Dovremmo essere preoccupati, si! Molto preoccupati e non continuare a vivere come se niente fosse ( leggi QUI). Ci dispiace non proporre articoli tranquillizanti, bonari, rasserenanti ma da tre anni non è il momento di essere sereni e resilienti. E non lo sarà neanche nel prossimo futuro perchè stiamo andando a passi veloci verso un mondo dominato da una biocrazia devastante ( leggi QUI).
Essere preoccupati per rimanere vigilanti, attenti, accorti: leggi QUI.
Essere preoccupati, molto preoccupati di questa preoccupante europa contro gli europei, contro noi tutti perchè totalmente asservita, da parte dei suoi dirigenti e parlamenti, alla “nuova normalità” che l’Agenda 2030 prevede a qualsiasi costo ( leggi QUI): l’Agenda programmatica del progetto criminale globale chiamato Grande Reset e gestito, all’interno del deep state globale ed anche europeo, dall’aristocrazia finanziario-usuraia dei mega miliardari, dei banchieri, dei finanzieri ( (tanti e tanti articoli QUI). Su tutti un avvoltoio chiamato george soros.
Essere preoccupati di questa europa all’attacco.
Attacco alla casa di proprietà. Attacco all’automobile di proprietà. Attacco alle nostre tavole con l’invasione d’insetti come cibo ( leggi leggi QUI!). Attacco alla nostra libertà con l’ID digitale ( leggi leggi QUI e ricorda!). Attacco al nostro borsellino con aumenti sconsiderati dei costi energetici. Attacco dell’europa all’europa con il sostegno bellico scellerato e cieco all’ucraina. Attacco alle sovranità degli stati come da copione del Grande Reset.
Attacco alla libertà dell’europa con una sempre maggiore sottomissione alla NATO e quindi agli USA. Attacco all’economia di ognuno di noi e a degli stati con l’aumento sconsiderato dei tassi d’interesse ( del costo del denaro) da parte della banca europea (BCE).
Attacco alle nostre libertà e ai nostri diritti con una gestione terroristica della pseudo-pandemia ( asservita al Grande Reset). Attacchi prossimi e futuri alla nostre libertà e ai nostri diritti da parte di un’europa presa dalla follia green pseudo-ambientalista, pseudo-sanitaria e digitale.
Ma che europa è questa? Quest’accozzaglia di dirigenti europei sottomessi a Davos (WEF), all’aristocrazia finanziario-usuraia, al Grande Reset, agli USA cosa ha a che fare con il “Manifesto di Ventotene” ?
Questa orrenda europa asservita ( già da molto tempo) cosa ha a che fare con quel documento per la promozione dell’ unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni nel 1941 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, per poi essere pubblicato da Colorni, che ne scrisse personalmente la prefazione ( le vita e le opere di Rossi e Colorni le puoi trovare nel nostro Calendario Laico dei Santi, QUI) ?
Leggete da voi il Manifesto di Ventotene, fatevi le domande che abbiamo posto e tante altre e, come diceva quello, datevi una risposta. Possibilmente preoccupata… (GLR)
IL MANIFESTO DI VENTOTENE
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L’UNIONE EUROPEA E’ IL PEGGIOR NEMICO DELLA LIBERTA’
La normativa sull’adeguamento degli immobili è la goccia che potrebbe far traboccare il vaso.
Sul sito web ufficiale dell’Unione Europea, sono elencati i valori sui quali si fonda l’Ue: Dignità umana, Libertà, Democrazia, Uguaglianza, Stato di diritto, Diritti umani.
Nel corso degli anni, tutti noi abbiamo dato per scontati questi diritti e a poco a poco li abbiamo persi.
Col tempo tutto si logora, si corrompe. Il comunismo si è trasformato in stalinismo, lo Stato liberale nel liberismo del Monopoli in cui BlackRock, Vanguard, State Street Corporation, Bill Gates, Jeff Bezos, George Soros, Forum di Davos, l’Aspen Institute e la Trilateral dettano le regole.
E l’Unione Europea ha preso le forme del Leviatano che oggi ci impone un modello di vita che nessuno di noi ha scelto.
Se il comunismo è riuscito a sopravvivere soltanto scendendo a patti col capitalismo, ancora non è chiaro come possa riuscire a sopravvivere il liberalismo.
