GLR – CONSIDERAZIONI (55)
ANNO IV DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate QUI
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Dall’orrore del genocidio di Gaza ( rileggi e vedi QUI con grande attenzione).
Dall’orrore di Gaza all’orrore del progetto criminale globale chiamato Grande Reset per “normalizzare” secondo i desiderata della folle aristocrazia finanziario-usuraia la nostra esistenza ( leggi QUI).
Dall’orrore di Gaza agli orrori del liberismo selvaggio che innerva la modernità con il suo consumismo feroce e cinico.
Dall’orrore di Gaza agli orrendi mostri che abitano la politica, le istituzioni, i governi, le aziende multinazionali.
Dall’orrore di Gaza all’orrore di una vita digitalizzata asservita all’I.A., iper-controllata e sorvegliata.
Dall’orrore di Gaza all’orrore di un corpo che ormai serve per esperimenti pseudo-sanitari.
Dall’orrore di Gaza all’orrore della mediocrità dell’uomo/donna medio con il suo servilismo, la sua crassa ignoranza, la sua indifferenza, la sua malvagità velata di perbenismo.
Dall’orrore di Gaza per capire che ormai ci siamo abituati all’orrore… (GLR)
“Tanto più grande è un uomo, tanto più si espone a essere ferito da tutti: la tranquillità è solo per i mediocri, la cui testa sparisce nella folla.”
“Ci sono per il povero a questo mondo due grandi modi di crepare, sia con l’indifferenza generale dei suoi simili in tempo di pace, sia con la passione omicida dei medesimi quando vien la guerra.”
“La gran fatica dell’esistenza non è forse insomma nient’altro che questo gran darsi da fare per restare ragionevoli venti, quarant’anni, o più, per non essere semplicemente, profondamente se stessi, cioè immondi, atroci, assurdi.”
Louis Ferdinand Céline, scrittore e medico francese (1894-1961)
da “Viaggio al termine della notte” ( 1932)
Vedi QUI
“L’ORRORE! L’ORRORE!” QUESTA VOLTA IN PALESTINA
La giungla è qui e si insinua dentro di noi.
“Mistah Kurtz – è morto”.
Joseph Conrad, Cuore di tenebra
Joseph Conrad ( scrittore e navigatore polacco naturalizzato britannico, 1857-1924) una volta aveva detto che prima di andare in Congo era un semplice animale.
Era stato in una di quelle terre parzialmente mappate dalla crudeltà e dall’ipocrisia dell’etica imperiale che Conrad aveva scoperto: il colonialismo europeo nella sua incarnazione più terribile, debitamente rappresentata in Cuore di Tenebra (1899), una delle grandi epopee di sensibilizzazione della storia della letteratura.
Era stato in Congo che Conrad, di etnia polacca, nato in quella che ancora oggi è conosciuta come “Ucraina”, allora controllata dalla Polonia, e che aveva iniziato a scrivere in inglese solo a 23 anni, aveva perso per sempre ogni illusione sulla missione civilizzatrice della sua razza.
Altri eminenti europei del suo tempo avevano direttamente sperimentato lo stesso orrore: prendendo parte a massacri e conquiste, aiutando la metropoli a saccheggiare e depredare l’Africa, usando il continente come sfondo per le loro avventure giovanili e per i loro riti di passaggio, o mettendo alla prova il loro coraggio unicamente “salvando” le anime dei nativi.
Avevano attraversato il cuore selvaggio del mondo e si erano fatti una fortuna, una reputazione o avevano scontato la loro penitenza solo per tornare alla dolce consolazione dell’incoscienza – quando non erano stati rispediti in una bara, naturalmente.
Per dominare i vari popoli “primitivi”, i Britannici avevano sostituito il ferro e la spada con il commercio. Come ogni fede monoteista, credevano che ci fosse un solo modo di essere, un solo modo di bere il tè, un solo modo di giocare – qualsiasi gioco. Tutto il resto era incivile, selvaggio, bruto e, al massimo, poteva fornire materie prime e acuti mal di testa.
La giungla dentro di noi
Per la sensibilità europea, il mondo subequatoriale, in realtà l’intero Sud globale, era il luogo in cui l’uomo bianco si recava per il suo trionfo personale o per la sua dissoluzione, diventando in qualche modo “uguale” ai nativi.
La letteratura, dall’epoca vittoriana in poi, è piena di eroi che viaggiano verso latitudini “esotiche” dove le passioni – come i frutti tropicali – sono più grandi che in Europa e le forme perverse di conoscenza di sé possono essere sperimentate fino all’oblio.
