GLR-NOTIZIE 118 9/6/2023
ANNO IV DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
Vedi “Notizie” precedenti QUI
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Certe volte è stancante dover ripetere a chi non vuol capire che siamo sotto un regime fascista dal 9 marzo del 2020 ( leggi QUI).
Una forma nuova dell’eterno fascismo ( come scrivevano Carlo Levi e Umberto Eco) con le sue eterne pretese totalitarie, con il suo eterno conculcare diritti e libertà, con il suo eterno censurare e reprimere ogni opinione diversa, con la sua eterna violenza subdola o manifesta, con la sua eterna propaganda soffocante, con il suo eterno devastante culto del capo.
Ciò che stiamo, purtroppo, vivendo è solo (!) la nuova forma di questo orrendo eterno fascismo (leggi QUI). La forma del progetto criminale globale chiamato Grande Reset con le sue dittature sanitarie, ecologiche-green e digitali gestite dal nuovo “capo”: l’aristocrazia finanziario-usuraia con i suoi manutengoli-gerarchetti locali (italiani ed europei) come politici, pseudo-governanti, pseudo-scienziati e pseudo-giudici (leggi QUI).
E quando una giudice ha invece il coraggio di opporsi a questo fascismo si scaricano su di lei gli strali della repressione, come in ogni “buon” fascismo, appunto.
Oggi, 9 giugno, è la Memoria dei Fratelli CARLO E NELLO ROSSELLI ( leggi QUI); domani, 10 giugno, è la Memoria di GIACOMO MATTEOTTI ( leggi QUI). Tre straordinari campioni del vero antifascismo che pagarono con la vita la loro opposizione al fascismo eterno nella forma, allora, mussoliniana.
Ci siano di esempio e forza per la nuova forma di antifascismo che, come uomini e donne liberi e pensanti, siamo chiamati a vivere oggi.
Sulla giudice Zanda rileggete gli articoli QUI e QUI e scaricate la sua importante ordinanza QUI. (GLR)
AVEVA FATTO REINTEGRARE UNA PSICOLOGA NON VACCINATA: GIUDICE NELLA BUFERA
La Dott.ssa Susanna Zanda sotto tiro di magistratura e politica. Numerose le manifestazioni di solidarietà a favore della donna mentre un gruppo di avvocati, medici e professionisti scrive al Ministro Nordio e al Presidente del Consiglio Meloni: “Nell’ultimo triennio, plurime e gravissime violazioni dello Stato di Diritto. Si punisce la Zanda e si premia una magistratura miope e distratta”.
Dovrà affrontare un procedimento disciplinare la dottoressa Susanna Zanda, giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze, definita da certa stampa “giudice no vax” per aver criticato l’obbligo vaccinale e disposto il reintegro di una psicologa sospesa.
Secondo il Procuratore Generale della Cassazione dottor Luigi Salvato (nominato lo scorso 23 giugno durante un plenum straordinario del CSM presieduto dal Presidente della Repubblica Mattarella), che ha firmato il provvedimento notificato lo scorso 31 maggio, la giudice si sarebbe pronunciata a favore della psicologa sulla base di sue personali convinzioni e valutazioni, inoltre avrebbe messo a rischio i colleghi e il personale amministrativo presentandosi un giorno al lavoro, il 13 dicembre 2021, “priva di valida certificazione verde”.
“Quel giorno aveva fatto tardi in farmacia per accudire la madre anziana, poi deceduta. Si è trovata di fronte al dilemma se saltare l’udienza programmata e interrompere un servizio pubblico o se invece rinunciare al tampone”, ha specificato a tal proposito alla Bussola Quotidiana l’Avvocato Lina Manuali che non è nel pool difensivo, ma amica della dottoressa Zanda, aggiungendo: “Terminato il servizio, alle 18, il giudice era di nuovo tornata in farmacia per effettuare il tampone, poi risultato negativo a giustificare l’assoluta inoffensività della sua situazione.”
Il documento di avvio dell’azione disciplinare a carico della dottoressa Zanda è stato protocollato il 17 maggio.
