La Bella che è prigioniera si chiama libertà

 

 

In realtà la citazione de L’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti (1290- 1348 n.d.r.), questa sciagurata – a dir poco – Repubblica rappresentata dall’ineffabile Giuseppe Conte, non la merita.

Non la merita perché comunque, anche in quel ciclo di affreschi del Palazzo Pubblico di Siena, persino il male assiso in trono ha una sua propria dignità, cosa del tutto ignota invece a coloro che hanno approvato, in Senato, la prosecuzione di un fantomatico “stato di emergenza” con la complicità – potremmo dire l’ignavia se qualcuno tra loro conoscesse il significato di tale parola – dell’opposizione.

Così come nel grande dipinto murale senese siede sullo scranno più alto la Tirannide, altrettanto sta Conte, certo non così demoniaco nelle fattezze, ma non meno incombente sul popolo.

Nessun canapo stringe quella Tirannide, così come oggi nessun vincolo impedisce al primo ministro di compiere ciò che vuole.

E anche sul suo capo, come nell’affresco medievale, i tre vizi dell’Avarizia (quella che priva i cittadini del loro benessere e della loro vita), della Superbia(particolarmente cara a un governo qual è questo attuale di catapultati dalla sfera sublunare, di parvenu improvvisamente ascesi) e infine della Vanagloria, altra caratteristica precipua di Conte e di buona parte della sua corte ministeriale, di caudatari e corifei pentastellati.

E al di sotto di tutti loro soggiacciono le vittime del malgoverno, ovvero i cittadini. Quelli della Città della Vergine (Siena, n.d.r.) di un tempo, quelli di questa devastata Italia di oggi, tutti comunque sempre proni, succubi e inerti.

Hanno prorogato lo “stato di emergenza”, mentendo sapendo di mentire, indifferenti alla gente che affannosamente arranca per vivere, giorno dopo giorno.

Ciechi che guidano altri ciechi verso il baratro cercato, voluto, agognato.

La Bella prigioniera

Mai in tanti decenni dall’ultimo dopoguerra, mai, neanche i peggiori governi di centrosinistra hanno così scientemente massacrato la – un tempo – magnifica e plurimillenaria civiltà italiana. Innanzitutto distruggendo, metodicamente e a freddo, tutto il settore che gravita intorno alla cultura, all’istruzione, al turismo e allo spettacolo. Sterminando imprenditori e famiglie, singoli e gruppi nell’assoluto silenzio delle deliranti notizie legate alla virulenza di un virus già defunto da settimane e mantenuto in vita soltanto da continui e artefatti comunicati stampa, faziosi e propagatori di terrore.

Diffondere la paura ovunque, questa è la direttiva primaria, non detta ma evidente a chiunque non sia del tutto ottenebrato e abbia ancora in sé il ben dell’intelletto.

Perché con la paura si domina – non si governa – meglio. Un popolo spaventato accetterà qualsiasi cosa per timore della propria vita e di quella dei suoi cari, ignari che proprio con tale supina accettazione, quelle vite andranno perdute.

Le mascherine sono il “simbolo” nefasto di tutto questo, uno strumento di costrizione e non di salvezza, perché non a caso imbavagliano, impedendo di parlare, così come esecrabile è il “distanziamento sociale”, il cui unico fine è negare l’abbraccio, il bacio, la stretta di mano, trasformando ogni libero cittadino non in un “replicante” (magari avessimo i Nexus 6 che si ribellavano al loro creatore per avere più vita), ma in un tremebondo schiavo che attende d’esser liberato dal proprio padrone, in un domani che non verrà mai.

Dalmazio Frau     L’Opinione  29/7/2020

 

 

“Stato d’emergenza? Democrazia sospesa!”/ Comitato Rodotà: “Conte, è abuso di potere”

Osservatorio del Comitato Rodotà contro il Governo sulla proroga dello stato d’emergenza “inaccettabile sospensione della democrazia e possibile abuso di potere”

Il mondo accademico e giuridico, non solo quello politico, si interroga da giorni sulla possibilità e necessità che lo stato d’emergenza per la situazione Covid-19 – in scadenza il 31 luglio 2020 – possa essere prorogato dal Governo Conte fino a fine anno: dopo le critiche politiche sulla “blindatura” che Palazzo Chigi vorrebbe attuare sul proprio Presidente del Consiglio allungando i mesi per nuovi Dpcm e decisioni senza il voto del Parlamento, la parola viene presa oggi dall’Osservatorio Permanente sulla Legalità Costituzionale, istituito presso il Comitato Popolare Difesa Beni Pubblici e Comuni Stefano Rodotà.

Dopo che Conte nei giorni scorsi ha fatto intuire che potrebbe profilarsi nella prossima settimana un Cdm per la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 dicembre 2020 (sarà poi necessario un voto in Parlamento successivo entro la fine di luglio per la ratifica, ndr) il Comitato Rodotà scrive un durissima lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Laddove ciò si verificasse ci troveremmo di fronte a uno strappo gravissimo dell’ordine costituzionale, a causa del quale la democrazia di un Paese viene di fatto congelata per un anno intero, ad arbitrio del Potere Esecutivo oggi ancor più in assenza di qualunque presupposto giustificativo».