Lo stesso Conrad aveva collocato i suoi tormentati eroi in luoghi “oscuri” della Terra, dove avrebbero espiato i loro peccati e i peccati del mondo, lontano dalla “civiltà” e dalle sue punizioni convenzionali.
E questo ci porta al Kurtz di Cuore di Tenebra ( opera principale di Conrad, 1899): è un personaggio a sé stante, perché, dovendo affrontare la piena rivelazione della malignità della sua missione e della sua specie, arriva ad un estremo di autoconoscenza praticamente inedito nella letteratura europea.
In Congo, Conrad aveva perso l’innocenza. Il suo protagonista aveva perso la ragione.
Il Kurtz emigrato nel cinema, in Apocalypse Now ( film liberamente ispirato a Cuore di tenebra, 1979) di Coppola (Francis Ford Coppola, regista statunitense, 1939), dove la Cambogia aveva sostituito il Congo come Cuore di Tenebra, stava denigrando l’immagine dell’Impero. Così, per ucciderlo, il Pentagono aveva inviato un guerriero-intellettuale, il capitano Willard.
Coppola raffigura lo spettatore passivo Willard come ancora più folle di Kurtz: ed è così che il regista smaschera in modo psichedelico l’intera farsa del colonialismo civilizzatore.
Oggi non abbiamo bisogno di prendere una nave o di unirci ad una carovana alla ricerca della sorgente di un fiume nebbioso per vivere l’avventura neo-imperiale. Basta accendere lo smartphone per seguire un genocidio, in diretta, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche in HD.
Il nostro incontro con l’orrore… l’orrore – immortalato nelle parole di Kurtz in Cuore di Tenebra – può essere vissuto mentre ci si rade al mattino, si fa pilates o si cena con gli amici.
E, proprio come Coppola in Apocalypse Now (1979), siamo liberi di esprimere un umanistico stupore morale di fronte ad una “guerra”, in realtà un massacro, già persa – impossibile da sostenere eticamente.
Oggi siamo tutti personaggi conradiani, che intravedono solo frammenti, ombre, mescolate allo stupore di vivere in un’epoca macabramente memorabile. Non c’è possibilità di cogliere la totalità dei fatti – soprattutto quando i “fatti” sono fabbricati e riprodotti o rafforzati artificialmente.
Siamo come fantasmi, questa volta non di fronte alla grandiosità della natura o nel mezzo di una giungla fitta da cui non si ritorna; siamo fantasmi inseriti in un’urbanità devastata come in un videogioco, coautori di una sofferenza continua. Il Cuore di Tenebra viene costruito dall’”unica democrazia” dell’Asia occidentale, in nome dei “nostri valori”.
Ci sono così tanti orrori invisibili che avvengono nella nebbia, nel cuore di una giungla ora replicata come una gabbia urbana.
Guardando impotenti l’uccisione selvaggia di donne e bambini, il bombardamento a tappeto di ospedali, scuole e moschee, è come se fossimo tutti passeggeri di una nave ubriaca che precipita in un vortice, mentre ammiriamo la potente maestosità dell’intero scenario.
E stiamo già morendo ancor prima di intravedere la morte. Siamo gli epigoni degli uomini vuoti di T.S. Eliot ( poeta e saggista statunitense, 1888-1965). Le grida ossessionanti della giungla non provengono più da un emisfero “esotico”.
La giungla è qui e si insinua dentro di noi.
Pepe Escobar, strategic-culture.su 28/11/2023
Fonte: https://strategic-culture.su/news/2023/11/28/the-horror-the-horror-revisited-in-palestine/
Pepe Escobar è un analista geopolitico e autore indipendente. Il suo ultimo libro è Raging Twenties. È stato politicamente cancellato da Facebook e Twitter.
Cuore di tenebra
L’orrore, l’orrore! Sono le ultime parole pronunciate da Kurtz morente nel romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad.
La figura di Kurtz aleggia nell’ intero racconto: è uno spietato cercatore di avorio in Africa diventato leggendario; il romanzo è la storia della sua ricerca tra le anse del fiume Congo.
Sfibrato dalla febbre e dalle malattie tropicali, Kurtz muore mentre Marlow, – l’ “io narrante” – cerca di riportarlo in Europa. L’orrore cui allude è verso la volontà di ricchezza, dominio e depredazione di cui è stato strumento.