COINCIDENZA TEMPORALE, lo stesso giorno è arrivata anche la risposta scritta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio a un quesito di Ivan Scalfarotto, Senatore di Italia Viva, che qualche settimana prima gli aveva chiesto se ritenesse i comportamenti della giudice “conformi alla normativa vigente” e quali iniziative di propria competenza intendesse intraprendere “a tutela dell’onorabilità e della reputazione della magistratura”.
Il Guardasigilli ha ritenuto che nella condotta tenuta dalla dottoressa Susanna Zanda “risultano individuabili comportamenti astrattamente suscettibili di rilievo disciplinare, meritevoli di approfondimento”. E infatti, con grande tempestività, poche ore dopo è partita l’azione disciplinare da parte del Procuratore Generale che, in concorrenza col Ministro della Giustizia, è titolare della stessa nei confronti dei magistrati togati.
UN’ULTERIORE, NON IGNORABILE COINCIDENZA, è rappresentata dal fatto che l’interrogazione parlamentare è stata un’iniziativa del Senatore Scalfarotto dello stesso partito di Matteo Renzi che è stato condannato proprio dalla giudice Zanda a pagare le spese a Marco Travaglio che era stato querelato per diffamazione dal leader di Italia Viva.
Lasciando perdere le coincidenze e tornando al documento che notifica l’azione disciplinare alla Dott.ssa Zanda, in sostanza la Procura Generale ribadisce che i vaccini anti-covid sono sicuri ed efficaci e che non sono sperimentali, ma soprattutto si rimprovera alla giudice di aver disatteso “le indicazioni provenienti da organi e istituzioni nazionali e internazionali preposti alla tutela della Salute (Ministero della Salute, AIFA e CTS)” e di essersi pronunciata sul caso della psicologa sospesa senza avere svolto adeguati accertamenti medico scientifici, solo sulla base di personali convincimenti.
Al contrario diversi professionisti sia del mondo giuridico che sanitario ritengono “assai pregevoli e rispettosi della giurisprudenza unionale gli argomenti in virtù dei quali la dott.ssa Zanda ha disapplicato, con l’ordinanza del 27.3.2023, l’art.4 del d.l. 44/2021”.
Alla notizia dell’apertura del procedimento disciplinare a carico della giudice non sono mancate le reazioni di indignazione.
OSA, Operatori Sicurezza, Associati, ha rilanciato le dichiarazioni del dottor Francesco Maria Fioretti, già presidente di sezione della Corte di Cassazione; ALI, Associazione Avvocati Liberi, ha pubblicato quelle del Prof. Avvocato Augusto Sinagra e solidarietà alla dott.ssa Susanna Zanda è stata espressa dal Coordinamento 15 Ottobre insieme a diverse altre Associazioni che hanno lanciato l’iniziativa ‘Un fiore per Susanna’.
QUI di seguito pubblichiamo la lettera inviata da un gruppo di avvocati, medici e professionisti al Ministro Nordio, al Presidente del Consiglio Meloni e, per conoscenza, alla stessa giudice Zanda.
QUI il PDF delle lettera di solidarietà alla Dott.ssa Susanna Zanda
Valentina Bennato, ComeDonChisciotte.Org 8/6/2023
Giornalista professionista specializzata in tematiche di salute e ambiente. Naturopata membro FNNP (Federazione Nazionale Naturopati Professionisti).
NASCE IL COMITATO “ASSEMBLEA COSTITUENTE DEI CITTADINI”
Proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare del neocostituito Comitato “Assemblea Costituente dei Cittadini”, presentata presso l’Ufficio I della Corte di Cassazione.
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE DI INIZIATIVA POPOLARE
«Modifiche agli articoli 32, 75 e 135 della Costituzione e alla legge costituzionale 25 maggio 1970, n. 352» (G.U., serie generale, n.111 del 13/05/2023)
Con il progetto di legge si propongono le seguenti modificazioni:
1. Art. 32 Costituzione – le modifiche apportate sono finalizzate ad evitare nuove future strumentalizzazioni del concetto di salute, a ridare vita alle intenzioni originarie dei Padri Costituenti, rendendo effettivi i principi dell’inviolabilità del corpo e del rispetto della dignità dell’essere umano. Il nuovo testo assicura il rispetto della salute dell’individuo, in senso materiale e spirituale, e con esso della civiltà e della democrazia.
