GLR CONSIDERAZIONI (71)
ANNO VI DEL REGIME SANITARIO-ECOLOGICO-DIGITALE
Le altre “GRL-CONSIDERAZIONI ” le trovate QUI
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Vangelo di Luca 6, 26: Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.
COSE DI ORDINARIA FOLLIA
La sanità USA e i vaccini, Bergoglio e la scienza come religione, il lutto della ragione, un conclave alla Grande Reset, materialismo e trascendenza negata, cittadinanza ed immigrati.
LUTTO NAZIONALE PER IL GLOBALISMO
Giorgio Bianchi Matteo Brandi
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Se ne va un altro “Papa”
Dopo la morte del Pontefice, abbiamo un nuovo Papa emerito ovvero Klaus Schwab che proprio in questi giorni si è ritirato dal Wef rinunciando alla presidenza del consiglio di amministrazione di questa Chiesa della tecnocrazia.
Certo in precedenza aveva lasciato la presidenza che tuttavia è un titolo più onorario che operativo, ma questo ritiro è apparso inaspettato nonostante che nel 2024 su. di lui si siano addensate accuse di razzism , di molestie sessuali e di discriminazione nei confronti di dipendenti incinte licenziate durante la gravidanza o subito dopo il parto. Nulla di straordinario: è la solita merda del potere che si presenta come un sepolcro imbiancato di buone intenzioni, ma che in realtà è fatto di soprusi e sfruttamento e – in una parola – di radicale disuguaglianza.
Tutto il mondo del reset dipinto da Schwab in un famoso libro è permeato da questo spirito di ricchi che hanno proprio la disparità umana come loro obiettivo, nonostante tutte le chiacchiere inclusive. Ma quelle accuse non lo hanno indotto a ritirarsi, probabilmente invece è stata la sensazione che il disegno globalista si stia arenando e disgregando.
Questo addio alle leve di potere ovviamente non si fermano al Wef, propriamente detto, ma si estendono alla rete che questo organismo ha costruito nei decenni arrivando a gestire parecchie funzioni dell’Onu e riuscendo a piazzare in numerosi Paesi i propri “allievi”, formatisi nel programma Global leaders e selezionati in base alla mediocrità.
Fondato nel 1971 da un giovane Schwab, erede di una famiglia fortemente compromessa col nazismo, il World economic forum è stata una creatura dell’imperialismo americano essendo stato di fatto fondato su input di Kissinger e con la fattiva collaborazione della Cia al fine di ” dar forma” all’Europa, ossia di sottometterla al neoliberismo che in quegli anni cominciava il suo galoppo. La storia la potete trovare qui. Dopo la fine della guerra fredda tutto questo meccanismo è stato reindirizzato ad ambizione di governo più ampio e comunque a garantire che la Ue diventasse il governo delle oligarchie e allontanasse da sé ogni idea di rappresentatività.
Ma cosa ha a che fare la dipartita di Papa Francesco con quella non biologica del Papa laico della tecnocrazia e dello scasso della democrazia? Apparentemente nulla… eppure qualche coincidenza si può ritrovare.
Per esempio nel 2014 il forum di Davos cominciò ad affrontare il tema dell’ambiente in senso catastrofico e già orientato ad operazioni economiche più che a una sincera volontà di governare la situazione ed ecco che, pochi mesi dopo, esce l’enciclica Laudato si’ che riprende il Cantico delle creature di San Francesco in chiave green; nel 2020 per la prima volta il Forum comincia ad affrontare il problema delle migrazioni e compare la Fratelli tutti che appunto riprende il tema.
Naturalmente non voglio pensare che si sia trattato di una sorta di dettato cui il Papa si è piegato, ma certo di un’attenzione troppo focalizzata sullo spirito del tempo e troppo alla ricerca di un consenso che quanto è più facile tanto più è superficiale e soprattutto marginale. Che bisogno c’è di un Papa quando si ha a disposizione Greta Thunberg?
Questo descrive appieno il fallimento della missione di Bergoglio che era quella di “avvicinare” i fedeli attraverso una politica attenta all’attualità e alla mediaticità. È stato un tentativo molto più fallimentare di quello opposto sviluppato da Benedetto XVI° perché ha creato fratture nel mondo cattolico, senza peraltro imporsi all’attenzione generale. Forse chi vive in Italia non ha la cognizione della scarsa attenzione che si ha altrove delle posizione del Vaticano.
