I furbetti del referendum. Prepariamoci alla campagna elettorale più brutta del mondo

Abbiamo riempito le istituzioni di gente senza arte né parte reclutata al solo scopo di coprirle di fango, ora è un po’ tardi per stupirsi dei loro metodi. Ma non è ancora tardi per fermarli, votando No

Arrivati a questo punto, sinceramente, non m’interessa sapere cosa abbia fatto, non fatto o fatto trapelare Pasquale Tridico, nel pieno di questa orrenda campagna sui cinque parlamentari e i duemila assessori, sindaci, consiglieri comunali e regionali sorpresi ad arraffare gli aiuti che avrebbero dovuto andare agli italiani maggiormente in difficoltà a causa del lockdown: mi basta e avanza sapere che Pasquale Tridico, in un momento simile, è il presidente dell’Inps.

Non mi stupisce nemmeno il fatto che Roberto Fico proprio adesso abbia di colpo riacquistato la voce, dopo avere lasciato per mesi la difesa delle prerogative costituzionali delle Camere a Elisabetta Alberti Casellati (al suo confronto un incrocio tra Nilde Iotti e Tina Anselmi), per dedicare indignate interviste e infinite dichiarazioni allo scandalo, chiedere pubblico autodafé per i reprobi, ma aggiungere subito – altrimenti non sarebbe Roberto Fico, maestro del dico-e-non-dico – che a lui non piacciono le «campagne di odio».

Figuriamoci se possono stupirmi i videoproclami di Luigi Di Maio, nostro attuale ministro degli Esteri, che si vanta di avere imposto a tutti i suoi parlamentari, con quell’altro lungimirante statista di Vito Crimi, una dichiarazione di «rinuncia alla privacy», o forse direttamente ai diritti civili, ed esorta gli altri partiti a fare altrettanto. Lo stesso Di Maio che un anno fa definiva il Pd, oggi suo alleato di governo, il «partito che in Emilia-Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettroshock per venderseli» in un altro video ingiustamente dimenticato, e di cui il 19 agosto cadrà il primo anniversario (lo ricordo casomai per l’occasione qualcuno volesse chiedergliene conto).

Niente di tutto questo mi stupisce, né onestamente penso che possa stupire voi. È evidente che di qui al 20 settembre, in vista del referendum sul taglio a casaccio dei seggi parlamentari voluto dai cinquestelle per ragioni di propaganda e in odio alla democrazia rappresentativa, ci aspetta la campagna elettorale peggiore di sempre.

E di cosa dovremmo stupirci? Abbiamo lasciato che una società privata specializzata nelle campagne di demonizzazione e disinformazione (Casaleggio Associati, n.d.r.) riempisse le istituzioni di personaggi senza arte né parte, reclutati al solo scopo di coprirle di fango, e adesso vogliamo meravigliarci dei loro metodi?

Le «campagne di odio» alimentate e al tempo stesso gravemente stigmatizzate dall’ineffabile Fico non sono, per i cinquestelle, un incidente di percorso, un colpo di testa, una deriva improvvisa. Sono, tecnicamente, l’unica cosa che sanno fare, e praticamente l’unica cosa che fanno, da quando sono al governo.

Che si tratti di aizzare le folle contro i Benetton per il crollo del ponte Morandi o contro le ong per l’immigrazione, non c’è nulla di cui non si siano dimostrati capaci (a parte governare, ovviamente).

Che si tratti di descrivere i loro attuali alleati del Pd come una setta di pedo-satanisti senza scrupoli o di mettere alla gogna l’intero parlamento per cinque suoi componenti (uno dei quali pure grillino, a quanto pare) che hanno sfruttato una norma fatta dal governo, cioè da loro, non c’è nulla che non siano disposti a fare.

E non c’è nulla che non faranno, statene certi, di qui al 20 settembre, per portare al parossismo questo clima nauseante. Che è esattamente quello che li ha fatti arrivare dove sono, e l’unica cosa che ce li può mantenere.

È un po’ tardi per stupirsi, e anche per lamentarsi. Fortunatamente, non è ancora tardi per dire – e per votare – no.

Francesco Cundari   Linkiesta  12/8/2020

 

 

Il dossieraggio di Stato, la questione morale e l’orgia della cattiva coscienza

La più classica operazione di dossieraggio compiuta dall’INPS grillina ha alimentato la macchina del fango referendaria e dato al capobanda ministeriale dei pentastellati, Di Maio, il pretesto per auspicare “una bella sfoltita” dei parlamentari e di “345 stipendi inutili”. Tutto chiaro, no?

Che la Direzione Antifrodi dell’istituto abbia inteso segnalare – a chi e perché? – richieste che tutto si possono qualificare, fuorché frodi, è l’unico aspetto davvero anomalo di una vicenda che proprio da questa anomalia – e non dal guardonismo di un’opinione pubblica infoiata, alla caccia dei nomi dei colpevolitrae la propria morale politica, per molti versi illuminante del funzionamento del potere italiano e del suo uso disonesto dell’o-ne-stà e amorale del moralismo.

Non è del resto la prima volta che le informazioni sensibili e potenzialmente sputtananti – senza che si nasconda in esse neppure un’oncia di illecito – vengono volantinate da istituzioni dello Stato fedeli alla missione (abusiva) di far sapere al popolo quello che il popolo deve sapere.

La giustizia penale funziona così da alcuni decenni, estendendo la propria pretesa di un controllo di legalità pervasivo a quella di una vera e propria guardiania morale della società. Ora anche l’istituto diretto da Tridico – per l’eccesso di zelo di qualche onesto e scandalizzato funzionario, ovviamente, mica per un disegno costruito a tavolino – si è candidato al ruolo di sorvegliante speciale dell’etica pubblica e della morale privata dei politici.

