Il 3 giugno 1849 ( era domenica) a Roma l’esercito francese guidato dal generale Oudinot attacca proditoriamente la Repubblica Romana dando inizio all’estrema difesa della Repubblica, fondata il 9 febbraio 1849, che si protrarrà per tutto il mese di giugno e che si concluderà con la resa della Repubblica.
Nonostante i patti intercorsi tra i rappresentati repubblicani e i francesi d’iniziare le ostilità la mattina del 4 giugno Oudinot slealmente decise di attaccare nella notte del giorno prima e l’esercito francese, attraverso una breccia fatta nelle mura che delimitavano la Villa Corsini ( oggi villa Pamphili), conquistò il Casino dei Quattro Venti (dove oggi si trova l’Arco di Busiri Vici) che era proprio di fronte a Porta San Pancrazio quindi in posizione altamente strategica. L’effetto sorpresa riusci purtroppo pienamente.
GIUSEPPE GARIBALDI decise che tutto si sarebbe tentato pur di riconquistare quella posizione e dovette quindi approntare improvvisamente una serie di attacchi ( saranno almeno sette) con i suoi Volontari Italiani e con battaglioni di studenti e milizie della Repubblica comandati da GIUSEPPE GALLETTI insieme ai bersaglieri di Giacomo Medici e di LUCIANO MANARA.
Andò avanti così fino al pomeriggio del 3 giugno. A tratti sembrò che i romani riprendessero almeno villa Valentini ( accanto a Villa Corsini) ma ogni tentativo si rivelò inutile. I francesi avevano alle spalle forze fresche che potevano aggiungersi o sostituirsi a quelle già impegnate: al passaggio dalle une alle altre poteva esserci uno sbandamento del quale magari i legionari di Garibaldi i bersaglieri le truppe di Galletti potevano approfittare per tentare un nuovo attacco e conquistare nuove posizioni. Ma l’attacco poteva essere sostenuto per poco tempo.
Gli scontri furono cruentissimi con molti caduti repubblicani tra Porta San Pancrazio e Villa Corsini mentre i bersaglieri riuscirono a tenere la Villa del Vascello ( lo faranno fino al 30 giugno) anch’essi con molti morti.
Per questo il 3 giugno 1849 verrà chiamata “LA DOMENICA DI SANGUE” e darà inizio anche alla “Strada del Sangue”, cioè il percorso che i barellieri romani facevano per portare i feriti e i morti presso le “ambulanze” ( ospedali e ricoveri di fortuna) nel tragitto tra Porta San Pancrazio e la Chiesa della Trinità dei Pellegrini dopo Ponte Sisto. Il percorso infatti lentamente diverrà una lunga striscia di sangue colato dal corpo dei feriti e che durerà fino al 1 luglio 1849.
Uno dei combattenti raccontò:
“…la lunga lista rossa come un tappeto rosso che dalla Porta San Pancrazio giungeva fino alla porta dell’ambulanza della larghezza di circa un metro e ottanta centimetri. Questo tappeto era il sangue che colava dalle barelle che trasportavano i morti e i feriti…”
Purtroppo la pronta reazione di Garibaldi e dei coraggiosi combattenti romani non porterà alla riconquista del Casino dei Quattro Venti e quella posizione sarà la chiave di volta della vittoria finale francese. Nei giorni seguenti inoltre gli Austriaci attaccheranno le parte settentrionale della Repubblica e i soldati del Regno di Napoli la parte meridionale insieme ad un piccolo esercito spagnolo.
La Repubblica si arrenderà il 30 giugno 1849 e i francesi entreranno in Roma il 4 luglio. Il giorno prima era stata solennemente proclamata in Campidoglio la Costituzione della Repubblica Romana. Più di mille saranno i Caduti per la difesa della Repubblica.
L’organizzazione della difesa militare della Repubblica (centrata evidentemente soprattutto a Roma) sarà guidata dal generale PIETRO ROSSELLI e da Garibaldi mentre GIUSEPPE MAZZINI e il TRIUNVIRATO ( Mazzini, CARLO ARMELLINI e AURELIO SAFFI) continueranno a condurre la vita politica e sociale della Repubblica come segno di Resistenza e di dignità e mentre procedevano i lavori della Costituente riunita nel Palazzo della Cancelleria ( poi al Campidoglio).
Il bilancio di quella giornata di continui combattimenti fu pesantissimo. I romani persero cinquecento uomini fra morti e feriti. I francesi contarono trentasei caduti e duecentodiciassette feriti. Dei francesi fatti prigionieri qualcuno fu ucciso dai legionari garibaldini. Caddero in quel giorno, tra gli altri, ANGELO MASINA, FRANCESCO DAVERIO, ENRICO DANDOLO.
Nelle sue memorie Garibaldi scriverà:
“Il 3 giugno decise della sorte di Roma. I migliori ufficiali e sottufficiali era morti o feriti; il nemico era rimasto padrone della chiave di tutte le posizioni dominanti e fortissimo com’era di numero e d’artiglierie vi si stabilì solidamente. Siccome nei punti forti laterali ottenuti per sorpresa e tradimento; egli costituì i suoi lavori regolari d’assedio come se avesse avuto da fare con una piazza forte di prim’ordine ciò che prova avere egli incontrato degl’italiani che si battevano.”
GOFFREDO MAMELI durante i combattimenti si ferirà ad un piede e morirà per le conseguenze il 6 luglio presso l’”ambulanza” sita nella Chiesa della Trinità dei Pellegrini: su quella ” strada del Sangue”era passato la sera del 3 giugno in barella. Così racconta Garibaldi:
“ Dopo pochi minuti Goffredo mi ripassò d’accanto gravemente ferito… Non ci scambiammo una parola; ma gli occhi si intesero nell’affetto che ci legava da tanto tempo… Egli proseguiva come in trionfo.”
Alla fine di quel terribile 3 giugno uscì un comunicato del Triumvirato indirizzato ai combattenti:
Romani!
Voi avete sostenuto oggi l’onore di Roma e l’onore d’Italia. Avete combattuto per oltre 16 ore come vecchi soldati. Avete, sorpresi e colti all’impensata dal tradimento da una violazione di promessa formale e segnata, conteso palmo a palmo il terreno, riconquistato posizioni per un istante perdute, respinte le più valorose milizie d’Europa, salutata la morte con un sorriso.
Romani! Questa è una giornata d’eroi; una pagina storica. Noi vi dicemmo ieri siate grandi. Oggi voi siete grandi.
Durate tali, siate costanti.
Al popolo di Roma, alla guardia nazionale romana, alla gioventù d’ogni classe noi diciamo con piena fiducia! Roma è inviolabile; custoditene questa notte le mura, dentro le vostre mura sta raccolto l’avvenire della nazione.
Vegliate mentre i combattenti di 16 ore riposeranno alle porte, alle barricate.
Veglia con voi l’angelo della patria. E l’angelo della patria è fratello dell’angelo della vittoria.
Viva la Repubblica
Armellini – Mazzini – Saffi
Roma. 3 giugno 1849.
Vedi: La donna che pugnò come uomo: COLOMBA ANTONIETTI.
Il programma di una vera Repubblica
19/26 giugno 2011. Su quella strada
2 giugno 2012. Garibaldi sul Gianicolo.
10 giugno 2012. Le macerie del Gianicolo
La nostra Rosa sul Gianicolo (2023)
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Il soldato dall'esempio efficace: LUCIANO MANARA
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