Ma perché ho parlato di Schwab come di un Papa? Non certo per fare un titolo, ma perché la tecnocrazia e lo scientismo che lo accompagna, sono divenuti a loro volta un culto incondizionato di natura fideistica e metafisica come se potessero risolvere tutti i problemi e il senso stesso dell’essere.
Per carità, nulla da dire sulla Scienza in sé, ma essa è la forma più laica di pensiero e nel momento stesso in cui diviene un feticcio, per non dire un succedaneo dell’apertura fondamentale al mondo, al Lebenswelt come avrebbe detto Husserl, perde se stessa e inganna i propri cultori.
Non a caso proprio Husserl parla di crisi della conoscenza in Europa e in Occidente proprio a partire dalla matematizzazione pervasiva della scienza e il disprezzo della doxa. Mi fermo qui perché rischiamo di deviare dal discorso. Pochi si rendono conto che in realtà si è fondato un nuovo culto nichilista che nega persino l’evoluzione possibile della società dallo stato del capitalismo neoliberista come fine della storia. Dunque sì, Schwab può essere considerato, anzi andrebbe considerato come un Papa o forse come un vescovo di questa nuova e inconsapevole religione.
https://ilsimplicissimus2.com/ 2025/04/24/
UN PAPATO DISCUTIBILE
Con grande rispetto verso la sensibilità di tutti, ma con altrettanta onestà, mi permetto alcune personalissime riflessioni sul pontificato di Jorge Mario Bergoglio.
Bergoglio: un Papa che la narrazione ufficiale ha elevato a paladino degli ultimi, dei poveri, degli emarginati e dei fragili. Una figura dipinta come rivoluzionaria, in particolar modo per la sua vicinanza agli esclusi, ma che merita un’analisi più lucida e meno compiacente.
A mio avviso, consapevolmente o meno, il suo pontificato, più che proteggere ed elevare i ceti più poveri e tutelare i fragili, ha finito per danneggiare la classe media, allineandosi di fatto con le strategie delle élite globaliste e finanziarie, orientate alla dissoluzione dei corpi intermedi e alla precarizzazione generalizzata. In sostanza, ciò che fragili e poveri hanno davvero ottenuto è stata una compagnia più numerosa: un’espansione della loro condizione soprattutto in Occidente.
Il suo stile comunicativo è stato contraddittorio, strategicamente aporetico, soprattutto su questioni controverse e delicate: un continuo colpo al cerchio e uno alla botte, che ha disorientato i fedeli e reso ineffabile ogni orientamento dottrinale. Rivelandosi, alla fine, un boomerang probabilmente inaspettato. Si è dichiarato contro l’aborto, mentre manteneva un dialogo oserei dire compiacente con i suoi più accesi sostenitori. Ha criticato le ideologie di genere e la diffusione dell’omosessualità nella Chiesa, mantenendo tuttavia posizioni ambigue e spesso concilianti verso le teorie più controverse sulle relazioni e la sessualità. Questa ambivalenza ha generato confusione, non chiarezza.
Ha mostrato un’attenzione ossessiva per i migranti, arrivando a colpevolizzare interi popoli per la loro presunta incapacità di accogliere, empatizzare e celebrare la diversità. Tuttavia, è rimasto cieco – o volutamente silenzioso – sulle cause profonde delle migrazioni: guerre, sfruttamento economico, ingerenze geopolitiche, e soprattutto i piani delle élite tese alla destabilizzazione e frammentazione delle società. Molte volte ha persino legittimato i principali attori di queste malate geometrie di potere.
Ha promosso una spiritualità dal sapore globalista, una religione civile del “volemose bene”, che ha finito per svuotare di ogni contenuto trascendente la fede cristiana, pur dichiarandosi radicata in Cristo e nei Vangeli. Un paradosso che rivela tutta la crisi dell’identità cattolica occidentale. Più impegnato ad accogliere ideologicamente l’altro che a difendere il proprio: la propria fede, la propria cultura, la propria tradizione.
