Tutta questa tragica farsa del virus è come un “cavallo di troia”: da tempo lo veniamo dicendo ( vedi: Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (12). Un cavallo di Troia per "resettare" l'uomo e il lavoro. ).
La tragica farsa dei tamponi, delle mascherine, dei lockdown, dei distanziamenti, delle dinsiffettazioni compulsive e soprattutto dell’ossessione governativa per uno pseudo-vaccino, che è di fatto una terapia genica sperimentale per cavie-covidiote, sono un “cavallo di troia” che nasconde il vero fine del Grande Reset: la digitalizzazione dell’esistenza umana e del corpo umano ( vedi i tanti articoli qui: https://www.gruppolaico.it/category/rassegna-stampa/emergenza-rassegna-stampa/ ).
Ma lasciamo che lo spieghi molto bene l’articolo con cui apriamo.
“Dittatura sanitaria” e “dittatura digitale” non sono due realtà separate ma due facce della stessa medaglia: instaurare un nuovo ordine mondiale (NWO) e una nuova spaventosa visione dell’uomo. (GLR)
Dall’articolo: Covid-19, la filosofia e il salto verso il postumano
di Malesela John Lamola, University of Johannesburg’s, Institute for Intelligent Systems, 2020
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… il modo in cui è stata dispiegata la serie di interventi tecnologici diretti alla prevenzione e al controllo della sindrome respiratoria grave coronavirus 2 (SARS-CoV2), ha trasformato la pandemia di Covid-19 nel proverbiale cavallo di Troia.
La pandemia è stata sfruttata per accelerare l’innovazione nell’applicazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale (AI) a beneficio degli interessi commerciali, effettuando una tecnologizzazione senza precedenti della vita umana.
La mia affermazione è che la crisi del coronavirus ha catalizzato l’attuazione per l’agenda per la tecnogenesi dell’umanità, la nostra transumanizzazione nel postumano.
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Nel ventunesimo secolo, filosofi contemporanei come Nick Bostrom (2009), Matthew Gladden (2019) e Francesca Ferrando (2019) sostengono che devono essere incoraggiate misure tecnologiche che aumentano e migliorano le capacità biologiche e cognitive umane e che non artefatti umani e inanimati, come i robot, devono ricevere uno status ontologico e sociale uguale a quello delle persone umane.
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Ne La dottrina dello shock: l’ascesa del capitalismo dei disastri ( 2008), Naomi Klein dimostra in modo convincente come nel corso della storia moderna, la paura e lo shock derivanti da malattie temute, collasso economico, guerra, disordini civili e catastrofi ambientali sono stati manipolati per cambiamenti politici e sociali epocali. Ora ha dichiarato che ciò che abbiamo sperimentato nell’anno 2020 è un trattamento da shock pandemico (Klein 2020). ( vedi: Verso la dittatura digitale (4). Lo schock pandemico, ndr)
Concordo con la sua teoria che corrobora la mia affermazione che la pandemia di Covid sia stata usurpata o meglio sfruttata come un’opportunità per accelerare un movimento filosofico tecnoscientifico per la digitalizzazione della vita umana per un’esistenza postumana che, a breve e medio termine, è per a vantaggio di interessi commerciali organizzati e, a lungo termine, potrebbe portare all’estinzione della razza umana, come è stato avvertito, tra l’altro.
Suggerirò che il cambiamento a cui siamo destinati in questo frangente è una mutazione verso la macchina.
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Secondo il filosofo camerunese Achille Mbembe, il nostro mondo sta cambiando in un “ tecnologia ” in cui le politiche umane tradizionali si stanno trasformando in società tecnocratiche in cui siamo “ digitalizzatori, ” non più cittadini con libero arbitrio politico (Mbembe 2017, 21–24).
L’umanità globale viene progressivamente portata verso la normalità della cyborgizzazione, in cui questa fusione uomo-macchina può avvenire variamente come aumento biologico e addormentamento mentale, come dimostrato in Reingegnerizzazione dell’umanità ( Frischmann e Selinger 2018)….