Forse è il giudizio finale su se stesso, che ha sprecato la vita e abbandonato una fidanzata devotissima per diventare, alla fine, un servitore dei suoi mandanti che si arricchivano nella comodità dei loro uffici alle spalle di popoli lontani, sfruttando l’avidità di uomini come lui.
Mai come negli ultimi anni abbiamo riconosciuto nella nostra civiltà un cuore di tenebra; mai come oggi vediamo in Kurtz la metafora di una fine ingloriosa, carica di una violenza nuova e antica.
Il personaggio letterario spira riconoscendo l’orrore dell’estenuata civilizzazione di cui anche noi siamo figli estremi. Kurtz è il simbolo di una volontà di potenza che scopre la sua vanità.
Milioni di altri vivono un tramonto celato da luci artificiali, tra consumi volgari e “diritti” situati sotto la cintura , convinti che il mondo in cui vivono senza esistere sia l’unico possibile.
Come ragionare diversamente dinanzi al massacro di Gaza, ai bambini morti nei bombardamenti e nelle incubatrici per assenza di elettricità, alle sconce giustificazioni dei protagonisti, al servile plauso degli agenti e dei funzionari del sistema, nel giornalismo, nella politica, nella cultura?
Contemporaneamente, in Europa l’Occidente combatte sino all’ultimo ucraino una guerra di cui ignoriamo in parte la crudeltà, i massacri, le stragi “tecnologiche”.
Orrore, sì orrore, soprattutto perché l’indifferenza narcotica ci rende spettatori felici di osservare a distanza, o tifosi di una parte, privi di empatia per chi muore o soffre.
Sembra che l’orrore sia la reazione di pochi, la minoranza ribelle o semplicemente sveglia.
La maggioranza è trasformata in gregge domestico, docile, perfino felice di essere accompagnato al mattatoio dal padrone, attorniato da pastori e cani che abbaiano.
Importante che anche oggi vi sia pastura dentro la greppia. In Italia, reduci dall’indecente psyop ( operazione psicologica) montata attorno al cadavere di una povera ragazza, si inveisce contro l’inesistente patriarcato e si organizzano manifestazioni contro la “violenza di genere”, più grave di ogni altra.
Poi accade che alcuni gentiluomini e gentildonne – l’azione è stata rivendicata dal collettivo femminista Non una di meno – assaltino la sede di un’associazione pro vita e vi gettino una bomba, inesplosa per caso.
Capita anche che il sistema mediatico- solerte nell’indignazione a comando – taccia imbarazzato (i destinatari dell’assalto non sono politicamente corretti) e che il comune di Roma ripulisca a tempo di record le frasi violente, gli slogan incendiari e le minacce sui muri della sede. Cattiva coscienza del cuore di tenebra.
Gli italiani pagheranno carissima l’energia in nome del libero mercato (lo chiede l’Europa, servitrice, come Kurtz, dei potenti che lucrano) ma continuiamo a finanziare la guerra e a praticare ridicole sanzioni contro i nostri interessi, energetici e non solo.
Silenzio di tomba: il popolo dorme. Intanto in alcune città (Trento, Genova) nuove più invasive telecamere aumentano la sorveglianza sulle nostre vite. Curioso che non impediscano a bande multietniche di spadroneggiare.
La libertà fa la fine della verità, negata, prostituita. L’ orrore, se la gente se ne accorgesse.
Invece cala il silenzio: la censura legale è in arrivo dall’Europa. Il regolamento chiamato digital service act è legge: tutto ciò che scriviamo e diciamo è in balia di censori, che, va da sé, agiscono per il nostro “migliore interesse”.
Del resto, morire era il migliore interesse di Indy, la piccolina inglese. E lo scrivono negli atti ufficiali. Orrore di Kurtz non pentiti. La vita umana non è più sacra e neppure un bene da tutelare, come dimostrano l’eutanasia – omicidio dei fragili e dei deboli – e l’aborto diritto universale.
Sempre nel silenzio ufficiale, presto saremo ostaggi legali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che – per il nostro bene – avrà poteri diretti sugli Stati . Potrà imporre terapie, vaccinazioni e quant’altro.
Sappiamo – noi pochi (non tanto) felici – che l’ OMS, organo dell’ ossimoro detto Nazioni Unite, è dominata da alcuni governi occidentali e da miliardari “filantropi” tipo Bill Gates. Chino sulla nostra salute, ci obbliga a mangiare vermi e prodotti artificiali fabbricati da lui stesso, in società con gli altri membri della razza padrona.