Un altro aspetto particolarmente ambiguo del suo pontificato è stata la sua palese accettazione della manipolazione operata dal sistema mass-mediatico dominante sulle sue parole. Quando ha osato criticare alcuni capisaldi della retorica del potere – come le politiche anti-umane di Israele o l’atteggiamento ipocrita e bellicista dell’Occidente nel conflitto russo-ucraino – i media lo attaccavano con ferocia o relegavano le sue dichiarazioni a trafiletti irrilevanti. Al contrario, quando pronunciava anche solo mezza frase utile a rafforzare il racconto dominante, veniva amplificato con ogni mezzo e la massima enfasi. Per un orecchio attento, questa strumentalizzazione è risultata sfacciata, puerile, spesso grottesca e caricaturale.
La Santa Sede non ha mai denunciato con chiarezza e forza questa abnorme manipolazione. Anzi, ha sguazzato in quella melma, ma così facendo ha tradito uno degli elementi più sacri del messaggio evangelico – la verità e la coerenza – finendo per affondarci.
Forse il punto più basso, e imperdonabile, è stato raggiunto quando, insieme al potere politico del tempo, si è reso protagonista di una delle più gravi e dolorose fratture del corpo sociale nella storia recente: l’appoggio totale alla narrazione dell’obbligo vaccinale. Sfruttando nel modo più vile la residua autorità morale della Chiesa, Bergoglio ha fatto leva sul senso di colpa e quindi sul peccato. Nulla di nuovo per la Chiesa, starà dicendo qualcuno. Vero. Ma la novità è consistita nell’abbraccio mortale tra una visione fintamente liberale, e progressista, e l’uso strumentale di un retaggio dogmatico tradizionalista per scopi puramente biopolitici.
In sintesi, Bergoglio è stato l’espressione coerente di una Chiesa allo sbando, fatta di templi vuoti e anime disorientate, che ha rinnegato le sue radici sacre nel tentativo di rincorrere il mondo, anziché tentare eroicamente di esserne faro in un’epoca sempre più crepuscolare. Una Chiesa che ha perso ogni autorevolezza spirituale per chi cerca sinceramente senso e verità, e che oggi raccoglie solo l’applauso sterile di chi rifiuta ogni idea di spirito. Un applauso che sa di derisione e compiacimento per una sorta di scacco matto al Re dei cieli, giocato con la complicità del suo stesso vicario in terra.
L’idea di un nuovo Papa, che pare eccitare molti in queste prime ore dalla morte di Bergoglio, personalmente mi inquieta. Perché, se è vero che il suo pontificato è stato segnato da molteplici errori e veri e propri vizi sostanziali, la responsabilità – come per ogni dialettica del potere – non ricade solo sul vertice. Va analizzata e condivisa anche con chi quel potere lo ha legittimato con il proprio consenso o il proprio silenzio. Non esiste potere che operi senza riflettersi nella società; così come non esiste potere che non sia, almeno in parte, espressione dell’intero corpo sociale. Da ciò, per pura meccanica sociale, osservando lo stato della coscienza collettiva, il futuro Pontefice potrebbe persino far rimpiangere il precedente o trovarsi con un magistero sostanzialmente impedito.
L’unica cosa buona che mi porto a casa da tutta questa desolazione, da questi terribili anni, è che mai come oggi chi cammina veramente lungo la via della verità e della libertà ha compreso che la casa di Dio è nei propri cuori. E che nessuno, più della propria sacra coscienza, può condurre fin lì.
Pierluigi Dadrim Peruffo, https://www.giornaledelribelle.it/ 24/4/2025
DAL WEF AL GREEN PASS: TUTTE LE CONTRADDIZIONI DI BERGOGLIO
Chi è stato davvero Jorge Mario Bergoglio? Un riformista, una pedina o un burattinaio in abito talare? Al di là delle speculazioni, sicuramente il pontificato di Francesco è stato attraversato da varie contraddizioni….
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Bergoglio e bergoglini
Oggi mi voglio rovinare e mi terrò lontano dalla retorica veramente insopportabile esplosa dopo la morte di Bergoglio, tutta impostata esclusivamente su sentieri politici o ideologici. Il “Papa degli ultimi” titolano i giornaloni del globalismo come se si fossero rubati i titoli o come se questi fossero stati dettati “colà dove si puote ciò che si vuole” per dirla con Dante anche se in questo caso non si tratta di Dio, ma degli dei minori che possiedono il mondo attraverso il denaro.
