manlio Dinucci,

la Fondazione Rockefeller, ideatrice del progetto (che ha avuto una lunga incubazione, a partire almeno dal 2001, con il dichiarato annuncio di guerra totale al terrorismo) piazza al vertice, nel “Consiglio di controllo della pandemia”, le forze più energiche e rapaci della criminalità finanziaria contemporanea, cioè i leader supremi della Borsa e degli affari, con servile accompagnamento dei maggiordomi governativi e delle accademie scientifiche (soltanto degli ingenui inguaribili possono pensare, di questi tempi, ad una possibile autonomia della politica e della ricerca scientifica). “L’obiettivo, da realizzare entro un anno, è quello di raggiungere la capacità di sottoporre a test Covid-19 30 milioni di persone al giorno“. Un corpo di risposta alla pandemia verrebbe creato allo scopo “di controllare la popolazione con tecniche di tipo militare, attraverso sistemi digitali di tracciamento e identificazione, nei luoghi di lavoro e di studio, nei quartieri residenziali, nei locali pubblici e negli spostamenti“.

Il piano si realizzerà negli States per essere poi esportato nei Paesi volenterosi e responsabili…possibilmente in tutto il pianeta, naturalmente con l’ausilio dei media e degli intellettuali in funzione di megafoni, consapevoli della validità etica del progetto finalizzato alla buona salute dei cittadini.

Il piano prevede non il semplice diritto alla salute ma il dovere alla salute, l’obbligo giuridico alla salute che comporterà, anche nel futuro, restrizioni, limiti alle libertà costituzionali, il confinamento obbligatorio, il distanziamento sociale, mascherine, secondo una visione che tutto non sarà più come prima, una visione militarizzata che escluda il contatto e quindi gli assembramenti, i convegni, le manifestazioni…

Perché non solo il Covid19 ma, se necessario, altri virus, altre pandemie arriveranno, come è nella natura delle cose, e il copione del contenimento potrà riproporsi per chiudere definitivamente gli spazi democratici ad un popolo impaurito che cederà la libertà pur di avere la sicurezza.

Il vaccino oramai invocato dai potenti, dai servitori ben pagati ma anche dagli sciocchi potrebbe essere quello fortemente voluto da Bill Gates, “il microvaccino quantico a infrarossi, che riunirà le funzioni di vaccino e registro biometrico in un comodo QR Code tatuato sottopelle”.

Un vaccino che permetta finalmente di disporre di un passaporto immunitario che garantisca chi deve uscire di casa, chi può andare al lavoro, chi può andare in un museo…

Per un progetto di così alta levatura, credo che vada ricordato ed elogiato “the good Club”, già operante da dieci anni e abitato, oltre che da Bill e Melinda, da filantropi come Rockefeller, George Soros, Warren Buffet, Michael Bloomberg, interessati alla politica del vaccino intesa anche come politica di sfoltimento della popolazione, secondo la filosofia e le pratiche dell’eugenetica e del Malthusianesimo assai radicati negli States

Del resto non è stato lo stesso Bill Gates ad averci detto qualche tempo fa “Il mondo ha oggi 6,8 miliardi di abitanti. Ci dirigiamo verso i nove miliardi. Ora, se facciamo davvero un ottimo lavoro con i nuovi vaccini, la sanità e i servizi per la salute riproduttiva, forse potremmo ridurre quel numero del 10 o del 15 per cento”.

Il terrore sanitario è ancora ai suoi primi passi, ma data l’indolenza e la passività delle popolazioni, rafforzata dal panico creatosi per una sindrome influenzale che ha lo 0,03 per cento di mortalità, è probabile che si rafforzi e diventi “il cigno nero” per eccellenza.

Antonello Boassa    in https://www.ancorafischiailvento.org/ 21/5/2020

 

 

Microchip: perchè non è più un tabù parlarne

Quello dei microchip sottocutanei è uno dei temi più delicati e controversi nel campo della controinformazione. Per anni è stato un argomento tabù, tanto scivoloso quanto pericoloso: chi ne parlava veniva screditato, deriso e additato come un pazzo visionario. Ne parlo da circa 15 anni, molti colleghi da ben prima di me, e ne ho scritto molto, dedicando poi ampio spazio al tema due anni fa in Cyberuomo (Arianna Editrice), dopo averne già scritto e parlato in video, articoli e nel mio primo libro, dieci anni fa.

La tematica è infatti sempre stata trattata come una paranoia “cospirazionista”: come succede spesso in questo settore, le notizie scomode che inizialmente vengono liquidate come “bufale” si confermano poi “vere” dopo qualche anno, dando ragione a quei ricercatori che nel frattempo, come delle novelle Cassandre, sono stati screditati come dei pazzi visionari. Ma a noi non interessa “avere ragione”, quanto sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche delicate, fare informazione, immunizzare le persone dalle balle e dalle menzogne del sistema.

Eppure si pensava allora e alcuni lo credono ancora oggi, che i microchip fossero e siano una “balla”. Nulla di nuovo, insomma. L’idea era che i chip fossero una bufala (come tanti altri argomenti scomodi) e che non esistesse nessun piano segreto per impiantarli nella popolazione (o spingere i cittadini a farseli impiantare volontariamente) per controllarla. Chi provava a proporre un dibattito era liquidato come un visionario.