Fonte: https://drive.google.com/file/d/1IQBmyjA7EpVQcp0hipSYeT9nCJ3DHNpq/view?usp=sharing ( in lingua inglese. Una traduzione integrale dell’articolo in lingua italiana la trovate a questo link: https://drive.google.com/file/d/1IQBmyjA7EpVQcp0hipSYeT9nCJ3DHNpq/view )
Ciò che segue è la presentazione della follia umana che si nasconde dietro la digitalizzazione dell’esistenza, dietro la dittatura digitale verso cui siamo diretti e che è già cominciata ( vedi anche tutta la politica tesa versa l’imposizione del maledetto 5G ). Follia già cominciata in ogni covidiota passivo, servile, spaventato, credulone, puncicato e mascherato all’infinito. I posteri, se ci saranno, rideranno di noi. (GLR)
I tecnocrati vogliono farci adorare le macchine
Se Dio è morto, pregare le macchine è permesso, forse anche necessario. E se Dio non è morto? Beh, si può comunque pregare le macchine.
Se Dio è morto, pregare le macchine è permesso, forse anche necessario. E se Dio non è morto? Beh, si può comunque pregare le macchine. Questo sembra essere il piano tecnocratico mentre entriamo nel futuro. Proprio come con molti di questi sogni, una cosa del genere non tiene conto del nostro bisogno di altri esseri umani, con tutta la tragedia e la confusione che questo comporta. Questo bisogno è innato, così come il nostro desiderio di trascendenza.
Mentre il progresso avanza, le persone vengono separate dalle loro comunità organiche e dai riti tradizionali che le uniscono. Ma non preoccupatevi. C’è l’apposita app.
Lo scorso aprile, mentre le restrizioni per la Covid venivano eliminate, Robert Jones di PRRI ha scoperto che Facebook aveva lanciato in sordina la funzione “post di preghiere” per i suoi utenti religiosi. Come Gizmodo ha riportato il 3 giugno, la piattaforma ora fornisce un pulsante “prega” da cliccare ogni volta che una richiesta di preghiera viene inviata ad un gruppo religioso. È analogo alla frivola icona “mi piace”, se non fosse che il pulsante “prega” è presumibilmente diretto verso il cielo.
L’autrice di Gizmodo, Shoshana Wodinsky, nota correttamente che i “post di preghiera” permettono a questa multinazionale affamata di dati di scavare più a fondo nelle anime umane – la madre addolorata, l’adultero pentito, il Tommaso dubbioso. Una ragione ovvia è bombardare i fedeli con annunci mirati. I dati spirituali vengono anche raccolti per aggiungerli ai dossier dettagliati su milioni di persone. Insieme a molte altre piattaforme tecnologiche, Facebook usa questi doppioni digitali e astratti per preveder e condizionare il comportamento futuro.
Una volta che si sa esattamente cosa vogliono i fedeli, è possibile creare il perfetto dio artificiale, come un pezzo di puzzle accuratamente ritagliato che si incastra al suo posto.
Un portavoce di Facebook ha spiegato: “Durante la pandemia di COVID-19 abbiamo visto molte comunità di fede e spiritualità usare i nostri servizi per connettersi, quindi stiamo iniziando ad esplorare nuovi strumenti per sostenerle“. Una dichiarazione più accurata sarebbe “Stiamo esplorando nuovi strumenti per sondare e manipolare i nostri utenti“.
Gli effetti spirituali di questa politica non sono chiari, ma l’impatto psicologico è ben noto. È una cupa amplificazione delle tendenze culturali già in corso.
Per decenni, le aziende tecnologiche si sono posizionate tra gli esseri umani e gli oggetti del nostro desiderio più profondo. Mentre veniamo separati e isolati, vengono forniti i dispositivi digitali per riempire quel vuoto.
Un recente sondaggio dell’Associated Press ha scoperto che quasi un quinto degli adulti in America – per un totale di 46 milioni di individui – dice di avere “solo una persona o nessuno di cui fidarsi per un aiuto nella propria vita personale“. Guardando ai giovani, uno studio longitudinale recentemente pubblicato, condotto su 217 studenti del Dartmouth College, ha scoperto che, nell’ultimo anno, i loro tassi di depressione e ansia erano saliti alle stelle.
Dallo scorso autunno, due studenti del Dartmouth si sono suicidati. Altri due sono morti per cause sconosciute. Beninteso, nessuno è morto di Covid.