Gli ultimi chi? Forse quelli che vengono sfruttati per un salario misero, quelli che devono campare con i 534,15 euro al mese della pensione sociale. quelli che per curarsi devono aspettare mesi e anni, in molti casi grazie proprio a quell’ambiente medico – santificato e benedetto urbis et orbis dal Pontefice – che odia il sistema sanitario pubblico e lo sabota per prendere la propria ricca mercede? E potrei continuare a lungo questa litania… no di certo, sono esclusivamente i migranti che grazie proprio alle guerre e alle rapine di chi poi fa dell’accoglienza forzosa un dogma, sono costretti a rinunciare al primo diritto universale, ovvero quello di rimanere nella propria terra e collaborare alla sua emancipazione dal colonialismo finanziario. Cosa che evidentemente non è gradita in alto loco, ma che fa parte della cosiddetta dottrina sociale della Chiesa.
Mi voglio rovinare perché tenterò di dire cosa secondo me è fallito nel pontificato di Bergoglio e non si tratta di singole affermazioni contraddittorie o ambigue oppure dei temi che vengono affrontati in questi giorni, ma di un cambiamento radicale che papa Francesco ha portato a compimento, ovvero il passaggio dal concetto di persona, di cui il cristianesimo è in qualche modo portatore e quello di individuo, a cui si conforma l’Occidente contemporaneo…
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Un papa in bus con Videla (2013)
Buenos dias… spero che non vi emozioniate troppo per questa semplicità e che non vogliate continuare a rimanere in quell’orrida culla di vacua retorica che i media ci stanno incessantemente regalando montando e rimontando in tutti i modi le quattro parole di Francesco I appena apparso al balcone di quella basilica palatina di ritorno che è San Pietro. Per non dire dei commentatori accorsi come Vespa sul miele e inesauribili nel non dire nulla del tanto che invece si potrebbe dire se solo si avesse l’onestà di farlo.
Ma certo, il primo papa sudamericano (ci avrei scommesso peraltro), il primo papa gesuita, il primo papa che abbia preso il nome di Francesco, come il poverello di Assisi: altissimo onnipotente bon signore, laudato sii per sora nostra televisione la quale ne sustenta e governa.
Ma insomma solo sul web e sui giornali argentini sono comparse le ombre del nuovo pontefice, ombre che fanno parte di quel sostegno che la chiesa dette alla dittatura di Jorge Videla. Questo era ahimè noto anche se francamente di Bergoglio non sapevo nulla, a parte qualche piccolo sedimento della memoria che sembrava non trovare requie, ma nemmeno ricordi….
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Fatto un papa non se ne fa un altro (2022)
Chissà come mai in un mondo completamente secolarizzato, anzi per meglio dire volto all’apostasia di ogni cosa intelligente, umana e seria, le gravi condizioni di salute di Papa Benedetto XVI stanno suscitando grande emozione e un grande disorientamento. Eppure quest’uomo di 95 anni è comunque fragile e secondo quanto viene raccontato dal potere vaticano non era nemmeno più papa. Sappiamo che questo è ampiamente contestabile, talmente contestabile che nessuno ha osato opporre argomenti seri a chi dice che papa Ratzinger non ha rinunciato ad essere papa, ma solo alle funzioni inerenti al soglio di Pietro. Non ho competenze in questa materia da poter esprimere un giudizio fondato e tuttavia il testo delle cosiddette dimissioni dell’11 febbraio 2013 sembrano alludere a un ritiro non dalla carica, ma dalle mere incombenze relative ad essa, ovvero al “ministerium” e non al “munus” di Pietro , distinzione peraltro introdotta dallo stesso Ratzinger ben prima di essere eletto papa e tratto dal diritto feudale tedesco, secondo cui chi svolge le funzioni correlate a una carica, non possiede per questo la carica stessa e se la pretende è un usurpatore. Questo naturalmente renderebbe nullo anche il concilio e farebbe di Bergoglio un antipapa. Sono nodi che l’enigmatico Ratzinger in realtà non ha mai sciolto..
Qualunque sia la verità, lo sgomento per l’eventuale scomparsa di papa Benedetto XVI è tale da far pensare che inconsciamente una situazione di irregolarità e di divisione sia stata in qualche modo nascosta dall’esistenza di due papi, ma che con la scomparsa di uno dei due si possa alterare il precario equilibrio stabilitosi e far saltare fuori tutto il marcio che si è accumulato, ma soprattutto la divisione tra il cattolicesimo propriamente detto e una sua imitazione secolarizzata e subalterna non solo ai poteri secolari, ma anche a quelli dell’ideologia….