L’orrore, oh l’orrore, se lo riconoscessimo.
Invece c’è la fila per farsi impiantare apparati artificiali nel cervello da Neuralink di Elon Musk. Non è strano: stanno omologando popoli e generazioni, specie le più giovani, rendendole schiave dell’artificiale, ignoranti e sciatte.
Talvolta fa orrore osservarle nella vita quotidiana. Selvaggi con smartphone , curvi con le dita impazzite sulla tastiera, involgariti , uno sciame che si sposta in massa nella direzione voluta dal potere per mezzo di influencer, pessima musica, consumi obbligati, riti insensati a cui non riescono a sottrarsi per timore di non essere “ come gli altri”, esclusi, bullizzati, messi alla gogna sulle reti sociali.
Viaggiavamo in treno all’ora di ingresso a scuola degli studenti. Malvestiti, con jeans sdruciti (gli strappi sono d’ ordinanza e hanno un prezzo) felpe con disegni incomprensibili, cappucci calati da abitanti dei ghetti americani , linguaggio elementare e scurrile, piedi sui sedili.
Tutti ostentavano fastidio al controllo dei biglietti; una ragazza ripassava la lezione di storia. Imbarazzanti gli strafalcioni, peggiore il commento dell’amica: perché dobbiamo studiare queste c…te ? Di rimando, un ragazzo con scarponi chiodati e capelli tinti dice la sua, mostrando un libro: queste formule della fisica sono inutili da imparare a memoria: è tutto su Internet.
La quantità di parolacce è impressionante, senza distinzione di sesso. Maleducati male educati.
Proviamo orrore per loro, che non conoscono il pensiero critico e resteranno gregge al fischio del pastore.
Ci vergogniamo per aver fatto poco per i nostri figli, eccetto fornire beni materiali e oggetti “firmati”. Il loro destino è essere meno intelligenti dei padri – l’effetto Flynn al contrario – per la prevalenza degli apparati artificiali e il declino del pensiero a favore del sapere strumentale.
Inoltre avranno minore benessere rispetto alle generazioni precedenti. Il cuore di tenebra fornisce – a pagamento – l’alternativa: vita precaria, consumo, più dipendenze, i farmaci per alleviarle. I giovani hanno a loro volta un orrore, quello di formare una famiglia e avere figli. Il corto circuito esistenziale è tanto evidente da non essere più notato.
Destano orrore episodi come l’ assalto agli abitanti di un piccolo paese in festa da parte di una banda armata di giovani cittadini francesi (“cittadini”, l’invenzione dello loro rivoluzione…) di origine africana di seconda, terza, quarta generazione. Un ragazzo locale sgozzato, feriti e accoltellati: caccia al bianco. La chiamano inclusione, tolleranza, società multiculturale. Peraltro, la superba République – e l’occidente intero – a milioni di nuovi abitanti offre ghetti invivibili, nessun valore diverso dalla forma merce e dalla lotta per procurarsi oggetti “firmati”.
Marchi, griffe, brand: bandiere privatizzate di un orrore senza volto, il ben-avere al posto del benessere, il possesso anziché la conoscenza, che è inutile e deve esclusivamente “servire”.
La trappola scatta sempre e non possiamo condannare gli effetti senza attaccare le cause e i colpevoli, quelli che producono l’orrore percepito da una minoranza, ma avvertito oscuramente da moltissimi.
Questa non è una società felice: non ci sarebbero dipendenze, la coda dagli psicoterapeuti, non ci consoleremmo con rimedi peggiori del male, né ci rifugeremmo nei paradisi artificiali, specchio di inferni reali.
Sono arrivati i barbari e li applaudiamo. In fondo, è la lezione negativa della lirica di Konstantinos Kavafis (poeta greco, 1863-1933). “Oggi arrivano i barbari. Perché mai tanta inerzia nel Senato? E perché i senatori siedono e non fan leggi?”
Il poeta sa come pensa il potere : “L’imperatore aspetta di ricevere /il loro capo. E anzi ha già disposto /l’offerta d’una pergamena. E là/gli ha scritto molti titoli ed epiteti.” Tuttavia, alla fine i barbari non arrivano , o forse non sono stati riconosciuti – “ E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi? Era una soluzione, quella gente.”
Facile ottimismo, giacché barbari siamo noi, stranieri a noi stessi, ed è l’orrore più grande.
