“Io non sono convinto che in questi mesi gli italiani abbiano dimostrato “responsabilità”, “disciplina”, “senso civico”. I nostri concittadini si sono fatti prendere dal panico, si sono lasciati convincere da un’informazione (soprattutto televisiva) sensazionalista, parziale, ispirata al ‘pensiero unico” del male assoluto.”

(da:  Terrore sanitario e la gente comune. )

 

Il piccolo dittatore

Con la proroga dello stato di emergenza Conte vuole blindarsi la poltrona: una forzatura senza uguali al mondo. Per inchiodarsi a Palazzo Chigi Giuseppi punta tutto sulla paura degli italiani. Tocca a noi dimostrargli che ha torto.

L’avvocato Giuseppe Conte deve avere scambiato lItalia per lo stato libero di Bananas, nazione creata a inizio anni Settanta dalla fantasia di Woody Allen per vestire i panni di un dittatorello che faceva scompisciare dalle risate. Il premier italiano un po’ ci somiglia, e non ha poco nell’eloquio e perfino nella fisiognomica dei migliori caratteristi della commedia all’italiana.

Spesso, quando le pensa tutto tronfio e le dice pure, strappa un sorriso per la retorica spropositata, il vuoto della favella, la pomposità da commedia dell’arte. Deve essere stato nel culmine della parte scrittagli dallo sceneggiatore di fiducia Rocco Casalino che a Conte qualche giorno fa è sfuggita di labbra la tentazione di inchiavardare la sua poltroncina da dittatorello a un nuovo stato di emergenza nazionale che vorrebbe dichiarare fino al prossimo 31 dicembre.

Da mesi siamo in mano a queste giullarate chigiane messe in scena purtroppo anche al culmine della tragedia di un intero paese, con l’ometto solo al comando, la sua sporta di decretini, le cheerleaders “bimbe di Conte” create per osannarlo in mezzo alla tempesta, il petto presidenziale che si gonfia di slogan e proclami sotto il cui vestito non c’era nulla come “non lasceremo nessuno indietro”, “nessuno perderà il lavoro”, “siamo un esempio per tutto il mondo”, “ho varato un intervento poderoso per le imprese”, e mille altre amenità di questo tipo.

Potremmo sorriderne anche questa volta, non fosse che di danni il piccolo premier ne ha fatti già abbastanza con quella prosopopea tutt’altro che innocua, portando l’Italia abbondantemente in fondo ad ogni classifica economica e distruggendo inesorabile la spina dorsale di questo paese al solo fine di conservare intatta la sua poltroncina.

Sono quelle ferite gravi lasciate al paese a non lasciare più spazio per tollerare la tigna con cui un uomo politico finito lì in cima al potere quasi per caso sacrifica tutto e tutti solo per conservarlo: del dittatorello potremmo anche sorridere, dei guai che provoca purtroppo no.

Su 27 paesi europei oltre all’Italia altri 15 durante il culmine della pandemia hanno dichiarato lo stato di emergenza. Nessuno per sei mesi come ha fatto Conte. Solo altri quattro hanno adottato questa grave decisione con un atto governativo, sempre controfirmato però da altre autorità. Undici hanno fatto questa scelta attraverso un voto del Parlamento. In 14 degli altri casi lo stato di emergenza è stato revocato entro un mese o poco più dalla sua adozione. La durata più lunga è stata quella ungherese, di cui si è detto tanto a sproposito.

I famosi “pieni poteri” a Viktor Orban sono arrivati da un voto parlamentare il 30 marzo scorso e il premier ungherese qui descritto come dittatore lo è stato assai meno di Conte, tanto che quei poteri lo stesso parlamento glieli ha revocati il 16 giugno scorso dopo 77 giorni.

Il premier italiano quei poteri se li è presi già per 182 giorni (più del doppio del tempo di Orban) e vorrebbe ora prolungarseli per altri 153 giorni vestendo i panni del dittatorello dello stato libero di Bananas per la bellezza di 335 giorni.