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TRA CURIA E GLOBALISMO: IL PONTIFICATO DI BERGOGLIO
Che Chiesa è stata quella di Papa Bergoglio. Le sue politiche sull’immigrazione e sulla famiglia erano condivisibili? Una figura destinata a far discutere, come tante figure che nella storia sono state ora tirate per la giacca (o per l’abito talare), ora aspramente avversate. Tante contraddizioni, qualcuna ingigantita dalle speculazioni. Se le critiche accomunano molti pontificati, e quello di Francesco non fa eccezione, va tenuto conto che il papa venuto “quasi dalla fine del mondo” ha segnato un’epoca. Il suo atteggiamento anticonformista ed esplicitamente pauperistico l’ha fatto amare molto dai non cristiani. Chi invece ha una visione conservatrice e legata ai canoni, lo ha avversato fin dall’elezione al soglio petrino, avvenuta dopo la discussa rinuncia di Benedetto XVI. L’immagine dei due Pontefici che parlano l’uno di fronte all’altro è sicuramente un unicum storico. Ancora per lungo tempo rimanderà all’idea di uno specchio rovesciato. Uno specchio in cui la Pastorale e il Magistero di Ratzinger e Bergoglio sembrano contrapporsi, riavvicinarsi e scontrarsi. E rimanere, per forza o per convinzione, all’interno di Santa Romana Chiesa.
Nella nuova puntata di “È l’Ora della Verità”, parleremo di questo e di molto altro. Lo faremo con Massimo Viglione, storico; Lorenza Morello, giurista; Antonio Pappalardo, fondatore dei Gilet Arancioni; Gianfranco Amato, avvocato
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Bergoglio
Non nascondo che nei confronti di Mario Bergoglio provo un risentimento che non viene del tutto meno neanche di fronte alla morte. Il periodo dell’epidemia, soprattutto dopo l’entrata in vigore del green pass, è stato molto difficile. L’esperienza della perdita dei diritti civili (perché di questo si è trattato) e il clima di ostilità alimentato dal sistema mediatico hanno lasciato ferite non del tutto rimarginate.
E’ mia convinzione che nel nostro paese i provvedimenti pandemici siano stati attuati in modo così estremo grazie a tre uomini: Mario Draghi, in quanto capo del governo e referente degli interessi sovranazionali che hanno pianificato questa operazione; Maurizio Landini, in quanto capo del maggior sindacato italiano; Mario Bergoglio , in quanto capo della Chiesa cattolica.
Se dal primo non mi sono mai aspettato niente, dagli altri due invece sì : dal sindacalista operaio Landini, mi sarei aspettato la tutela di alcuni milioni di lavoratori non vaccinati; dal papa della misericordia, un po’ di misericordia nei confronti di una parte del suo gregge. Come sappiamo, non vi è stata né l’una né l’altra. Sono cose che si possono perdonare, ma non dimenticare….
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Il regno dell’inganno universale
L’assordante propaganda mediatica a senso unico – idolatrante il peggior pontefice della storia -, è l’ennesima dimostrazione che viviamo nel “regno dell’ inganno universale” profetizzato, tra gli altri, da George Orwell. Ma Orwell aveva torto quando, scosso dalle vicende novecentesche, lo identificava nei regimi totalitari.
E’ la società liberalcapitalista, invece, che ha portato l’”inganno universale”, anche grazie alla potenza mediatica, al suo massimo compimento.. La liberal-plutocrazia è il regno del denaro e dell’inganno universale, esercitato tramite i sui funzionari mediatici e politici….
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La Chiesa di Bergoglio: l’impossibile coscienza di una crisi
Bergoglio santo subito? La sua santificazione mediatica è già un fatto compiuto. La canonizzazione ecclesiastica non è del resto rilevante, dato che la Chiesa è ormai dedita da decenni alla proclamazione seriale dei santi. Sin dalla sua elezione, qualcuno osservò che questo papa piaceva troppo a coloro a cui non sarebbe mai dovuto piacere. Infatti Bergoglio andò subito ad accreditarsi presso Scalfari, il guru del progressismo liberal italiano di Repubblica. Secondo Scalfari, Papa Francesco «concepisce il Cristo come Gesù di Nazareth, uomo, non Dio incarnato. Una volta incarnato, Gesù cessa di essere un Dio e diventa fino alla sua morte sulla croce un uomo». Infatti Bergoglio raccolse il consenso più dei laici che dei cattolici….