Nemmeno i pesi e contrappesi (quali la normativa antitrust) hanno impedito di giungere alla fine della partita: manca qualche giro, poi i vincitori avranno messo le mani su tutto, e noi dovremo lasciare anche tutto ciò che (fino ad oggi) ci è rimasto.
Così, per accelerare la fine della partita, l’Unione Europea ci priva di quei pochi soldi che abbiamo in tasca: dobbiamo ristrutturare, per consentire ai fondi d’investimento internazionali di mettere le mani su un patrimonio immobiliare in buone condizioni.
Ormai è evidente, e non occorre neppure più citare la celebre frase di Klaus Schwab “Non avrete niente e sarete felici”: tutto ciò che è ancora di nostra proprietà ci verrà tolto.
I ricchi (quelli veri) sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri: luogo comune e leggenda metropolitana? E’ evidente a tutti che il divario si allarga, proprio come alla fine d’una partita di Monopoli.
L’usura è il peccato capitale del mondo Occidentale, lo dico da tempo. Occorre prendere atto della realtà: il nostro mondo Occidentale si fonda sul mutuo a interesse, ma c’è una parte dell’umanità che trova tutto questo ripugnante.
Fare affari con la Riba (Interesse, Usura) è haram secondo il Corano (Al-Baqarah, 278-279): nell’Islam, ḥarām (in arabo: حرام “proibito”) indica qualsiasi comportamento o situazione vietati dalla fede islamica; ed è contrapposto ad ḥalāl (“lecito”).
E’ vero che il sistema bancario è nato in Italia nel Rinascimento, ma altri lo hanno perfezionato in maniera diabolica.
La rinunzia alla sovranità monetaria rende persino gli Stati nazionali impotenti davanti allo strapotere di chi gestisce il capitale (BlackRock, State Street Corporation e Vanguard gestiscono 23 trilioni di US $, più o meno il PIL degli USA), l’intero PIL mondiale ammonta a 104 trilioni (nel 2022) e il PIL italiano a 2,1 trilioni circa.
Gli economisti parlano ancora di mercato, anche oggi che il mondo è un finto mercato in cui un manipolo di mercanti detta le regole e i prezzi. Anche il mercato è un concetto logoro, corrotto.
Nulla di nuovo: “Il bilancio deve essere equilibrato, il tesoro ripianato, il debito pubblico ridotto, l’arroganza della burocrazia moderata e controllata, e l’assistenza alle nazioni estere tagliata, per far sì che Roma non vada in bancarotta.” (Cicerone)
Alla fine, Roma è andata in bancarotta e l’Impero (che era durato 5 Secoli) è crollato.
Tout casse tout passe tout lasse, il n’est rien, et tout se remplace.
Ai confini dell’Impero americano, noi subiamo tutte le conseguenze del declino. Tuttavia, i nostri proconsoli non soltanto non fanno nulla per rallentare l’inevitabile crollo, ma fanno del loro meglio per rendere intollerabile la nostra condizione di abitanti delle colonie.
Abbiamo appena perso il diritto di disporre del nostro corpo, rifiutando un trattamento sanitario potenzialmente nocivo, e ora il nuovo attacco è alla casa: qualcosa di inconcepibile per il popolo.
Poi andrà a segno l’attacco alla libertà di movimento con il progetto distopico delle Città di 15 minuti, quindi il divieto di circolare liberamente con le nostre automobili, la sospensione del Trattato di Maastricht…
Io credo che ormai la maggioranza degli Italiani sia fortemente a favore dell’Italexit. L’Unione Europea si è trasformata nel reame dei burocrati che fanno gli interessi delle lobby.
Esattori impazziti che impongono norme degne di Alice nel Paese delle Meraviglie: dalla composizione del cioccolato alle farine di insetti, dalle automobili elettriche alla classe energetica delle nostre abitazioni.
Chi fermerà questa protervia? O meglio: è ancora possibile fermare questa protervia o – come ha scritto Giorgio Agamben – “Il lavoro che ci sta davanti può cominciare solo là dove tutto è perduto, senza compromessi e senza nostalgie”?
Oggi è più che mai evidente che non resti altra salvezza che rovesciare il tavolo. La partita di Monopoli non può che finire male. Eppure, oggi più che mai manca un movimento di protesta.
