60mila assistenti civici? Dateci la Stasi almeno erano seri

La proposta del ministro Boccia (il nostro novello Mielke) scaricata anche dal Viminale, dai Cinque stelle, da Renzi, da Orfini e dalle opposizioni. Faremmo prima a scrivere chi è d’accordo...

E’ un’iniziativa del governo, ma sembra a tutti gli effetti la sceneggiatura di una comica, di quelle in cui anche piegare un lenzuolo (ve lo ricordate Buster Keaton?) diventava una impresa impossibile e piena di trappole.

Militari della Stasi, anni '50

La drammaturgia è semplice e all’inizio non fa neanche tanto ridere: il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in accordo con l’Anci, l’associazione che riunisce i sindaci d’Italia, ha stabilito che fino a fine luglio 60mila volontari potranno aiutare gli amministratori locali a far rispettare il distanziamento “sociale” e le regole legate alla fase 2, che poi sarebbe già la fase 3 o come volete chiamarla.

È una risposta contro i giovani che lo scorso weekend sono usciti per strada e – udite, udite – si sono anche bevuti una birra. Il tentativo è chiaro: criminalizzare una generazione e scaricare sui giovani in maniera preventiva l’eventuale ritomo a una situazione critica dal punto di vista epidemiologico.

È una vecchia storia: quando non sai che fare, controlla, spia, trova più in fretta possibile un capro espiatorio. E chi meglio dei giovani, anche con la loro fretta di vivere, può prestarsi a questa operazione?

Le risate iniziano quando si capisce che l’iniziativa di Boccia non piace a nessuno: né al Viminale, né a Renzi, né al suo collega di partito Orfini. E cosi il ministro del Pd si fa superare “a sinistra” da Giorgia Meloni che parla di deriva autoritaria (come darle torto…) e a destra dal Movimento Cinque Stelle che critica il ministro perché gli unici a dover essere controllati sono i politici, secondo la logica che c’è sempre qualcuno più puro e più intransigente di te.

A tal punto nessuno è d’accordo che viene il sospetto che l’iniziativa non arrivi a domani, tante sono le critiche e i malumori. Anche perché i famosi volontari, che dovranno lavorare gratis, con quali poteri potranno esercitare il controllo? E con quale formazione? E chi li coordinerà visto che dal Viminale hanno già fatto sapere che non ne vogliono sapere mezza? Faranno di testa loro come se fossero tanti piccoli sceriffi? Brrr, paura!

Ma per Boccia, il nostro novello e ancora inesperto Erich Mielke, il ministro della Sicurezza nella Germania dell’Est che guidava la Stasi, queste questioni devono essere sembrate poca cosa rispetto alla possibilità di sottoporre a controllo le migliaia di giovani che non rispetterebbero le regole. Niente di serio, ma sempre meglio invocare ordine e sicurezza, come nei regimi totalitari, che darsi da fare per risolvere i problemi.

«Se lei ritiene di poter far meglio…», direbbe a questo punto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a cui si perdona tutto, anche una frase cosi infelice. Infelice perché chi governa dovrebbe prendersi tutte le responsabilità, anche quella di essere criticati.

Comunque prendendo per buona la provocazione: che cosa farei io? Intanto smetterei di criminalizzare i giovani e mi impegnerei su due fronti. Prima di tutto, in questa fase, investire in nuovi spazi che non siano solo i bar e il bere. Come ha detto Valerio Carocci, presidente dell’Associazione Piccolo Cinema America, che da anni organizza le arene estive nella Capitale,  servono luoghi di incontro in cui la distanza non sia sociale ma solo fìsica. Non serve cioè controllare, serve al contrario liberare le energie, la creatività, la possibilità di esprimersi. Per anni si è desertificata l’offerta culturale e adesso ci si lamenta della movida.

Il secondo intervento che andrebbe fatto è di carattere occupazionale: pensare a un grande piano per il lavoro dei giovani. Un lavoro non precario, non sottopagato, non privo di diritti. Tra gli elementi forse più incredibili dell’iniziativa c’e il fatto che è aperta prima di tutto a cassaintegrati e persone che ricevono il reddito di cittadinanza.

Non si riesce a costruire nuovo lavoro, la fase due è una nebulosa che desta sempre più preoccupazione, ma di fatto si utilizzano le persone per spiare altre persone che forse sono nella loro stessa situazione.

È il cane che si morde la coda come in una puntata di Black Mirror, la serie di Netflix, in cui si racconta come le nuove tecnologie e i social costruiscano una gabbia sempre più chiusa e impossibile da scardinare.

Le risate a questo punto diventano lacrime. Che altro pensare davanti a una politica che investita da grandi questioni non trova altra soluzione che limitare le libertà e punire? Gli esiti li abbiamo già visti e continueremo purtroppo a vederli se smettiamo di non dare fiducia alle persone mettendole nelle condizioni di potersi realizzare, esprimere, rapportarsi agli altri.

Boccia-Mielke fa sapere che i suoi assistenti civici non hanno niente a  che fare con le ronde. Ma se una iniziativa del genere l’avesse presa la destra, staremmo in strada a gridare contro il regime. Al governo giallo-rosso e al suo premier si continua invece a perdonare quasi tutto. Ma questa volta ha davvero toppato. E c’è solo un modo per venirne fuori. Chiedere scusa e annullare l’iniziativa.