L’era della post modernità ha generato l’avvento della globalizzazione. Ma la Chiesa, quale istituzione spirituale custode di una verità trascendente, non era certamente compatibile con un mondo trasformato in villaggio globale ispirato ideologicamente al liberalismo politico, al liberismo economico e al relativismo etico. Pertanto, la Chiesa, nell’intento di inserirsi in un mondo ad essa estraneo, ha finito per omologarsi ad esso, oscurando progressivamente la propria dimensione spirituale. Ha assunto cioè il ruolo di ente assistenziale alla pari delle ONG laiche (per lo più finanziate dalle élites finanziarie e tecnocratiche), rendendosi funzionale ai meccanismi dell’ordine economico globalista dominante. La Chiesa di Bergoglio è stata investita da un processo di progressivo sradicamento della propria identità….
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Considerazioni sparse sul papato di Francesco
Ho letto tantissimi interventi su papa Francesco, cosa che mi ha permesso di farmi un’idea su come le istituzioni, i politici, la stampa, la gente comune abbia commentato la morte del Papa. Tralascio naturalmente la valanga di retorica che come sempre in queste circostanze riempie il discorso pubblico. Tralascio quell’atteggiamento di chi (sui social) esercita il “potere della tastiera” per comunicare al mondo (spesso a sé stessi) prevalentemente il proprio disagio esistenziale, le proprie frustrazioni, la mancanza in buona sostanza di una benché minima capacità di misurarsi nell’esercizio della riflessione, che comunque non scaturisce dalla volontà ma dall’abitudine a interrogarsi sull’esistenza….
Ma c’è un dato, difficilmente controvertibile, che sotto il papato bergogliano, al di là della retorica sull’accoglienza e cose del genere, il “mondo” ha fatto piena irruzione nella Chiesa, entrando per quella breccia che ormai da tempo si era prodotta nelle mura che da esso la separavano. Viviamo in un’epoca che il sociologo Emmanuel Todd ha efficacemente definito come quella della “religione zero”. Almeno nel nostro Occidente. Religione zero alla quale corrisponde una quasi totale assenza dalla vita quotidiana della dimensione spirituale della trascendenza…
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Chi ha voluto Bergoglio e qual è stata la sua vera funzione nella Chiesa?
Diego Fusaro
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BERGOGLIO E IL GRANDE RESET
Papa Francesco chiede un “nuovo ordine mondiale” dopo la pandemia
Papa Francesco, in un nuovo libro, sostiene che le cose non saranno più le stesse nel mondo post-pandemico, invocando invece l’istituzione di un “nuovo ordine mondiale”. In un’intervista lunga quanto un libro con il giornalista Domenico Agasso, intitolata Dio e il mondo a venire , la cui uscita in italiano è prevista per martedì, il pontefice ribadisce la sua posizione a favore del Grande Reset, con un allontanamento dalla speculazione finanziaria, dai combustibili fossili e dal potenziamento militare, verso un’economia verde basata sull’inclusività.
Dopo la pandemia di coronavirus, “nessuno oggi può permettersi di dormire sonni tranquilli”, dichiara il Papa in un ampio estratto dal libro pubblicato da Vatican News. “Il mondo non sarà più lo stesso. Ma è proprio all’interno di questa calamità che dobbiamo cogliere quei segnali che possono rivelarsi i pilastri portanti della ricostruzione”. “Ricordiamoci tutti che c’è qualcosa di peggio di questa crisi: il dramma di sprecarla”, afferma. “Non possiamo uscire da una crisi uguali a prima: o ne usciremo migliori o ne usciremo peggiori”.
Possiamo sanare l’ingiustizia “costruendo un nuovo ordine mondiale basato sulla solidarietà, studiando metodi innovativi per sradicare bullismo, povertà e corruzione”, aggiunge, “lavorando tutti insieme, ognuno per la propria parte, senza delegare e scaricare le responsabilità”. Questo nuovo ordine mondiale si baserà sullo sradicamento delle disuguaglianze e sulla tutela dell’ambiente, afferma il Papa.
«Non possiamo più accettare con rassegnazione disuguaglianze e sconvolgimenti ambientali», dichiara. «La via per la salvezza dell’umanità passa attraverso la creazione di un nuovo modello di sviluppo, che si concentri incondizionatamente sulla convivenza tra i popoli in armonia con il Creato». Come via verso la soluzione, Francesco indica i giovani impegnati nei “movimenti ecologici”.