Secondo studi autorevoli, i giovani non sarebbero in grado di comprendere un normale articolo giornalistico di media complessità. Del resto non leggono libri, ma sono sempre davanti ai loro schermi, sono altrove, in un mondo che già somiglia al metaverso. Come possono comprendere la realtà se sono analfabeti funzionali?
Sono capaci di imbrattare le opere d’arte, ma totalmente incapaci di comprenderle: forse è proprio perché non le comprendono che le imbrattano. In nome di cosa? Della Green Culture.
C’era una volta un uomo illuminato, Aurelio Peccei, che incaricava il Massachusetts Institute of Technology di redigere il Rapporto sui Limiti dello Sviluppo. Era il 1972. Da quella partenza, necessaria per comprendere le dinamiche e le conseguenze dell’industrializzazione e dello sfruttamento delle risorse naturali, si è giunti alle bambinate di Greta Thunberg, alle pagliacciate dei suoi arresti ad uso della TV mondiale e agli imbrattatori.
Ancora una volta, dal bene nasce il male. Ancora una volta, in nome del bene comune si limita la libertà individuale.
“L’attività del singolo non deve nuocere agli interessi della collettività, ma inserirsi nel quadro di questa e per il bene comune.” (Monaco, 24 febbraio 1920, Il programma del nazionalsocialismo).
La ricomparsa dell’ideologia nazista in Europa è evidente.
La collettività è vista come una divinità a cui tributare sacrifici, come se non fosse un’altra astrazione, come se non fosse un semplice insieme di individui. Limitare un diritto individuale per tutelare un diritto collettivo è un’eresia e una cretinata: i diritti collettivi non sono altro che la somma dei diritti individuali e ogni sottrazione al singolo diminuisce il totale complessivo.
Io abito la mia casa e ho il diritto di farlo, in quanto essere umano, nelle condizioni e con le modalità che stabilisco io. L’Unione Europea non mi rappresenta e, se anche mi rappresentasse, non potrebbe togliermi un diritto umano inviolabile.
Si parla tanto a vanvera di libertà, quando le uniche libertà che si accrescono sono quelle afferenti la sfera sessuale.
Dopo la vaccinazione obbligatoria, nell’interesse collettivo si imporrà una dieta, uno stile di vita, un obbligo di farsi impiantare microchip e modem per essere costantemente monitorati e obbligati a fare ciò che garba al folle legislatore liberticida.
Si conteranno i litri d’acqua consumati, gli zuccheri e le calorie, il numero di rapporti sessuali, si imporrà come sia lecito spendere i pochi soldi a nostra disposizione e, in caso di trasgressione, grazie alla moneta unicamente digitale ci verrà bloccato il conto.
Tutti i diritti saranno condizionati all’obbedienza e al primo segnale di dissenso ci verranno tolti i crediti sociali, come già accade oggi in Cina.
La libertà di informazione è sistematicamente limitata dal fact-checking, quella di movimento dai blocchi del traffico e dai divieti di accesso, ora si limita il diritto di abitazione o, per ora, di disposizione del bene immobile.
Tutto questo è semplicemente aberrante. Io sono indignato e seriamente preoccupato per il nostro futuro.
Eppure, un avvocato del PD mi ha detto che la vaccinazione in Italia non è mai stata obbligatoria (neppure per le categorie e le fasce di età per le quali vigeva l’obbligo) perché ciascun singolo aveva la concreta possibilità di trasgredire. Un genio!
Un obbligo, secondo questo lampante esempio di demenza, sarebbe tale unicamente quando lo Stato ci priva persino della concreta possibilità di trasgredire.
Cosa fare, attendere che tutto sia perduto, la fine della partita di Monopoli o incominciare subito l’inevitabile ribellione subito.
Alfredo Tocchi,avvocato milanese esperto di diritto bancario https://www.lapekoranera.it/ 16/3/2023
CAPITALISMO SOSTENIBILE: IL PROGETTO GREEN ESPROPRIA LE CASE E I POTERI FINANZIARI BRUCIANO I RISPARMI
Siamo costretti a tornare sul problema cardine dell’Unione europea, ovvero la filosofia che arma i suoi provvedimenti.
