CONSIDERAZIONI (34)
ANNO III DEL REGIME SANITARIO-DIGITALE
Le altre “Considerazioni al tempo del regime sanitario ” le trovate QUI
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Considerare. Riflettere. Accendere sempre di più il senso critico. Conoscere. Ponderare. Meditare. Nutrirsi della forza morale dei Testimoni del passato (vedi il nostro Calendario Laico dei Santi, QUI ).
Considerare con Primo Levi ” Se questo è un uomo”. Se quest’uomo spaventato, manipolato, imbavagliato, disinfettato, siringato, controllato sanitariamente (?) e digitalmente, green-pass-ato è un uomo, ancora un uomo. Se l’uomo progettato, attraverso l’Agenda 2030, dai criminali che gestiscono il Grande Reset, da noi e nel mondo, è ancora un uomo. Se vivere di emergenze continue, continue paure, asserviti e addomesticati vuol dire ancora vita.
Un uomo “ricalibrato”: vedi QUI. Vedi e considera…
La prima Resistenza a questo orrore sono le nostre considerazioni, il nostro pensiero critico, l’informazione, la nostra ragionata indocilità che costruiscono, poi, l’azione politica e sociale, le disubbidienze civili, le opposizioni di ognuno di noi alla propaganda mediatica. Ognuno di noi non diventato covidiota. Non ridotto alla resilienza, la mefitica resilienza (vedi QUI). Non arreso.
Vi offriamo questi importanti video e articoli da seguire e leggere con attenzione e meditazione. V’invitiamo anche a leggere questo articolo: Considerazioni al tempo del regime sanitario (23). “Considerate se questo è un uomo”.
Ci invitiamo tutti a rimanere uomini/donne. C’invitiamo a conservare la dignità, costi quello che costi, a fronte di chi vuole ridurci a “nuda vita”. (GLR)
Una straordinaria intervista al prof. Joseph Tritto in due parti. Un contributo prezioso per capire meglio cosa incombe e come si può reagire.
Dal Covid al Monkeypox passando per i laboratori di mezzo mondo.
Franco Fracassi, giornalista e Joseph Tritto*, medico e ricercatore (1)
Vedi e ascolta QUI
16/6/2022
*Joseph Tritto è medico e ricercatore italiano, da anni lavora all’estero principalmente a Parigi, Londra e New York. Professore di Microchirurgia and Microtecnologie all’Aston University di Birmingham, e in Micro e Nano Tecnologie, presso la BIB, Brunel University, di Londra. Direttore di Nano Medicina, all’Amity University di New Delhi, India, Vice Primario alla Kamineni Institute of Medical Sciences, Hyderabad, India. Presidente della World Academy of Biomedical Sciences and Technologies – WABT academia sotto l’egida dell’ INSULA/UNESCO). Presidente dell’ICET/International Council for Engineering and Technologies. Presidente WABIT – World Association of Bio Info Technologies. Presidente BioMiNT (WABT) – Micro and NanoTechnologies in BioMedicine.
Crimine biologico contro l’umanità, depositata denuncia al Tribunale Internazionale
In questa seconda e ultima parte il Prof. Tritto parla dell´atto depositato alla Corte Internazionale dei Diritti dell´Uomo da lui e da un gruppo di avvocati e scienziati ispirati dal lavoro del compianto Prof. Montagnier. Un atto d’accusa contro coloro che hanno giocato a fare Dio sulla pelle degli altri. Fate attenzione soprattutto al minuto 45.
Un’ulteriore intervista al prof. Tritto sul virus, la sua evoluzione e gli effetti avversi dello pseudo-vaccino la trovate QUI.
Franco Fracassi, giornalista e Joseph Tritto, medico e ricercatore (2)
Vedi e ascolta QUI
24/6/2022
Dovremmo renderci sempre più conto che questo stato d’emergenza, come viene contrabbandato dal governo draghiano e prima contiano, è in effetti uno stato d’eccezione. Dovremmo capire la differenza e conoscere le tragiche conseguenze che ancora ci aspettano. Il filosofo Agamben ci offrì un primo aiuto di comprensione già nel 2020.