«Se non ci rimbocchiamo le maniche e non ci prendiamo cura fin da subito della Terra, con scelte personali e politiche radicali, con una svolta economica “verde” orientando gli sviluppi tecnologici in questa direzione, prima o poi la nostra casa comune ci butterà dalla finestra», insiste. Il papa afferma inoltre la sua convinzione che il mondo abbia bisogno di essere guarito “dalla mentalità speculativa dominante” per essere ristabilito “con un’anima” al fine di ridurre il divario tra chi ha accesso al credito e chi non ce l’ha. Francesco propone che i cristiani e le persone di buona volontà scelgano quali iniziative sostenere in base a quattro criteri: «l’inclusione degli esclusi, la promozione degli ultimi, il bene comune e la cura del creato».
«In questo momento si tratta di ricostruire dalle macerie», suggerisce il Papa, un compito che coinvolge sia chi è al governo sia il resto della popolazione. «È tempo di rimuovere l’ingiustizia sociale e l’emarginazione», afferma. «Se cogliamo la prova attuale come un’opportunità, possiamo preparare il domani all’insegna della fratellanza umana, alla quale non c’è alternativa, perché senza una visione d’insieme non ci sarà futuro per nessuno». Parte del Great Reset comporta anche la fine della corsa agli armamenti, aggiunge.
“Non è più tollerabile continuare a produrre e trafficare armi, spendendo ingenti capitali che dovrebbero essere utilizzati per curare le persone e salvare vite umane”. “Contro questa discordia planetaria che sta stroncando sul nascere il futuro dell’umanità, abbiamo bisogno di un’azione politica che sia frutto dell’armonia internazionale”, dichiara, esortando a porre fine al “nazionalismo miope” e ad altre forme di “egoismo politico” in favore di soluzioni multilaterali.
https://www.breitbart.com, 15/3/2021
Davos, Bergoglio scrive a Klaus Schwab: ‘vostro Forum opportunità per costruire un mondo migliore’
Vaticano – “Il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato al Prof. Klaus Schwab, Presidente Esecutivo del World Economic Forum, in occasione del meeting annuale in corso a Davos, in Svizzera, dal 15 al 19 gennaio 2024″
“L’incontro annuale di quest’anno del World Economic Forum si svolge in un clima molto preoccupante di instabilità internazionale. Il vostro Forum, che mira a guidare e rafforzare la volontà politica e la cooperazione reciproca, offre un’importante opportunità di coinvolgimento di più soggetti interessati per esplorare modi innovativi ed efficaci per costruire un mondo migliore. Spero che le vostre discussioni tengano conto dell’urgente necessità di promuovere la coesione sociale, la fraternità e la riconciliazione tra gruppi, comunità e stati, al fine di affrontare le sfide che abbiamo davanti….
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Davos, il messaggio debole di papa Francesco a Schwab
Davos è il “luogo” ove è stato formulato il Grande Reset e dove si punta sulle “emergenze” per portare avanti una lotta all’umanità. L’ultimo messaggio mandato da Francesco a Klaus Schwab appare debole e perfino condiscendente rispetto all’ideologia del Forum.
Il 17 gennaio 2024 papa Francesco ha inviato al Forum di Davos, che si chiude oggi nella città svizzera, un messaggio che suona molto come un appoggio e un invito a continuare sulla strada intrapresa. Francesco si è soffermato su alcuni aspetti etici della situazione mondiale attuale, dalla fame alla guerra, dallo sfruttamento del lavoro a quello delle risorse naturali. Non ha toccato però nessun punto nevralgico dell’azione del Forum, che giuridicamente non è che una Ong, ma in realtà rappresenta un potere globale enorme sia tramite le grandi multinazionali globaliste che ne fanno parte sia per la rete della Community di Davos che comprende tanti personaggi che occupano posizioni chiave nei vari ambiti della vita politica, economica, industriale, finanziaria e che in quel contesto si sono formati….
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Lynn de Rotschild è la grande amica e suggeritrice di Bergoglio, che lei ha nominato “guida morale” del gruppo di miliardari, banchieri e speculatori globali da lei creato “Club del Capitalismo inclusivo”
Vedi: DALLA RETE: l’informazione libera.
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