Alla cui base c’è il concetto d’una completa privatizzazione dei servizi abbinata all’eliminazione di ogni limite alla grande impresa che si sostituisce allo Stato: quindi l’eradicazione di ogni costo sociale, ma anche di ogni bene nella piena disponibilità (proprietà) dell’uomo di strada.
In quest’ottica la piccola proprietà privata, sia essa casa o laboratorio, fondo agricolo, capannone, ufficio, vengono percepiti come limite al “grande privatizzatore”; quindi un “costo sociale” perché impegnano lo Stato nel rapporto fiscale con una moltitudine di soggetti.
L’efficienza fiscale che sta perseguendo l’Ue è oggi la stessa che caratterizza gli Usa dagli anni della “grande depressione”, ovvero concentrare i beni immobili e le terre nelle mani di pochi soggetti fiscali; in modo che lo Stato possa tagliare i costi della macchina fiscale al punto di privatizzarla completamente, affidandola al sostituto fiscale principe, ovvero la grande banca.
Quest’ultima va così a calcolare le tasse su reddito ed immobili per pochissimi ricchi, e ne versa parte competente allo Stato dopo aver stornato i propri costi di gestione del “conto fiscale”.
In questa visione il pulviscolo immobiliare italiano viene visto alla stessa stregua dei vari costi sociali previdenziali e sanitari, che l’Ue ci chiede di privatizzare ed affidare ai grandi gruppi assicurativi privati, controllati dalle banche private che pattuiscono le tasse dei pochi con lo Stato.
Ecco perché il grande evasore (multinazionali e dintorni) riesce “saldo e stralcio” a condonare tombalmente le proprie posizioni irregolari: deve per esempio dieci milioni e grazie ai propri “sostituti” (banca e studi legali commerciali) si può accordare per meno della metà, lo Stato accetta ed il “grande evasore” è rispettato dal sistema.
Diversamente la moltitudine dei cittadini contribuenti deve al fisco l’intera somma d’un presumibile errore formale e sostanziale, gravata anche di tutte le sanzioni e gli interessi.
Questa visione parte dal presupposto che i privati sono più efficienti dello Stato anche nella gestione fiscale: tale concezione venne presentata nel 1929 nell’opera “I fallimenti dello stato interventista” di Ludwing Von Mises, che invitava a sostituire i servizi pubblici con quelli privati.
LE RIFORME EUROPEISTE
La riduzione delle spese sociali abbinata alla falcidie della piccola proprietà privata sono i due pilastri della cura neoliberista: Friedman suggeriva di attuare programmi volti ad una riduzione delle spese sociali, tagliando i fondi per il sistema sanitario e pensionistico, accompagnando tali riforme con una riduzione delle tasse per i grandi gruppi che andavano ad acquisire le proprietà private dei cittadini.
Friedman da principio venne ascoltato solo in alcuni stati degli Usa, quelli dove insistevano metropoli come New York e Washington, e negli stati dove avveniva la razzia della piccola proprietà contadina espropriata dai grandi gruppi, come del resto ci racconta Steinbeck (l’autore di Furore).
All’epoca l’economia mondiale provata dalla “grande depressione” del 1929 abbracciava le teorie di Keynes, e le manteneva immutate nelle politiche attive e di programmazione degli Stati fino al 1973.
Dal 1929 al 1973 lo Stato occidentale ha promosso politiche di miglioramento delle condizioni sociali, di salvaguardia dei servizi essenziali e della piccola proprietà privata.
Ma il 1973 consente un giro di boa in forza d’una crisi petrolifera che ridà forza alle politiche economiche delle multinazionali occidentali, dei grandi privati. Iniziano ad essere eletti in Usa ed Inghilterra i discepoli del “pensiero neoliberista” della Scuola di Chicago, i consiglieri Margaret Thatcher e Ronald Reagan sono tutti discepoli di Mises e nemici della piccola proprietà privata.
Inizia così lentamente a realizzarsi anche nei paesi europei una politica tesa ad espropriare i tanti in favore dei pochi: la semplificazione dei costi fiscali per le multinazionali oggi sta trasformando anche l’Italia.
Basti solo pensare al fatto che Bill Gates ed Elon Musk hanno potuto comprare in Italia grandi strutture alberghiere con la benevolenza del fisco europeo, dell’Agenzia delle Entrate e del Territorio, e con la clausola che in caso di fallimento dell’Italia i loro beni non verrebbero mai toccati: su tutti gli altri privati in caso di “default” graverebbe l’ipoteca europea paventata in epoca Monti.