La metodologia dello studio Dartmouth è di particolare interesse. Ogni studente doveva installare sul suo smartphone l’applicazione StudentLife, che raccoglieva “dati di rilevamento” dal localizzatore GPS, dall’accellerometro e dallo stato di blocco/sblocco [dell’apparecchiatura]. Questi dati venivano poi utilizzati per analizzare i livelli di stress e il ritmo sonno-veglia degli studenti e per desumerne l’umore.
Ovviamente, i ricercatori avevano constatato che la crisi Covid aveva devastato la salute mentale dei ragazzi.
Avrebbero potuto chiederlo ad una qualsiasi delle loro madri e probabilmente avrebbe detto la stessa cosa, ma chi ha bisogno dell’intuizione materna quando gli scienziati hanno i “dati di rilevamento dello smartphone”? Il fatto che le politiche iniziali di lockdown fossero state in gran parte determinate dalla fallace simulazione al computer dell’Imperial College, aumenta solo il paradosso.
Mentre esaminiamo l’ambiente antisociale che ne risulta, rimane una domanda importante: come si possono aiutare le anime instabili ad attraversare un periodo di crisi quando sono costrette all’isolamento o, peggio, quando scelgono esse stesse di rimanere isolate?
Nella Vecchia Normalità, un amico premuroso o un adulto preoccupato si sarebbe seduto e avrebbe parlato con la persona [in crisi]. Avrebbero potuto essere impiegate tecniche primitive, come il contatto visivo, l’empatia e gli abbracci. Adesso però non c’è più bisogno di tutto questo. Per simulare la connessione interpersonale ci sono le app.
Woebot [1] è, fino ad oggi, la più riuscita, essendo stata recentemente approvata dalla FDA e promossa dal New York Times.
Il funzionamento è semplice: i pazienti si isolano con i loro smartphone e descrivono i loro problemi più intimi a questo terapeuta touchscreen. Nel corso del tempo, gli algoritmi di IA dell’app arrivano a conoscere quelle persone dentro e fuori. Secondo il materiale promozionale dell’azienda, “la svolta di Woebot è la sua capacità di formare un legame terapeutico con gli utenti… stiamo definendo cosa significhi nel mondo moderno connettersi positivamente con la tecnologia“.
Secondo un recente studio, pubblicato sulla stessa rivista della Dartmouth, i ricercatori hanno determinato che Woebot può raggiungere un “legame di livello umano” in 3-5 giorni. Sostengono che questo risultato è simile a quello che si otterrebbe con un terapeuta umano. Apparentemente, questo “agente relazionale … potrebbe segnare un passo fondamentale verso l’utilizzo di soluzioni puramente digitali [sic] per soddisfare la crescente domanda di assistenza sanitaria mentale“.
Un certo numero di app terapeutiche è già disponibile. Poiché l’atomizzazione va di pari passo con la normalizzazione dettata dalla pubblicità, la domanda non potrà che crescere. È solo una questione di tempo prima che simili programmi di apprendimento automatico siano incorporati in umanoidi robotici che ascolteranno le crisi esistenziali e dispenseranno gemme di saggezza automatizzate. In effetti, questo precedente esiste già.
Negli ultimi anni, sacerdoti robotizzati sono apparsi in varie parti del mondo. Uno di loro si trova in un tempio buddista vecchio di 400 anni a Kyoto, in Giappone. Questa mostruosità da un milione di dollari, chiamata Mindar, è un’incarnazione in silicone della dea illuminata Kannon.
Il sacerdote umano del tempio difende la sua esistenza facendo giustamente notare che i Buddisti secolarizzati hanno abbandonato l’ottuplice sentiero per iniziative più mondane.
“Questo robot non morirà mai“, ha detto un monaco ad una entusiata reporter di Vox, “continuerà semplicemente ad aggiornarsi e ad evolversi. Con l’AI, speriamo che cresca in saggezza per aiutare le persone a superare anche i problemi più difficili. Sta cambiando il Buddismo“.
