GLR – CONSIDERAZIONI (35)

ANNO III DEL REGIME SANITARIO-DIGITALE

 

Le altre “Considerazioni al tempo del regime sanitario-digitale ” le trovate  QUI

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Considerare. Riflettere. Accendere sempre di più il senso critico. Conoscere. Ponderare. Meditare. Nutrirsi della forza morale dei Testimoni del passato  (vedi il nostro Calendario Laico dei Santi, QUI ).

Considerare con Primo Levi ” Se questo è un uomo”. Se quest’uomo spaventato, manipolato, imbavagliato, disinfettato, siringato, controllato sanitariamente (?) e digitalmente, green-pass-ato è un uomo, ancora un uomo. Se l’uomo progettato, attraverso l’Agenda 2030, dai criminali che gestiscono il Grande Reset, da noi e nel mondo, è ancora un uomo. Se vivere di emergenze continue, continue paure, asserviti e addomesticati vuol dire ancora vita.

Un uomo “ricalibrato”: vedi QUI. Vedi e considera…

La prima Resistenza a questo orrore sono le nostre considerazioni, il nostro pensiero critico, l’informazione, la nostra ragionata indocilità che costruiscono, poi, l’azione politica e sociale, le disubbidienze civili, le opposizioni di ognuno di noi alla propaganda mediatica. Ognuno di noi non diventato covidiota. Non ridotto alla resilienza, la mefitica resilienza (vedi QUI). Non arreso.

Vi offriamo questi importanti articoli da leggere con attenzione e meditazione insieme a molte immagini per poter ispirare in noi forti considerazioni. V’invitiamo anche a leggere questo articolo: Considerazioni al tempo del regime sanitario (23). “Considerate se questo è un uomo”.

Ci invitiamo tutti a rimanere uomini/donneC’invitiamo a conservare la dignità, costi quello che costi, a fronte di chi vuole ridurci a “nuda vita”. (GLR)

 

 

Ma questo è ancora un uomo/donna? Considerate se questo è un uomo/donna…

 

UNA FAMIGLIA INTERA MASCHERATA. LA PUBBLICITÀ DI TRENITALIA È UN MESSAGGIO ANSIOGENO

Una famiglia felice, il sole batte caldo dal finestrino e il fedele amico a quattro zampe è al loro fianco. Tutto come nei più classici quadri pubblicitari, tranne che per le mascherine indossate. Le FFP2 coprono quasi tutto il volto e non risparmiano neppure la più piccola della famiglia.

E il cane? Anche lui in qualche modo deve lanciare lo stesso messaggio. Ed ecco fatto che viene catturato nello scatto con una bella museruola.

Sono le maschere, dai colori accesi ed estivi, le vere protagoniste dell’ultima campagna pubblicitaria di Trenitalia. In questo periodo gli enormi cartelloni pubblicitari, raffiguranti gente imbavagliata, tappezzano le principali città italiane.

Pubblicità come specchio della società

Spot, cartelloni e varie sono sicuramente lo specchio dei nostri tempi. Come tanti testi di diversi autori insegnano, fra questi il libro di Vance Packard “I persuasori occulti”, la pubblicità ha un grande potere, quello di influenzare l’opinione su qualsiasi argomento. Quando i posteri cercheranno delle testimonianze del passato vedranno nella pubblicità uno degli strumenti più affidabili per raccontare la società. Bisogna allora chiedersi che cosa penseranno di noi vedendo lo spot di Trenitalia. Che messaggio vogliono dare le ferrovie di stato? Cosa si vuole trasmettere con persone senza un volto?

Che messaggio vuole trasmettere Trenitalia?

L’abbiamo chiesto direttamente agli ideatori della campagna, il gruppo pubblicitario AB comunicazioni, che da tempo collabora con le ferrovie dello Stato. Provando dapprima un contatto telefonico, siamo riusciti ad ottenere delle sommarie giustificazioni via mail.

Per quando riguarda il messaggio, si parla di un generico “viaggio come un momento di benessere e condivisione”. Mentre la risposta alla foto con mascherine: le FFP2 sono obbligatorie fino al 30 settembre e la museruola è sempre obbligatoria per i cani sul treno. Tutto corretto, eppure è evidente che qui si è fatta una scelta.