Da questa visione discendono quelle che in gergo appelliamo come “procedure cautelari”, che prevedono l’ ipoteca preventiva sugli immobili che hanno beneficiato dei bonus 110% e 90%.
L’ipoteca serve a garantire banche, Agenzia delle Entrate e creditori vari, e rimarrà iscritta fino a che non verrà appurata la congruità della spesa e, soprattutto, se il condominio o il singolo proprietario, ne potevano effettivamente beneficiare.
A sindacare su tutta la procedura, come da sentenza della Cassazione, tocca all’Agenzia delle Entrate, che dovrà appurare che i bonus abbiano raggiunto soggetti con immobili privi di abusi, soprattutto persone fisiche in regola col fisco, non segnalate alle centrali rischi bancarie e che non abbiano riportato condanne penali, soprattutto per evasione fiscale.
In pratica la Cassazione ha ribadito sui vari bonus i principi che si applicano sul “reddito di cittadinanza” che, ovviamente, non viene elargito a pregiudicati o a soggetti che lavorano a nero.
Parimenti, l’Agenzia delle Entrate chiede la restituzione dell’importo del bonus ai proprietari di immobili non meritevoli, come già fa l’Inps per le procedure di restituzione dei soldi a chi ha indebitamente percepito il “reddito di cittadinanza”.
Nei casi più sciagurati già è possibile prevedere il pignoramento dell’immobile, e poi la messa all’asta. Ma cosa succederà quando i sindaci che giocano a fare i più bravi della classe (Gualtieri e Sala) faranno partire gli accertamenti sugli immobili non conformi alle regole europee?
C’è già chi prevede l’ecatombe sanzionatoria, per importi che andranno dai 10mila euro e 50mila, a cui s’andrà comunque ad aggiungersi l’obbligo entro un certa data di “messa a norma nella classe energetica e nelle norme Ue”.
Di fatto è decollato l’esproprio immobiliare europeo, a beneficiarne saranno le multinazionali finanziarie, le stesse che negli Usa posseggono il 90% del patrimonio abitativo delle grandi città (quelle che oggi sondano la situazione immobiliare tramite agenzie di “real estate”).
Obiettivo? Quando decideranno di rinnovare un quartiere o di costruirci un centro commerciale, metteranno per strada tutti i condomini (ormai affittuari) con la forza pubblica: è un vecchio libro poi romanzo americano, ed oggi andrà in scena nell’ex nostra Italia.
LA FEDERAL RESERVE CI BRUCERA’ I SOLDI
Con la scusa “lo dice l’Ue” verrà sottratta casa ai meno dotati economicamente: ovvero coloro non in grado di mettere l’alloggio a “norma green”.
Invece il risparmio degli italiani (circa 4500 miliardi di euro) verrà stroncato con il metodo del prelievo diretto dai conti: le scuse andranno dal pagamento di vecchi costi pandemici agli impegni bellici italiani internazionali.
Il presidente del Consiglio verrà convocato in un conciliabolo, che si svolgerà in seguito al summit tra Banca Mondiale e G20 delle banche: in quella sede verrà chiesto il falò dei risparmi italiani.
Con Monti nel 2012 avevamo sfiorato il gran furto del salvadanaio. Già nel 2008 l’Europa (soprattutto l’Italia) ha pagato il prezzo salato della crisi di liquidità e di solvibilità seguita alla bolla immobiliare costruita nell’economia americana: una recessione che veniva progettata dai signori della finanza per assumere un carattere globale, quei meccanismi finanziari di contagio utili a generare una spirale recessiva grave negli stati collegati al cordone ombelicale dei grandi investitori Usa.
Utile a generare la crisi del debito sovrano dei soli Paesi europei, infatti Cina e India non venivano sfiorati e la Russia denunciava solo qualche scottatura.
Se nel 2008 avessimo avuto la prontezza d’usare i “social network” come sotto la “crisi pandemica” del 2020, parecchi potenti della politica speculativa finanziaria avrebbero temuto tumulti e rivolte.