Angela Azzaro      Il Riformista  26/5/2020


 

Ronde della salute… avanti!

La Ronda di notte, opera nota anche come Notte di veglia o La guardia civica in marcia, è un dipinto di Rembrandt Harmenszoon van Rijn, realizzato nel 1642 a olio su tela, e attualmente conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam, raffigurante lo scabino Frans Banning Cocq in vesti di capitano degli archibugieri, nonché committente dell’opera, insieme con il suo luogotenente Willem van Ruytenburgh, nel momento in cui impartisce alla propria compagnia l’ordine di avanzare.

La Ronda di notte di Rembrandt (1642)

Civili in assetto militare nell’Olanda del Siglo de Oro, si muovono dunque con fiero cipiglio al ritmico battere della grancassa, come spavaldi bravacci in cerca del nemico, nella notte fiamminga ancora imporporata dal sangue della Guerra dei Trent’anni.

Questo lo straordinario grande dipinto di Rembrandt, che immortala per sempre, in un’istantanea di gruppo, un evento storico della propria città: popolani chiamati alle armi in difesa della propria nazione.

Oggi invece a molte miglia e ad alcuni secoli di distanza dall’Olanda del Barocco, in Italia si è avuta notizia di un bando di “arruolamento” straordinario gestito dalla Protezione civile, destinato non a volontari in armi, come ai tempi del capitano Cocq, ma a quei cittadini più in difficoltà del nostro Paese che, quindi, si vedranno chiamati a diventare anch’essi “ronde di notte” per vigilare sulla Fase 2.

Ecco che non più sedici uomini scelti ad aggirarsi per le strade di Amsterdam, ma ben sessantamila saranno coloro che verranno insigniti del grado di “assistenti civici” – prelevati naturalmente “su base volontaria” – dalle fila degli “inoccupati”, tra coloro che non hanno vincoli lavorativi ma soprattutto tra chi percepisce il reddito di cittadinanza o comunque usufruisce di ammortizzatori sociali; questo stando a quanto dichiarato congiuntamente dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari.

I sindaci locali dunque potranno utilizzare queste “forze speciali”, per attività sociali e per far osservare il rispetto delle misure di distanziamento sociale.

Ciò che temo è che un simile “arruolamento”, realizzato utilizzando appunto proprio persone provenienti da simili fasce, psicologicamente possa generare ulteriore caos e problemi anche gravi, infatti in questo caso saranno creati ad hoc, ma in maniera non performante, veri e propri manipoli di “sceriffi” o peggio di “vigilantes” che si ritroveranno investiti di poteri non sempre controllabili né gestibili.

In breve, persone catapultate a fare appunto la “ronda di notte” lungo le strade delle città, per evitare la movida e gli assembramenti, senza aver ricevuto un congruo e adeguato addestramento psicologico e neanche uno tattico, come dilettanti allo sbaraglio in perfetta sintesi con coloro che siedono sui più alti scranni di Montecitorio.

Esiste un rischio reale di delirio di onnipotenza, di rivalsa sociale, nella creazione di questa sorta di “ausiliari della salute” da parte dello Stato, come già si è potuto constatare durante la quarantena con l’attivazione autonoma di numerosi delatori che si sono autonominati custodi della salute pubblica, non limitandosi ai richiami ma denunciando altri per violazioni spesso ai limiti del ridicolo.

Mai prima di oggi l’Italia aveva raggiunto un simile livello orwelliano, dove ogni cittadino potrebbe nascondere un nemico del proprio vicino, tutti protetti dalla scusa del bene comune superiore, in relazione a un pericolo virale che sta scomparendo con velocità vertiginosa e costante così com’era sorto.

È dunque difficile non voler vedere un preciso disegno di voler instaurare una vera e propria dittatura diffusa basata sul terrore psicopatologico indotto, avente come unico scopo l’ottenere un popolo sottomesso costantemente e inerte, succube e ipnotizzato da mesmerizzatori da operetta.

Purtroppo coloro che realmente tirano i fili dietro le quinte non sono il Mago Wiz, ma un’astuta progenie di Arconti che persegue il proprio fine ultimo da secoli.

È il Serpente Antico, che prende varie forme, sta a noi riconoscerlo e schiacciarne la testa, anche perché oggi nessun artista, nessun Rembrandt dipingerà mai un quadro con gli “assistenti civici”. Almeno evitiamo di farci ridere in faccia.

Dalmazio Frau   in L’opinione 25 maggio 2020


 

Vedi il video:   https://www.youtube.com/watch?v=OC54KLFSfMM

Alessandro Meluzzi: L’eterno fascismo italiano

 

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“Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata all’ombra della legge e sotto il calore della giustizia.”

Montesquieu ( 1689- 1755), filosofo, storico e politico francese

“Si può eliminare facilmente una vera dittatura, ma è difficilissimo eliminare una finta democrazia.”

Efisio Melis (1890- 1970), musicista sardo


 


 

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