Stato di eccezione e stato di emergenza
Un giurista di cui un tempo avevo qualche stima, in un articolo appena pubblicato su un giornale allineato, cerca di giustificare con argomenti che vorrebbero essere giuridici lo stato di eccezione per l’ennesima volta dichiarato dal governo. Riprendendo senza confessarlo la distinzione schmittiana fra dittatura commissaria, che ha lo scopo di conservare o restaurare la costituzione vigente, e dittatura sovrana che mira invece a istaurare un nuovo ordine, il giurista distingue fra emergenza e eccezione (o, come sarebbe più preciso, fra stato di emergenza e stato di eccezione).
L’argomentazione in realtà non ha alcuna base nel diritto, dal momento che nessuna costituzione può prevedere il suo legittimo sovvertimento. Per questo a ragione nel suo scritto sulla Teologia politica, che contiene la famosa definizione del sovrano come colui «che decide sullo stato di eccezione», Schmitt parla semplicemente di Ausnahmezustand, «stato di eccezione», che nella dottrina tedesca e anche fuori di questa si è imposto come termine tecnico per definire questa terra di nessuno fra l’ordine giuridico e il fatto politico e fra la legge e la sua sospensione.
Ricalcando la prima distinzione schmittiana, il giurista afferma che l’emergenza è conservativa, mentre l’eccezione è innovativa. «All’emergenza si ricorre per rientrare quanto più presto è possibile nella normalità, all’eccezione si ricorre invece per infrangere la regola e imporre un nuovo ordine». Lo stato di emergenza «presuppone la stabilità di un sistema», «l’eccezione, al contrario, il suo disfacimento che apre la strada a un sistema diverso».
La distinzione è, secondo ogni evidenza, politica e sociologica e rimanda a un giudizio di valutazione personale sullo stato di fatto del sistema in questione, sulla sua stabilità o sul suo disfacimento e sulle intenzioni di coloro che hanno il potere di decretare una sospensione della legge che, dal punto di vista giuridico, è sostanzialmente identica, perché si risolve nei due casi nella pura e semplice sospensione delle garanzie costituzionali.
Quali che siano i suoi scopi, che nessuno può pretendere di valutare con certezza, lo stato di eccezione è uno solo e, una volta dichiarato, non si prevede alcuna istanza che abbia il potere di verificare la realtà o la gravità delle condizioni che lo hanno determinato.
Non è un caso che il giurista debba scrivere a un certo punto: «Che oggi si sia di fronte a un’emergenza sanitaria a me pare indubitabile». Un giudizio soggettivo, emanato curiosamente da qualcuno che non può rivendicare alcuna autorità medica, e al quale è possibile opporne altri certamente più autorevoli, tanto più che egli ammette che «dalla comunità scientifica provengono voci discordanti», e che quindi a deciderne è in ultima istanza chi ha il potere di decretare l’emergenza.
Lo stato di emergenza, egli prosegue, a differenza da quello di eccezione, che comprende poteri indeterminati, «include soltanto i poteri finalizzati allo scopo predeterminato di rientrare nella normalità» e tuttavia, concede subito dopo, tali poteri «non possono essere specificati preventivamente». Non è necessaria una grande cultura giuridica per rendersi conto che, dal punto di vista della sospensione delle garanzie costituzionali, che dovrebbe essere l’unico rilevante, fra i due stati non vi è alcuna differenza.