Non convince la motivazione data dal Governo, ovvero l’esigenza «di tenere sotto controllo il virus, per la presenza di alcuni contagi in territorio italiano» e per questo il Comitato arriva alla missiva per il Quirinale in modo che qualcosa possa essere modificato nell’impianto ormai spedito del piano di Palazzo Chigi. Secondo l’Osservatorio non vi sarebbero le necessità di azione tempestiva e immediata davanti ad eventi catastrofici e calamitosi, «sproporzionato ed illegittimo il ricorso a questi strumenti di eccezione».

È ancora il Comitato dedicato al noto giurista scomparso il 2017 a lanciare accuse mirate contro l’azione del Governo Conte: «La sola presenza di sparuti focolai, peraltro circoscritti in alcune zone del Paese e ad oggi perfettamente gestibili dal Servizio Sanitario, non costituisce requisito sufficiente a introdurre un regime di eccezione che consenta di derogare alla dialettica democratica di uno Stato di Diritto».

Ma anche i focolai esteri secondo l’Osservatorio non possono bastare per introdurre un nuovo stato d’emergenza di altri 6 mesi: «ci troviamo di fronte a una inaccettabile distorsione di norme che sono nate per la tutela dei cittadini e che vengono invece distorte al fine di blindare il potere esecutivo e legittimare atti normativi, spesso privi di forza di legge, che possono incidere profondamente sui diritti garantiti dalla Costituzione e dalla CEDU».

Nella durissima lettera pervenuta a Mattarella, il Comitato Rodotà aggiunge la considerazione nel merito delle varie libertà violate, da quella di circolazione alla fede religiosa, dal diritto sullo studio all’iniziativa economica fino ovviamente alla libertà personale messa a rischio con il lockdown.

«L’esistenza di una situazione di emergenza, pur rimessa alla valutazione discrezionale dei singoli Stati, deve palesarsi in un evento concretamente verificatosi, che coinvolga l’intera nazione e non comporti l’adozione di misure restrittive a tempo indeterminato e ciò non è dato riscontrare nella odierna situazione sanitaria italiana», ribadisce ancora l’Osservatorio non prima di concludere con un attacco diretto al Premier Conte e alla maggioranza di Governo.

«Qualora lo “stato di emergenza” venisse prorogato nella attuale situazione, in carenza di qualsivoglia presupposto, ci troveremmo di fronte a un abuso di potere contro il quale il Comitato Rodotà farà di tutto per resistere in ogni forma compatibile con i principi del costituzionalismo liberale.

Non si può infatti celare al popolo l’esistenza di un “diritto /dovere di resistenza all’oppressione ogni qual volta i poteri pubblici violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione», conclude la lettera inviata dal Capo dello Stato.

Niccolò Magnani    in https://www.ilsussidiario.net/ 12/7/2020

 

 

LA DITTATURA NACQUE SFRUTTANDO LO STATO DI EMERGENZA: NON DIMENTICHIAMOLO!  Michetti e Duranti

Il  Governo continua sulla sua strada: lo  stato d’emergenza in riferimento al Covid19, sarà prorogato fino al 31 ottobre. Una scelta che fa storcere il naso ai molti che ritengono che oggi la fase più acuta dell’emergenza sanitaria sia conclusa. La decisione è stata dunque comunicata oggi pomeriggio dal dal  premier Conte in Senato.

Ci si interroga quindi sulla correttezza di un provvedimento che limiti i diritti costituzionalmente garantiti in nome di un’emergenza che non appare più allarmante come qualche mese fa.

Sullo stato di emergenza e sulla sua compatibilità con quanto stabilito dalla Costituzione italiana abbiamo intervistato Enrico Michetti. Ecco le riflessioni al riguardo del direttore della Gazzetta Amministrativa in compagnia di Francesco Vergovich e Fabio Duranti “Non c’è nessun buco, la Costituzione è fatta in maniera tale che i cittadini, attraverso il voto, eleggono i loro rappresentanti. Tali hanno il potere di legiferare, fare leggi che poi i cittadini concorrono a determinare. Io attraverso il voto creo un rapporto con il Parlamento, decido da quale testa arriverà la norma.

Se invece vengono sospesi i diritti costituzionali, se lo Stato di Diritto viene messo da parte quelle norme non valgono più niente. Quelle norme vengono sostituite da norme emanate da un uomo solo senza punti di riferimento e se non esistono tali punti tu sei fuori dal sistema: è morto lo Stato di Diritto.

In questa situazione la discrezionalità si trasforma in libero arbitrio. Noi con i poteri speciali andremo ai pieni poteri, che sono quelli tipici del dittatore, il passo è breve.

La Repubblica di Weimar aveva l’articolo 48 che evidenziava il fatto che laddove ci fossero ragioni di ordine pubblico ossia per ristabilire la sicurezza nazionale il Premier poteva chiedere pieni poteri e la sospensione dei diritti costituzionali. Da quell’articolo nacque il Fascismo. Quell’articolo non fu reinserito in nessuna Costituzione Europea.

Non si possono applicare delle leggi restrittive con un dcpm, lo si deve fare con i poteri ordinari. Le emergenze ci possono stare in qualsiasi momento, in termini tecnici amministravi e non di violazione dei diritti fondamentali”.


Vedi e ascolta:  https://www.youtube.com/watch?v=tCJfYvJwOAc

28/7/2020

 

 

 

 

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