2. Art.75 Costituzione – Il nuovo testo dell’art. 75 Cost. intende rendere realmente accessibile ai cittadini lo strumento referendario. Sono stati eliminati tutti gli ostacoli che impediscono, nei fatti, ai cittadini di potersi esprimere ed effettuare un vaglio critico sull’operato dei propri rappresentanti politici, anche su tematiche inerenti ai rapporti internazionali, un vaglio che la Costituzione dovrebbe non solo garantire ma anche rendere effettivo. Le firme necessarie per presentare la proposta referendaria sono ridotte da 500mila a 50mila; è stato tolto il quorum costitutivo ai fini della validità del voto, in modo da responsabilizzare i cittadini ed indurli a recarsi alle urne per fare la propria scelta; è stato eliminato il divieto di referendum per le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali; sono state snellite le attività di controllo delle firme raccolte e di certificazione; sono stati ridotti i tempi occorrenti per arrivare al voto in caso di raggiungimento delle firme necessarie per la presentazione della proposta referendaria.
3. Art.135 Costituzione – Con questa modifica si conferisce ai cittadini il potere di nomina – tramite elezione a suffragio universale diretto – dei giudici della Corte Costituzionale. Lo scopo è garantire una maggiore indipendenza dalla politica dell’organo deputato alla tutela della Carta Costituzionale. I soggetti candidabili alla carica di giudici della Consulta saranno sempre magistrati della giurisdizione superiore ordinaria, docenti universitari in materie giuridiche e avvocati con 20 anni di esercizio, tutti iscritti in apposito elenco. Il mandato sarà più breve, ma rinnovabile, sempre per elezione. Anche l’elenco dei cittadini chiamati ad intervenire nei giudizi contro il Presidente della Repubblica sarà formato sulla base di un’elezione diretta, contestuale a quella dei giudici della Corte.
L’Assemblea Costituente dei Cittadini si propone, quindi, di valorizzare e rendere effettivi i principi della sovranità popolare (art.1 Cost.) e della centralità dell’essere umano, che costituiscono i capisaldi della nostra Costituzione e rappresentano le fondamenta di una vera democrazia.
Per poter visionare le modifiche proposte dal Comitato nel dettaglio: https://assembleacostituentecittadini.it/specchietto-di-raffronto-vecchio-nuovo-testo/
https://comedonchisciotte.org, 9/6/2023
Rischi del procedimento contro il giudice Zanda
Da La Verità del 9/6/2023
Prima di leggere gli articoli che seguono leggete QUI.
Cosa si nasconde dietro il progetto (autoritario) della nuova ZTL a Roma
Come ampiamente previsto, è arrivato il tentativo della Giunta comunale di Roma di modificare il progetto della nuova ZTL facendo qualche piccolo ritocco ai confini e promettendo dilazioni o esenzioni.
Accettare questa logica è l’errore più grande che si possa fare in una fase di rabbia montante e di accumulazione vertiginosa di forze, si tratta di chiari tentativi di dividere o indebolire il fronte di una protesta che sta diventando di massa.
Il progetto di nuova ZTL non può essere riformato, deve essere ritirato.
Ormai è evidente che non si tratta di una misura a salvaguardia dell’ambiente, ma di un tassello nella costruzione di un nuovo modello di società ammantato di ambientalismo ma che è solo autoritarismo. Una società in cui gli spostamenti verranno limitati sempre più e con essi le possibilità di aggregazione e socializzazione.
In quest’ottica va inquadrato il progetto di “città in 15 minuti” portato avanti dal Comune di Roma, che non è un miglioramento del sistema di mobilità, bensì un progetto di digitalizzazione di alcuni servizi di cui fruire in remoto senza recarsi negli uffici pubblici.
I servizi della amministrazioni locali saranno erogati on-line da dipendenti pubblici (ammesso e non concesso che possano ancora definirsi tali e non siano invece di ditte appaltanti) che lavoreranno in smart working abbattendo i costi.
In virtù della riduzione degli spostamenti fisici, a quel punto potrà anche essere effettuato un taglio al trasporto pubblico, di cui nel frattempo ci sarà un significativo rincaro delle tariffe che già quest’estate (non è ancora stata formalizzata la data) potrebbe passare dagli attuali 1,5€ per biglietto a 2€, mentre l’abbonamento annuale aumenterebbe di 100€ l’anno.