Questo bizzarro cambiamento interessa molte altre fedi, rimarchevole il retro-bot protestante BlessU-2; l’icona cattolica parlante SanTO (Sanctified Theomorphic Operator); un Ganesh meccanico che esegue l’aarti [2] in India e Xian’er in Cina, un monaco buddista da cartone animato dotato di touchscreen. Il suo scopo dichiarato è “raggiungere le persone che sono più connesse ai loro smartphone che al loro essere interiore“.
Definitemi della vecchia scuola, ma questi semidei digitali a me sembrano assolutamente profani. Sono il prodotto di menti ciniche senza alcun senso del sacro. Eppure, i loro sostenitori tecnofili pongono una domanda seria: se la divinità trascende il regno fisico, che differenza c’è tra la forma umana corporea e una macchina elaborata?
Come libero pensatore cristiano, immerso in varie comunità spirituali, la risposta mi sembra ovvia. Queste creature non hanno anima. Guardate nei loro occhi di plastica, e vedrete un abisso aperto. L’incarnazione di uno smartphone senza nessuno in linea. O forse è solo la mia impressione.
Una nuova generazione viene condizionata a considerare i robot come senzienti e gli esseri organici come semplici bio-macchine. Mentre arrivano ad accettare il profano come sacro, la spiritualizzazione dell’interazione con i social media, le app terapeutiche e gli androidi sacri saranno la norma. In senso letterale, l’icona con la freccetta potrà diventare oggetto di adorazione.
Che ci piaccia o no, il futuro sta arrivando velocemente. Ma se questo paesaggio distopico vi lascia depressi, non disperate. Potrete sempre trovare conforto in Woebot.
Joe Allen, americanthinker.com 25/6/2021
Fonte: https://www.americanthinker.com/articles/2021/06/technocrats_want_us_to_pray_to_machines.html
In comedonchisciotte.org 7/7/2021
Note a cura del traduttore:
(1) Woebot è un chatbot terapeutico. È una app che possiamo tranquillamente scaricare e che permette di simulare il divano di uno psicoterapeuta attraverso lo schermo di uno smartphone. L’app si presenta come una sorta di terapista digitale che può sostituire quello reale quando vi è l’impossibilità a poter fruire di uno reale, impossibilità che può essere legata a semplici contingenze logistiche o magari dovuta ad una impossibilità a sostenere le spese di una cura psicoanalitica.[…]
(2) Con il sostantivo femminile hindi Ārtī (devanāgarī: आरती; anche Āratī; dal sanscrito: Ārātrika) si indica quel rituale durante il quale la luce emessa da una o cinque fiamme di canfora viene offerta alla divinità, o a uno dei suoi aspetti, attraverso le mūrti. Corrisponde quindi all’adorare tale divinità per mezzo della luce.
Nel caso delle cinque luci, esse simboleggiano i cinque elementi della terra, dell’aria, del fuoco, dell’acqua e dell’etere, rappresentando quindi la totalità del Cosmo.
Le luci vengono mosse con una rotazione in senso orario davanti all’immagine della divinità.[…]
L’offerta della fiamma di canfora ha un preciso significato simbolico: poiché arde senza lasciare residui, essa rappresenta l’ego che, una volta raggiunta la realizzazione spirituale, scompare senza lasciare alcuna traccia.
Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Ārtī
Ciò che si percepisce ( se ancora siamo pensanti) e che la digitalizzazione dell’esistenza in una dittatura digitale globale sarà l’aumento esponenziale della tendenza naturale che abbiamo, come appartenenti al genere homo, all’appecoronamento, al servilismo, alla manipolazione per una cofanata di biada.
Solo i covidioti possono pensare che il tragico progetto transumanista tenda al miglioramento delle pontenzialità dell’uomo. Sarà, come già in parte è, il miglioramento del controllo e delle manovre del “potere” sull’umanoide. I posteri, se ci saranno, rideranno di noi. (GLR)
IL POTENZIAMENTO UMANO (HUMAN AUGMENTATION) – L’ALBA DI UN NUOVO PARADIGMA
Nel quadro di un progetto congiunto, che ha coinvolto l’esercito britannico e la Bundeswehr tedesca, si sta studiando le possibilità di ottimizzazione transumanistica dei soldati. Questo coinvolge tutto, dagli occhiali per la realtà aumentata, all’ ingegneria genetica e alla selezione genetica, alle interfacce cervello-macchina e ai farmaci che possono rendere gli umani più abili artificialmente.