“Le regole vanno sempre rispettate”

Rispetto infatti alla campagna dell’anno scorso, dove si puntava tutto sulla ripresa, su un futuro migliore, più efficiente ed avanzato, e dove nessuno portava le mascherine, qui si è deciso di fare un passo indietro. Si è deciso di normalizzare la mascherina come oggetto di uso quotidiano, ma soprattutto si è dato risalto alle regole.

Leggi ferree che bisogna rispettare, in ogni caso. Così in una pubblicità che dovrebbe trasmettere una sensazione di benessere, invece di raffigurare il solito cane felice con la lingua a penzoloni, lo si lascia ingabbiato.

Per associazione viene in mente un paragone: spesso si sono definite le mascherine museruole e vederle affiancate fa riflettere.

La campagna di Trenitalia rispecchia una società vittima ancora dell’emergenza, una società rappresenta della mascherina, ormai simbolo indiscutibile della narrazione ufficiale.

 

Vedi e ascolta QUI

 

 

 

Ecco alcuni esempi di come la pubblicità veicola l’orrore del Grande Reset e la sua ideologia normalizzatrice e addomesticante. Sveglia!!


 

 

 


 

 

Tutto questo ( e molto altro) ha lo scopo di raggiungere per tutti noi…

 

 

 

 

Sono sufficienti queste immagini e gli articoli che seguono per farci fare considerazioni decise e di opposizione? No?

Riusciamo a considerare che le mascherine non hanno uno scopo sanitario ma sono uno strumento d’ingegneria sociale di sottomissione?

Riusciamo a considerare i danni fisici e mentali che comportano ( vedi articoli sui danni delle mascherine QUI) ?

Riusciamo a considerare i danni sociali e relazionali che comportano?


 

 

Hanno rovinato una generazione, lo certifica il presidente del Tribunale minorenni di Milano.

I dati sull’aumento della violenza tra i minori a causa di lockdown e dad sono inquietanti. Eppure, coi titolari di Salute e Istruzione tuttora in carica e senza piani per il rientro a scuola, si va verso la replica del disastro.

Effetto lockdown. Stiamo perdendo una generazione. O forse l’abbiamo già perduta. I ragazzini pagano in modo devastante i due anni e mezzo di pandemia: l’isolamento, le restrizioni, la realtà virtuale che sostituisce quella reale, il disagio psicologico, la caduta di relazioni, la didattica a distanza, la chiusura delle attività sportive, la dispersione scolastica, la depressione, l’ansia, l’angoscia, il vuoto e la paura del futuro.

Tutti fenomeni immaginabili. Ma che ora vengono certificati dal parere autorevole del presidente del Tribunale dei minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, che dal suo punto di osservazione privilegiato snocciola dati impressionanti: i maltrattamenti compiuti da ragazzini nei confronti dei familiari sono aumentati, in questo periodo, del 41%; nel frattempo sono cresciuti anche i reati commessi fuori casa (rapine, lesioni, percosse, etc); l’età media si è drammaticamente abbassata al di sotto dei 15 anni; e si sono moltiplicati i fenomeni di depressione giovanile, disturbi alimentari e autolesionismo. Solo negli ultimi tempi, a Milano, si sono registrati sette tentativi di suicidio di ragazzine di 14-15 anni. Sette.

Ripeto: non era difficile accorgersene. Ce la poteva fare anche il ministro Roberto Speranza se avesse alzato gli occhi dalle sue circolari per cercare di capire ciò che accadeva non più ai margini ma nel cuore delle città, e anche nel cuore di quella provincia che una volta è sempre stata considerata un’isola felice. Quello che troppo rapidamente è stato classificato come «fenomeno baby gang» era invece una situazione di violenza dilagante e ormai completamente fuori controllo, uno straziante e brutale urlo di disperazione, l’esplosione di una bomba sociale covata per due e mezzi sotto la cappa dell’emergenza Covid.

