Campo, nato ad Alcamo (TP), era candidato alla Camera per la DC nelle elezioni nazionali del 18 aprile 1948 ma la sua candidatura era fortemente contrastata da un’altra corrente del suo stesso partito legata agli interessi dei mafiosi locali. Venne ucciso mentre tornava, con un furgoncino e accompagnato dal figlio, da un comizio fatto Alcamo e andava a Sciacca (AG) per un altro comizio.
Al funerale ci fu una enorme partecipazione di popolo con bandiere nazionali e cittadine ma successivamente l’avvocato Campo e il suo omicidio furono archiviati e dimenticati. I resti di Vincenzo Campo riposano nel cimitero di Agrigento, città in cui viveva e lavorava da tempo.
Questo delitto rientrava nelle strategie della mafia per un pieno controllo della DC siciliana in funzione anticomunista e dirette quindi contro gli esponenti democristiani (come Campo) più aperti al dialogo e al confronto politico e sociale con altre forze politiche e sindacali e soprattutto contrari ai rapporti tra DC e mafia.
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