Negli anni la tematica è tornata più volte alla ribalta, venendo sempre tacciata come l’emblema delle paranoie cospirazioniste. Eppure…

Oggi, invece, i media mainstream hanno sdoganato la tematica, rendendola, non solo “reale” ma persino alla moda: “Perché non farsi impiantare un chip?”, è il messaggio che filtra da sempre più canali di massa, “è comodo!”. E’ innovativo, è segno di progresso. Si fa leva infatti sulla comodità del dispositivo e sulle implicazioni legate per esempio all’identità digitale o alla lotta contro l’evasione fiscale.

Come già documentavo in Cyberuomo, dalla Svezia sta dilagando in tutto l’Occidente una nuova tendenza che porta all’estremo l’abolizione del contante e l’utilizzo della tecnologia: farsi impiantare un microchip sottopelle contenente password, Pin, dati delle carte di credito, abbonamenti ai mezzi pubblici, biglietti del treno, chiavi di accesso a musei o altri edifici. O anche per evitare di dover usare le chiavi dell’auto.

Inoltre, come spiegavo in un mio precedente articolo  recentemente la Biohax ha deciso di sbarcare con il mercato dei sensori biometrici anche in Italia e sta aspettando l’approvazione delle autorità sanitarie e del Ministero della Salute per impiantare chip sottocutanei a circa 2500 cittadini tra Milano e Roma.

La progressiva diffusione dei chip non sta avvenendo ovviamente in modo coercitivo (l’obbligo spingerebbe la popolazione a ribellarsi) ma incentivando le persone a farseli impiantare in modo volontario.

Si vuole diffondere l’idea nell’opinione pubblica che un chip sottocutaneo sia utile e comodo e che con esso si possano saltare le code alle casse, utilizzare la propria mano come badge ed eliminare password, tessere e contanti. E ovviamente contrastare l’evasione fiscale. Ora è evidente che si stia abituando per gradi l’opinione pubblica ad accettare una nuova modalità per il controllo e la sorveglianza tecnologica, perché il chippaggio apre a conseguenze e modalità che non sono state adeguatamente prese in considerazione e discusse.

E tutto ciò rientra anche nel campo del transumanesimo, quel movimento culturale che, nelle sue molteplici correnti,  aspira a rivoluzionare, potenziare e far evolvere consapevolmente l’essere umano, attraverso la scienza e la tecnologia (genetica, medicina rigenerativa, biohacking, smart drugs, nanotecnologia, robotica, crionica, mind uploading, ecc.).

Chi vi aderisce condivide una visione meccanicistica dell’esistenza umana per cui l’uomo si ritiene obbligato a continuare la propria evoluzione come se fosse una macchina o un dispositivo da aggiornare. La filosofia di fondo del transumanesimo è la liberazione dell’uomo dalla biologia e dalla Natura, il vero nemico da contrastare e abbattere.

Per i transumanisti esiste una dicotomia tra la mente e il corpo: l’attività mentale è di fatto riducibile a dati informatici, scaricabili su altri supporti artificiali, che permettono di andare oltre la durata biologica della vita; in questa visione scientista la svalutazione del corpo porta alla progettazione di esoscheletri meccanizzati interscambiabili o all’ibridazione uomo-macchina.

Di questo e di molto altro ho parlato in una lunga intervista per Contro.tv con il regista Massimo Mazzucco, a cui rimando per ulteriori approfondimenti. (vedi sotto, n.d.r.)

E’ stata l’occasione per parlare con uno dei big della controinformazione di chip, transumanesimo ma anche dell’attuale emergenza sanitaria: per offrire al pubblico punti di vista controcorrente e invitare a meditare sui rischi distopici che la nostra società sta prendendo.

Chiediamoci: è davvero questo il futuro che vogliamo, oppure siamo stati gradualmente indottrinati da cinema, letteratura, media e TV a desiderare simili scenari dopo averli introiettati come “fantastici”?

Enrica Perucchietti      in https://enricaperucchietti.blog/   21 maggio 2020

 

Vedi il video:

“Il mondo nuovo”, virus e microchip – Enrica Perucchietti

https://www.youtube.com/watch?v=nuKNznHPC10


Un’importante presentazione del “transumanesimo”.

 

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” Lo Stato totalitario fa di tutto per controllare i pensieri e le emozioni dei propri sudditi in modo persino più completo di come ne controlla le azioni…

Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.“

George Orwell (1903- 1950), scrittore e giornalista britannico


 

 


 

Articoli che vi raccomandiamo di leggere:

Leggere gli articoli al “tag” dittatura digitale

Leggere gli articoli al “tag” terrore sanitario

Leggere gli articoli al “tag” transumanesimo

Terrore sanitario (25). Emergenza infinita? (2)

Verso la dittatura digitale (4). Lo schock pandemico

Verso la dittatura digitale (1). L'uomo "chip".

Verso la dittatura digitale (5). Università addio...

Terrore sanitario (15). Allarmismi e potere.

Terrore sanitario (12). Tra autoritarismo, paura e rabbia.

Terrore sanitario (7). La denuncia di due deputati.

Terrore sanitario (9). La museruola.

Verso la dittatura digitale (3). Tablet al posto della scuola.

Distanziamento sociale

La rana bollita

Onu, rischio catastrofe diritti umani

Terrore sanitario (5). Nuda vita.


 


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