La “trasparenza” intesa come spiata e come velina dal potere e nelle guerre di potere è da sempre uno strumento sporco della politica e privilegiato della politica nemica della libertà, cioè dello stato di diritto.

Ma degli approfittatori, dei parlamentari con stipendi ricchi che sono andati a procurarsi all’INPS l’argent de poche di una grandeur poveraccia, che vogliamo dire? Assolutamente niente. Forse solo che sono perfettamente rappresentativi della lotta alla casta come nuovo gioco di casta e di un principio di selezione politica costruita sul disprezzo del ruolo parlamentare

Loro, i reprobi, sono solo i comprimari e non i protagonisti di questa messa in scena e non sono in nulla moralmente diversi dai loro accusatori (M5S, n.d.r.), che sono sbarcati a Roma per aprire il Parlamento come una scatola di tonno e hanno occupato ogni Palazzo con un codazzo imbarazzante di paesani, di famigli e di compagni di scuola, tutti scossi dal brivido della grisaglia e delle auto blu del popolo, che sono diverse da quelle di prima solo perché ora le usano loro.

In Italia, trent’anni dopo, siamo ancora lì. Alla questione morale come orgia della cattiva coscienza di massa. Al dossieraggio di Stato come suprema forma di giustizia.

A lanciare monetine e a rendere il più abusato e sordido trasformismo di potere uno spettacolo collettivo di sentimenti forti e perfino assoluti, a cui un popolo sempre più preoccupato del futuro e sempre più indisponibile a fare i conti con le ragioni del declino economico e civile dell’Italia partecipa rivendicando il proprio brandello di innocenza e invocando l’impiccagione dei colpevoli designati.

Carmelo Palma   in https://www.stradeonline.it 11/8/2020

 

 

Clima da monetine…

Sta tornando il clima del 1993. L’anno delle monetine a Craxi, assediato dai militanti del Pds e del Msi: l’anno del popolo dei fax che faceva e disfaceva le leggi, e dei neofascisti che circondavano il parlamento gridando “arrendetevi”, e dei leghisti che in aula a Montecitorio facevano dondolare un cappio, ridenti, contenti, furenti.

Sta tornando quel clima lì. La parola d’ordine è: “Prendete il Palazzo”. C’è anche il referendum alle porte. Diventerà un plebiscito.

Cosa vogliono quelli del sì al referendum? Vogliono ridimensionare il parlamento e indicare il parlamentarismo come il male oscuro della nazione. Da battere, spazzare via. C’è qual cosa di meglio, per sostenere questa campagna, della scoperta che tre deputati e un po’ di consiglieri regionali hanno chiesto e ottenuto i seicento euro di sostegno previsti per i lavoratori poveri a partita Iva?

A lanciare la campagna è stata l’Inps, guidata da questo Pasquale Tridico, credo che sia un uomo legato ai 5 stelle e che ai 5 stelle, probabilmente, ha voluto fare un piacere.

Loro lo hanno accolto con entusiasmo il regalo. Anche se tra i felloni c’è uno di loro. Che problema è? Lo espellono e via. Voi conoscete la linea politica dei 5 Stelle? La linea è l’antipolitica, cioè la guerra alla democrazia parlamentare. Il loro capo, che poi è ancora Grillo, questo ha in testa e non molto di più. Su questo punta tutto.

Ed ecco l’Inps che viola la riservatezza e il suo ruolo istituzionale e si getta in politica a menar cazzotti e raduna subito un bel gruppetto di picchiatori: da Di Maio a Travaglio, che promuove una raccolta di firme sul l’atto: “Fuori i nomi”. 20 mila firme in dieci minuti. Sembrano quei film americani quando la gente del linciaggio circonda la casetta dello sceriffo e vuole che gli consegni i negri per scannarli.

Viene la pelle d’oca a vedere queste scene, siamo nell’Italia di Manzoni, di Gramsci e De Gasperi. di Moro e Craxi. di Sciascia e di Calvino e di Enzo Tortora, e siamo nel 2020. Ma vincono loro, i ragazzi di Travaglio.

Tutti si inchinano al loro moralismo e alla nuova inquisizione. Pure i leghisti, che ci stanno dentro fino al collo. Ma non reagiscono, hanno paura. Tutti hanno paura, da Zaia a Zingaretti. I leader dei partiti tacciono o vanno appresso a Di Maio e Travaglio. E peggio del ’93.

P.S. Ho visto che molti dei politici che hanno preso il bonus hanno dichiarato di aver dato tutto ai poveri. Probabilmente ai migranti. Vedrai, vedrai che anche stavolta è colpa loro.

Piero Sansonetti     Il Riformista   12/8/2020

 

 

ANNO I DEL REGIME SANITARIO

 

 

“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli.

Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.”

Pier Paolo Pasolini (1922- 1975),  testo in  Vie Nuove, 6/7/1962

 

 

Articoli che vi raccomandiamo di leggere per approfondire:

Referendum: votare NO ai nemici dei Padri Costituenti.

Referendum: votare NO al populismo fascistoide del M5S.

Referendum: votare NO all'antipolitica.

Referendum: votare NO al brodo ideologico populista (da leggere assolutamente)

Perchè votare NO alla riduzione del numero dei parlamentari

Taglio dei parlamentari, se la politica diventa uno spot

Democrazia e Parlamento "a distanza".

 

 

 

Stampa e diffondi il volantino per votare NO al referendum del 20/21 settembre 2020

volantino-per-il-referendum




Calendario eventi
agosto 2020
L M M G V S D
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
31EC
Cerca nel Sito
Newsletter
In carica...In carica...


Feed Articoli