In definitiva, da un lato ci saranno trasporti pubblici più cari e meno frequenti, dall’altro ci saranno limitazioni all’uso dei veicoli privati, il risultato sarà che la gente avrà enormi difficoltà a muoversi e si creeranno come dei moderni ghetti nei vari quartieri popolari.
Sulle limitazioni alla mobilità, si deve sottolineare un’ulteriore aspetto che non è stato messo in discussione nella proposta di riforma del progetto di ZTL: la tracciatura degli spostamenti dei veicoli.
Nella proposta è prevista l’introduzione di una cosiddetta “scatola nera” che in realtà non ha nulla a che spartire con il sistema di sicurezza degli aeroplani. Quella che spacciano per “scatola nera” è solo il tracciamento satellitare degli spostamenti di tutti i veicoli, questo sistema di controllo servirà a monitorare non gli accessi nella ZTL (che sono gestiti da varchi elettronici fissi), ma gli spostamenti dei veicoli, in quanto alle persone residenti dentro la ZTL sarà consentito di fare un tetto massimo di chilometri con la propria auto. Per sforare quel tetto bisognerà pagare, cioè si dovrà pagare per il proprio diritto alla mobilità.
Discorso analogo ci sarà per quei romani residenti fuori della ZTL, per entrarvi avranno ogni anno 60 bonus di accesso gratuito (che in termini di giornate lavorative sono tre mesi) e per ulteriori ingressi si dovrà pagare.
Si va verso una società del controllo e censocratica. Questo è il problema di fondo contro cui si deve lottare e di cui la ZTL è solo una manifestazione concreta.
https://www.lantidiplomatico.it/ 8/6/2023
FASCIA VERDE A ROMA, IL CAMPIDOGLIO RITOCCA LA DELIBERA MA I CITTADINI NON CI STANNO. “NON FACCIAMOCI DIVIDERE”
Sulla nuova ZTL il Campidoglio non sembra disposto a mollare: “La fascia verde va protetta”, ha detto recentemente l’assessore comunale alla Mobilità, Eugenio Patanè, nonostante i malumori dei cittadini romani e la raccolta firme che ha superato le 100mila adesioni.
La strategia del sindaco Gualtieri però sembra dirigersi verso il classico “divide et impera”, concedendo qualche piccola deroga: le auto diesel Euro 4 e le benzina Euro 3 non subiranno lo stop, così come le auto gpl o bifuel; per le auto più inquinanti invece si prevede un carnet di ingressi o un sistema “move – in”, tramite cioè l’installazione di una scatola nera sul veicolo per rilevare i reali chilometri percorsi. Insomma, una sorta di green pass per veicoli.
Questo è quanto contenuto nella nuova delibera, che ora dovrà passare al vaglio della Regione Lazio e dei tecnici di Arpa per dimostrare di essere in linea con la prima bozza per quanto riguarda le emissioni di polveri sottili.
Le reazioni
Una concessione che però non piace ai cittadini, che attraverso i vari comitati nati spontaneamente invitano a non lasciarsi abbindolare dalle strategie messe in campo dall’amministrazione comunale per placare gli animi e chiamano di nuovo i cittadini all’adunata, domani 8 giugno presso piazza del Campidoglio, a partire dalle ore 16.
Una volta montate le telecamere, infatti, c’è ben poco che possa impedire alle amministrazioni comunali di ampliare il parco mezzi a cui è interdetto l’ingresso in città.
Una città, lo ricordiamo, in cui la rete dei mezzi pubblici è assolutamente inadatta a garantire il servizio a migliaia di cittadini che, da un momento all’altro, potrebbero ritrovarsi a piedi.
L’obiettivo in realtà è sotto gli occhi di tutti, anche sul sito istituzionale del Campidoglio: la creazione delle cosiddette città in 15 minuti, all’apparenza più sostenibili, vivibili e a misura d’uomo, ma che non sono altro che recinti da cui può uscire solo chi ha abbastanza mezzi economici per farlo.