Il Development, Concepts and Doctrine Centre (DCDC) della British Army, in collaborazione con l’Armed Forces Office of Defence Planning, ha studiato le implicazioni future dell’Human Augmentation (HA) per fornire una base per una ricerca e uno sviluppo più dettagliati in questo settore. Il DCDC ha pubblicato i risultati della ricerca in uno studio intitolato “Human Augmentation – The Dawn of a New Paradigm”
I siti web del governo britannico e delle forze armate tedesche parlano della pubblicazione dello studio. La versione tedesca è formulata in modo assai cauto, quella britannica parla senza mezzi termini:
“Se le previsioni attuali sono corrette, la modificazione genetica ha di gran lunga il più grande potenziale di miglioramento umano. Secondo la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) degli Stati Uniti, la modifica genetica potrebbe essere usata per creare super soldati che “uccidono senza pietà, non si stancano mai, non mostrano paura e si comportano più come una macchina che come un essere umano””
È notevole che un governo possa pubblicare qualcosa del genere senza provocare uno scandalo. D’altra parte, dopo tutto quello che è successo dalla primavera del 2020, niente può più stupirci realmente.
SUL SITO WEB DELLE FORZE ARMATE TEDESCHE
Human Augmentation – La connessione tra uomo e macchina
Nell’ambito dell’accordo di cooperazione tra l’Ufficio di Pianificazione della Bundeswehr e il Development, Concepts and Doctrine Centre (DCDC) del Regno Unito, l’Unità di Analisi del Futuro lavora dal 2019 con il DCDC al progetto di implicazione strategica (SIP) “Human Augmentation”. Lo studio è stato pubblicato.
Il progetto di implicazione strategica mira ad analizzare l’impatto che il potenziamento umano (Human Augmentation) avrà sulla difesa e la sicurezza in futuro. Il periodo considerato è di 30 anni. Human Performance Augmentation è l’applicazione della scienza e della tecnologia per migliorare temporaneamente o permanentemente le prestazioni umane.
Al fine di sviluppare un quadro il più completo possibile per il futuro, sono stati esaminati e inseriti in un contesto comune anche le prospettive future nei settori della tecnologia, della società, della politica e dell’economia, insieme alla difesa e alla sicurezza. Nel progetto sono stati coinvolti anche scienziati degli istituti di ricerca della difesa finlandese e svedese.
I risultati più importanti dello studio
- La Human Augmentation diventerà sempre più rilevante in futuro, perché rappresenta il collegamento tra le capacità uniche degli esseri umani e delle macchine. I vincitori delle guerre future non saranno quelli con la tecnologia più avanzata, ma quelli che saranno in grado di integrare le capacità uniche di uomini e macchine nel modo più efficace. La crescente importanza del teaming uomo-macchina è già ampiamente riconosciuta, tuttavia questo è stato discusso finora in una prospettiva tecnicocentrica. Il potenziamento umano (Human Augmentation) costituisce il pezzo mancante del puzzle.
- Un’applicazione vincente della human augmentation richiede un approccio più sofisticato per ottenere la comprensione dei potenziali utilizzatori. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario definire i principi chiave che costituiscono collettivamente l’uomo come piattaforma. Queste sono fisiche, psicologiche e sociali.
- Le tecnologie di potenziamento umano offrono una vasta gamma di possibilità, oggi e in futuro. Ci sono tecnologie mature che potrebbero essere integrate attualmente tenendo conto di una politica gestibile. Le tecnologie maggiormente trasformative sono al momento ad un livello relativamente basso di maturità, ma la società deve prepararsi a che questo cambi.
- Le implicazioni etiche e legali del potenziamento umano sono difficili da prevedere, però affrontare queste questioni subito e regolarmente è fondamentale per il successo. Potrebbe esserci un crescente obbligo morale ad offrire alle persone l’accesso al potenziamento umano in futuro, per lo meno nei casi in cui questo conduce a miglioramenti nella salute e nel benessere generale.-
- L’aumento umano può portare a concetti di guerra radicalmente nuovi. Nei prossimi 30 anni, è possibile che singoli soldati siano in grado di ottenere effetti operativi maggiori o maggiormente diversificati con un impatto sulla nostra struttura delle truppe, sul programma di equipaggiamento e a livello di dottrina.