Non possiamo però farci travolgere. Tra le rovine, dobbiamo restare in piedi e riconoscere come macerie ciò che vediamo attorno a noi. Solo la consapevolezza, ossia la verità, ci può salvare. O un dio, come disse l’ateo Heidegger.
Un grande, misconosciuto europeo, Dominique Venner (saggista e storico francese, 1935-2013), ci lascia un testamento spirituale straordinario: la natura come solco, l’eccellenza come fine, la bellezza come orizzonte. Coltivare obiettivi elevati per sopravvivere all’orrore ed essere testimoni di verità.
Purtroppo, l’intellettuale francese cedette allo sconforto, suicidandosi in Notre Dame a Parigi nel 2013. Pensava di risvegliare le coscienze: povera illusione.
Occorre restare ben vivi per lottare ed essere , con la nostra stessa presenza, testimoni di chi non si arrende, un manipolo più numeroso di quanto appaia. All’orrore del cuore di tenebra si risponde a testa alta, da ribelli, soldati della verità.
Venner ne Un samurai d’occidente (2012) fornisce preziosi “consigli per esistere”. Il primo è creare un personale breviario, una sorta di diario spirituale scritto, da rivedere nel tempo per analizzare l’evoluzione del nostro pensiero e comprendere il cambiamento della nostra mente.
L’essenziale, alla fine, è il residuo che rimane nell’anima, intimamente legato a un’eredità che “non è il passato, ma ciò che non passa e ritorna sotto forme diverse, resistendo al tempo e sopravvivendo alle influenze”.
Esorta a leggere e rileggere i classici, specie la sera, al riparo delle turbolenze dell’anima. Consiglia di spegnere il cellulare e interrompere la connessione a Internet durante quei momenti sacri, in modo che la sensazione di isolamento sia quasi monastica.
Invita a recitare l’Iliade e l’Odissea – sorgenti della nostra civiltà – a bassa voce, come preghiere, in modo che i versi risuonino simili a musica. “In assenza di una religione identitaria, Omero è lo scrigno dei valori europei. La sua opera non umanizza il divino, piuttosto esalta l’essenza divina dell’uomo. “
Venner invita a rifugiarci nelle foreste e frequentare i templi. Natura e spirito.
Pur essendo neo pagano, amava l’arte cattolica e la religiosità medievale: “ Vorrei che, in futuro, nel campanile della mia città, come in quello delle nostre cattedrali, si continui a sentire il suono confortante delle campane. Ma auguro ancora di più che le invocazioni fatte sotto le sue volte cambino: che smettano di implorare perdono e misericordia, per invocare vigore, dignità ed energia. “
Propone altresì di curare il corpo praticando sport di combattimento, le arti marziali in cui alla forza si accompagna il rito e la riflessione, nonché di viaggiare alla ricerca dell’arte e delle radici, come i giovani tedeschi di inizio XX secolo, i Wandervogel (uccelli vagabondi) che protestavano contro l’industrializzazione effettuando escursioni nelle foreste. “Riscopri i migliori luoghi della nostra civiltà: Stonehenge, Delfi, la foresta di Broceliande, Toledo, Alesia, Mont Saint-Michel, Salisburgo, Bayreuth, Sils Maria”.
Coltivare la bellezza e riscoprire ( “dissotterrare”) le nostre radici consente di riconoscere il male.
Per Omero, ricorda Venner, “se gli dei hanno inflitto la morte a tanti uomini, è per donare canti a coloro che verranno”.
La contemplazione dell’arte, la lettura dei classici, l’immersione nel creato si riflettono nella vita se perseguiamo l’eccellenza personale, cancellando l’ artificiale, riscoprendo di essere anelli di una catena che non possiamo spezzare.
Per non diventare cuori di tenebra incapaci di orrore.
Roberto Pecchioli, filosofo https://www.ereticamente.net/ 1/12/2023
Roberto Pecchioli (1954), studioso di geopolitica, economia e storia, svolge un’intensa attività pubblicistica in ambito saggistico. Collabora con riviste e siti web di cultura e informazione indipendente. Già dal 2020 ha preso posizione contro la strategia del Grande Reset.
L’orrore! L’orrore!
DALLA RETE
Vedi qui: DALLA RETE: appuntamenti ed informazioni.
ANNO IV DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE
Vedi qui: INIZIATIVE E FIRME DI RESISTENZA
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Un mostro che possiede il mondo e il nostro futuro.