Byoblu, 7/6/2023
LA POLIZIA SI AFFIDA A GIOVE PER SPIARE I CITTADINI IN PIAZZA
La polizia italiana è in sperimentazione avanzata con “Giove”, equivalente del software statunitense di polizia predittiva.
La prima sperimentazione sulla cittadinanza è coincisa con la parentesi della pandemia: durante il lockdown del 2020 il software KeyCrime americano è stato miglioranto dagli italiani per controllare istantaneamente il movimento di sessanta milioni di cittadini.
Ovviamente si tratta d’un controllo massivo che, nei casi a rischio crimine, si trasforma in spionaggio davvero invasivo, capace di monitorare anche gli aspetti più intimi e reconditi.
Proprio questi ultimi aspetti stanno facendo tentennare il Garante della privacy, che non avrebbe ancora dato il via libera al “Minority Report” italiano.
Il ministro dell’Interno vorrebbe dotare con “Giove” tutte le questure italiane. Il software, oltre ad indicare dove e quando si verificheranno i reati, è in grado di monitorare tutti gli scambi telefonici, attuando un programma di prevenzione di omicidi e rapine anche carpendo l’umore e lo stato d’animo dei cittadini.
Spiando pensieri e confessioni, promette d’estinguere sia i reati di maggior impatto sociale che l’indole criminale delle fasce più a rischio della popolazione.
Di fatto il programma crea corrispondenze con la realtà anche in base a pregiudizi, come che una persona disperata possa rubare o uccidere: infatti nella banca dati sarebbero già state testate le vite di lavorativamente inattivi, disoccupati, artigiani con pregressi giudiziari, esercenti di attività in periferie con forte presenza d’organizzazioni criminali.
Il “Sole 24 ore” spiega che Giove è “un sistema di elaborazione e analisi automatizzata per l’ausilio delle attività di polizia”: è un software basato su un algoritmo che alimenta l’intelligenza artificiale, quest’ultima fa uso delle banche dati delle forze dell’ordine, dell’Agenzia delle Entrate, della Camera di Commercio, del Catasto (Agenzia del Territorio), del Pra (pubblico registro automobilistico) e degli istituti di credito (GIANOS, acronimo di Generatore Indici di Anomalia per Operazioni Sospette).
Il sistema Giove si sviluppa nel “Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno” nel 2020: le prime sperimentazioni sono state portate avanti dalla Questura di Milano nel 2008 (il software KeyCrime, anche detto Minority Report italiano, è stato ideato dall’ex assistente capo Mario Venturi).
Nei fatti sarebbe utile se si limitasse a mettere in correlazione i diversi crimini, determinando se sono stati compiuti dallo stesso soggetto.
Ma un simile sistema rischia di monitorare la vita di tutti, e questo potrebbe comportare il non rispetto della privacy, attentando alle libertà personali.
Il “Dipartimento di pubblica sicurezza” dice che certe banche dati vengono usate solo per addestrare l’algoritmo, ma che nei fatti conteranno solo quelle che censiscono soggetti dediti a rapine, spaccio e probabili violenze.
E’ certo che Giove dialogherà con il sistema di riconoscimento facciale Sari, e questo scambio di dati sembra possa servire ad arresti preventivi ed opere di dissuasione verso soggetti a rischio criminale ed eversivo.
Attualmente pare che Giove e Sari dialoghino soprattutto su dimostranti in protesta e tifoserie: in parole povere stanno indagando su tutti i cittadini che scendono in piazza per protestare contro guerra, ZTL, acquartieramenti, divieti e sbandieramenti allo stadio.
https://www.lapekoranera.it/ 8/6/2023
Non smettiamo di fare domande sulla pandemia
Da La Verità del 9/6/2023
DALLA RETE
Cosa c’è dietro la bufala del “green ” auto elettriche
Vedi e ascolta QUI
Il Top professor testimonia: Covid “rilasciato intenzionalmente” per spingere i vaccini al pubblico
Leggi QUI
ANNO IV DELLA DITTATURA SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
IMPORTANTE!! PETIZIONI DA FIRMARE QUI
Vedere con attenzione il docufilm “Invisibili” sui DANNI DELLO PSEUDO-VACCINO: QUI
Per altre testimonianze di danni dello pseudo-vaccino LEGGERE QUI
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