Il 27 Settembre 1960 viene ucciso a Lucca Sicula (AG) con vari colpi di lupara da parte di sicari mafiosi PAOLO BONGIORNO (38 anni) sindacalista e politico comunista.

Bongiorno, segretario della camera del lavoro di Lucca Sicula e  padre di cinque figli ed uno in arrivo,  venne ucciso alle 22.30 da ignoti killer nascosti dietro un muro: cadeva a pochi passi dalla sede di quella Camera del Lavoro dove ogni giorno coraggiosamente difendeva i diritti dei lavoratori. Proprio quella sera aveva presieduto una riunione della Commissione di collocamento e stava tornando a casa, soddisfatto per i risultati ottenuti.

Per il Partito Comunista di Lucca Sicula si trattò di un chiaro delitto politico organizzato dalla mafia locale, in considerazione del fatto che Bongiorno era un uomo di punta del PCI e si era distinto per la sua accesa lotta contro il tentativo della cosche locali di controllare il mercato del lavoro. Si trattò pertanto di una ritorsione. Il caso Bongiorno giunse in Parlamento e venne posto all’attenzione della commissione antimafia.

Bongiorno proveniva da una famiglia povera di Cattolica Eraclea (AG) il cui il padre lavorava a giornata e fin da giovanissimo fece vari lavori nei campi mentre studiava. Dopo che furono emanati i decreti Gullo (1944), coi quali il governo concedeva ai contadini le numerose terre incolte  dei nobili latifondisti, anche a Cattolica Eraclea i contadini si organizzarono e diedero l’assalto al latifondo. Bongiorno partecipò alle numerose cavalcate organizzate nel suo paese dai dirigenti comunisti nonostante che la mafia cercasse di fermare quel movimento di lotta con le bombe.

Nel 1946, per la prima volta anche a Cattolica , si svolsero le elezioni amministrative libere e Paolo Bongiorno si schierò apertamente per  il Blocco del Popolo che vinse le elezioni. GIUSEPPE SPAGNOLO ( ucciso dalla mafia nel 1955) fu eletto sindaco di Cattolica Eraclea e per la prima volta nella storia del paese un contadino ricopriva la carica di primo cittadino.

Ma Bongiorno per trovare lavoro fu costretto ad allontanarsi dal suo paese nel 1949 per una occupazione più duratura a Lucca Sicula. Dopo una breve emigrazione in Francia riprese a lavorare in campagna a Lucca Sicula adattandosi a condizioni e paghe di lavoro spesso misere. Cercando una via di riscatto per sé e per i compagni di lavoro scelse l’impegno politico e si iscrisse  al partito comunista di Lucca Sicula. Si distinse per la generosità dell’impegno e per la cura e l’attenzione verso i problemi di tutti. Anche se aveva solo una licenza di scuola elementare, riusciva comunque a comunicare bene il proprio pensiero e a farsi interprete dei bisogni della gente che sempre più numerosa si rivolgeva a lui per un sostegno.

Dopo un po’ di tempo, fu nominato segretario della Camera del lavoro locale. Con passione cominciò ad interessarsi dei problemi che assillavano la categoria dei braccianti, toccando dunque la suscettibilità dei datori di lavoro. Aiutava persino gli anziani a compilare le pratiche della pensione.

Paolo si impose autorevolmente come un vero leader del movimento contadino e sindacale. Molti gli riconoscevano un carisma straordinario; anche gli avversari politici lo rispettavano per l’onesta intellettuale e la tenacia con cui conduceva le trattative sindacali. Organizzava numerosi scioperi locali reclamando con forza paghe più alte e orari di lavoro più dignitosi e guidava i lavoratori in manifestazioni provinciali e regionali.

Ma più cresceva l’impegno di Paolo Bongiorno nella Camera del lavoro più cresceva contro di lui l’odio dei suoi avversari politici. Per ritorsione nei suoi confronti e per smorzarne l’entusiasmo, i datori di lavoro evitavano di assumerlo o lo licenziavano dopo poco tempo. Così gli era sempre più difficile trovare lavoro.

Ma Paolo si arrangiava come poteva: lavorava a jurnata, come muratore, bracciante… qualsiasi cosa purché si lavorasse.

Non gli mancò il sostegno dei familiari e degli amici e in particolare quello dei suoi compagni di partito, che per la stima che avevano di lui non indugiarono il 26 settembre del 1960 ad inserire il suo nome nelle liste dei candidati del Pci al Consiglio Comunale di quell’anno. La sera dopo Paolo Buongiorno venne ucciso e i suoi assassini non vennero mai trovati.

Il 28 settembre, si svolsero i funerali e a dare l’estremo saluto al coraggioso dirigente politico giunse il Segretario Regionale della Camera del Lavoro PIO LA TORRE (1927- 1982) che verrà ucciso anche lui dalla mafia 22 anni dopo. I resti  di Bongiorno riposano nel cimitero di Lucca Sicula.

 

 

Vedete il nostro video  ” Il dovere della Memoria“:  QUI

 



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