Invece nel 2008 le notizie non giravano così velocemente, mentre nel 2020 i poteri finanziari hanno per la prima volta temuto le rivolte della gente: ecco che il mainstream si vedeva costretto ad inventare la fandonia che “sotto pandemia sono aumentate le fake news contro i poteri bancari europei”; un modo per dire alle masse “non credere che vi bruceranno i risparmi…tutto andrà bene e i cittadini non pagheranno i danni economici da pandemia”.
Oggi la situazione è chiara e smentisce il mainstream, infatti gli stati risultato indebitati con le multinazionali farmaceutiche.
Oggi, per scongiurare che il cittadino fugga con i propri risparmi (investendo in terreni, oro e magazzini) i poteri finanziari hanno ovattato la notizia del fallimento delle banche americane, scongiurando che i risparmiatori si dimostrino più lesti dell’effetto domino che presto si rivelerà utile ad imporre il falò dei risparmi europei.
Le banche appena fallite negli Usa, ovvero la Silicon Valley Bank, la Signature Bank e la Silvergate Bank, non sono che l’inizio della valanga, che servirà a bruciare le scorte di capitale della classe media: infatti le banche servivano le aree tecnologiche dove si sono sviluppate le aziende piccole e medie d’informatica e robotica per la grande industria.
Ora che i colossi non hanno più bisogno dei servigi dell’indotto, hanno azionato la leva finanziaria per mandare fallito il medio credito californiano con piccoli investitori e risparmiatori: tutta gente con non più di 300mila dollari sul conto, aziende con una ventina di dipendenti e mutui per qualche centinaio di migliaia di dollari per innovare i macchinari.
Oggi il sistema (il deep state) non ha più bisogno degli artigiani della Silicon Valley della California del Nord e nemmeno della “Route 128” nell’area di Boston.
Ovviamente queste crisi si generano in Usa e si estendono nell’Occidente con governi bancariamente ricattabili, e perché il progetto è “generare il problema sistemico”.
Ovvero bruciare i risparmi dei pesci di media grandezza, quelli che in Occidente sono ancorati al “business tradizionale” ed al prestito per l’impresa familiare.
La domanda che in molti si fanno è “quando Biden chiederà alla Meloni di obbedire ai diktat della Fed?”. Lecito credere la gente chiederà coralmente d’uscire da queste trappole quando avrà perso tutto.
Ruggiero Capone, ricercatore economico https://www.lapekoranera.it/ 15/3/2023
Il Green è la scusa per stringere sempre più un cappio intorno al nostro collo, con l’EU come primo complice. Proprio come previsto dalla mefitica Agenda 2030 del progetto criminale globale chiamato Grande Reset. Ma noi viviamo “come se niente fosse”. Allora ci meritiamo tutto questo che succede e succederà.
Il Green è la scusa per…
Vedi e ascolta QUI
7/3/2023
BRUXELLES E DAVOS DECIDONO IL FUTURO DELL’EUROPA
Nona puntata di “POLIS, Primo piano sulla politica” condotto dal giornalista Massimo Cascone, con ospiti l’avvocato Umberto del Noce, esperto di diritto costituzionale e parlamentare, e il professore ordinario di Scienza Politica all’Università di Macerata Luca Lanzalaco.
Vedi e ascolta QUI
18/1/2023
BCE: dei lavoratori non ce ne frega un tasso
Recentemente, la Presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Christine Lagarde,ha affermato l’intenzione di aumentare i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale. L’obiettivo dichiarato di questo rialzo è quello di contenere la corsa dell’inflazione. Nel dettaglio, la misura di politica monetaria prevede l’aumento del tasso di rifinanziamento principale dal 3% al 3.5%.
Mezzo punto potrà sembrare, a molti, una cosa da poco, ma non è così. In primis perché, come vedremo, si tratta di decimali che a fine mese contano, e non poco, per chi si è accollato o si deve accollare un mutuo.
In secondo luogo, perché questo aumento fa seguito ad altri aumenti, avvenuti nei mesi scorsi (si veda il grafico sotto), che hanno portato i tassi ai livelli di oggi partendo da un livello prossimo allo zero….
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Una patrimoniale europea sulla casa
Un’ecologia per ricchi
Una folle rottamazione europea
Scegliamo di farci curare solo da medici no-vax: anche questo è una scelta di Resistenza!
Da La Verità, 22/11/2022
ANNO IV DELLA DITTATURA SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
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