Scarica lo studio (inglese)
Scarica lo studio (italiano)
In https://www.nogeoingegneria.com/ 6/7/2021
Molto spesso i film cosiddetti fantascientifici, come questo cartoon giapponese a cui facciamo riferimento nell’articolo che segue, hanno anticipato l’orrore del futuro che sarebbe venuto se non fosse stato fermato in tempo ( come lo splendido film del 1956 L’invasione degli ultracorpi, diretto da Don Siegel e che vi raccomandiamo di vedere se non lo conoscete).
Nel 2007 questo cartone animato ha descritto l’orrida realtà di una dittatura digitale globale transumanista con al centro, guarda un po’, proprio un vaccino inoculato a destra e manca. Anche il breve frammento del film che vi offriamo in visione è sufficiente per capire. Eh si, i posteri, se ci saranno, rideranno di noi. (GLR)
Vexille 2077! Già al tempo ci stavano avvisando… uscito nel lontano 2007 avevano previsto tutto!
Vexille 2077 è un film d’animazione del 2007 diretto da Fumihiko Sori.
TRAMA: Uno scenario cyberpunk disegna un futuro che vede il Giappone come superpotenza mondiale nelle biotecnologie e nella cibernetica, grazie soprattutto al colosso industriale Daiwa Heavy Industries; l’opinione pubblica mondiale è vastamente contraria all’utilizzo della cibernetica sull’uomo, e come già avvenne con il nucleare, l’ONU dichiarò un embargo su qualsiasi nazione favorisse la ricerca e lo sviluppo di queste tecnologie.
Il governo giapponese si oppose alla decisione delle Nazioni Unite che comunque andò in porto, e a quel punto si ribellò estromettendosi dall’organizzazione internazionale ed isolò il paese dal resto del mondo bloccando le immigrazioni, espellendo gli stranieri, nonché attivando il R.A.C.E., un sistema di installazioni marine che copre l’intero Giappone con un campo magnetico atto a disturbare qualsiasi segnale e comunicazione da e per l’esterno; nonostante ciò il commercio tra il Giappone ed il resto del mondo è attivo, ma non si sa più nulla di ciò che avviene nel paese nipponico.
Dieci anni dopo una serie di eventi su suolo statunitense fanno chiaramente pensare che il R.A.C.E. stia coprendo un tanto potente quanto sconosciuto sviluppo della cibernetica da parte dei giapponesi, e così il capitano Borg decide di mandare in missione la squadra speciale SWORD con lo scopo di infiltrarsi in Giappone e raggiungere Tokyo; membri di questo commando sono la ragazza Vexille Sierra, il fidanzato Leon Fayden e Zack, oltre che altri soldati semplici.
Scopriranno che in Giappone risiede un governo fantoccio guidato dallo scienziato pazzo Kisaragi, capo della potentissima azienda Daiwa, che ha messo in difficoltà il paese grazie ad uno pseudo-vaccino che trasforma le persone in androidi.
In aiuto della squadra SWORD c’è una resistenza di Tokyo formata da giapponesi sui quali il vaccino ancora non ha fatto completamente effetto, e questo nucleo è capitanato da Maria (che conosce bene sia Leon che Kisaragi). ( da Wikipedia)
Vedi e ascolta: https://www.youtube.com/watch?v=QfMbsjtK_To
10/4/2020
ANNO II DEL REGIME SANITARIO
FIRMATE CONTRO LA PROROGA DELLO STATO D’EMERGENZA. Firma qui: Petizione contro la proroga dello stato d'emergenza
Per approfondire i temi proposti in questo articolo cliccate sui “tag” che trovate in fondo a questa pagina.
In particolare leggete:
Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (19). Mani adunche sul cervello.
Pericolo vaccino (21). Trasformati in un'antenna.
Pericolo vaccino (19). Uno pseudo-vaccino per controllarci.
Pericolo vaccino (1): transumanesimo e potere
Pericolo vaccino (25). Un inferno basato sui vaccini.