Immagino che il modello di Conte sia Xi Jinping, perché è il solo altro al mondo ad avere avuto quei poteri durante la pandemia (perché ce li aveva prima e li manterrà dopo), ma spero che ora qualche turbamento davanti a questa sceneggiata lo provi il Quirinale, dove siede il primo custode della Costituzione italiana, Sergio Mattarella.

Non solo lo spero, ma lo credo fermamente, perché secondo autorevoli ricostruzioni è proprio dal Colle che appena colta l’incredibile intenzione del premier, sia stata chiesta una immediata marcia indietro che a denti stretti (“dovrà decidere il Parlamento il nuovo stato di emergenza”) effettivamente c’è stata. Anche perché è evidente a tutti che non esista una sola ragione vera per prolungare quello stato di emergenza.

L’unica esistente in Italia in questo momento è proprio quella provocata dalla abnorme durata di questa misura, e dalle chiusure sofferte con regole che non hanno avuto eguali in altri paesi distruggendo piccole e medie imprese e sottraendo reddito ai lavoratori.

Non c’è più una emergenza sanitaria e il governo stesso non la prevede in realtà per il futuro, altrimenti sarebbe lì ad attrezzarsi per tempo chiedendo costi quel che costi gli unici soldi oggi a disposizione: quelli del Mes.

Palazzo Chigi non è stata capace di vedere nemmeno l’emergenza reale che esiste, quella economica tanto è che dopo avere rinviato dai primi di aprile al 19 maggio il solo intervento economico rilevante approvato, oggi sta allestendo la stessa identica commedia sul “decreto luglio” pronto ad essere ribattezzato “decreto agosto”.

La sola emergenza che ha in testa il premier è quella di blindare con legge speciale la sua permanenza a palazzo Chigi per fondare sulla paura un potere che nessun italiano gli ha mai dato.

Non resta che cercare di impedire tanta spregiudicatezza con ogni modo e mezzo utile per renderla inefficace.

Franco Bechis      Il Tempo  12/7/2020

 

 

Stato d’emergenza infinito!

Bavaglio e teleguinzaglio in Italia: Carnevale tutto l’anno.  La farsa del virus Conte bis continua. Come previsto, la prossima settimana, piomberà sugli italopitechi una proroga allo stato d’emergenza per altri sei mesi.

La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha annunciato che martedì ci sarà, in Parlamento, un voto sulla proroga di sei mesi allo Stato di emergenza. Il voto, come riporta Ansa, dovrebbe arrivare al termine della relazione del cosiddetto ministro della Salute Roberto Speranza sul nuovo dpcm. “Il Pd è pronto a sostenere qualsiasi scelta del Governo utile a contenere la pandemia”, ha fatto sapere il segretario del Pd Nicola Zingaretti su Twitter. Lo stesso che proponeva l’aperitivo a Milano senza mascherina.

“In questa crisi – ha scritto su Facebook il ministro pro tempore Luigi Di Maio, confondendo il virus (Sars CoV2) con la malattia Covid 19) – c’è un dato insindacabile: la risposta positiva degli italiani. I cittadini hanno dato il meglio, hanno rispettato le regole, le misure anti Covid. Adesso stiamo convivendo col virus, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Per nessun motivo”.

Insomma, il nuovo coronavirus è soltanto un pretesto per sottomettere gli umani, a partire dagli italidioti sgovernati da incompetenti eterodiretti.

Gianni Lannes     in http://sulatestagiannilannes.blogspot.com 11/7/2020


 

Coronavirus, un Paese intero in ostaggio del derby infinito tra virologi

Metta la mascherina.Tolga la mascherina. Resti in casa. Esca di casa. Si allontani. Si avvicini. Ci faranno morire pazzi, altro che coronavirus. Il nostro rifugio sarà il più vicino reparto di psichiatria. Lo stato di emergenza a cui stiamo pensando solo noi servirà ad avvistare più facilmente l’asintomatico della porta accanto, visto che non è andata propriamente benissimo con l’app Immuni?