L’argomentazione del giurista è doppiamente capziosa, perché non soltanto introduce come giuridica una distinzione che non è tale, ma, per giustificare a ogni costo lo stato di eccezione decretato dal governo, è costretto a ricorrere a argomentazioni fattuali e opinabili che esulano dalle sue competenze. E questo è tanto più sorprendente, dal momento che dovrebbe sapere che, in quello che è per lui soltanto uno stato di emergenza, sono stati sospesi e violati diritti e garanzie costituzionali che non erano mai stati messi in questione, neppure durante le due guerre mondiali e il fascismo; e che non si tratti di una situazione temporanea è affermato con forza dagli stessi governanti, che non si stancano di ripetere che il virus non solo non è scomparso, ma può riapparire a ogni momento.
È, forse, per un residuo di onestà intellettuale, che, alla fine dell’articolo, il giurista menziona l’opinione di chi «non senza buoni argomenti, sostiene che, a prescindere dal virus, il mondo intero vive comunque più o meno stabilmente in uno stato d’eccezione» e che «il sistema economico-sociale del capitalismo» non è in grado di affrontare le sue crisi con l’apparato dello stato di diritto.
In questa prospettiva, egli concede che «l’infezione pandemica del virus che tiene in scacco società intere sia una coincidenza e un’opportunità imprevista, da cogliere per tenere sotto controllo il popolo dei sottomessi».
Ci sia lecito invitarlo a riflettere con più attenzione allo stato della società in cui vive e a ricordarsi che i giuristi non sono soltanto, come sono purtroppo ormai da tempo, dei burocrati a cui incombe soltanto l’onere di giustificare il sistema in cui vivono.
Giorgio Agamben, filosofo, https://www.quodlibet.it/, 30/7/2020
Chi di noi che sta leggendo possiede il coraggio e la determinazione del dissenso verso questa spietata dittatura sanitario-digitale italica e globale?
Il diritto al dissenso in tempo di emergenza
Negli ultimi due anni, sull’onda della crisi pandemica prima e della guerra in Ucraina poi, abbiamo assistito a una crescente compressione del dibattito pubblico, con forme sempre più estreme di delegittimazione e marginalizzazione del dissenso.
L’elemento più paradossale è che in questo caso le opinioni divergenti non sono quelle di una avanguardia avventurista che promuove istanze potenzialmente eversive, ma quelle di chi si schiera in difesa dei principi costituzionali e quindi, come avviene nel nostro paese, reclama una maggiore fedeltà ai valori fondativi della Repubblica.
Giocando con le parole, potremmo dire che assistiamo all’insorgenza di un dissenso diffuso dal basso contro i protagonisti del dissenso antisistema dall’alto (i fautori della cosiddetta “ribellione delle élite” verso il nucleo profondo delle democrazie costituzionali, che non può essere oggetto di dissenso).
Contro questo ricorrente “sovversivismo delle classi dirigenti”, ovvero contro il polo della subalternità al vincolo esterno e del neoliberismo nelle sue diverse varianti, va fatto appunto valere un dissenso radicale dal basso, il quale, se vuole essere efficace, non può limitarsi a denunciare il baratro nel quale stiamo precipitando ma deve puntare a rigenerare un nuovo consenso attorno all’indirizzo politico fondamentale contenuto nella nostra Costituzione, che ha subito nel tempo una progressiva disattivazione….
25/6/2022
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ANNO III DEL REGIME SANITARIO-DIGITALE
Il sito di La PekoraNera riporta un prezioso elenco continuamente aggiornato di notizie su malori e morte improvvise, assolutamente in continuo aumento. I giornali citati nell’elenco quasi mai creano una correlazione tra vaccinazione e malori o morti improvvise.
Ma sappiamo ( o dovremmo sapere) che siamo sotto un regime sanitario, quindi… Comunque a voi leggere, sapere e riflettere.
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Raccolta di sospetti eventi avversi da “vaccini anti Covid-19”, in ordine cronologico, provenienti dalla stampa italiana e internazionale. Inseriti così come pubblicati in origine, anche in lingua originale non tradotta. Lista aggiornata continuamente.
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Tante notizie sui danni delle mascherine e degli pseudo-vaccini QUI
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