Infatti la dottoressa Gatto, magistrato di lunga esperienza nel settore (è presidente del Tribunale dei minori di Milano dal 2017, prima lo era stata per otto anni a Brescia), mette direttamente in relazione i dati choccanti snocciolati al Corriere della Sera con il lockdown. «Durante la pandemia», dice, «non è stata prestata sufficiente attenzione alla modifica dei ritmi e delle abitudini dei bambini e degli adolescenti. Nessuno si è preoccupato di loro. Un’intera generazione è stata lasciata in balia del vuoto e dell’angoscia».

Un’intera generazione in balia del vuoto e dell’angoscia: fa paura no? Ci si continua a riempire la bocca del futuro dei giovani, del pianeta da salvare per i giovani, delle riforme da fare pensando ai giovani. E poi, negli ultimi anni, i giovani sono stati abbandonati nel nulla, davanti allo schermo di un computer, senza preoccuparsi degli effetti che isolamento e riduzione delle relazioni sociali potevano avere sulla loro mente. E sul loro sviluppo. Sia chiaro: da queste parti non si cadrà mai nel «poverinismo» e nella giustificazione sociologica dei comportamenti devianti.

Chi sbaglia paga. Se un ragazzino mena la nonna o un passante, se ruba in casa o in farmacia, deve essere perseguito e punito, magari con più severità di quanto si è fatto finora. Però di fronte al dilagare dei reati commessi da minorenni, davanti a una generazione dimenticata e perduta, forse bisogna farsi qualche domanda in più.

E mentre pensiamo a come intervenire sui ragazzini che sbagliano nei confronti dei grandi forse è il caso di pensare anche a come intervenire sui grandi che sbagliano nei confronti dei ragazzini.

A cominciare naturalmente dal ministro Speranza che è stato il principale responsabile delle chiusure e delle restrizioni che hanno devastato un’intera generazione. Farà autocritica? Chiederà scusa? E non penserà mica, nelle poche settimane di mandato che gli restano, di andare avanti sulla stessa strada? Di continuare a tenere ostaggio la scuola?

Non è l’unico, però, a dover rendere conto delle scelte (suicide) fatte in questi due anni e di quelle che si dovranno fare nelle prossime settimane. Prendiamo per esempio il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. La sua gestione della scuola è stata disastrosa. Ha sempre eluso ogni problema. Mai affrontato di petto una questione. Mai risolto un nodo. Infatti ci ritroviamo a un mese e mezzo dall’inizio della scuola, in piena campagna elettorale, con il problema del personale ancora aperto, come da tradizione; con l’eccesso di presidi reggenti e i concorsi non fatti; con le solite aule pollaio (lo ha ammesso lo stesso ministro il 27 giugno alla Cgil: «Abbiamo ancora il problema delle aule sovraffollate») e le poche riforme avviate che vacillano fra le polemiche, come è appena successo al decreto sulla dispersione scolastica, finanziato con i fondi Pnrr e contestato dallo stesso gruppo di lavoro (Marco Rossi Doria, Chiara Saraceno, etc) che ne aveva accompagnato l’elaborazione (fondi Pnrr già sprecati?).

Infine, come se non bastasse, ancora non esiste un protocollo sicurezza per il ritorno in classe: non penserà mica il ministro di ricominciare con distanziamento sociale e mascherine? Non penserà mica di accodarsi ancora una volta alle restrizioni in salsa di Speranza? Non penserà cioè di aggiungere ulteriori danni ai danni già provocati in questi due anni e mezzi di dad e lockdown?

«Sulla scuola non abbiamo fatto passi avanti», ha sentenziato proprio ieri al Fatto Quotidiano il professor Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani. Ma perché non si sono fatti passi avanti? Eppure non sarebbe stato difficile. Per esempio, sarebbe bastato introdurre nelle scuole l’aerazione meccanica per evitare un bel po’ di quelle restrizioni così nefaste per i giovani. Il modello virtuoso delle Marche era lì, solo da imitare. Perché il ministro non l’ha fatto? Perché non ha seguito l’esempio? Perché ha scelto la strada deleteria della didattica a distanza, del distanziamento e delle assurde mascherine (in classe sì, al bar no)? Forse il ministro non sa dove sono le Marche?