Il virus come il derby. Da tripla. Il cittadino comune vuole sapere quando finirà questa vita. Non quella che ci spalanca le porte del Creatore, ma quella più prosaicamente terrena che ci impedisce di abbracciare chi diavolo ci fa piacere.

I virologi stanno assiepati in curva sud e in curva nord. Il tifo è alle stelle e nessuno ci fa capire se a settembre dobbiamo tornare a rinchiuderci dentro casa oppure no. E magari se buttare il bonus vacanze visto che se si parla di nuovo di stato d’emergenza ci si faccia intendere come riuscire a partire per la meta agognata dall’anno scorso.

Forse bisognerà spegnere la televisione, scioperare da internet per una settimana e non ascoltare le voci una contro l’altra armate, perché non se ne può più. Viene il dubbio che certi virologi abbiano bisogno dello stato di celebrità. Se finisce l’ansia collettiva, termina un mestiere.

La giornata di ieri è stata terribile. Partita con una domanda assolutamente fondata, sparata su facebook dal prof. Giulio Tarro. In sostanza, “chi sta consigliando ancora Conte?”. Perché Tarro afferma che la pandemia è un’invenzione a scopi politici.

E giù legnate ai suoi colleghi, da Crisanti a Guerra, da Ricciardi a Pregliasco: “Parlano a vanvera”. Il che equivale a gettare il classico fiammifero nel pagliaio, con le profezie più terribili lanciate dai professori in questione. “Il virus sarà ancora più aggressivo nella seconda ondata”. “Durerà diversi anni”.

Li fulmina il prof. Alberto Zangrillo: “Giocate a fare le star, siete topi da laboratorio”. E si becca l’anatema dal prof. Enrico Bucci, ricercatore a Filadelfia: “Quando parla lui, i libri si bruciano da soli”. Altro giro, altro virologo, Massimo Clementi: “Se prorogano lo stato d’emergenza, scendo in piazza”.

In attesa di una dichiarazione del generale Pappalardo, ci permettiamo di supplicare una moratoria delle esternazioni. Perché sta diventando un supplizio la rincorsa quotidiana all’esasperazione o alla minimizzazione. I cittadini italiani sono trattati come robot a cui inviare comandi da parte di una politica divisa a sua volta eterodiretta da scienziati profondamente divaricati nelle loro convinzioni.

Serve invece una iniezione di serietà da parte della classe dirigente, se si vuole restituire speranza alla comunità nazionale. Più che emergenza, bisogna raccomandare la precauzione. Che godrà delle fiducia popolare se si vedranno investimenti concreti sui settori più importanti: sanità, trasporti, scuola.

Proprio perché è inimmaginabile tornare ad un anno fa, diventa altrettanto impensabile la prospettiva di rinchiuderci come a marzo. Lo Stato deve spendere dove serve per garantire una vita più tranquilla ai cittadini. Chi se ne frega dei monopattini, restituiteci i nostri ospedali, le nostre scuole, i nostri treni e i nostri bus in condizioni di sicurezza. Se parlate di stato d’emergenza, vuol dire che non avete ancora deciso che cosa fare e in testa avete solo le zone rosse da tornare ad istituire.

Anche perché, diciamola tutta, se la situazione fosse davvero ancora così drammatica, non dovrebbe essere più permesso a chi ci governa di abusare dei suoi poteri infischiandosene dell’opposizione.

Se la tragedia è ancora alle porte, non c’è un solo motivo per affidare le cure a chi non ci ha capito nulla fino ad ora, pretendendo di decidere da solo. I virologi tornino ai loro studi. Perché le loro liti – penose -  diventano un alibi per chi è incapace di governare.

Francesco Storace    Il Tempo    12/7/2020

 

 

“È sui governanti che bisogna vigilare, non sui governati!”

Friedrich Dürrenmatt (1921- 1990) scrittore e drammaturgo svizzero

 

 

 

 

 

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