Possibile dal momento che in uno degli ultimi documenti del suo prestigioso dicastero è stato scritto che Piacenza è in Lombardia e che la regione Abruzzo si chiama in realtà Abbruzzo, perfetta conclusione di mandato per un ministro che aveva iniziato infilando una serie di strafalcioni, congiuntivo compreso: «Che sono ministro l’ho imparato ieri sera, speriamo che faremo bene», aveva detto subito dopo la nomina.

Ecco no, caro ministro: bene lei non potrà più fare, ormai, perché in realtà ha fatto troppo male. Veda solo se riesce, prima di settembre, a salvare il salvabile. Per quel poco che ne resta. Poi forse ci tornerà un po’ di speranza. Senza Speranza, ovviamente.

Mario Giordano, https://www.laverita.info/   27/7/2022

 

 

Prima ti ammazzano e poi ti “soccorrono”.  Prima ti “rincoglioniscono” e poi ti curano.  Prima ti violentano e poi ti assistono. Che considerazioni fate?

 

 

SPERANZA E L’ELEMOSINA DEL BONUS PSICOLOGO

“La salute mentale è uno dei grandi temi in questo tempo” twitta Roberto Speranza. Dopo aver chiuso in casa per due anni gli italiani, imposto il green pass e minacciato la stabilità sociale, Speranza non chiede scusa e propone il bonus psicologo. Il decreto attuativo è firmato e prevede un contributo fino a 600 euro per chi vuole usufruire di sedute di psicoterapia. I fondi stanziati sono in totale dieci milioni, quindi il bonus verrà assegnato ai più veloci ad inviare la richiesta.

Con il bonus psicologo Italia si attesta così nell’olimpo dei bonus, approvando l’ennesimo. Fra bonus paga, benzina e trasporti, il governo del “fare” rattoppa le voragini con pochi spicci invece che con delle misure strutturali. All’evidente bisogno di un cambiamento nelle politiche economiche italiane, i governi rispondono ormai da anni con caotiche misure spesso incubo dei commercialisti.

Bonus cultura, immobili, tv, internet, ristrutturazioni, ecobonus e chi più ne ha più ne metta. Quest’ultimo dello psicologo è forse uno dei pochi a sbilanciarsi su tematiche sociali, ma non rappresenta altro che una presa in giro.

Mentre infatti Speranza firma trionfante il suo bonus, il governo sembra ponderare su un prolungamento delle misure restrittive. La mascherina, incubo di giovani studenti e sudati pendolari, potrebbe restare ancora oltre la data prefissata del 15 giugno.

Voci di palazzo parlano infatti di un persistere della così detta linea “prudenza”, che vorrebbe prolungare l’obbligo di mascherina nei mezzi pubblici fino a settembre. Anche per la scuola non giungono buone notizie. Il ministro Bianchi parla degli esami di maturità e della terza media da sostenere ancora mascherati.

Le giustificazioni scientifiche però non si trovano. Roberto Speranza si affanna sui dati dell’efficacia dell’obbligo a scuola e sui mezzi, che ancora mancano. Però è fondamentale per l’Italia stanziare dieci milioni, veramente insufficienti se si volesse attuare un vero miglioramento, per un bonus psicologo.

I bonus non sono altro che il dito dietro cui i governi si nascondono per non sostenere riforme ragionate e con una visione di lungo periodo. Meglio lanciare soldi dalla finestra ogni tanto, il popolo li raccoglierà e si dimenticherà di ciò che ha intorno. Almeno fino al prossimo bonus.

https://www.byoblu.com/  28/5/2022

 

Leggi qui: GLR-CONSIDERAZIONI  33. In un mondo di pecoroni...

 

 

IL LASCITO DI SPERANZA: UN PAESE DI MALATI DI MENTE

Sono troppe le richieste pervenute all’INPS per accedere al bonus psicologo. Dal 25 luglio è possibile fare domanda e in teoria la procedura dovrebbe essere disponibile sino al 24 ottobre, ma c’è un piccolo problema. I fondi sono già esauriti a poche ore dalla pubblicazione sul sito INPS. In soli tre giorni, le richieste inoltrate dai cittadini per accedere al bonus sono state 133.430. A comunicarlo è stata l’INPS stessa, con un’infografica pubblicata sul proprio profilo Linkedin. Ciò significa che erogando a ciascun richiedente l’importo minimo spettante, ovvero 200 euro, i 10 milioni complessivi stanziati dal Decreto Milleproroghe non saranno abbastanza.

Soltanto 16.000 persone riceveranno il bonus psicologo

Già nel primo giorno di bonus psicologo, le richieste sono arrivate a 40.000, salite a 85.000 nella mattina del 26 luglio. Il giorno dopo ancora il conteggio è balzato a 113.343, con l’ultimo aggiornamento dell’INPS risalente alle 8.50 del 28 luglio, quando le richieste hanno toccato quota 133.430. Con i fondi pari a 10 milioni di euro per il 2022, nello scenario peggiore solo poco più di 16.000 persone potranno ricevere il bonus psicologo. Gli aiuti economici variano da 200 fino a 600 euro e serviranno per pagare sedute di psicoterapia. Aiuti che vengono erogati in base all’ISEE presentato.

Precedenza a chi ha un ISEE più basso

Sarà comunque possibile fare richiesta per il bonus psicologo fino al 24 ottobre. Nello stesso giorno verranno inoltre pubblicate le graduatorie, dando la precedenza a chi ha un ISEE più basso. L’assegnazione non tiene infatti soltanto conto dell’ordine cronologico di presentazione delle richieste, ma anche del reddito dei richiedenti. In ogni caso, i fondi sono già belli che finiti, e si attende ora di sapere chi saranno i circa 16.000 fortunati che avranno diritto di andare dallo “strizzacervelli”.

Il lascito di Speranza

È questo il lascito dell’ormai uscente ministro della Salute, Roberto Speranza: un paese di cittadini mentalmente devastati da restrizioni sociali quali distanziamento, mascherine, lockdown e coprifuochi. Gery Karantzas, professore associato di psicologia sociale presso la Deakin University in Australia, ha revisionato tutti gli studi scientifici sulla salute mentale pubblicati nel primo anno di emergenza sanitaria. 33 ricerche che hanno esaminato il comportamento di circa 132.000 persone in tutto il mondo.

Restrizione anti-Covid hanno raddoppiato problemi di salute mentale

Stando a quanto emerso dalle analisi di Karantzas e colleghi, le restrizioni sociali hanno raddoppiato le possibilità di manifestare problemi di salute mentale.

Ciò significa che chi ha vissuto sulla propria pelle, ad esempio, i lockdown, ha il doppio delle possibilità di ammalarsi mentalmente rispetto a chi non è stato rinchiuso. Ansia e depressione sono aumentate, in particolare nei più giovani rispetto agli anziani. Il numero impressionante di richieste al bonus psicologo, non fa che confermare gli immensi danni alla salute causati dalle politiche anti-Covid.

https://www.byoblu.com/  2/8/2022

 

 

 

 

 

 

 

ANNO III DEL REGIME SANITARIO-DIGITALE

 

 

 

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Verso la dittatura digitale (10). Schiavi digitali.

Terza guerra mondiale e Grande Reset

Le tre piovre.

GLR-CONSIDERAZIONI 34. Dalla deterrenza nucleare a quella biologica.

 

 

Il sito di La PekoraNera riporta un prezioso elenco continuamente aggiornato di notizie su malori e morte improvvise, assolutamente in continuo aumento. I giornali citati nell’elenco quasi mai creano una correlazione tra vaccinazione e malori o morti improvvise.

Ma sappiamo ( o dovremmo sapere) che siamo sotto un regime sanitario, quindi… Comunque a voi leggere, sapere  e riflettere.

LEGGERE QUI

 

Raccolta di sospetti eventi avversi da “vaccini anti Covid-19”, in ordine cronologico, provenienti dalla stampa italiana e internazionale. Inseriti così come pubblicati in origine, anche in lingua originale non tradotta. Lista aggiornata continuamente.

Vedi QUI

 

Tante notizie sui danni delle mascherine, dei tamponi e degli pseudo-vaccini QUI

 

 

Leggi “GLR-NOTIZIE” e “ GLR-NOTIZIE FLASH” precedenti QUI

dove trovate altre notizie importanti su vaccini e tamponi

 

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